domenica 22 gennaio 2012

Afghanistan: la gallina dalle uova d'oro

..da taccuino:
Héràt - la Cittadella-
"...Il sole è giunto sulla linea dell'orizzonte, al tramonto. Perfetto. Perfetto incendia i cristalli di sabbia, un incendio che non brucia, di luce. Ovunque. Héràt in lontananza, ondeggia quale miraggio al riverbero della luce. Sembra una scultura cubista o meglio un'installazione di forme cubiste. Chissà come sarà viverci..." poi, dopo qualche pagina:" ...stamattina sono andata per le vie di Héràt. Alla scoperta. Sono andata con la mia busta di naranghì. Li porto sempre con me questi mandarini pakistani, con essi mi disseto. L'acqua non sempre è potabile, qui la gente la sterilizza prima di berla. Per essere sicuri. Finalmente ecco l'Asia altera, quella senza complessi d'inferiorità. Qui tutto lo esprime. Questa è Héràt, ancora non ci credo. La perla del Khorassan. la città dei poeti. Quella affidata a Shah Rukh, il re dal cuore mongolo, nel quindicesimo secolo. La terra di Jami, il grande poeta. La Firenze di Lorenzo il Magnifico in oriente. Ed io sono qui. Me lo ripeto..."
..dall'alto della Cittadella...
Héràt, Alexandria Aria, al tempo di Alessandro il Macedone.
Pagine andate. Pagine a raccontare il prima del dopo. Di oggi. Ora.
Sono quattromila i soldati italiani di stanza ad Hèràt. Oggi. Ora. 
La " Provincial Reconstruction Team" in sigla PRT, ovvero l'organizzazione che si occupa del processo di ricostruzione è affidata ad un colonnello di un Reggimento Bersaglieri. Sono stati costruiti ponti strade ospedali carceri scuole. E lavori di ampliamento del terminal piste aeree impianti vari per il locale aeroporto sono stati progettati, iniziati E i termini in moneta sono stati altissimi. Trenta milioni di euro. E  ancora 250.000 e 137.000. Terminal piste etc. etc. Questo solo ad Héràt.
E c'è la strada Bamiyan-Maidam Shar. E ci sarà la Hèràt- Chishet Sharif. Motivo: trasporto di marmo dalla cava acquistata da un certo Adam Doost, capo dell' "American Chamber in Afghanistan" magnate statunitense. Il marmo verrà commercializzato innanzi tutto con l'Italia poi con il resto d'Europa. 
Héràt- Moschea del Venerdì-
E poi ci sono gli addestramenti. Delle forze di sicurezza afghane d'ogni tipo, addestramento all'uso di armi. Leggere pesanti. Addestramento a varie tattiche di combattimento, di strategie. E formazioni di piloti dell'Afghan Air Force. E addestramento all'ambientamento e movimento in montagna. E ancora e ancora. E centinaia di milioni di euro ancora e ancora. Ah, sì, gli aiuti umanitari. Anche. Aiuti a noi stessi, in realtà. Economici strategici. E tutto questo deciso su gente per millenni invincibile. Gente che le montagne le porta nel sangue. Le conosce come conosce se stessa. Gente maestra di strategia di guerra. Gente che ha originato i più importanti trattati di strategia. Che se l'è sempre giocata a scacchi la strategia. Oh, ma sì, ora c'è la tecnologia, bisogna insegnare ad usarla, noi siamo avanzati in questo. Menzogna.
Lì dov'è intelligenza v'è comprensione delle cose e del loro uso. Sempre. E lì intelligenza ne avrebbero da vendere. Ma non è quella che si vuol comprare. Il fatto è che il mondo, qui, ora, è guidato da squali. Regolato da squali. E gli squali divorano ogni cosa. Ancor più lì dove avvertono fuoruscita di sostanza vitale. Questo è. 
E questo sarà ancora. Ancora per un po'. Forse. 
Troppo forte è stata l'irruenza della violenza nella distruzione d'un intero mondo. Troppo forte nella sua tecnologica viltà. E il tempo di metabolizzazione va fatto scorrere. Soltanto scorrere. Ancora per un po'. Forse.
"...Ahmad indossò sembianza di guerriero. in quella sembianza calcò il passo su quel suolo che gli apparteneva per nascita...segnò battaglie sulla sua terra, segnò vittorie e sconfitte...cavalli selvaggi al galoppo custodivano confini..."
Marika Guerrini
brani tratti da Marka Guerrini, "Massoud l'afghano il tulipano dell'Hindhu Kush", Venexia, Roma 2005 

2 commenti:

  1. caro occiriente,
    la tecnica non è più da tempo ormai un mezzo,bensì un fine,tutto viene sottomesso,divorato per alimentare questo mostro insaziabile;forse,come dici tu,cambierà qualcosa,ma a quale prezzo in quest'epoca,non la chiamo civiltà,in cui,per quel poco che conosco delle vicende della storia,tutto è così diverso così veloce rispetto al passato?

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  2. ...chissà, forse perché l'uomo prenda consapevolezza della reale sostanza del tempo misurato e misurabile, della sua vacuità. O,forse perché questo, accelerandosi come fosse fisico,faccia accelerare l'uomo nella sua caduta, sì che in essa, che corrisponderà a se stesso, possa trovare il coraggio della risalita. Basterebbe che questo accadesse a pochi per riprendere l'antico passo. Antico non in quanto passato ma in quanto umano. Del resto la storia suggerisce che le grandi opere, le grandi trasformazioni, sono sempre scaturite da poche rare menti. Ma potenti. E'quel che occiriente spera. Ed è bene che Speranza continui ad essere la dea dell'ultimo soccorso.
    Grazie Michela

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