lunedì 2 novembre 2020

IL MAL FRANCESE

Nizza Basilique de Notre-Dame
...il dubbio sull'opportunità di trattare un argomento mille volte trattato, aveva rallentato la mano in atto di segnare parole circa la forzata, nonché miserevole connivenza Francia-Islam. Questa volta si sarebbe argomentato su alcuni recenti episodi più o meno gravi occorsi in Francia e altrove,  quello luttuoso
 di Nizza di qualche giorno fa (strage nella chiesa di Notre-Dame), a cui aveva fatto seguito quello di Avignone (un uomo armato di coltello aveva cercato di attaccare degli agenti di polizia), e quello arabo saudita di Gedda (una guardia del Consolato francese accoltellata), tutti in coda all'episodio di Parigi che aveva visto Samuel Paty, docente di scuola media, decapitato per mano di un diciottenne ceceno di religione islamica. A scatenare l'ira assassina del giovane ceceno, una lezione di Samuel Paty in cui il docente aveva illustrato ai suoi allievi,  poco più che bambini, il concetto di liberté e chissà forse anche egalité e fraternité, mostrando loro le ben conosciute vignette satiriche su Maometto, vignette nate in Danimarca poi pubblicate, con esito più che tragico, dal giornale Charlie Hebdo nel gennaio 2015 e di recente dallo stesso giornale ripubblicate. Il fine dell'insegnamento di Paty era senza dubbio sottolineare l'importanza della libertà di stampa e d'espressione in genere. Ineccepibile fine se non fosse che il docente sottolineando l'idea di libertà, non solo stava calpestando l'altrui, ma anche ridicolizzando ciò che per tutto un intero mondo è un credo religioso, comportamento quindi non solo contraddittorio in sé, ma irriverente e blasfemo. In sintesi un insegnamento ad inneggiare e proteggere la propria libertà, calpestando l'altrui, insegnamento privo d'ogni rispetto per l'essere umano. Per cui, pur rispettando la tragica fine di Samuel Paty e provandone compassione, non si può tacere sul fatto che Samuel Paty, purtroppo non è il solo, circa l'etica dell'in-signare aveva capito ben poco o forse nulla, mentre l'azione di questo nulla non era di certo educativa o formativa al fine di comunicare il vero concetto di liberté, caposaldo, non unico, di quella che, privata di altri valori altrettanto importanti, si ritiene essere la Democrazia. Quest'agognata forma di governo che, a millenni di distanza, fa ancora rivoltare Platone nella tomba ormai disfatta.
Sostavo quindi nella noia del dubbio, propendendo più per il silenzio che per la trattazione degli argomenti, quando il telefono ha squillato e il display ha segnalato il nome Peshawar. Per chi non sapesse, la città pakistana di Peshawar, culla di importanti siti archeologici d'Arte Gandharica, e qui ci sarebbe molto da dire se si fosse in altro contesto, è posta a pochi kilometri dal confine afghano. Ma tralasciamo la bellezza e torniamo alla telefonata di quattro giorni fa. 
Alla  mia risposta, una voce amica, dopo un brevissimo saluto, mi comunicava l'avvenuto attentato esplosivo alla madrassa della città, la scuola coranica che ospita allievi di età compresa tra l'infanzia e la giovinezza. La voce diceva che al momento dell'esplosione era in corso una lezione sul Corano e che gli studenti presenti erano un centinaio. Diceva anche che le vittime al momento accertate erano otto tra i 20 e i 30 anni, e i feriti una ottantina tra cui molti in gravi condizioni, anche bambini. Diceva che al momento, l'attentato non era stato rivendicato, che si vociferava fossero stati i Taliban, diceva che questo era impossibile dato il momento sul Sacro Corano della lezione in atto. Ascoltavo senza proferire parola e la voce andava sulla descrizione ed io, era come fossi lì. Poi, dopo la descrizione, un breve scambio di notizie su alcuni studi archeologici di comune interesse ed i saluti
A quel punto il già dubbioso scrivere sugli accadimenti occidentali, benché Gedda sia in Arabia Saudita ma è solo questione geografica, si è del tutto annullato. Parigi, Nizza, Avignone, Gedda e chi prima nel tempo e nello spazio, ma comunque in questa parte dell'emisfero in quanto ad interessi, tutto ha riconfermato il mio già dichiarato pensiero del 2015: Je ne suis pas Charlie! Jamais!
Poi ho lasciato il tavolo. Sono scesa in strada. Ho camminato nel verde. 
Ad ogni passo quel che più bruciava era l'impotenza, sentirmi responsabile, per via di nascita, ed impotente dinanzi alla diffusa, nauseabonda ipocrisia che vige tra la mia gente, mia anche per quel che riguarda la Francia, avendone origine di famiglia. Ipocrisia oggi ancor più di ieri e forse, ahimè, meno di domani, parafrasando un'espressione cinematografica a respirare un attimo d'illusorietà d'un mondo che fu di celluloide. Ebbene, con quanta e quale nonchalance, questi francesi in capo e tutti noi in coda con le parole dell'avvocato italiano Giuseppe Conte rivolte ai francesi: "Nous Sommes Unis!", ci accaniamo nell'accusa e nel giudizio di giovani senza più patria, alla cui perdita abbiamo contribuito, quando non provocato? Si potrebbe obiettare: che c'entra la nostra nonchalance, la nostra ipocrisia con l'attentato esplosivo a Peshawar, che c'entra, con gli accaduti francesi di cui siamo vittime? C'entra, eccome se c'entra. 
Siamo noi che incitiamo al comportamento violento, è talmente evidente! lo facciamo elargendo a quei paesi la nostra perdita di valori, di morale, la nostra avidità, il nostro becero, camuffato colonialismo e schiavismo i cui fini sono sempre tutt'altro che nobili, e semmai al contempo critichiamo il nostro stesso passato "affetto" da desiderio ed attuazione di colonialismo e schiavismo, e quest'accenno non è politica, ma onestà storica. C'entra certo che c'entra. Noi camuffiamo tutto questo, lo celiamo sotto la patina della fratellanza o sotto l'erroneo vessillo della Democrazia da esportare, che in realtà non mettiamo in atto, tanto meno possediamo. E allora le Ong, e allora armate missioni di pace, deposizione ed assassinio di capi di Stato dopo averli accusati dell'inesistente, aiuti sanitari attraverso cui sperimentiamo su popoli inermi farmaci d'ogni tipo. Certo che c'entra. E allora sfruttamento di immigrati a fini non solo illeciti, ma immorali ed assassini quali prostituzione e commercio di organi per lo più di bambini o giù di lì, abbiamo popolato lo splendido Mediterraneo con i loro corpi. E si potrebbe continuare ancora e ancora, ma fa male e il rispetto per le vittime impone il basta così. Eccome se c'entra. Facciamo questo ed altro tutto adducendo sempre gli stessi motivi con le stesse parole: salvare i diritti umani, salvare dalla dittatura, portare libertà, progresso, democrazia. 
I nostri fini opportunistici sono sempre celati dalla patina della fratellanza con cui invadiamo mondi a noi in massima parte sconosciuti per cultura e costume. C'entra quando ai fini di cui sopra, corrompiamo con pochi spiccioli i governanti di quei paesi, alimentando in loco guerre fratricide che facciamo passare per rivolte popolari. C'entra quando li defraudiamo delle loro risorse naturali compromettendo, quando non azzerando, la loro economia spesso già debole o compromessa, indi li costringiamo ad espatriare per vivere. C'entra, quando addestriamo in campi specifici uomini al soldo che siano d'oriente o d'occidente e per estrema povertà o estrema indotta ortodossia vengono "arruolati"  perché si immolino in nome di Dio al grido " Allah-u-Akbar" e facciano così il nostro sporco gioco. Poi li accusiamo e quasi sempre assassiniamo, ma, si badi bene: per legittima difesa. C'entra. 
C'è un vescovo in Francia, certo André Marceau, un vescovo di buona volontà: "La disumanità non può chiamare ad altra disumanità, alla chiusura, alla violenza, all'esclusione, alla segregazione" e poi, interrogandosi: "E' vero, non abbiamo risposte" e ancora: " I nostri commenti non siano in linea con quelli compiuti da quell'uomo.." poi a proposito di Nizza e memore dell'attacco del 2016: " Città presa di mira da uomini deviati da un Dio deformato.." così si esprime invitando a sentimenti di pena e di perdono. Ed è così per quel che riguarda l'invito al perdono, ma, Sua Eccellenza il Vescovo, con tutto il rispetto, rifletta un po' di più, si immedesimi cristianamente in quegli uomini deviati, rifletta un po' più sul Vangelo, rifletta sull'azione blasfema e francese compiuta da un docente a Parigi, non era forse deformato o assente in cuor suo il Dio dei cristiani? Se assurda distinzione si voglia fare in Dio stesso e Unico.
C'entra!  Eccome se c'entra!
Marika Guerrini

p.s.
alcune pagine correlate - per chi fosse interessato-

 https://occiriente.blogspot.com/2015/11/la-tragedia-della321-e-il-sacrilegio-di.html

https://occiriente.blogspot.com/2015/11/parigiragazzi-contro-il-fallace.html

https://occiriente.blogspot.com/2015/11/in-nome-di-dio.html



1 commento:

  1. Ti riconosco con la tua passione per l'onestà intellettuale. Con la conoscenza che hai acquisito strada facendo in territori difficili a contatto con tanta sofferenza. Spesso ci schieriamo convinti che la battaglia sia giusta. Quasi impossibile mantenersi coerenti con le proprie idee e vivere praticandole. Sono contenta di aver incontrato una giornalista, scrittrice come te

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