tag:blogger.com,1999:blog-29622224617057308372024-03-18T23:00:18.417+01:00occiriente di marika guerrini...pagine sparse. Pensieri. Idee. Riflessioni. Pagine di scrittore. Fogli strappati a taccuini. Segnati a pennino. Ad inchiostro. Pagine digitate poi. Dopo. E parole scorreranno in esse... Pagine da condividere. Pagine oltre...Unknownnoreply@blogger.comBlogger362125tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-83082154628325448352023-11-29T23:17:00.000+01:002023-11-29T23:17:11.661+01:00"Italia mia, benché 'l parlar sia indarno"<p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;"> <span style="font-family: arial;"><span style="text-align: justify;"> </span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;"><span style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxp3OvEpstYY7GjUAFX0ZP1oyfNZkihgT6HCEUJ0GiRfEY4Mkh1svnhk1nanG7TRyyKByYvK_Uow-WAd1no4kE3BqO54YAdt5icFzSyCB1yb621ZikLTiQ7cnpDT_YkO2LR5xYyDT2-vjzDbbqErdS3KQPYWAHeeW2j9EsADLQeAxRrPvhdhCqQTx0-Z4K/s178/bandiera%20italiana%202.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="178" data-original-width="177" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxp3OvEpstYY7GjUAFX0ZP1oyfNZkihgT6HCEUJ0GiRfEY4Mkh1svnhk1nanG7TRyyKByYvK_Uow-WAd1no4kE3BqO54YAdt5icFzSyCB1yb621ZikLTiQ7cnpDT_YkO2LR5xYyDT2-vjzDbbqErdS3KQPYWAHeeW2j9EsADLQeAxRrPvhdhCqQTx0-Z4K/s1600/bandiera%20italiana%202.webp" width="177" /></a></span></span></span></div><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;"><span style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br />...il tempo scorre in apparenza, soltanto, in questo Paese che non si sa per quanto ci venga dato di chiamare Italia. Così, nell'apparenza del tempo, sfogliando vecchie pagine di</span></span><span style="font-size: medium;"><i style="text-align: justify;"> occiriente</i><span style="text-align: justify;">, ché chi scrive stampa in cartaceo le sue pagine, ci si è trovati, e non è la prima volta, a scorrere parole i cui contenuti datati, in tal caso 2018, calzavano perfettamente l'attualità, l'oggi, il qui ed ora, eccezion fatta per alcuni nomi di Ministri e Presidente del Consiglio, ché quello a presiedere la Repubblica è ad oltranza. Ma sono solo nomi che nulla tolgono all'azione sostanziale, bensì la sottolineano. A questa evidenza, scemato il proposito di stilare una nuova pagina sugli stessi contenuti, si è pensato di riproporre la pagina passata solo in apparenza, con qualche rivisitazione di aggiornamento. Eccola:</span></span></span></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;"><span style="text-align: justify;">“</span><span style="mso-bidi-font-style: normal; text-align: justify;"><i>Si possono considerare quali cittadini coloro che iniziarono ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal padre del padre </i>(Aristotele, Politica, libro III cap.1, lezione 1). </span></span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">E’ la sapienza di Aristotele a parlare: per essere considerati a tutti gli effetti, cittadini di una Nazione, bisogna che gli ospiti abbiano maturato un forte amore verso il bene pubblico della Nazione ospitante, la qual cosa li rende integrati in essa a tutti gli effetti, aggirando in tal modo, o contenendo, il pericolo di un loro nuocere alla Nazione stessa. E’ questo quel che dice.</span></span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> </span><span style="color: #444444; font-family: arial;">Oggi qui, ora, malgrado resti valida l’aristotelica sentenza, il concetto espresso non è più sufficiente poiché in seguito ad accordi internazionali presi da precedenti governi partoriti di fatto da colpi di Stato, vedi quelli voluti da un altro Presidente, e risultati poi subdoli, si è andati ben oltre la possibilità di applicare l’aristotelica saggezza. Ben oltre si è giunti, ben oltre ci si trova.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Sull’onda di una pseudo democrazia dell’accoglienza si è permesso ad organizzazioni, che di umanitario hanno solo la facciata, di prendersi “cura” di gente che ha perso tutto, che si muove sull’inconsistente filo d’una speranza quasi sempre vana. Si è permesso, e si permette, a cittadini italiani di sfruttare le altrui disgrazie per il proprio tornaconto economico sotto forma di manovalanza d’ogni tipo e in ogni settore, producendo così un nuovo schiavismo. Si è permesso, e si permette, alla malavita nazionale ed internazionale di fornire “materiale” organico umano, per lo più di minori, ma non solo, allo scopo di soddisfare le nostre, ed altrui, richieste di trapianti di organi, per cui bambini, una volta approdati sui nostri lidi, spariscono come inghiottiti dal nulla. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Si è permesso e si permette di fare sui migranti, gente inerme e spesso ignorante, sperimentazioni di farmaci, vaccini compresi, sì che cavie umane. Si è permesso e si permette alla malavita di incrementare giri di prostituzione di entrambe i sessi, anche in questo caso rivolto a giovani vite quando non giovanissime, a volte bambine, allo scopo di soddisfare le nostre aberrazioni di paese civile, le nostre affezioni morali lontane da ogni coscienza benché dai più giustificate.</span></span><br /><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span>A tal proposito questa pagina vuol raccontare un aneddoto. G</span></span><span face="Arial, sans-serif">li occhi di chi scrive, tempo fa, all’inizio di ciò che si sarebbe poi trasformato in flusso migratorio, hanno visto esponenti della così detta <i>Roma bene</i>, aggirarsi </span><span face="Arial, sans-serif"> </span><span face="Arial, sans-serif">alla ricerca di giovani immigrati rifugiati politici, di cui per rispetto in questa sede si omette la provenienza, adescati da figuri senza volto e senza nome, ché di uomini non si può parlare per non degradare l’essere umano. Quegli occhi hanno visto questi figuri aggirarsi tra i giovani al fine di soddisfare le proprie aberrazioni sessuali contro natura. Aggirarsi in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti anche di volontar</span><span face="Arial, sans-serif">i rappresentanti associazioni umanitarie, oh, certo c'erano e ci sono tra esse, e tra loro in esse, delle eccezioni, ma eccezioni, appunto. Così le non eccezioni vedevano, sapevano, nessuno interveniva, parlava. Allo stupore degli occhi di chi scrive e alla seguente denuncia del caso, la risposta mai lasciava dubbio: </span><i>purtroppo è così, sta a loro negarsi,<span> </span></i><span face="Arial, sans-serif"><span>parole come un mantra o meglio un cliché;</span> <i><span>s</span></i></span><span face="Arial, sans-serif"><i>ta a loro</i>, loro chi, ragazzini disperati in un paese estraneo, sfuggiti alle bombe lanciate sulla loro terra con la nostra complicità, ragazzini alla ricerca d’una speranza, alla ricerca d’una vit</span><span face="Arial, sans-serif">a, i cui occhi s’erano posati così tanta volte sulla morte da non saper più distinguere la stessa vita, da non poter o non saper più scegliere? Loro chi?</span><i> Purtroppo è così, sta a loro negarsi!</i><span face="Arial, sans-serif"> </span><span face="Arial, sans-serif">Queste le parole della civiltà in cui il<i> purtroppo</i> acuisce l'ipocrisia.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Si potrebbe continuare ad elencare gli innumerevoli contro da cui sono investiti la maggior parte dei così detti migranti in questa nostra “civile” mercificazione dell’umano.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ben venga quindi la chiusura dei nostri valichi europei di frontiera, i porti italiani, ben venga il giro di vite, ma non basta. Eh, no, non basta Signor Ministro dell’Interno, non basta Signor Ministro della Difesa, non basta, è un provvedimento a metà, così facendo si colpisce la malattia, il dolore, non la causa. Si colpisce lo sfruttato, il perseguitato, l’ingannato, il violentato non chi sfrutta, perseguita, inganna, violenta. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E tutto resterà non solo intatto, ma si espanderà a luoghi e tempi, porgerà il fianco al moltiplicarsi di nuove strategie ad un più raffinato, nascosto delinquere. Ed oltre.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Bisogna che l’Italia, contemporaneamente alla chiusura dei porti, oggi accordo con porti di altra nazione, dei valichi di frontiera europea, oggi trasferiti ad altri valichi, ponga fine al traffico d’armi, almeno al proprio, quello nazionale. Bisogna che l’Italia ponga fine alla partecipazione dei nostri militari sugli scenari di guerra. Sappiamo bene che le armi vanno al terrorismo internazionale, voluto e creato in occidente, a volte fomentato, solo a volte, il terrorismo da noi mantenuto e assurdamente protetto. Quello stesso terrorismo che, vedi Londra, Berlino, Parigi, Nizza, si fa <i>boomerang</i>, ma calcolato, voluto perché tutto appaia, tutto quadri agli occhi del mondo. Sappiamo bene quanto le nostre truppe siano al servizio dei poteri forti, dello straniero, delle strategie geopolitiche di supremazia in ogni settore, non certo della tanto decantata PACE e questo sovente malgrado e a dispetto del desiderio o della volontà delle stesse truppe.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Sì, certo, i soldati italiani sono quelli dal comportamento più sano, più umano rispetto ad altri, sui teatri di guerra, ma è questione di indole di popolo, tutto qui e non basta. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L’Afghanistan* è stato evidente inizio dell’internazionale processo distruttivo ancora in corso, con i suoi morti per bombe o malattie da radiazioni, da uso di ordigni all’uranio impoverito vietate da leggi internazionali, con la depauperazione del territorio da risorse minerarie, con l’impoverimento del costume, della tradizione, con l’incremento straniero alla delinquenza locale, eccetera eccetera, s’è fatto emblema di tutto quel che accade. L’Afghanistan lo sa bene.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">E lo sa bene la ex pacifica Siria di al-Assad che viveva serena la sua vita civile senza debiti con il Fondo Monetario Internazionale, senza che i Rothschild controllassero la sua Banca Centrale, che viveva con il divieto di formazione di Società Segrete, Massoneria compresa. La Siria che possiede gas e un piano per costruire oleodotti, eccetera eccetera ed ora continua eroicamente a resistere malgrado distruzioni d’ogni tipo, malgrado colpita anche da menzogne d'ogni tipo, Come non bastasse.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">E lo sa bene l’Iraq con la menzogna sulle armi inesistenti che ha strappato a quel popolo, malgrado alcuni atteggiamenti dittatoriali, solo alcuni, dignità, ricchezza, civiltà con l’uccisione di Saddam Hussein, gettando alla mercé americana ogni sua risorsa, ogni sua vita.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E tutta l’Africa lo sa dal barbaro assassinio di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Muammar Gheddafi voluto, comandato fatto eseguire su commissione da Francia, Gran Bretagna e Italia, quest'ultima benché recalcitrante dati i rapporti storici e privilegiati con la Libia. L’Africa che con la distruzione del Governo libico di Gheddafi ha visto sfumare la possibilità di liberarsi dal CFA (Comunità Francese Africa), la moneta, prima franco ora euro, artefice di distruzione dell’economia dei paesi africani, moneta la cui convertibilità è garantita dal Ministero del Tesoro francese, moneta che Gheddafi voleva abolire, liberando l’intero continente africano, arricchendolo, ma questo ed altro non si poteva permettere, quindi l'annientamento della Libia, l’assassinio, il caos, da qui anche il traffico di vite umane: molti " nostri" migranti.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">L’Italia è stata e continua ad essere presente con i suoi uomini sui teatri di guerra. Lo fa tenendosi dentro ad un’Alleanza Atlantica che non ha più senso d’esistere checché ne dica la politica italiana complice della svendita di questo Paese. Lo fa ospitando il numero più alto in Europa di basi Nato in cui sostano, 50 ad Aviano e 20 a Ghedi, 70 testate nucleari, ma potrei sbagliare per difetto, comprese bombe termonucleari, la cui sola presenza sul nostro suolo, in caso di conflitto, si presterebbe ad essere motivo di attacco preventivo da parte del nemico così come di un apparente amico. L’Italia lo fa permettendo ai bombardieri americani, che siano droni o caccia, di involarsi dal proprio suolo, lo stesso che ripudia per Costituzione la guerra, permettendo la distruzione e partecipando, con uomini, basi, armi, permettendo a portaerei nucleari di solcare i nostri mari, di esercitarsi in essi.. E’ questo in sostanza, ma non solo, il silenzio dei nostri politici tutti, circa le armi. Sono questi i motivi di partecipazione ai teatri di guerra? Hanno nome Aviano, Ghedi, Licola, Sigonella? C'è questo tra le quinte, Signori Governanti? C'è questo ma non solo.</span></span><br /><span style="font-family: arial;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444;">Quando, e se, finirà l’Italia d’essere serva, quando, e se, riprenderà la propria legittima Sovranità? La propria libertà? Questo potrebbe essere lo storico momento d'inversione di rotta. N</span></span><span face="Arial, sans-serif" style="color: #444444;">o, non basta chiudere i porti, i valichi ora diretti altrove, non basta chiedere o legittimamente pretendere dall’Europa la partecipazione all’accoglienza dei migranti, allo smistamento eccetera eccetera, non basta se tutto procede polverizzando terre, violando sovranità di Stato, costringendo popoli a mendicare aiuto, rifugio, pane quotidiano. A mendicare la dignità d’essere uomini. No, Signori Governanti, non basta, non vanno presi provvedimenti a metà, tanto meno si inizia dalla fine, innanzi tutto si agisce sulle cause, poi sugli effetti collaterali e non, altrimenti, o si è ingenui o menzogneri o ipocriti. Alla stregua dei precedenti altri che hanno portato il nostro Paese a perdere ogni Sovranità. A perdere ogni giorno la guerra da quello sventurato 1945. Solo con la ripresa della Sovranità, della libertà si potrà agire secondo la voce di Aristotele.</span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ma, come spesso si trovano a dire le pagine di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">occiriente</i>, il desiderio di libertà di cui sopra, oggi, ora, è pura utopia, desiderio di scrittore. Null’altro. "</span></span><br /><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;">Questa la passata pagina rivisitata di <i>occiriente</i>, ma è bastato tutto ciò? No, il peggioramento è talmente evidente da non potersi negare, la guerra pianificata, voluta, azionata tra Ucraina e Russia ne è prova lampante, così come lo è acconsentire, permettere senza alcun diniego, critica, azione di forza perché <i>a mali estremi estremi rimedi</i>, come canta il proverbio, il genocidio che Israele sta compiendo dei palestinesi, quest'orrenda diabolica distruzione d'un popolo inerme, mentre anche chi verbalmente condanna, quando e se lo fa, nel racconto manipola la realtà, oppure sta alla finestra a guardare migliaia di angeli-bambini volare in cielo. Risposta al terrorismo? No, menzogna! </span></span><br /><span face=""Arial","sans-serif"" style="line-height: 19.9733px;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">E' così che al desiderio di libertà si somma, in quest'aggiornamento alla pagina datata di cui sopra, un forte desiderio di umanità, un'umanità dimenticata quando non rinnegata. Il desiderio di un ripristino di Umanità, accanto alla preghiera di pietà per coloro che la negano o la rinnegano o la distruggono. <i>Signore perdona loro perché non sanno quel che fanno</i>, recita un testo sacro al di là e al di sopra d'ogni credo.</span></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ma è giunto il tempo e la pagina chiede la chiosa, noi la lasciamo ai versi di Francesco Petrarca, al suo "Canzoniere" ai versi dedicati all'Italia afflitta da <i>piaghe mortali, </i>ricordando la sua preghiera al Signore del cielo: </span><i style="color: #444444; font-family: arial;">Rettor del cielo, io cheggio </i><i style="color: #444444; font-family: arial;">che la pietà che ti condusse in terra </i><i style="color: #444444; font-family: arial;">ti volga al tuo diletto almo paese, </i><span style="color: #444444; font-family: arial;">r</span><span style="color: #444444; font-family: arial;">icordando il monito ai</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> governanti: <i>voi cui Fortuna ha posto in mano il freno... poco vedete et parvi veder molto. Go</i>vernanti, al suo tempo Prìncipi, che per personali interessi e vane illusioni, permettevano allo straniero e a soldati prezzolati e privi d'amore di calpestare il bel suolo italiano. Ora ecco le parole del poeta, alcuni versi da: </span><span style="color: #444444; font-family: arial;"><i>Italia mia benché 'l parlar sia indarno. Ma</i></span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> come sopra erano parole di scrittore e null'altro, ora queste sono desiderio di poeta. Null'altro. </span><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ascoltiamo:</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> </span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>"Italia mia, benché 'l parlar sia indarno</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>à le piaghe mortali</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>che nel bel corpo tuo sì spesso veggio</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>piacemi almen ché miei sospir sian quali</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>spera 'l Tevero e l'Arno</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>e 'l Po dove doglioso et grave or seggio.</i></span></div><div style="text-align: justify;"><i style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">Rettor del cielo, io cheggio</span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>che la pietà che ti condusse in terra</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>ti volga al tuo diletto almo paese...</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>... e i cor che dura et serra</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>Marte superbo et fero,</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>'ntenerisci et snoda;...</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>... voi cui Fortuna ha posto in mano il freno</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>de le belle contrade</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>di che nulla pietà par che vi stringa</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>che fan qui tante pellegrine spade?</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>perché il verde terreno</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>del barbarico sangue si depinga?</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>Vano error vi lusinga:</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>poco vedete et parvi veder molto</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>ché 'n cor venale amor cercate o fede.</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>Qual più gente possede</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>colui è più dà suoi nemici avolto.</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>O diluvio raccolto</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>di che deserti strani</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>per inondar i nostri dolci campi!</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>Se da le proprie mani</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>questo n'avene or chi sia che ne scampi?...</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">Marika Guerrini</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444;">(*) </span><span style="color: #444444;">per saperne di più sulla storia dell'Afghanistan: </span></span><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444;">Marika Guerrini, </span><span style="color: #444444;">Afghanistan passato e presente,</span><span style="color: #444444;"> ed. Jouvence. Milano 2014 </span></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><p><span style="color: #444444; font-family: arial; text-align: justify;"><br /></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-57253987123493908972023-10-13T22:38:00.000+02:002023-10-13T22:38:08.432+02:00Mediterraneo: Mare Nostrum, lo scudo violato e la luce d'Occidente <p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Wh1wviKJx5yn3t3zure7oSyANfWCY_EFRuPg7AFtjuUaaH0wmdkPOxkmiPk6LUXRXGZyVJE6tynGTGi-m341M-0DWQLuAUQpcmX2PnmSCfSICDq3xLPTLRF9H16VkoGm_rftcPNEZSyHcG-IlK3GBDdqFDur0bjQo6GppwQoh2M2ca8cBaAGDzvo0i4V/s440/Mare%20Nostrum.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="323" data-original-width="440" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Wh1wviKJx5yn3t3zure7oSyANfWCY_EFRuPg7AFtjuUaaH0wmdkPOxkmiPk6LUXRXGZyVJE6tynGTGi-m341M-0DWQLuAUQpcmX2PnmSCfSICDq3xLPTLRF9H16VkoGm_rftcPNEZSyHcG-IlK3GBDdqFDur0bjQo6GppwQoh2M2ca8cBaAGDzvo0i4V/s320/Mare%20Nostrum.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: arial;"><span>... l'idea del Mare Nostrum non è soltanto una realtà storica, ma è una segreta forza delle genti italiche</span> e mediterranee attraverso i tempi. Per questo motivo essa sorge nell'ideologia del Sacro Romano Impero, affiora nello spirito eroico delle Crociate, nell'etica cavalleresca, nel sistema dell'età feudale, per riaffermarsi poi con le Repubbliche Marinare che daranno vita ad una stirpe di guerrieri e navigatori lanciati alla conquista del mondo. <br /></span><span style="font-family: arial;">Da quell'antica epoca fino al secondo conflitto mondiale, l'Italia, geograficamente e non solo, ancorata nel cuore del Mediterraneo, significava il predominio di quest'antico mare ed esso assumeva un senso sia spaziale che spirituale a cui gli italici lidi rispondevano facendo di se stessi centro, punto cruciale, zona di irradiazione di grandi forze, a volte incredibili. E sempre, lungo migliaia di anni, era stata la tradizione, la fedeltà alle origini, l'anima di ogni evento che prendesse corpo sulle nobili acque. Malgrado</span><span style="font-family: arial;"> drammi e lotte le avessero attraversate mai erano riuscite a frantumarne il ruolo, o forse compito. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Poi l'epoca contemporanea. <br /></span><span style="font-family: arial;">In essa, c</span><span style="font-family: arial;">ome per avverso destino o deliberato calcolo di chi nega ogni possibilità di evoluzione singola e collettiva, le acque un tempo scudo di grandezza, sono state fatte teatro di lotte intestine, locali e diffuse rivolte, fratricidi conflitti. Il vessillo mostrato da chi, negando evoluzione, violentando sovranità di Stati e di Storia, si è arrogato e si arroga il diritto di intervento nella forma al momento più opportuna alla propria supremazia, sempre sventola professando la difesa del mondo, ammantandosi di filantropismo, di liberalismo, di umanitarismo, da cui la retorica sulla difesa dei diritti umani, su annientamento di pseudo dittature, su esportazione di democrazia, persino su controllo di credo religiosi, e ancora e ancora, il vessillo altro non è, in tal guisa, che dispensatore di menzogna. <br /></span><span style="font-family: arial;">Così all'antico Medi-Terraneus, il nome ne dà senso, veicolo di civiltà, culla di terre che, affratellate dalle sue acque, lo cingono in abbraccio, non è restato e resta che la dimenticanza delle proprie origini, la dimenticanza del compito. Non ha potuto e non può negare di farsi veicolo e spettatore di distruzione e morte. E allora volge lo sguardo alle sue sponde del sud e vede false primavere affollare le vie del Marocco, dell'Algeria, della Tunisia, della Libia, dell'Egitto. E vede la Libia non più primavera ma incendio. E spera sia finita questa eco che ovunque risuona, ma si sbaglia. Ecco, sulle sue sponde ad oriente il Libano e le rivolte, poi lo sguardo scorge l'antica Siria, terra di Assiri, parte di quell'Impero che lo chiamò Mare Nostrum, lì le sponde si incendiano mentre archeologiche vestigia, pilastri dell'Umanità, crollano a farsi polvere. E' nel breve non tempo dello sventolio di uno stesso menzognero vessillo, che lo sguardo si posa sull'antica Palestina, sulla moderna Israele, mentre oltre le sponde, interna l'eco rimbomba da terre che pur se non bagnate dalle sue acque, da secoli e per secoli le hanno attraversate con la storia che portava, unendole, all'italica terra che era stata.<br /></span><span style="font-family: arial;">Ed è con lo sguardo posato su quest'ultima che Mare Nostrum o Mediterraneo, che dir si voglia, sente profondi e possenti turbini salire dagli abissi ad agitare le proprie acque, scudo di terre emerse lungo millenni di storia. <br /></span><span style="font-family: arial;">Come ha potuto e può l'Italia, suo cruciale riferimento di coraggio e grandezza, farsi servile? Come ha potuto e può assistere inerte al disfacimento di quel cuore d'Occidente cui</span><span style="font-family: arial;"> i suoi figli, lungo millenni hanno dato lustro unendo mondi e facendosi veicolo di Civiltà? Come ha potuto e può rinnegare l'immaginario ponte lanciato sul suo Mare ad unire storie, culture, genti d'ogni colore e razza, da esso lambite e, a loro volta, messaggere di altrui storia, cultura, Civiltà giunta da Oriente a formare la Civiltà Mediterranea? Come ha potuto e può l'Italia, nella moderna ed attuale decadenza, dimenticare quella superumana legge che la volle luce d'Occidente? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Questi i segreti interrogativi dello scudo violato. Del Mare Nostrum. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini <br /></span><span style="font-family: arial;"> </span></div><p></p>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-6277701052042925022023-09-11T16:44:00.000+02:002023-09-11T16:44:46.525+02:00Oggi 11 settembre 2001<p>... <span style="font-family: arial;">la medaglia ha sempre due volti. 11 settembre 2001:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhqtm_OdwU4lGYNN8XK3rBqXInrmQ8O0hiaDSNImLHxG9cRt0FjVdd60IfKSOZWLENhlLx-2GJ3h5cm1vF8zrd7RhGnvT-cLa-NuFkfj4ADKXAHJssgTu_KnVCAz16Hd5JYQJzxyf-ZyOfIElLY58ncBiuCj-ibUxzI1AjmL5m-ypiffk2T1WrMDE3dyvtr" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="300" data-original-width="174" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhqtm_OdwU4lGYNN8XK3rBqXInrmQ8O0hiaDSNImLHxG9cRt0FjVdd60IfKSOZWLENhlLx-2GJ3h5cm1vF8zrd7RhGnvT-cLa-NuFkfj4ADKXAHJssgTu_KnVCAz16Hd5JYQJzxyf-ZyOfIElLY58ncBiuCj-ibUxzI1AjmL5m-ypiffk2T1WrMDE3dyvtr" width="139" /></a></i></span></div><span style="font-family: arial;"><i>" Ore 15, minuto più, meno. Cammino in una via di Trastevere, qui, verso San Cosimato. La mia zona un po' sì, un po' no. Sono uscita da casa che erano le 14,45... La via deserta è calda, piacevole. Qualche folata di aria settembrina scompiglia i capelli all'incrocio dei vicoli... Ho la mente appesantita, il cuore. L'ultimo saluto a una speranza è di due giorni fa. Saluto ad una terra che amo.. Aquiloni non volano più in quella terra.... Avevo sperato in una liberazione da parte di Massoud *....gli è stato impedito. Il capitolo è stato chiuso due giorni fa. Con l'assassinio. E la menzogna ha firmato false identità agli attentatori. E il cuore è pesante. Ora. La speranza è coperta da un drappo verde. Lontano. Nel Panjshir, in Afghanistan. Per chi ancora non avesse capito. Ancora non sapesse, non ricordasse, non volesse.</i>.</span><span style="font-family: arial;">.. " </span><span style="font-family: arial;">Poi il racconto nel libro entra nel vivo: </span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">"</span><i style="font-family: arial;">Un ristorante qui, a Trastevere, l'esterno di esso e tavoli rigorosamente vestiti di bianco, rigorosamente vuoti. Qualcuno viene fuori dal locale, va verso un tavolo.... poggia su quel tavolo una piccola radio portatile....E' accesa....Sono lì, sto passando a pochi centimetri...Dalla radio giunge un frastuono a più voci. Indistinto. Non si capisce. Il volume è piuttosto alto. Rallento. Distinguo rumori, sirene. una voce ansima, sovrasta i rumori, prova a farlo. Si scusa per il disagio, la cattiva ricezione. Non comprendo il motivo. Mi fermo. New York colpita, Twin Towers, paura, ecco. Parole scollegata in un contesto sconosciuto. Ancora non capisco. penso ad un racconto radiofonico. Di quelli che danno a volte sulla Rai. Sorrido. cammino. La voce c'è di nuovo, continua nell'affanno. Retrocedo di qualche passo. Affanno, voce, rumori, sirene, troppo realistico. Tutto troppo. Sospetto. Penso: reale. No, non è possibile. Ma ci credo. Subito. L'atmosfera è ferma. Intorno silenzio, alcuna voce che non sia della radio. la piazza mi si apre davanti. C'è un bar non distante, lo so, lo conosco. Vado verso il bar. Alcune persone all'interno, il capo verso l'alto: guardano. In alto su di una staffa a parete un televisore acceso. " </i><span style="font-family: arial;">A questo punto del libro giungono le immagini che accompagneranno i futuri pensieri:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">"<i>Una delle Torri Gemelle di New York ha un aereo in un fianco, si vede la coda. Fumo nero fuoriesce dallo stesso fianco. L'immagine va a ripetizione. Sembrano corpi umani. Mi guardo intorno. Immobile nella sua postazione il barman ha un bicchiere vuoto in una mano. Nell'altra una fetta di limone all'estremità di un coltello. Lo sguardo allo schermo. Ho certezza delle immagini: sono reali, è una diretta. E' accaduto. Le parole dell'inviato neppure le sento, solo le immagini. Nei pochi passi tra la radio e il bar ho pensato: se è vero quel che sospetto d'aver capito, ecco perché l'assassinio di Massoud l'altro ieri. E: è la stessa matrice. Lo schermo sta confermando i miei pensieri.... S'interrompe il replay, cambia il vociare, urla ancora in diretta, altra torre, altro aereo, altra facciata. Stessa dinamica. Ci guardiamo, il barman, le quattro o cinque persone, io. Nello scorrere dello sguardo scorgo due persone in più, alle mie spalle.... sono americani... si sente dalla lingua bisbigliata tra loro. Nessun altro parla, bisbiglia. Sono dell'Accademia Americana, forse, la sede romana di studi e ricerca sita sul colle che si alza da qui, da Trastevere.... Sguardi corrono tra noi. Muti. Poi il crollo, sul video in tempo reale. Le torri si sono afflosciate su se stesse. Hanno ceduto. il simbolo economico, della potenza, la modernità della nostra civiltà è crollato su se stesso.... Ed io non ho provato nulla. A quel crollo, quel vuoto, quel ground zero, come l'hanno chiamato, lo chiamano. Non ho provato nulla.... Alcun pensiero che non fosse silenzio. Poi sono uscita dal bar.... era stato un film. Come fosse un film. Ancora un film. Di quelli visti, rivisti, sui disastri, le sciagure, le catastrofi. Naturali o provocate, dagli uomini o dagli dei. Ce n'è una vasta gamma. Tutti hollywoodiani o di imitazione. E tutti finiscono con gli eroi, l'inno nazionale, la speranza che aleggia sulle macerie del giorno dopo. The day after... Questo il the end. Sempre, la fine....E' la fiaba americana, questa. malate fantasie, bisogno di dimostrare a se stessi la pionieristica capacità di sopravvivenza. Possibile tutto nel manuale dei boy scout." </i>A questo punto, nel testo l'intuizione sul futuro:<i> </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><i>" Ho pensato all'Afghanistan: andranno in Afghanistan. E ho visto.... E ho pianto....Un enorme ground zero. Molto, molto più grande del grande foro newyorkese. Un ground zero quotidiano, d'ogni alba, d'ogni tramonto.... Tanti ground zero disseminati lungo il tempo a venire, a breve. E lo spazio....Questo ho visto. Sarebbe stato. E' stato. Continua ad essere. E'. Cosa si sarebbe addotto al mondo, quale motivazione o menzogna, non avrebbe avuto alcuna importanza. Il mondo avrebbe creduto.... Quel giorno delle Twin Towers ho pregato. Forse. "</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Gli attimi di racconto si fermano qui, questi volevamo ricordare, riprendere da uno dei libri di chi scrive. Oggi lunedì 11 settembre 2023.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: x-small;">Nota<i> </i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><i style="font-family: arial; font-size: small;">* </i><span style="font-family: arial; font-size: small;">Ahmad Shah Massoud, Ministro della Difesa Stato Islamico dell'Afghanistan, Governo Legittimo Rabbani-Massoud (1992-2001)</span></p>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-36946778227900098762023-07-10T14:23:00.001+02:002023-07-26T17:12:08.041+02:00 Eco assordante delle bombe a grappolo e sue emanazioni <p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiASl1n3pGIOuOEJVN67V_XC7zHHQDIsekMlQ2NCpg5F_XOD9S2TTV-Gj4O3Q-zivGiTfLQMOZTLvjP2aNoikXjTOTBj4s1h_VfmH0MDc_8J8zi1KprT5XXJdYfBPZZDtawkIN-WIRc2q2O7QUwfRDg695m7P1mTNQ-OaocBH-yxKINCP4iQ6hn1gqJ5L3b/s1000/unnamed.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="578" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiASl1n3pGIOuOEJVN67V_XC7zHHQDIsekMlQ2NCpg5F_XOD9S2TTV-Gj4O3Q-zivGiTfLQMOZTLvjP2aNoikXjTOTBj4s1h_VfmH0MDc_8J8zi1KprT5XXJdYfBPZZDtawkIN-WIRc2q2O7QUwfRDg695m7P1mTNQ-OaocBH-yxKINCP4iQ6hn1gqJ5L3b/s320/unnamed.jpg" width="185" /></a></div><div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: arial;"><i>..</i><span style="color: #444444;"><i>. </i>c'è una pagina<i> </i>in</span><span style="color: #444444;"> "Afghanistan passato e presente" *<span style="font-size: xx-small;">1</span>, nel corpo dell'undicesimo capitolo, lì, la Storia del paese, quella con la S maiuscola, apertasi millenni prima dell'anno zero, dopo aver attraversato, spesso celata nell'ombra di altro nome, secoli e secoli di grandiosità, aver vissuto imperi e regni, conseguito vittorie persino sull'Impero Britannico, aver conquistato con il trattato di Rawalpindi indipendenza e modernità, si ritrova a sprofondare nella notte della sua stessa vita e lei, la Storia di quella terra si farà storia di altri sulla propria terra. Causa ad oggi nota al mondo: la menzogna. Quest'ultima, partorita in seno all'estremo occidente, verrà attuata all'insegna del Grande Gioco afghano, la vecchia strategia colonialista di kiplinghiana memoria, che vuole l'attore, interprete principale e autore, nascondersi dietro comparse selezionate con cura. Così la Storia di quella terra ha visto l'annullarsi d'ogni antica gloria che, pur fattasi, malgrado occupazioni e avversità, memoria e traccia di un cammino verso il futuro, si troverà a percorrere un'unica via, ad affondare nella bianca polvere del deserto. E il mondo? Il mondo dopo qualche fiato, dimentico, volgerà altrove lo sguardo senza avvedersi che ogni seguente e presente bellico, benché altrove, benché distante, affonda le sue radici nella strategia usata dallo straniero in quella terra solo geograficamente lontana. Lì, in quell'esperienza lo straniero affila le armi, fisiche e non, da lì trae tattica e strategia, annullando in essa il percorso evolutivo d'un popolo, sovrano diritto d'ogni popolo. Ma resterà la Storia a ricordarlo, quella che alberga nella memoria del suo stesso genio, e questo a noi basta.</span></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"> Ora però è tempo di aprire il libro, andare all'undicesimo capitolo, alla sua pagina e corrispondere al titolo della pagina che si va tracciando.</span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="color: #444444;">" In Afghanistan l'occidente ha violato tutti i diritti umani, civili, molti di quelli legislativi, è venuto meno alle dichiarazioni dell'ONU e, oltremodo, ha violato i doveri etici. Seguendo le regole del Grande Gioco, e non per le Twin Towers che siamo certi ne facessero parte, l'occidente, in questo caso Usa e Gran Bretagna, ha tenuto ben presente l'esperienza dell'Armata Rossa che, combattendo sul suolo, aveva dovuto cedere, quindi, preventivamente ha zittito il capo carismatico Massoud, ed ha evitato persino l'ultima lealtà di un combattimento al suolo iniziando con un "intervento chirurgico": bombardamento e invio di "aiuti umanitari". In realtà gli "aiuti umanitari" che venivano paracadutati, avevano, non a caso, gli stessi involucri di plastica gialla delle micidiali bombe a grappolo, il che impediva alla popolazione la distinzione. Sono saltati in aria migliaia di civili, più che altro bambini affamati che, scambiandoli per viveri, perché questo veniva annunciato dagli altoparlanti, si precipitavano a raccoglierli e, per sopravvivere, morivano...</span></span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> Anche i Taliban, in meno di un mese, da 25.000 unità furono ridotti a 10.000, caddero infatti sotto i bombardamenti... fiaccati, furono costretti alla resa...". </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Questo è stato allora, a guida dell'Afghanistan era il Governo Legittimo Rabbani -Massoud nato da libere elezioni (1992-2001) dopo di allora, dall'ottobre del 2001 in poi, lo straniero, man mano, usando sempre la stessa strategia, ha rafforzato le truppe dei Taliban a proprio uso e consumo ancor più che nel primo momento destabilizzante il paese, 1996, luogo Kandahar.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ma, restando alle Cluster Bombs, nome originario delle bombe a grappolo, di recente, per quel caso che non esiste, ho incontrato un giovane uomo afghano, al tempo bambino. E' stato un brevissimo incontro in un giorno di pioggia, come se il cielo non reggesse il dolore e si sciogliesse in pianto. Poi nulla, silenzio, non ho più visto il giovane uomo né so dove ora sia. Ma quel giorno ha raccontato cose che nessuno vuol sentire, ancor meno ricordare. Cose che neppure chi scrive, se pur avvezzo alle tragiche conseguenze di quella guerra, vorrebbe sentire, racconti le cui immagini non si vogliono ripercorrere, ancor meno narrare. Basti sapere che i segni di quegli ordigni sono sul corpo di Hussein, nome fittizio, come su migliaia di altri se pur diversi o simili. Sono lì, evidenti in un piede che non c'è più, un piede assente. Ma non allora, non nei primi anni di guerra, accadde la perdita, bensì tre anni fa, per esplosione di uno di quegli ordigni in un campo un tempo coltivato, ora misero e spoglio, fatto di ciuffi d'erba sparsi. Esplosione causata dall'inconsapevole scontro di un piede con un ciuffo d'erba apparentemente innocuo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Le Cluster Bombs, infatti, non formando corpo unico, malgrado il lancio e l'impatto con il suolo, nello spargersi, possono restare inesplose anche per anni, dipende dalle condizioni del suolo, dalla vegetazione se più o meno fitta, e così via. Hussein, si è trovato a passare di lì tre anni fa e, all'improvviso: esplosione, indicibile dolore, perdita dei sensi. Ma la vita che si muove secondo saggezza, ha voluto tenere Hussein con sé e l'espandersi del boato, ha allertato dei passanti poi accorsi. L'eco però è rimasta, incisa, assordante, a ricordare. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Gli Stati Uniti, tranne che negli ultimi tempi della loro presenza in Afghanistan, non hanno mai smesso di usare le Cluster Bombs, così come altri ordigni di simile portata, anche dopo il 2008, malgrado la Convenzione di Oslo</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> avesse stabilito (maggio 2008) il divieto assoluto non soltanto dell'uso, ma della produzione ed anche di un eventuale trasferimento. Più di centoventi paesi hanno nel tempo firmato e poi ratificato l'accordo, Italia inclusa. Non l'hanno mai fatto Stati Uniti, Russia, India, Brasile, Israele, Cina e Pakistan. </span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> Ed ora il robot tenuto a capo degli Stati Uniti, ha firmato, suo malgrado, dice, per il bene ucraino, dice, un permesso speciale di invio di bombe a grappolo all'Ucraina, alla mercé di quella teatrale comparsa, selezionata con cura e posta, come da copione, ad apparente guida del paese baltico. Assoluta pericolosa follia! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Per ora noi ci</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> fermiamo qui. Si lascia alla riflessione del lettore la costruzione della trama e dell'ordito nell'elaborare i fatti lontani, vicini, attuali e contingenti. Trama e ordito come in un grande fiorato tappeto afghano. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Marika Guerrini</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="font-size: x-small;">Note</span> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">* <span style="font-size: x-small;">Marika Guerrini ,<i> Afghanistan passato e presente</i>, -Storia- Jouvence - Milano 2014</span></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-79771825504396233702023-04-06T17:06:00.001+02:002023-04-06T17:17:06.675+02:00Migranti: the trail of tears<div style="text-align: justify;"> <br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: xx-small;"><br /></span><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3HHOHtIeck60vIl3c0e87dlSFqUziPbi6bidbD1rYSsaA9LXEEiGE_GGkSE8tZpR3CaNDIp2nqlrCnmC1Ja0_tozpwP9W2cv2Ta5G52Ox1otruC2Ydtj_w7F5S9QfSPxEJrZNYV_ySjtDemwiXPWsy43VYiLcQHSaIRLyTUAyHQLRqrrdiIeMaJU0w/s1200/Hollywood_Sign_(Zuschnitt).jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1200" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3HHOHtIeck60vIl3c0e87dlSFqUziPbi6bidbD1rYSsaA9LXEEiGE_GGkSE8tZpR3CaNDIp2nqlrCnmC1Ja0_tozpwP9W2cv2Ta5G52Ox1otruC2Ydtj_w7F5S9QfSPxEJrZNYV_ySjtDemwiXPWsy43VYiLcQHSaIRLyTUAyHQLRqrrdiIeMaJU0w/w200-h125/Hollywood_Sign_(Zuschnitt).jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">la grande illusione</td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> ... da "RossoAcero" * <span style="font-size: xx-small;">1</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">"...Scrivo e sono qui, lontana dalla casa romana, nell'angolo di un'Italia del sud... Sono qui, in un'altra casa, altra stanza, altro tavolo dietro ad un'altra vetrata... Un costone separa me e le mie pagine dal mare, poi strapiomba tra vortici e gorghi. E' autunno. E' quasi il tramonto. C'è la mareggiata. Da stamattina soffia il maestrale, anzi da tre giorni. Ora, entrato da un quadrato della vetrata assente di vetro, sta provando a scompigliare i fogli pressati dai ciottoli. Due pile. Fogli segnati in una, in attesa di segno nell'altra. In attesa di divenire racconto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Il mare ha levigato questi ciottoli. Ci sono sempre ciottoli, pietre, frammenti di roccia, minerali, fossili, sempre dove io sono, ma quasi mai fanno mostra di sé, si rendono utili. Sempre da sempre, dove io sono, tengono <span style="color: #444444;">f</span>erme le cose. Siano libri, porte, finestre o fogli, appunto. Perché non si inclinino, non sbattano, non volino. Come farebbero questi fogli scritti e non, che volerebbero con le immagini di Melì, di un ragazzo dai capelli lunghi e neri e lisci, di un padre perduto troppo presto. Volerebbero con le cattedrali di Istanbul, il sogno americano, l'Afghanistan, gli stralci d'una certa storia, le leggende in essa, le tue parole. E le parole sulle tue parole... E mentre i ciottoli salvano le cose vicine e lontane, il maestrale con la mareggiata va placandosi nel tramonto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">E' fuori stagione, m'ha detto stamattina un pescatore a proposito del maestrale e: <i>quann ca' stà o' maestral'e, signò, là ce stà o' viento cauro, o' scirocco</i>.*<span style="font-size: xx-small;">2</span> Ha detto anche. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Il suo qua, il là, sono le coste dell'Africa, Oriana, come fosse all'altro capo del golfo. Eppure </span><i style="font-family: arial;">Totonno o'capitano</i><span style="font-family: arial;">, come qui lo chiamano per via dei suoi trascorsi di viaggio sui mercantili, il mare lo conosce tutto. Odore, sapore, movimento, bellezza, insidia. Conosce tutti i suoi venti ed i chilometri che percorrono. Conosce la loro intensità, l'origine, la direzione, la forza e la debolezza. Li riconosce al primo soffio, ancor prima del primo soffio. Conosce l'ampiezza di questo mare, le tempeste e la calma.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> <i>O' viento s' fa' o' stesso signo'</i> , <i>e quann'è accussì fort, chill</i>' <i>povere cristian' morn'.*<span style="font-size: xx-small;">3</span></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Cristiani per <i>Totonno o' capitano</i> vuol dire persone. E' ai migranti che si riferisce, ai naufragi che da tempo popolano questo mare con i corpi dei <i>figli di Allah</i>. Ai naufragi che saranno. E' che, nella semplicità di Totonno, Oriana, quelli che tu chiami <i>figli di Allah</i>, sono poveri e cristiani. Come lui.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Ora tutto s'è placato, il vento, il mare, ora che l'ultimo raggio di sole s'è allungato sull'acqua. E upupe incoronate beccano sul costone non so cosa. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;">E' silenzio. Sospensione. Poi il vespro, le campane. Qui come sull'altra sponda il muezzin. Stesso silenzio, stessa sospensione. Chissà se Totonno lo sa o ne ha ricordo, del muezzin, dei deserti, della preghiera oltre il mare di entrambi.<i> Il mare lungo le terre dei disordini che saranno</i>. Poi. <i>A rompere i silenzi</i>. Poi. Teme. Bisbiglia Cassandra." *</span><span style="font-family: arial; font-size: xx-small;">3 </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Parole tratte da un romanzo, parole segnate che era il 2012. Parole date al mondo l'anno successivo con la loro prima edizione. Parole a suscitare immagini vicine e lontane dal loro primo suono, primo segno, eppure parole attuali ché diverse non potrebbero essere. I migranti. Mondi pregni di vite in transito. Mondi di storie trascinate per monti e valli alla ricerca di un sé lasciato alle spalle. Mondi in balìa di flutti. Chi è l'Oriana a cui lo scrittore si rapporta? E' Oriana Fallaci sensibile giornalista così come scrittore, malgrado al fine infettata dalla patologia di quella terra che chiamiamo America, come fosse la sola ad essere tale e non soltanto parte delle Americhe. Prima dell'incontro con <i>Totonno o' capitano</i>, infatti, chi ha dato vita al comporsi del romanzo, ricorda ad Oriana la rabbia e l'orgoglio a cui la giornalista aveva dato errato indirizzo: rabbia verso la terra afghana, orgoglio per gli Stati Uniti d'America. Ed è per questo che riporta le sue parole denominanti <i>figli di Allah</i> i popoli musulmani, di cui la Fallaci aveva compreso ben poco o forse nulla. Così, nello snodarsi delle parole, nel raccontare ad Oriana la vera America attraverso la storia dei nativi, attraverso ricordi di famiglia con la vita di Melì, madre di sua madre ed il padre di lei, Joseph, entrambi figli legittimi di quell'America a cui la Fallaci canta gloriosi peana, con l'evocare la profetessa Cassandra, la visione futura delle cose del mondo che si sarebbe attraversato, il suo vaticinio, chi narra giunge a Totonno che con semplicità e sottile verità risponde all'ipocrisia dei quesiti irrisolti ancora oggi. In questi nostri giorni. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">In tal guisa si evidenzia da centinaia di anni, benché in tempi e luoghi sempre diversi, il fenomeno delle migrazioni forzate ad opera, diretta o trasversale, della strategia "americana", l'annientamento altrui a favore d'una propria mondiale, o quasi, supremazia. C'è qualcosa però che non va dimenticata, l'origine britannica della strategia che, all'inizio della tuttora adolescente storia degli Stati Uniti d'America, tracciò il "<i>Cammino delle lacrime",</i> "<i>The trail of tears"</i> con la persecuzione dei popoli nativi, unici figli realmente legittimi di quella terra.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Quanti cammini intrisi di lacrime saranno ancora da percorrere prima che venga permesso alla consapevolezza di afferrare le redini dei popoli?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: xx-small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;">Note</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: arial;">* 1) </span></span><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini, RossoAcero, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2013</span><span style="font-family: arial;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span><span style="font-family: arial;"> </span></span><span style="font-family: arial;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span><span style="font-family: arial;">* 2)</span><span style="font-family: arial;"> </span></span><span style="font-family: arial;">Trad. dal dialetto cilentano: Quando qua c'è il maestrale, signora, là c'è </span><span style="font-family: arial;">il vento caldo, lo</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;"> scirocco .</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span><span style="font-family: arial;">* 3) </span></span><span style="font-family: arial;">Trad. dal dialetto cilentano: Il vento è lo stesso, signora, e quando è così forte quei poveri </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;"> cristiani muoiono.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-17336528644450271862023-01-15T23:15:00.003+01:002023-01-15T23:22:19.105+01:00Iran: "Memoires" le origini del malessere iraniano<div class="separator"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: left;"><span style="font-family: arial;"><div style="text-align: justify;"><span><p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: x-large; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglkRN3u32975sBuHPbCj0DfFsNIfW2J-WdMsrAio-jCUdC238-eOnrAs5MDVgFUsDsuKJMe0qzAxYqqFXpJT345PFjDYAZIoDiL2eTLjs27tcgH_WCkeww2jkKsnM-zd-UonTN1xGeHuF_Oe3Ryx1ZCkS2n5DaADlnJuE83P38fYzWHNIxvh9dMAINg/s4080/20230114_213640.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4080" data-original-width="3060" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglkRN3u32975sBuHPbCj0DfFsNIfW2J-WdMsrAio-jCUdC238-eOnrAs5MDVgFUsDsuKJMe0qzAxYqqFXpJT345PFjDYAZIoDiL2eTLjs27tcgH_WCkeww2jkKsnM-zd-UonTN1xGeHuF_Oe3Ryx1ZCkS2n5DaADlnJuE83P38fYzWHNIxvh9dMAINg/s320/20230114_213640.jpg" width="240" /></a></div><span style="font-size: medium;"><br />... " Nous avion quitté
Téhéran par un vent glacial... ce 16 janvier 1979..." <span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(1).</span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"> Questa
immagine mi ha introdotta al libro " Mémoires", éditions XO Paris,
2003. Autore S. A. I. Farah Pahlavi, nata Diba. </span><span style="color: #0d0d0d; font-family: "Times New Roman","serif"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">E'
avvenuto vent'anni or sono. La notizia dell'esistenza di "Mémoires"
mi era giunta a poco più di un mese dall'uscita editoriale, avevo ordinato il
libro alla casa editrice, mi era stato consegnato in una settimana. Liberato
dall'involucro di carta l'avevo aperto a caso e, per quel caso che non esiste,
mi ero trovata a pagina 295 sulle parole di cui sopra in una sferzata di vento
glaciale. Prime parole della quarta parte del testo. Inizio della fine. Così,
il soffio gelido di quel vento immaginato a raggelare l'animo più che i volti
all'aeroporto di Téhéran, aveva raggelato il mio respiro riportandomi alla
mente un'altra immagine, quella di un uomo il cui ultimo gesto, prima di
imboccare la scaletta dell'aereo, era stato chinarsi, raccogliere un pugno di terra
e deporla in tasca. Quell'uomo era lo Shah Reza Pahlavi e quel gesto sarebbe stato
l'ultimo compiuto nella sua terra. La visione del ricordo aveva acuito in me
ancor più il gelido soffio immaginato, mostrato ancor più lo straziante dolore
del Sovrano. </span><span style="color: #0d0d0d; font-family: "Times New Roman","serif"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Da
allora, da quell'immediata lettura allargatasi poi a tutto il testo, fino alla
scorsa settimana, il volto di Farah Pahlavi, impresso sulla copertina,
avrebbe occupato per circa vent'anni la prima fila di uno scaffale nella
libreria del mio studio, ora è qui al mio fianco, sulla scrivania, il suo volto
è nascosto, il libro aperto mostra la dedica dell'autrice: <i>A' la
memoire de tous ceux qui ont été assassinés par l'obscurantisme. A' la memoire
de tous ceux qui ont donné leur vie pour l'integrité de l'Iran. Au peuple
iranien. A' mes enfants. Pour l'amour de mon ro</i>i." </span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(2)</span><span style="color: #0d0d0d; font-family: "Times New Roman","serif"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Ho vissuto in Iran in tempi
inizialmente non sospetti fattisi poi sospetti, tempi in cui i prodromi di
quella che sarebbe stata la fine del Regno, si sarebbero fatti sempre più
evidenti a partire dalle università in cui l'iniziale subdolo volantinaggio
contro lo Shah, si sarebbe fatto sempre più palese. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Ho vissuto in Iran in quei tempi, a
Mashhad, ho vissuto i prodromi all'ombra della grande moschea dedicata all'Imam
Hussein, ho vissuto nelle strade su cui quotidianamente centinaia di pellegrini
si riversavano ad onorare il Santo in quella città santa, ho camminato tra la
gente indossando jeans e T-shirt, accanto a donne anziane alcune con indosso il
chador, accanto a giovani donne che il chador avevano dimenticato. Ho vissuto
in quell'oriente mentre tra gli studenti, al maschile o femminile che
fossero, volantini passavano di mano in mano a sobillare gli animi istillando
il morbo della Rivoluzione. Ma suoni vocali quali <i>libertà,
modernizzazione, potere al popolo</i>, auspicanti una successione del clero al
Governo in atto, avevano un amaro sapore, qualcosa stonava alle orecchie, ai
pensieri, alle riflessioni di ventenni studenti stranieri, presenti in quel
paese a ricercarne l'antica storia, la letteratura, l'arte, ed ancor prima, gli
antichi imperi. E stonavano ancor più vivendo tra la gente del popolo,
percependo il loro amore per lo Shah Reza e la Shahi Farah, amore espresso con
semplicità, malgrado svariate pecche compiute da parenti dello Shah e dalla
Savak, la polizia segreta di Stato che spesso, troppo spesso, fosse per
quell'estremizzare che caratterizza il dna iraniano, fosse per eccesso di zelo
o, come accadde poi, per tradimento nei confronti del Sovrano, usavano violenza
facendo credere che l'ordine venisse dall'alto, risultasse lui il mandante.
"<i>...la police agissait parfois sans aucun discernement...j'en parlai au
roi, qui démit le chef de la police nationale...</i>"</span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(3) </span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Frequenti episodi in tal senso si
susseguivano quasi quotidiani, ma l'azione punitiva del Sovrano veniva taciuta.
Sì, complotti su complotti si susseguirono sotto il cielo iraniano del tempo. Scriverà lo Shah nel suo diario: "<i>L'erreur que j'ai faite c'est de n'avoir pas utilisé nos propres
médias pour lutter contre cette intoxication incessante."</i></span><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(4) </span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Eppure il popolo semplice, quando si
sentiva libero da qualsivoglia costrizione, esprimeva amore per quel Sovrano
che aveva principiato riforme su riforme, quali libertà di velo per le donne,
frequenza di scuole d'ogni ordine e grado, borse di studio elargite per paesi
esteri, modernizzazione della tecnologia, evoluzione in campo medico sanitario
e persino l'esilio per esponenti del clero che perseguivano l'ortodossia
attaccando ogni riforma e più di tutto l'emancipazione femminile. Tra questi
l'àyatollàh Ruhollāh Khomeyni. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Certo, non si trasforma un paese in
un anno né in due e neppure in dieci, tanto più se la cultura è antica e i
fanatismi religiosi agiscono sulle genti, così che, per ovvie ragioni, quel
mondo non possa fare altro che muoversi avanzando e retrocedendo. Malgrado ciò
era lampante che tutto fosse stato avviato per la trasformazione,
l'emancipazione, la modernizzazione, checché se ne sia detto e scritto nel
nostro malato occidente e si continui a farlo: " Le plus i<i>ncompréhensible
était que tout ce que la monarchie avait fait de positif pour l'Iran était
décrit d'un seul coup comme négatif par les médias occidentaux</i>.." </span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(5)</span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">C'era però qualcosa che il popolo
semplice rimproverava al Sovrano: la scarsa severità verso gli oppositori,
verso l'ortodossia del clero, verso le azioni della Savak e dei giovani
ribelli. Ma allo stesso tempo l'antica saggezza del popolo semplice, faceva sì
che la comprensione per le enormi difficoltà in cui versava lo Shah
nell'attuare la trasformazione della società, vivesse comunque. E proprio
questa comprensione sarebbe stata poi attaccata e recisa usando la religione
quale arma sul popolo semplice, mentre sui giovani si sarebbe usata la falsa
promessa dell’ideale democratico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">" <i>Certes, je n'attends
pas de la jeunesse qu'elle se montre conservatrice. Dans tout le pays, elle se
porte vers les idéaux qui lui paraissent les plus généreux. Au nom de la
justice, on peut lui faire faire des grandes choses. Mais aussi les
pires." </i></span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(6)</span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"> Parole
di Reza Shah pensando e scrivendo dei giovani manipolati da coloro che stavano
preparando la fine del Regno ed il rientro di Khomeyni che avrebbe usato la
religione facendola passare attraverso i giusti ed innati ideali dei giovani. A
proposito della manipolazione e l'uso, in qualche riga precedente, ancora lo
Shah: "<i> Il leur fallait des troupes; ils les trouvérent dans les
universités et, bientòt, jusque dans les écoles. Avec succés,
malheureusement." </i></span><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(7)</span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Lo Shah da tempo, pur consapevole
delle avversità intestine, delle manovre avverse del clero, aveva deciso per
una democratizzazione della società, una liberalizzazione del regime, di
continuare a regnare ancora per poco tempo, il necessario per la formazione del
figlio alla successione, nel frattempo governare secondo la Costituzione
accordando al paese tutte le libertà necessarie al formarsi di una democrazia.
Ma gli oppositori, gli intellettuali e i giornalisti che poi avrebbero
inneggiato ed appoggiato i mullah e Khomeyni, continuarono ad agire come se lui
affermasse il contrario. Non poche furono le modalità di menzogna, tra cui:
" <i>Le cynisme des agitateurs ne connuut pas de limites, On m'a
rapporté le cas de gens décédés de mort naturelle, de maladie ou qui avaient
péri dans un accident et donc le corps avaient été récuperés... hissés sur les
épaules de quelques meneurs qui s'en allaient les promener à travers la ville
vociférant: Voilà une victime du regime! ..."</i></span><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(8) </span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Ancora da un diario dello Shah, che,
dimagrito e silenzioso, con l'avanzare delle rivolte spesso diceva come a se
stesso: <i>Mais pourquoi ? Pourquoi?</i> Ma perché? Perché? non
comprendendo perché un popolo con il quale per lungo tempo si era sentito in
comunione avesse ceduto ad uno oscurantismo religioso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Reza Shah ama il suo popolo, </span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">mi disse un giorno<i> </i>Leyla<i>, </i>mentre,
sua ospite, me ne stavo accovacciata su di un kilim sorseggiando del tè rosso e
seguendo in tv<i> </i>la visita della Shahi ad una scuola di Tabriz.
In quell'occasione mi avrebbe mostrato con orgoglio<i> </i>vecchie foto di
quando, bambina, aveva incontrato lo Shah in visita alla scuola di Mashhad da
lei frequentata. Era una donna semplice Leyla, il marito faceva il taxista, la
sua bambina si chiamava Shirin, aveva sei anni. A Shirin parlavo in italiano
perché lo imparasse, lei rispondeva in persiano perché lo imparassi. La loro
casa confinava con quella di noi quattro studenti italiani, i nostri giardini
erano invisibili l'uno all'altro per via dell'alto muro di cinta che li
circondava, ma si udiva lo zampillio delle piccole fontane circolari sì che un
perenne saluto. Era una donna semplice Leyla con l'acutezza antica d'una terra
antica non ancora contaminata da mode d'occidente. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Ma, ecco, mi sono lasciata andare al
ricordo personale, mi scuso con il lettore per l'inopportuna debolezza, intanto
è giunto il tempo di chiudere questa densa pagina, lasciamo la parola a
"Memoires", all'ultima sovrana di quella terra tornata all'attualità,
sovrana Farah Pahlavi, benché in esilio, perché non c'è rivoluzione che possa
cancellare la sovranità, al contrario la sovranità può placare una rivoluzione
quando e se non venga tradita. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size: medium;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">" <i>Notre arrivée à la
Maison Blanche fut un moment difficile. Des manifestants s'étaient massés
derriér les cordons de sécurité, certain pour nous applaudir, d'autres pour nous
insulter..." </i> così, mentre Reza Shah
e Carter in presenza di giornalisti e personalità, ebbero il primo scambio di
parole "...<i>de violentes bagarres éclaterént entre les manifestants de
sort que la police dut intervenir... je me dis en moi-meme qu'au temps de
Richard Nixon jamais les manifestants n'auraient été autorisés à s'approcher si
prés de nous...C'est au cours de ce voyage officiel que je découvris avec
stupéfaction le portrait d'un de nos religieux agité par un groupe
d'étudiants..." </i></span><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(9)</span></i><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"> </span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">e poi ancora: “
...<i>l’opposition iranienne avait vu en</i>
<i>Carter un allié pour ses combats de demain,
et le vent de revendications n’aurait sans doute pas soufflé avec cet force si
un autre homme avait accédé à la Maison Blanche...” </i></span><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">(10)<i> </i> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">La pagina si chiude qui, sulle parole
tratte dalla visita ufficiale di Reza Shah e la Shahi Farah alla Casa Bianca,
Stati Uniti, novembre 1977, presidente il democratico Jimmy Carter.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: medium; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">Il ritratto issato e agitato dinanzi
alla Casa Bianca da studenti iraniani era quello di Rudollàh Khomeyni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><span style="font-size: medium;">Non c'è altro da dire</span>. <o:p style="font-size: 14pt;"></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p> </o:p></span><span style="color: #0d0d0d; font-size: 14pt;">Marika Guerrini</span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">NOTE di traduzione<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;"><o:p> </o:p></span><span face="Arial, "sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt;">!) “Abbiamo lasciato Téhéran con un
vento glaciale... questo 6 gennaio 1979”;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">2) “Alla memoria di tutti coloro che
sono stati assassinati a causa dell’oscurantismo. Alla memoria di tutti coloro
che hanno dato la loro vita per l’integrità dell’Iran. Al popolo iraniano. Ai
miei figli. Per l’amore del mio Re”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">3) “La polizia agisce senza alcun
discernimento”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">4) “L’errore che ho fatto è non aver
utilizzato i nostri media per lottare contro questa incessante intossicazione”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">5) “La cosa più incomprensibile era
che tutto ciò che la Monarchia aveva fatto di positivo per l’Iran veniva
immediatamente descritto come negativo dai media occidentali”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">6) “Certo non mi aspetto dalla
gioventù che sia conservatrice. In tutti i paesi ella mira a quegli ideali che
sembrano più grandi. In nome della giustizia si possono far compiere alla
gioventù grandi cose. Così come dei disastri”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">7) “Avevano bisogno di truppe, le
hanno trovate nelle università e ben presto anche nelle scuole. Con successo,
malauguratamente”;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">8) “Il cinismo degli agitatori non
ha limiti. Mi è stato riferito di gente deceduta di morte naturale, di malattia
o che sono morti in un incidente, dopo di che il corpo è stato recuperato...
issato in spalla da qualche capo (rivoluzionario) che si è messo a camminare
per la città urlando: ecco una vittima del regime!” ;<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">9) “Il nostro arrivo alla Casa
Bianca fu un momento difficile. Manifestanti si erano ammassati lungo i cordoni
di sicurezza, alcuni per applaudire altri per insultarci... violente risse
scoppiarono tra i manifestanti, tanto che dovette intervenire la polizia... io
dissi a e stessa che al tempo di Richard Nixon i manifestanti non sarebbero mai
stati autorizzati ad avvicinarsi a noi... Fu durante questo viaggio ufficiale
che scoprii, con stupore, il ritratto di uno dei nostri religiosi che veniva
agitato da un gruppo di studenti...”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #0d0d0d; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 242;">10) “...l’opposizione iraniana aveva
visto in Carter un alleato per le sue battaglie future e il vento delle
rivendicazioni non sarebbe esploso con quella forza se un altro uomo fosse
stato alla Casa Bianca”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="font-size: x-large;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%;"> <o:p></o:p></span></p></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div></span></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: arial; font-size: large;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span></span></div><span><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br />...<br /><span style="font-family: arial; font-size: large;"></span></span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-6355490957778086642022-11-12T12:30:00.000+01:002022-11-12T12:30:24.149+01:00Russia Ucraina Europa tutto chiaro e prevedibile da tempo<p> <span style="font-family: arial; font-size: medium;">... <i>occiriente</i> in uno sguardo retrospettivo proteso verso l'attualità, ripropone due sue pagine stilate rispettivamente il 15 febbraio 2015 con titolo: "Ucraina: quando decide la paura" e il 14 giugno 2015 con titolo: "Usa Russia Europa aggiornamento di un'analisi banale e complessa". Qualche nome è cambiato, cambiata anche qualche realtà storico-politica e geografica, ma sono orpelli rispetto alla sostanza che non è variata e non varia, anzi si aggrava ed estende sempre più. Sempre più infida e menzognera. Ma diamo spazio all'eloquente sguardo retrospettivo. Grazie.</span></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> </span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtuybKtgp-YlnWZ5yfOtqyjALb7nAdChuOR16S4bOoqw4a9DNHXyl3Iw2CRx2hD2dQmX1OTTNanfAQ2fQ1uQWCwVEBLvOR0krmTqkBpF82QwvW9uMPD2Zd34huWbl0i-y80sBoHF79p4wExZAhBtzVx_ZO8lK6HUqjzGINm6h3OVDBgs6ZXqwKB1w3MQ/s640/2014_pro-Russian_unrest_in_Ukraine.png" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="640" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtuybKtgp-YlnWZ5yfOtqyjALb7nAdChuOR16S4bOoqw4a9DNHXyl3Iw2CRx2hD2dQmX1OTTNanfAQ2fQ1uQWCwVEBLvOR0krmTqkBpF82QwvW9uMPD2Zd34huWbl0i-y80sBoHF79p4wExZAhBtzVx_ZO8lK6HUqjzGINm6h3OVDBgs6ZXqwKB1w3MQ/s320/2014_pro-Russian_unrest_in_Ukraine.png" width="320" /></a></p></blockquote><p><br /></p><p><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><b>Prima pagina -15 febbraio 2015-</b></span></p><p> "<span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ucraina: quando decide la paura"</span></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">...n</span></span><span style="font-family: arial; font-size: medium; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">on è dato sapere ora se la situazione ucraina infiammerà l'Europa, non è dato sapere se la tregua firmata a Minsk verrà attesa, è dato sapere di una dichiarazione: </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">" Aderiremo alle disposizioni del documento di Minsk, ma se l'accordo non verrà rispettato reagiremo", è dato sapere che le parole sono di Denis Pushilin, un filorusso, uno dei ribelli, un loro negoziatore. E' dato sapere che siamo nella tregua, nella possibilità. E' dato sapere, ma si preferirebbe sbagliare, che i soldati ucraini o chi per loro tra i tanti mercenari che hanno preso a popolare e popolano quella terra dai giorni della deposizione di Janukovyc, procureranno l'incidente sì che i ribelli (filorussi) rispondano e a loro venga addossata la colpa, come da tempo accade in quei luoghi. Ed è dato sapere di un documento, uno americano, uno stilato e approvato dal Senato degli States la scorsa primavera, depositato ch'era il 22 di maggio del 2014, in cui si dà per scontato e avvenuto tutto ciò che si è vissuto e si sta vivendo in questi giorni. E' questo che è dato sapere, e poiché l'ultimo elemento che ci è dato di sapere riguarda i pronostici-trama di quell'estremo occidente ubicato oltre oceano, abbiamo deciso di riportarlo, sì che chi non abbia avuto modo di conoscerlo potrà farlo. Ecco il documento articolato in tre punti e fedele all'originale:</span></span></span></div><p></p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;"><br /></span></span><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br style="text-align: justify;" /></span><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">1) Rafforzamento della Nato. </span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Incrementare le forze Nato nei paesi Baltici e in Polonia incrementando il numero di soldati e la quantità degli armamenti nonché incrementare su tutta l'Europa orientale il sistema missilistico già presente, sistema contenuto nel "Ballistic Missile Defence" (Bmd);</span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;"><br /></span></span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">2) Azione Deterrente. </span></span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Washington deve agire sull'Ue per velocizzare l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione, non solo, ma gli Usa compiranno un'azione di condizionamento circa la Russia al G8 e alla Banca Mondiale ( ricordiamo) se la Federazione non agirà secondo i "canoni delle società democratiche", e ancora l'applicazione delle sanzioni non solo alla Russia in quanto Governo, ma a cittadini russi, a società e organizzazioni russe all'estero (Usa). <i>Dulcis in fundo</i>, e questo vanifica ogni dubbio sulle Ong americane e accoliti, se mai ci fosse stato, incrementare le Ong, "umanitarie" appunto, in realtà spesso covo di spie, sì che possano "migliorare la <i>governance</i> democratica nella Federazione Russa;</span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;"><br /></span></span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">3) Difesa dell'Ucraina e degli Altri Paesi Euroasiatici.</span></span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"> Rifornire di armi "su richiesta" i governi minacciati, riconoscere l'Ucraina, la Georgie e la Moldavia quali "Major Non-Nato Ally" ovvero maggiori alleati non facenti parte della Nato, intanto, per allargare il supporto militare, stipulare accordi bilaterali con Serbia, Bosnia, Kosovo e Azerbaigian. Fare richiesta alla banca Mondiale e a quella Europea, affinché autorizzino gli Usa a partecipare allo sviluppo energetico in Ucraina, in Moldavia e in Georgia. Provvedere a finanziare l'emittente radiotelevisiva americana The Voice of America, affinché in lingua russa si rivolga ai paesi ex-sovietici e ai paesi baltici per diffondere "conoscenza" sui fatti di aggressione di cui sopra.</span></div><span style="font-family: arial;"><br style="text-align: justify;" /></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">Il commento al documento è superfluo, così come sottolineare la criminalità avventuriera dei governi Usa, quel che non lo è invece è un attimo di riflessione sul sentimento profondo che muove gli States lungo la loro storia, sentimento che ultimamente, inteso ultimi anni, ha preso sempre più corpo, quasi a farsi materia e in spoglie di solida materia, si è espanso su gran parte del pianeta, ovunque gli States si siano recati e si rechino che sia per interessata "amicizia" o per guerra: la paura.<br /></span></span><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">La paura fa ormai parte del DNA degli States e il motivo di essa si evidenzia da sé oltre l'apparenza delle cose: la materia, materia e paura si muovono all'unisono, da sempre, come a scaturire vicendevolmente l'una dall'altra. <br /></span></span><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">Gli Usa, dal sorgere della loro storia, quella che per esistere ha distrutto l'altrui, ha disseminato sul continente infinite <i>trails of tears, </i>ha compiuto il più grande genocidio che si ricordi nelle persone dei nativi americani, quella che, con lo stesso spirito, s'è mossa e si muove all'occupazione di terre straniere, ché conquista non è mai stata né sarà, ovunque sia profitto,<i> </i>hanno consacrato la loro vita al dio danaro quindi alla materia più sofisticata, la materia che compra la materia. E' la loro storia, la loro filosofia di vita, imbastita di retorica spesso raffinata, imbastita di bei propositi, belle intenzioni, ed Hollywood con il suo mondo di falsa bellezza, in cui i suicidi da sempre si susseguono e moltiplicano, ne è emblema, così come lo sono le centinaia di suicidi tra i soldati, che, svuotati del loro essere più profondo, annullati quali individui, privati della dignità d'essere uomini, infarciti di belle parole sulla nazione, la democrazia, il soccorso ai popoli, vengono catapultati lì dove la materia si frantuma per annullarsi dinanzi alla miseria, al dolore, alla morte. Questo sono gli States, questo sanno fare. Ed è storicamente interessante notare come oggi, ora, al di là di ogni interesse di supremazia finanziaria, geopolitica, territoriale, al di là di ogni dominio, gli States si accaniscano nel desiderio di annientare la Russia spinti dalla sottile paura della non materia, perché questo la Russia sta loro contrapponendo.<br /></span></span><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">La Russia degli ultimi tempi, ha scelto di non basare la propria forza sul potere economico, ha scelto valori più profondi che traspaiono anche dalla coesione del proprio popolo così come da certe decisioni sociali contro corrente ma attente al rispetto dell'infanzia, e così via. </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; text-align: justify;">In questo suo tempo post sovietico, la lancetta dei valori, in Russia, lentamente ma costantemente, si è spostata dalla materia alla non materia, questo, in maniera inconsapevole ai più, è alla base dell'accanimento statunitense, alla base della loro paura, del loro non controllo. In realtà l'amministrazione a nome Obama s'è fatta emblema della parte più profonda della storia degli Stati Uniti perché ha esasperato ed esaspera le caratteristiche che hanno fatto di quella terra il paese della Materia con la M maiuscola. Persino il vecchio pensiero materialista sovietico impallidisce dinanzi alla portata di ciò che muove e si muove negli States, e si ravvisa, e sottolinea come e quanto gli States temano tutto ciò che non possono omologare a se stessi, quindi controllare. Ma controllare dal di fuori si può solo la materia, che sia con danaro, armi o menzogna, e la Russia di questi ultimi tempi è incontrollabile per gli States. Nell'ottica degli States quest'elemento che si sprigiona dalla Russia, è molto più pericoloso di qualunque altro pericolo possa venire da qualsiasi altro paese, perché sfugge al controllo della materia, al loro controllo e... li esaspera, esaspera in loro la paura. Questa la realtà di fondo, la sottile, invisibile verità di fondo che si sta vivendo.</span></span></span></blockquote><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-weight: bold;">Seconda</span><span> </span><b><span style="color: #444444;">pagina -14 giugno 2015-</span></b></span></p><p><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">"Usa Russia Europa: aggiornamento di un'analisi banale e complessa"</span></p><p> ..<span style="font-size: medium;">. <span style="color: #444444; font-family: arial; text-align: justify;">all'accordo di Minsk, quello scaduto il 19 settembre del 2014, avevamo creduto, in un primo tempo, ma avevamo creduto, il secondo accordo partito alla mezzanotte del 15 febbraio 2015, se non ci fosse ricordato, non lo ricorderemmo e non ci crediamo. </span></span></p><span style="font-family: arial; font-size: medium; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">I presupposti per un secondo fallimento ci sono tutti e tutti gli stessi del primo round, così, quando al G7 abbiamo sentito Obama affermare: </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">"</span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Putin sta portando il suo paese alla rovina nello sforzo di creare i fasti dell'impero sovietico", " Putin sta scegliendo di mandare in pezzi l'economia russa" e via dicendo per arrivare a: "La Russia sta ancora violando gli accordi sull'Ucraina e se sarà necessario inaspriremo le sanzioni" seguito, a questo punto, dalla Merkel e dal fanalino di coda Renzi, tutto per noi è rimasto nella normalità, alcuna nuova. Ma poiché le cose dette e ridette si dimenticano per assuefazione all'idea o per noia, ripercorriamo in un arco i fatti.</span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Le autorità ucraine non hanno mai rispettato i punti dell'accordo, questo però non ci deve meravigliare, dato che il motivo d'esistere dell'attuale Governo ucraino, la sua formazione in seguito al colpo di Stato appoggiato dagli americani, ha avuto ed ha l'obiettivo di destabilizzare la Russia, quindi il Governo ucraino farà sempre sì che Minsk non venga rispettato, perseguirà sempre una strategia atta a provocare l'azione o la reazione dei separatisti, che sono tali a prescindere dalla presenza russa, checché affermino alcuni media italiani ed europei. Questa dinamica di fatti è cosa che tutti conoscono, è il classico mercato di Pulcinella in cui il segreto passa di bocca in bocca, ma, continuiamo. Perché la </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">faccenda risulti ancor più chiara, portiamo l'attenzione su di un'unica voce dell'accordo di Minsk, la quarta delle tredici presenti, voce focale da cui si diramano tutti i punti, siano essi amministrativi economici, politici e o militari: "Modalità temporanea dell'amministrazione locale nelle repubbliche di Donesk e di Lugansk", questa la voce. </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Il suo perché è nel Diritto all'autodeterminazione delle repubbliche di Donesk e Lugansk, con le rispettive sfaccettature: </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">1) autodeterminazione linguistica, non dimentichiamo che l'80% dei cittadini in queste due repubbliche è russofona come in Crimea, quindi questione di identità storica; </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;"> </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">2) autonomia nello sviluppo economico, sociale e culturale; </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">3) libertà di collaborazione con le regioni russe; </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">4) Istituzione di una milizia nazionale in accordo con il governo centrale;</span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">5) abolizione di sanzioni, discriminazioni e persecuzione delle persone coinvolte negli </span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">attuali eventi, ovvero i separatisti.</span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Non a caso questa è stata una voce ballerina, approvata inizialmente da Poroshenko poi da lui ritirata perché: "i ribelli non hanno rispettato le condizioni", per essere sempre da Poroshenko riproposta con clausola, ovviamente la stessa: rispetto di Minsk.</span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">A questo teatrino se ne aggiungono altri come il su citato G7 di Elmau, ma sappiamo benissimo, esperienza insegna, quanto questo teatrino altro non sia che il ripetersi di precedenti in altro loco, dal</span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">le false Primavere Arabe a Saddam Hussain a Mohammar Gheddafi, alla destabilizzazione dell'Egitto e aree limitrofe, all'attuale azione sulla e nella Siria di al-Assad, dal permesso di aggregazione e armamento dell'Isis, all'azione sull'Iran, benché qui si agisca con circospezione perché gli Usa non capiscono l'Iran, lo temono da che provocarono la caduta del sovrano Reza Pahlavi e l'avvento degli Ayatollah, ma di questo parleremo in altra pagina, in sintesi il calderone è sempre lo stesso, i motivi egemonici sono sempre gli stessi, e in questo calderone tra le cui conseguenze è da annoverarsi anche l'incubo della folla migratoria, da tempo si vorrebbe far entrare la Russia, anima orientale d'Europa, azzoppando a ruota anche il Brics, con esso le numerose intese in vari campi, compreso il militare, tra Russia e paesi che lo compongono. </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;"><br /></span><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Che gli Usa siano in caduta libera e in quanto tali ancor più pericolosi, non v'è dubbio. Fino a quando la Russia di Putin potrà arginare il riscaldarsi di una guerra, quel che in fin dei conti sta facendo mentre gli Usa, escludendo le sequenze storico-antropologiche di cui sono incapaci, hanno sbagliato il conto, non lo sappiamo, quel che sappiamo è che gli Usa con il colpo di Stato ucraino e i seguenti fatti, attribuendo all'antagonista la responsabilità, credevano d'aver provocato l'incidente storico debellante la Russia, ma la cosa non sta funzionando, ecco perché oggi l'attualità potrebbe farsi incandescente, per i colpi di coda di un drago alla fine della sua supremazia, forse. Non a caso mentre si accusano i separatisti di mancata osservanza di Minsk, si accusa la Russia di ingerenza eccetera eccetera, la Nato, strumento egemonico statunitense catapulta altri 3.000 uomini nei paesi dell'Europa dell'est e Philip Hammond, Ministro degli Esteri del Regno Unito, riprendendo un'idea del Pentagono vecchia di decenni che prevede la distribuzione di un numero di armi nucleari sul suolo britannico, riferendosi a questo e alla richiesta, specifica: " Per mandare un chiaro segnale alla Russia che non permetteremo loro di trasgredire le nostre linee rosse", testuali parole. Che poi nella storia e nella contemporaneità loro altro non abbiano fatto e sappiano fare che trasgredire le linee rosse altrui così come le Sovranità di Stato, questo, ovviamente, non ha alcuna importanza.</span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Ma quel che continua a porsi in noi come interrogativo, è la posizione della Merkel, ivi inclusa la faccenda greca, come prendere i suoi interventi in apparenza volti all'europicidio, come un effettivo desiderio di distruzione dell'Europa, condividendo il celato, e neanche tanto, desiderio americano di impedire i fantomatici Stati Uniti d'Europa che da noi stessi, ancor prima che ci venga impedito, siamo incapaci di formare, o, come si spererebbe, quella del cancelliere tedesco è davvero un'azione machiavellica data l'economia europea dipendente da oltreoceano, vedi l'ex banchiere Draghi, e l'infestazione di basi Nato di cui soffriamo molto più che della recente scabia importata? Certo, l'affermazione della Merkel al G7 circa l'attuazione del Ttip, acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership, vale a dire Partenariato Transatlantico per il commercio e gli investimenti, ci preoccupa non poco, sarebbe per l'Europa un vero cavallo di Troia, tanto per ricordare Grecia e Turchia, l'Europa perderebbe ancor più ogni autonomia in ogni ambito, persino nelle regole sanitarie e fitosanitarie, in quelle alimentari, degli appalti pubblici, eccetera eccetera, sarebbe la rovina che farebbe saltare ogni garanzia a tutela di ogni diritto dei consumatori con un aumento esponenziale di potere delle multinazionali, i cui unici diritti contemplati sono quelli economici, di perforazioni e minerari, perché i diritti di uomini e natura, vegetale o animale che sia, non sanno cosa farne se non ad uso e consumo di quelli di cui sopra, unici che conoscono ed applicano. Ma anche questo è un segreto di Pulcinella mentre l'Europa si allontana sempre più dai valori dei suoi fondatori tra cui quello dell'indipendenza, nella sua guida, da intromissioni ad essa esterne. Ora, questo, ripetiamo, è machiavellismo a tener buono l'avversario-alleato o pura completa follia? E se così, cos'è questo soggiacere alla follia? E gli altri dove sono? Noi dove siamo? </span><br /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444;">Non sarà che le sanzioni alla Russia sono in realtà sanzioni all'Europa?</span><br /></span><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; font-size: large; text-align: justify;"><br /></span></span><div><span style="font-family: arial;"><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; font-size: medium; text-align: justify;">Marika Guerrini</span><br style="text-align: justify;" /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; font-size: x-small; text-align: justify;">foto dal web</span><br style="text-align: justify;" /><span class="Apple-style-span" face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="color: #444444; font-size: large; text-align: justify;"> </span></span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-70884875521579304352022-10-21T14:52:00.005+02:002022-10-21T18:38:07.081+02:00Afghanistan : in relazione all'articolo "Afghanistan, Amnesty International racconta l'anno di repressione dei Talebani... " pubblicato da " Il Fatto Quotidiano" del 19 ottobre 2022<div class="separator"><div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" data-original-height="332" data-original-width="500" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhHxl49XjEXwB7tBR_bmU6W37btCyz4qqf-W-pEmf7XlsedHfoGOdSWBrywCCkZ6nqi-bts-S5_Cpf8y-106ak6gi8nZ1UaPP91wXDTNL5V6GgpPm-BsF3NOkN0zZjxB8canVyDn2FwYqx0aBqmRiglBdkau8xYFARBJMbOpgaWqzxc9OyBINVsqrwWyA" style="text-align: center;" width="320" /> <span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="line-height: 17.12px; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></span></span></div></div><p></p><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="" data-original-height="332" data-original-width="500" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgdvRxNDOkBFURI4IzEDUdBbyuQ5KXjRaJ_6YmOn4cT8dtg4A9tCOBWd2O-OA4hkXZm3WERqyKM5y7ddsdHun60_vEmt0KL1suvAl8W--HYMEdmUjzr53LAKbMWGXBpMETfzIOugTr1QGwa8JGGcNQaqDWQM_L4HjcA8LkMdFtWkpwAM9IKv3AZ0zSJWw" width="320" /></div><br /><div><span style="font-family: arial;"><span style="line-height: 19.26px; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">...“</span><span style="color: #444444;">Un anno fa i </span></span><span style="color: #444444;"><b style="text-align: justify;"><span style="border: 1pt none windowtext; line-height: 19.26px; padding: 0cm;">talebani</span></b><span style="line-height: 19.26px; text-align: justify;"> s’impegnarono pubblicamente a proteggere e a promuovere i </span><b style="text-align: justify;"><span style="border: 1pt none windowtext; line-height: 19.26px; padding: 0cm;">diritti umani</span></b><span style="line-height: 19.26px; text-align: justify;">. Invece, la velocità con cui stanno smantellando 20 anni di passi avanti è impressionante”. E ancora: " Detenzioni arbitrarie, torture, sparizioni, esecuzioni sommarie sono tornate all'ordine del giorno..." . Queste le parole di Yamina Mishra direttrice di Amnesty International per l'Asia meridionale. Da notare "...20 anni di passi avanti..."</span><span style="line-height: 19.26px; text-align: justify;"> e le detenzioni etc. "..sono tornate all'ordine del giorno...".</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;"><span style="font-family: arial;">L'Articolo continua sottolineando come siano state "smantellate <b>istituzioni democratiche" </b>parole tracciate in neretto. Di poi, sempre l'articolo, denuncia la repressione d'ogni libertà espressiva, quindi anche di stampa, e va avanti con evidenziare arresti e torture perpetrati su pacifici giornalisti. Scorrendo poi ecco un'altra denuncia: la </span><span style="font-family: arial;">persecuzione che l'etnia Pashtun esercita su quella Hazara, sulla Turkmena, sull'Uzbeka. Procede poi col riportare le cifre degli sfollati, delle decine di milioni di afghani ridotti alla fame, degli oltre 3 milioni di bambini tra questi. E ancora e ancora, parole atte ad ascoltare se stesse, eppure quest'articolo va letto, perché? perché oltre a dimostrare la perdita d'ogni etica giornalistica, ma la cosa oramai è prassi, va letto per poi chiedersi e chiedere: ma Amnesty International e tutti gli altri ben pensanti che sciorinano parole su parole, dov'erano </span><span style="font-family: arial;">in questi ventuno anni, dove? Forse erano con Pinocchio nel paese del balocchi, unico luogo davvero degno di bugia e ignoranza?</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">E dov'erano quando il 7 ottobre del 2001 bombe d'ogni tipo, comprese quelle a grappolo, furono sganciate sulle maggiori città afghane, esclusa Kabul per ovvi motivi tattici, sganciate a falciare uomini e cose segnando l'inizio della fine di quella terra e firmando, per l'ennesima volta, la vile strategia statunitense del: prima si bombarda poi si paracadutano aiuti umanitari dagli involucri gialli, poi si scende al suolo e si occupa. Che nel secondo atto della scena gli involucri gialli, come quelli delle bombe a grappolo, venissero usati per paracadutare aiuti umanitari, quasi sempre viveri, non ha importanza, tranne che spesso e volentieri si moriva per potersi sfamare. Sì perché migliaia di afghani, per lo più bambini affamati, correvano nella speranza di cibo e saltavano in aria. Non c'era nessun custode dei Diritti Umani lì, fosse onlus o singola persona. Dov'erano i benefattori dalla facile parola? Dove Amnesty International? O altri simili, dove?</span></div><div><span style="font-family: arial;"><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">A monte c'è così tanto altro che ricorderemo solo un momento a testimone del progetto. Ci domandiamo e domandiamo: è possibile che nessuno di questi benefattori avesse ascoltato le parole pronunciate dall'allora Segretario di Stato Henry Kissinger, queste parole: " La guerra al terrorismo non consiste solo nel dare la caccia ai terroristi. Consiste soprattutto nello sfruttare la straordinaria opportunità che si è presentata di rinnovare il sistema internazionale..."e così via. Nessuno sapeva? Possibile che la mente di alcuno dei benefattori mondiali, fosse stata sfiorata dal sospetto che l'implosione delle Twin Towers fosse stata l'auto-procurata miccia a che tutto accadesse, a che l'intero disegno fosse giustificato nell'allora presente e in avvenire? Possibile? Proprio a nessuno ? Noi mortali a volte abbiamo dubbi e il dubbio, saggezza suggerisce, è via di conoscenza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Chi scrive non vuole suscitare ancora una volta immagini di dolore, solo qualche attimo a ricordo e allora si chiede: dove erano i custodi dei Diritti Umani quando soldati delle forze d'occupazione, dette liberatrici, entravano nelle case e violentavano donne, bambine e bambini? Quando distribuivano droga, per lo più eroina, ad adolescenti e donne incinte, dopo che nel 2002 gli Stati Uniti avevano fatto costruire, inaugurato la prima raffineria nel paese, dov'erano costoro? </span><span style="color: #444444;">E quando venivano distribuiti medicinali scaduti, medicinali pediatrici per bambini cardiopatici, caricati sugli aerei cargo militari poi smistati laggiù tra ospedali e centri di soccorso? Dov'erano? Chi scrive era qui, qui seduta in terra tra scatoloni colmi di questi medicinali, qui a far lo scarto vietandosi di provare dolore per non annebbiare la vista con lacrime non versate. Anche allora dov'erano i custodi dei Diritti Umani? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">E quando in città italiane, varie città italiane, si creavano eventi a denunciare la persecuzione fatta dai Pashtun sul popolo Hazara, eventi a mostrare splendidi scatti, o attimi di narrazione di leggende e storie figlie di quella terra e si invitavano i ben pensanti dirigenti e rappresentanti dell'onlus di cui sopra, e di altre del genere, ,e nessuno si presentava come, per citare solo uno dei momenti, quello dell'aprile 2012 in Roma, Piazza Della Repubblica, dov'erano costoro? Chi scrive c'era e c'erano molti ragazzi afghani tutti rifugiati politici, confidavano nell'aiuto dell'Italia, delle Onlus, conoscevano il mio ruolo istituzionale, ma non servì. Ottennero solo una voce, la mia. Lessi loro le mail di congratulazioni. E basta. Ma è anche accaduto diversamente come al Festival Internazionale dell'Antropologia svoltosi in Italia a Catanzaro: applausi, riconoscimenti immediati poi, dopo i tre giorni, silenzio. Così altrove lungo gli anni, si potrebbe continuare ma a nulla varrebbe e la domanda resterebbe la stessa: dov'erano? Ora sarebbero da ascoltare queste voci di ben pensanti denunciare cosa? Il voluto o il lasciare che accadesse? Perché? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Invece di affermare " 20 anni di passi avanti", invece di parlare di smantellate Istituzioni Democratiche, inesistenti, di acclamare ai portatori di Democrazia, inesistente, sarebbe bene tacessero, se non altro per una forma di etica professionale, per non dire personale ché, se fosse presente, resterebbero in silenzio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">In Afghanistan l'occidente ha violato tutti i diritti umani, civili, legislativi, è venuto meno alle dichiarazioni dell'ONU che, per quanto assente, inizialmente provò a rilasciare alcune dichiarazioni, benché con prudenza, estrema, attenta prudenza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Questa gente che parla, che dichiara, che sottolinea il falso e così via, farebbe bene, tacendo, a studiare la storia di quella terra, si renderebbe conto di quanto sia stata grande in un lontano passato, di quanto sia stata civile in un passato recente, per esempio nei dieci anni di Regno di Re AmanUllah (1919-1929), o anche nel periodo repubblicano con il Governo Legittimo Rabbani-Massoud (1992-2001) malgrado le lotte per scacciare i Taliban, e persino prima di quest'ultimo, durante il Regno di Zahir Shah (1933-1973) che, sotto mentite spoglie, in realtà aveva mantenuto la Costituzione scritta da Re AmanUllah, per cui dall'inizio dello scorso secolo attuate in Afghanistan furono moltissime riforme tra cui: istruzione per tutti, nessun obbligo di velo o burqa che fosse, borse di studio per l'Estero, libertà di espressione d'ogni tipo compresa la stampa, rispetto per le donne anche tra le mura domestiche, ruoli istituzionali alle donne, e ancora e ancora. Si può dunque affermare che le parole di Yamina Mishra: " ...sono tornate all'ordine del giorno...", riportate all'inizio di questa pagina e riferite a violenze varie, sono false, non in relazione all'effettiva presenza di violenze, ma per quell'ordine del giorno, che è menzogna. Prima dell'arrivo delle forze occidentali di occupazione nel 2001, non era questo l'ordine del giorno. Ma i Taliban sono stati costruiti e voluti proprio perché questo fosse l'ordine del giorno, e iniziarono a provarci dal primo arrivo nel 1996 a Kandahar, ma allora c'era ancora il governo Rabbani-Massoud a tenerli a bada. Si invita quindi la signora Mishra ad informarsi e, se già dovesse esserlo, si invita a non mentire. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Essendo l'Afghanistan da lungo tempo oggetto di studio di chi scrive, bandendo ogni personale pudore, in calce si segnalano due testi di storia dell'Afghanistan, unici saggi esaustivi sull'argomento così come decine di pagine presenti in questo blog.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Un paese di estrema complessità come quello afghano nato già all'origine da incontri di culture ad ampio raggio, va conosciuto a fondo prima di poterne trattare, per non incorrere in grossolani equivoci o imprecisioni. Se poi questo incorrere non sia dovuto ad ignoranza, ma a consapevole menzogna, è problema di coscienza individuale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Buona lettura!</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Marika Guerrini</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-size: medium;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;"><b>testi</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">Marika Guerrini "<b>Afghanistan passato e presente</b>" ed. Jouvence, Milano 2014; </span><span style="color: #444444;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">EhsanUllah d'Afghanistan / Marika Guerrini -coautore e curatore- " <b>AmanUllah il Re Riformista</b>" ed. Jouvence, Milano 2018.</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">immagini di <b>Barat Alì Batoor</b>- <b>scatti eseguiti dopo il 2001 e precedenti il Governo dei Taliban</b>,- collezione privata</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><br /></div></span><p></p></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-85141246563488240152022-10-14T23:43:00.003+02:002022-10-15T10:48:24.646+02:00L'ammaliante giardino di Klingsor<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8TMPl5kmbbt7QthLEzxkVN_7F6VemyU4VkY9G9i9pUnLGOexR_fwbDPzUDHEIqW7nT7V3Bb6CYt3OuaB5OG-Z90vnlsg8w16XUZRCKk_uJe9px-xuZ2zDhcXz6E1akVxFkqVPLuSKZ499g9_fSYGOEfvT5AU5vbqIKkswa-0-ABnvsnI9ZQQnRekZQ/s4080/20221014_150147%5B11523%5D.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3060" data-original-width="4080" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8TMPl5kmbbt7QthLEzxkVN_7F6VemyU4VkY9G9i9pUnLGOexR_fwbDPzUDHEIqW7nT7V3Bb6CYt3OuaB5OG-Z90vnlsg8w16XUZRCKk_uJe9px-xuZ2zDhcXz6E1akVxFkqVPLuSKZ499g9_fSYGOEfvT5AU5vbqIKkswa-0-ABnvsnI9ZQQnRekZQ/s320/20221014_150147%5B11523%5D.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br />...</span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"> chi segue </span><i style="font-family: arial;">occiriente </i><span style="font-family: arial;">sa che ci sono tempi in cui preferisce osservare, restare in ascolto, astenersi da argomenti fattisi annosi. In cui preferisce tacere. Chi segue <i>occiriente</i> conosce le sue innumerevoli pagine tracciate, spesso in anticipo, su tutto quel che continua ad accadere a discapito della nostra Civiltà. Ma chi segue <i>occiriente</i> sa anche che poi, sempre, la fatidica goccia interviene a far traboccare il vaso, a generare l'impulso alla partecipazione manifesta, lo scritto, interviene a frantumare il silenzio. Così ora. La molteplicità degli eventi avversi, copiosi, assillanti, susseguentisi giorno dopo giorno senza tregua a rafforzare il già esistente stato di condizione subumana dell'Umanità, ancor più di quella che popola l'area chiamata Occidente, ha frantumato il silenzio. Molti dei pensieri materializzatesi in parola scritta, che il lettore incontrerà in questa pagina, sono a lui noti, li ha già incontrati, ma spesso, troppo spesso si perde memoria di quel che, in certo senso può dare anche fastidio, quindi si ha il dovere di riattraversare, ridare vitalità o forse semplicemente risvegliare, quindi procediamo.</span></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Innanzi tutto delineiamo la geografia di quell'Occidente a cui ci si riferisce. Quell'Occidente parte </span></span><span style="font-family: arial; font-size: large;">dall'Europa orientale, paesi slavi e balcanici, esclude la Russia, attraversa poi l'Europa propriamente detta per tuffarsi nell'Atlantico a raggiungere, in America del nord, Stati Uniti e Canada. Se stessimo narrando una fiaba si direbbe che segue il tragitto del sole, della luce, si direbbe che va dall'alba al tramonto. E, sempre in una fiaba o anche in una leggenda, si direbbe che all'altezza dell'isola britannica, includendola, quest'Occidente estende le sue terre, emerse o immerse che siano, sino a comprendere la sua parte estrema rispetto al cuore europeo: lo Stato della California, ebbene in questa estesa regione della terra si allarga un grande giardino, il Giardino di Klingsor. L'ammaliante Giardino di Klingsor.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">La saga del Graal, che vede troneggiare la Sacra Coppa in cui, sempre secondo la leggenda, Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo, comprende in sé la figura di Klingsor, quel cavaliere che rinnegò se stesso, oscurando così la propria luce in favore della tenebra, per quest'azione si trovò a dimorare in un grande splendido giardino fatto di affascinanti illusioni e menzogna, rappresentate da, in apparenza, splendide fanciulle con il compito di ammaliare il viandante sino a portarlo a rinnegare la Luce in favore della Tenebra. Così facendo, sempre secondo la leggenda, gli uomini venivano asserviti alle forze del Maligno il cui unico obiettivo era favorire se stesso a distruzione dell'Umanità e di quella parte di essa che a lui si opponeva, sì che potesse impossessarsi della Sacra Coppa a suo proprio uso.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Nella leggenda Parsifal, cavaliere puro e coraggioso, vince la tentazione, attraversa il giardino, non senza esitazione prima, sofferenza poi, ma vince e, quando giunge vittorioso al cospetto della Sacra Coppa, il Giardino di Klingsor con tutti i suoi abitanti, sprofonda nella tenebra più profonda.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">E' qui che l'Occidente di cui sopra, marionetta solo in parte inconsapevole, sta sostando, qui, nel Giardino di Klingsor, sosta sotto guida di attori ben consapevoli, attori che la leggenda mostrerebbe in varie sembianze ma con un unico volto abilmente nascosto, il volto di Klingsor, lo stesso che si cela dietro le sembianze dei suoi adepti, tutti proiettati verso uno stesso obiettivo: distruggere l'Umanità. Il perché non è cosa umana. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">"Il piano sul quale è slittata l'Umanità di questo tempo non si può non chiamare subumano. Si tratta dell'evento più grave della storia umana. E' il piano al cui livello coloro che minimamente mantengono fedeltà alla parte più alta di sé, alla coscienza, vivono soffrendo quotidianamente l'impossibilità del compromesso con quanto assume maschera umana, dimensione umana, dialettica umana, senza essere più umano." e ancora in altro passo: " Coloro che (consapevoli) attendono inerti che qualcosa si trasformi per virtù propria...inconsciamente cooperano all'avvento del subumano...occorre riconoscere loro il massimo della buona intenzione, ma ciò non diminuisce la loro responsabilità rispetto allo sfacelo della Civiltà..." con queste parole si espresse un saggio molto tempo fa.</span><span style="font-family: arial; font-size: large;"> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Chissà, forse anche questa è leggenda. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">E se si facesse in modo che divenisse realtà il coraggio di Parsifal? Se, attraversato il Giardino di Klingsor, giungessimo vittoriosi al cospetto di quella Sacra Silenziosa Coppa che ognuno porta in sé? Chissà! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Marika Guerrini </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"> </span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-17491188684795991472022-08-22T14:50:00.001+02:002022-08-23T06:54:53.821+02:00"Afghanistan segreto. Storia e geopolitica dalla terra degli Arii all'imperialismo americano"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br style="text-align: left;" /><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Intervista rilasciata su Metapolitics di Edoardo Gagliardi.</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;">"Un paese martoriato dalle guerre, perennemente in bilico tra laicità e islamismo radicale. Un paese ricchissimo su cui molti hanno voluto mettere le mani...</span><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"> La storia e la geopolitica di un Afghanistan segreto e troppe volte incompreso</span><span style="font-size: large; text-align: justify;">."</span></div></div></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="349" src="https://www.youtube.com/embed/h1tZWINg_bQ" width="420" youtube-src-id="h1tZWINg_bQ"></iframe></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXhlE1RIFHtnzvnP72dV_DrF-Pd9cur8higzds5_YbyxXrzmiuxCeAmAK5i0MUfab__T8re-slnYWPpUi_dv9a6FtJPmHTQlI4t0x4T9IsjGejAd7as5aF6TQHdinq6ru8fF1uIJ9ONMF2ZViFFGDsWCvNxH9l_SgYHGZHECtPXOmdC4L-wF7TgXxJGw/s829/14.gif.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="829" data-original-width="772" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXhlE1RIFHtnzvnP72dV_DrF-Pd9cur8higzds5_YbyxXrzmiuxCeAmAK5i0MUfab__T8re-slnYWPpUi_dv9a6FtJPmHTQlI4t0x4T9IsjGejAd7as5aF6TQHdinq6ru8fF1uIJ9ONMF2ZViFFGDsWCvNxH9l_SgYHGZHECtPXOmdC4L-wF7TgXxJGw/w391-h420/14.gif.jpeg" width="391" /></a></div><br /><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEAvm8pGoHv-_IaHyEOqmt-9_8aAf6MEkcJ-Z7fXHKkkgm_G-gyPoti5PZBQTbi1IYdT3yFw1Z-d_vFCt5JpupXEM8s5ORZEcW4Ro4GqOcV2LwcQubcBC7UsLFZ-7N6PpTLDXpG_wLZZ_s6XHVBGAuv3KXKrnV6881fgzQ7G6aCENpQN8Uxy60JHE0Gg/s259/bandiera%20afghana%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEAvm8pGoHv-_IaHyEOqmt-9_8aAf6MEkcJ-Z7fXHKkkgm_G-gyPoti5PZBQTbi1IYdT3yFw1Z-d_vFCt5JpupXEM8s5ORZEcW4Ro4GqOcV2LwcQubcBC7UsLFZ-7N6PpTLDXpG_wLZZ_s6XHVBGAuv3KXKrnV6881fgzQ7G6aCENpQN8Uxy60JHE0Gg/w232-h174/bandiera%20afghana%201.jpg" width="232" /></a><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"></span></div></blockquote></blockquote></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"></span></div></blockquote></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"></span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"></span></div><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></blockquote><div><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Marika Guerrini</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial; font-size: large;">p.s.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Si avverte il lettore che in un breve passaggio verbale su Ahmad Shah Massoud, dando per scontato il suo ruolo istituzionale di Ministro della Difesa, ma riferendoci alla sua missione estera, si dice "Esteri" erroneamente sottintendendo che si fosse a conoscenza del fatto che spesso in lui confluivano anche altre funzioni. M.G.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-17515441491552232992022-07-17T00:47:00.003+02:002022-07-18T23:55:46.124+02:00Al "Faust" di Goethe Europa risorgi!<p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium; text-align: justify;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj2cTVgusleHLhhFj-344yDjoMZslv_GoDUrQIckWGEpLeKecBfuWDXwO2F4WdBhKUKeUMNR4-0oaeB39lSDIe1o3nNxHzxAl1fktgr3FROm3oIjakgn5eOhdRuAprglbTMD_VLsh2pGNBau05r3RU8OLN-fVFjq5quCjHALRZkR64lPKFPWpFEYIl1uA" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="145" data-original-width="118" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj2cTVgusleHLhhFj-344yDjoMZslv_GoDUrQIckWGEpLeKecBfuWDXwO2F4WdBhKUKeUMNR4-0oaeB39lSDIe1o3nNxHzxAl1fktgr3FROm3oIjakgn5eOhdRuAprglbTMD_VLsh2pGNBau05r3RU8OLN-fVFjq5quCjHALRZkR64lPKFPWpFEYIl1uA" width="195" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Wolfang von Goethe</td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; text-align: justify;"><br /><span style="font-size: medium;"> quando fu per la </span></span><span style="font-size: medium;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="text-align: justify;"> </span><span style="text-align: justify;"><span face="Arial, "sans-serif"">Grande Guerra, la Prima Mon</span></span></span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">diale, aleggiò un pensiero
comune, che si fosse attraversato il più spaventoso evento della storia.
Quando fu per la Seconda Guerra Mondiale si pensò che in essa si fosse vissuta
la più crudele ed imponente persecuzione della storia. Di essa se ne fece
argomento sì da deviare sempre più l'indirizzo di responsabilità tra i
belligeranti, il dietro le quinte del conflitto. Frequente caratteristica storica questa, ma dagli anni che seguirono il secondo conflitto, dal suo esito, tenuta in vita dal martellamento ideologico del vincitore, questa caratteristica si fece </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: large; text-align: justify;">modus vivendi</i><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;"> o,
per meglio dire,</span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: large; text-align: justify;"> via</i><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;"> </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: large; text-align: justify;">vitae</i><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">. Ed è così che ora, oggi, in questa nostra occidentale porzione del globo, perché è dal sorgere del
sole che va calcolata ogni propria latitudine, ci si trova immersi in un oceano
di menzogna e, tra i flutti di quest'oceano, eccoci ad attraversare una terza guerra relativamente mondiale, perché in realtà, sotto direttive e comando d'un altrove il cui pensiero unico si basa esclusivamente sull'idea del possesso in ogni senso, ogni dove e con qualsiasi mezzo, si sta combattendo in questa terra che è l'Occidente storico: l'Europa. </span><p></p><p style="text-align: left;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">Il casus belli di questa guerra non ha alcuna importanza, </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">è stato un virus da laboratorio fino ad ieri, il conflitto ucraino-russo ancora in atto, la ripresa del virus sotto diverse apparenti spoglie, la questione vaccini decimanti e inquinanti la specie umana con influenza sul Dna, la questione migranti in approdo su queste terre, la rivoluzione genetica, l'idea di transgender, questi ultimi a modellare verso patologiche modalità di vita le generazioni future, e così via. Ma, come si diceva, queste sono occasionalità, null'altro, quel che importa è l'origine, il principio che sta portando al tramonto del fulcro d'Occidente, del suo cuore un tempo pulsante proiettato verso un'idea di Libertà, di futura Civiltà, cosa che sarebbe d'ostacolo agli spiriti fautori del declino, alla loro volontà di dominio, alla volontà di possesso circoscritto a pochi "eletti". Con questa pagina <i>occiriente, </i>in brevi accenni inadeguati alla complessità, corposità ed importanza dell'argomento, desidera dare un semplice impulso, impulso a ripercorrere la storia del vecchio continente sì da suscitare, se pur per qualche attimo, la consapevolezza di quanto si stia abbandonando al declino, di quanto l'Europa sia sul punto di perdere la propria storia, l'identità, nella speranza che non sia già avvenuto. </span></p><p style="text-align: left;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">Non è per quel caso che non esiste che l'attacco abbia preso di mira innanzi tutto il </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: large; text-align: justify;">fil rouge</i><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;"> che, se pur tra screzi e riappacificazioni, da millenni aveva unito tre nazioni origine della storia formante l'Occidente, in assoluto le più ricche di cultura da ogni punto di vista: Francia, Italia, Germania. A partire dall'alto Medioevo, infatti, in seguito alle grandi migrazioni che avevano portato gli indoeuropei Celti a sposare i Germani donando loro l'impulso alla conoscenza, queste tre nazioni si erano fatte teatro di evoluzione umana, ed è questa evoluzione che l'attuale situazione storica, il dietro le quinte dei nostri tempi, ritiene importante annientare con ogni mezzo. Allo stesso tempo è per questo che il momento storico che si sta vivendo, richiede l'urgente necessità di una conoscenza storica europea la cui partenza richiama l'Alto Medioevo, sì che ci si renda consapevoli dell'enorme importanza dell'Europa nel mondo. Poderosi impulsi infatti hanno operato nell'umanità medioevale, le spinte sono state molteplici, a volte luminose come i Crociati della prima Crociata in difesa della Gerusalemme cristiana e i Cavalieri Templari che anelavano alla purificazione del Cristianesimo in opposizione all'ombra mondana scelta dalla Chiesa di Roma, dall'arricchimento delle Scienze dovuto all'incontro con gli Arabi, alla Letteratura con luci quali Dante e non solo, dall'incontro con i Turchi approdati in Grecia da cui seguì l'emigrazione verso lidi europei, per lo più italiani, di un gran numero di artisti e dotti greci che fecondarono lo spirito dell'Occidente, al Gotico in architettura, dall'organizzata fioritura delle città, uniche al tempo sul pianeta, ai grandi viaggiatori ed esploratori di paesi su tutto il globo al tempo conosciuto e sconosciuto che fosse, ai commerci e così via. E ancora lungo il tempo, il Rinascimento, l'Umanesimo, in Italia il Risorgimento, tutto sempre con tutte le trasformazioni che conosciamo, con tutte le grandezze che conosciamo in ogni campo e le Arti tutte e di nuovo ancora e ancora. E' chiaro che, essendo stata la</span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;"> ricchezza culturale europea enorme da secoli lungo secoli, in questa subdola guerra la si voglia annientare perché non possa e non debba più esistere, tanto più agire a favore dell'evoluzione dell'Umanità, la qual cosa annienterebbe le criminali manovre di un assoluto potere a servizio di quello che potremmo chiamare un mondo subumano. Ma non lo spirito dei tempi vuole quest'annientamento, come spesso si sente dire, da cui origina una sorta di accettazione, bensì, come si è accennato, un preciso disegno voluto dallo "spirito di quei signori nei quali i tempi si rispecchiano". A questo punto e a questo proposito <i>occiriente</i> si fa da parte, lascia al lettore la riflessione e la parola ad un grande figlio d'Europa, W. Goethe, che in uno stralcio della prima parte del suo "Faust" così ci rammenta: </span></p><p style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">"... Wagner. <i>E' proprio un godimento collocarsi nello spirito del tempo e vedere come, prima di noi, abbia pensato un qualche saggio uomo e come, infine, noi si sia magnificamente ampliato questo suo pensiero.</i></span></p><p style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">Faust. <i>Oh sì, sin proprio alle stelle! Amico mio, i tempi passati per noi sono un libro sigillato con sette sigilli. Quello che voi chiamate spirito dei tempi, altro in fondo non è che lo spirito di quei signori, nello spirito dei quali si rispecchiano i tempi. Sovente, una cosa veramente miseranda! Solo a vederla c'è da scappar lontano. Un immondezzaio e un ripostiglio pien di vecchia roba e, al massimo, un drammaccio d'argomento storico e politico, con eccellenti sentenze morali che stanno bene in bocca ai burattini. </i></span></p><p style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">Wagner. <i>Ma il mondo! Il cuore e lo spirito dell'uomo! Ognuno vorrebbe pur saperne qualche cosa.</i></span></p><p style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: large; text-align: justify;">Faust. <i>Già, quello che si chiama sapere! A chi è permesso chiamar le cose con il loro nome? I pochi che ne capirono qualche cosa e, abbastanza ingenui, non frenarono l'empito del loro cuore e rivelarono alla folla i loro sentimenti e le loro visioni, li hanno sempre messi in croce o sopra un rogo...".</i> *</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Marika Guerrini</span></p><p><br /></p><p>* Goethe, <i>Faust</i>, I parte, -Notte-</p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-39801727793713602752022-04-20T13:00:00.004+02:002022-04-20T13:07:52.818+02:00 EVENTO 28 APRILE 2022 ORE 19,30<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: xx-large;">AFGHANISTAN</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz8SvcjgYhLudsyXMHV0WAbD_hwOW-pqi7DnCRLJ7WrQTE13GvkjLq9GwiRHqucV0sTlN4UlGg_M9PN98z2wMeVmndNh_ONOOtt-UincVZ3PyBGHX2c6C4VycTrz3trzPFSbB06lbDXuruDbTYyoJECRqduUoyuhLrnnCCIRLVg1svlNLacdD0DAEwUw/s1600/locandina%20Afgh..jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1280" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz8SvcjgYhLudsyXMHV0WAbD_hwOW-pqi7DnCRLJ7WrQTE13GvkjLq9GwiRHqucV0sTlN4UlGg_M9PN98z2wMeVmndNh_ONOOtt-UincVZ3PyBGHX2c6C4VycTrz3trzPFSbB06lbDXuruDbTYyoJECRqduUoyuhLrnnCCIRLVg1svlNLacdD0DAEwUw/w512-h640/locandina%20Afgh..jpg" width="512" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><span style="color: #990000;">Nel corso dell'incontro, sullo scorrere di recenti scatti fotografici, si scioglierà il racconto dell'Afghanistan che da sempre, come fosse destino, attraversa la storia quale emblema di strategia politica e di conquista. </span><span style="color: #990000;">A sottolineare la particolarità sarà la presentazione del libro "AmanUllah il Re Riformista-1919/1929" </span><span style="color: #990000;">di </span><span style="color: #990000;">Ehsanullah d'Afghanistan </span><span style="color: #990000;">e del libro "Afghanistan passato e presente" </span><span style="color: #990000;">di Marika Guerrini.</span></span></div><p></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-26813952394460881832022-03-28T14:55:00.000+02:002022-03-28T14:55:37.949+02:00La mia Russia <div style="text-align: center;"><i><br /></i></div><div style="text-align: center;"><i><br /></i></div><div style="text-align: center;"><br /><i><br /></i></div><div style="text-align: center;"><i><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVIVGLzeM7Ndqq5Gh6qXNXMOhk-fr_s6scYoPyxy1lZG805gf4HP0rNiWxHmxOeX7Bnx7O6psDIF0TDAkQxQfwvlH6nPb-CB_Dc2ae-A91XG0s5qLEyUdRgvVRby98noKBEyZtW0xh7oTPLFfJqJSjQIP40yaLyQRo5Lq5Y13iNWyPf6VXI3D8brCllQ" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="123" data-original-width="161" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVIVGLzeM7Ndqq5Gh6qXNXMOhk-fr_s6scYoPyxy1lZG805gf4HP0rNiWxHmxOeX7Bnx7O6psDIF0TDAkQxQfwvlH6nPb-CB_Dc2ae-A91XG0s5qLEyUdRgvVRby98noKBEyZtW0xh7oTPLFfJqJSjQIP40yaLyQRo5Lq5Y13iNWyPf6VXI3D8brCllQ=w200-h153" width="200" /></a><b><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 9pt; line-height: 107%;"> <br /><br /></span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"></span></b></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 9pt; line-height: 12.84px;">Leonidovič Kožin - Il vicolo di Granatnyj- 2005</span></b></td></tr></tbody></table><br /> " Nel paese delle tempeste di gelo, </i><i>fra nebbie canute tu nascesti alla terra; </i></div><div style="text-align: center;"><i>e non v'era asilo per te, misera fanciulla, tra due campi nemici.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Ma non ti turbano le grida di guerra, il suono delle corazze </i><i>e il cozzar delle spade.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Pensosa stai, ed ascolti il grande monito delle età che furono:</i></div><div style="text-align: center;"><i>come un tempo Dio eccelso promettesse di manifestarsi all'Ebreo eletto;</i></div><div style="text-align: center;"><br /><i> come il profeta, ardendo nel fuoco della preghiera, attendesse il suo Dio nel deserto.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Ecco: un tuono da sotto la terra, e il fragore dilegua lontano;</i></div><div style="text-align: center;"><i> e si offusca la luce del sole e la terra si scuote e l'orrore ha afferrato il profeta</i></div><div style="text-align: center;"><i>- ma Dio non è nell'errore.</i></div><div style="text-align: center;"><i>e subito uno strepente turbine e un tempestoso fiato e un clangore nell'eccelso,</i><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw_Trlkl5g8I6AWxnMCvkCQEWjrMTs_u9Vt_3RoJxuCvr84pP5_4Pxgi4M1lVk2hE_4ccfu4Eu2DbAzKDA3aaY_MTdAQ99oOZTCIdLstUp_WxJ6Yk149R4VzPTGRdWnDapSq5B7yvocbNFfdcgphhufPV2hJANfWaiDVd0no66reRUmv0RgrcB4FgswQ/s350/Impressionismo%20russo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="221" data-original-width="350" height="126" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw_Trlkl5g8I6AWxnMCvkCQEWjrMTs_u9Vt_3RoJxuCvr84pP5_4Pxgi4M1lVk2hE_4ccfu4Eu2DbAzKDA3aaY_MTdAQ99oOZTCIdLstUp_WxJ6Yk149R4VzPTGRdWnDapSq5B7yvocbNFfdcgphhufPV2hJANfWaiDVd0no66reRUmv0RgrcB4FgswQ/w200-h126/Impressionismo%20russo.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="line-height: 107%;"><span style="font-size: x-small;">Ivan
Ivanovič Šiškin</span><b style="font-size: 12pt;"> </b><span style="font-size: 12pt;">- </span><span style="font-size: x-small;">XIX sec</span><b style="font-size: 12pt;"> </b></span></td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: center;"><i>e con esso un gran fuoco come il fiammare di un lampo</i></div><div style="text-align: center;"><i>- ma Dio non è nella fiamma.</i></div><div style="text-align: center;"><i>E tutto si è racquetato; e sedato il tumulto; non invano attese il profeta:</i></div><div style="text-align: center;"><i>ecco spira un alito lieve di gelo, e nell'alito arcano egli avverte il Signore."</i></div><div style="text-align: center;"><i> </i></div><div style="text-align: right;"><i> Vladimir Solov'ev</i></div><div style="text-align: right;"><i>"Mosca 1882</i></div><div style="text-align: center;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">... ho incontrato lo spirito russo alla soglia dei miei quattordici anni in una calda estate del sud, tra canto di cicale e odorosi campi di grano che, freschi di falciatura, si lasciavano rischiarare a sera da milioni di lucciole. Io lì, quel giorno, nell'ora della siesta, in casa dei nonni, nello studio, stanza che rispettava la tradizione: libreria, scrivania, caminetto, ai lati due poltrone gemelle tappezzate di velluto verde accanto ad una finestra affacciata sul giardino, il giardino delle rose, come lo chiamavo da che avevo memoria di me. Di quella stanza la libreria era il grande fascino. Trascorrevo ore a scrutare tra i titoli segnati sul dorso dei libri, ad immaginare mondi, a volte montando su di una sedia per via dell'altezza. Gli argomenti andavano dai classici letterari a testi scientifici di medicina, professione presente in famiglia, da libri di giardinaggio, passione di mio nonno a quelli di storia che favoriva l'Italia, ma non solo. Alcuni raccontavano la dinastia dell'ex Casa regnante Savoia, ed erano lì a sottolineare le idee politiche di mio nonno e parte della sua vita. Ma v'era anche qualche autore statunitense a denunciare la terra natia di mia nonna, il che ampliava il mio orizzonte sul pianeta spingendomi, in seguito, a riflettere su differenze storiche e antropologiche. </span><span style="font-family: arial;">Ma i libri a cui era stato riservato quasi un intero scaffale erano</span><span style="font-family: arial;"> di autori russi, da Dostoevskij a Tolstoj, da Cechov a </span><span style="background-color: white; text-align: left;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Puškin a</span></span><span style="font-family: arial;"> Gogol' a Bulgakov a Pasternak</span><span style="font-family: arial; text-align: left;">,</span><span style="font-family: arial;"> né mancavano alcuni poeti quali Solov'ev, Majakovskij e ancora. L</span><span style="font-family: arial;">a particolarità dei testi russi nella libreria era quella d'essere posizionati secondo un ordine cronologico relativo al decesso dell'autore. Anche la presenza di questo calcolo cronologico si sarebbe rivelato importante per me che, alle soglie dell'adolescenza, mi ero trovata ad entrare in contatto con il senso del tempo e della trasformazione in esso, in quel caso, dello spirito russo e a notare, in quegli autori, una costante presenza di caratteristiche accomunanti alcuni personaggi tutti vitali al racconto di quella terra</span><span style="font-family: arial;">. Ed ero lì quel giorno nell'ora della siesta. Sprofondata in una delle due poltrone avevo tra le mani "Delitto e Castigo" mentre mio nonno, sull'altra, leggeva il suo giornale quotidiano. A dire il vero il consiglio da lui suggeritomi, quale prima lettura d'autore russo, era stato "Le notti bianche", ma io avevo scelto "Delitto e Castigo" per la curiosità suscitatami dal titolo. </span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: arial;">Fëdor </span></span><span style="font-family: arial;">Dostoevskij avrebbe inaugurato così quella che sarebbe stata per anni la mia immersione nelle pagine dei grandi autori letterari russi, ché i compositori già conoscevo per via dei miei studi di pianoforte. Ricordo che, oltre alla richiesta di consiglio, un'altra domanda avevo posto a mio nonno in seguito alla sua scelta di Dostoevskij, perché quell'autore: <i>perché i suoi personaggi hanno tutti un profondo significato,</i></span><span style="font-family: arial;"> aveva risposto. <i>In che senso? </i>avevo ancora chiesto. <i>Conosce e racconta l'animo umano come solo lui sa fare, </i>aveva detto, <i>e così facendo permette a chi legge di vivere un sentimento di eternità,</i> <i>ma, leggi, lo scoprirai da te</i>, poi sorridendo aveva ripreso la sua lettura. Ricordo perfettamente il suo volto scarno e quella cicatrice sulla mascella destra, segno decorato al valore dimostrato in prima linea, a Fiume durante la Grande Guerra, la Prima mondiale. Ma scriverò di lui in altro luogo. Ora, lì, in quell'estate di tanto tempo fa, avrei scoperto ben presto quanto fossero state giuste le parole del padre di mia madre, quel: <i>leggi, lo scoprirai da te</i>, infatti sin dalle prime pagine il sentimento d'eternità, avrebbe preso a vibrare anche in me suscitato da ogni immagine, ogni pensiero scritto.</span><span style="font-family: arial;"> Avrei capito poi quanto quello fosse solo l'iniziale scoperta del complesso spirito russo, quando con il secondo</span><span style="font-family: arial;"> autore del mio battesimo letterario, in quella stessa estate, avrei incontrato il Tolstoj di "Guerra e Pace".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Il tempo scorre veloce, i giorni si accavallano ai mesi, agli anni, così mutando il senso della vita, ma vi sono cose che non mutano. Ora, anno domini 2022, come risuona in me quello spirito russo incontrato ed amato? Come risuona in me l'anima della Grande Madre Russia? Come risuona dinanzi agli accadimenti bellici che la cronaca, spesso narrata attraverso menzogna, riporta? Come allora! No, non per via d'antico amore, ma reale conoscenza del tangibile, di quel che ad esso si cela e che, celandosi, suo malgrado permette al mondo di appalesare solo il riflesso, l'ombra di quel che è invisibile. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Non è mutato lo Spirito della Grande Madre Russia, né la sua anima, quella eterna, metafisica, sopravvissuta a rivoluzioni, dittatura, </span><span style="font-family: arial;">governi. L'anima cantata dai suoi grandi figli, segnata in pensieri su pagine e pagine di chi abbiamo sopra incontrato e non solo, l'anima vibrante nelle note musicali di </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 12pt; text-align: left;">Pëtr Il'ič
Čajkovskij con i suoi candidi cigni, o di</span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 12pt; text-align: left;"> </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="background: white; color: #202122; font-size: 12pt; text-align: left;">Sergei Vasilyevich Rachmaninov nei suoi concerti per pianoforte, o ancora di </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 12pt; text-align: left;">Sergej Sergeevič Prokof'ev con i suo <i>Giulietta e Romeo</i> o <i>Pierino e il lupo, </i>o di Dimitrij Shostakovich, di Aleksandr Skrjabin e si potrebbe star qui ad elencare, sono decine e decine i compositori russi e tutti grandi. La musica alberga da sempre nello spirito russo e la Russia in questo si fa gemella d'Italia per eccellere poi in assoluto con le opere rappresentate in movimento, danzanti sul palcoscenico del </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="background-color: white; color: #202124; font-size: 12pt; text-align: left;">Teatro Bol'šoj e su tutti i palcoscenici più grandi del pianeta. L'Arte, quando è vera e grande, forma le menti e i popoli come null'altro. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Non è cambiata l'anima della Grande Madre Russia. Quella sopravvissuta alla fallacia del Materialismo sistematizzato, codificato, applicato, imposto. Sperimentato dal popolo nella vita visibile e invisibile che fosse. Persino sotto dittatura l'Arte con la A maiuscola, non ha abbandonato la Grande Madre e ha continuato il suo corso, e poeti si sono sommati a poeti, e tele di pittori hanno continuato a raccontare e continuano. Ma è qui la rivelazione della forza della Russia: non aver perso se stessa, comunque, diversamente dall'occidente che ora, oggi, qui, sta perdendo se stesso schiavo di un materialismo ben più pericoloso perché subdolamente importato, subdolamente imposto. La Russia porta in seno oriente e occidente in un connubio armonico di cui l'Umanità necessita per la propria evoluzione. Porta in seno metafisica e fisica, spirito e materia, questa la sua particolarità, la stessa che non le si vuole riconoscere. E' questo che fa grande la sua storia. La storia di una terra è, come per l'Arte, il suo vivere appellandosi al sentimento, solo allora il suo racconto sarà tanto più veridico quanto più elevato e nobile sarà il sentimento che lo muove. Ma la storia è anche l'anima della scienza e ove essa non si muova negli universali ritmi della storicità non può dirsi umana. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Non è mutata l'anima della Grande Madre Russia. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Quel che ora, oggi, quella terra sta attraversando nel tentativo, consapevole o inconsapevole che sia non importa, di fermare la deriva d'occidente nella sua folle perdita dell'eterno nel temporale e del temporale nell'eterno, trova il suo principio nella Grande Guerra, la Prima mondiale, nel 1917, nelle parole di Woodrow Wilson, nel mendace programma della Triplice Intesa. Lì vennero espressi pensieri-germi per l'agire dell'oggi (allora) e del domani (oggi). Dietro parole quali: "<i>libertà.. rispetto della sovranità dei popoli... pace... giustizia nelle relazioni tra i popoli... fraternità... liberazione dei popoli,</i> e tutto l'eccetera di cui sappiamo, abbiamo visto e vediamo, vissuto e viviamo, si muove ed agisce il contrario. Allora iniziò a palesarsi la mira statunitense, con radice anglofona, sulla Mitteleuropa, allora. Il programma dell'Intesa-Wilson dietro la maschera moralistica tendeva in realtà a servirsi degli istinti dei popoli dell'Europa centrale e orientale, specialmente di quelli slavi e limitrofi, per usarli, attaccarli a tradimento sul piano politico-morale di poi condurli, con questo mezzo, alla dipendenza economica anglo-americana che avrebbe interessato l'intera Europa. Allora. Nulla è cambiato ora. La strategia non è variata, ha solo decuplicato la possibilità d'azione, motivo per cui viene tenuto in vita il cadavere Nato, la migliore arma espansionistica degli Stati Uniti. il predominio anglo-americano di allora venne chiamato liberazione dell'Umanità e Democrazia. E' così che si fa credere di voler aiutare per davvero l'Umanità. Propaganda e propaganda. Ancora ora. Tutto è sotto gli occhi della storia, la storia non dimentica, non dimentica la grandezza così come l'umana miseria.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">L'anima della Grande Madre Russia non è mutata, è celata dietro la parvenza. Soltanto. Non è mutato il suo Spirito sofferto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> " ... <i>quando l'occidente perirà, e perirà quando il papa snaturerà del tutto Cristo suscitando così l'ateismo nell'umanità occidentale paganizzatasi...</i>" così </span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: arial;">Fëdor </span></span><span style="font-family: arial;">Dostoevskij</span><span style="font-family: arial;"> in una lettera del 1869 indirizzata ad Apollon Nicolaevic Majcov a proposito dell'occidente. Predizione di un'anima russa?</span><span style="font-family: arial;"> Al lettore la risposta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: xx-small;">p.s.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">a seguire si segnalano altre pagine di occiriente per chi avesse interesse ad ampliare 'argomento</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: xx-small;">1 dicembre 2014 " la Grande Madre russia- Dostoevskij" ; 18 aprile 2014 " Usa Europa Russia: il punto" ; 03 marzo 2014 . "Ucraina : venti di guerra" </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: xx-small;">15 febbraio 2015- " Ucraina quando decide la paura" ; 18 luglio 2015 e 26 luglio 2015 " Occidente dietro le quinte previsione di..." I e II parte;</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: xx-small;">31 arzo 2016 " Russia la rivoluzione comincia da..." ; 27 dicembre 2016 " Coro Alexaandrov addio" ; 14 gennaio 2017 " I colori della Russia e il grigio..." ;01 aprile 2017 " Eurasia-Europa" ...etc.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-31630316046163537492022-02-28T23:34:00.001+01:002022-02-28T23:46:33.172+01:00RUSSIA verità e saggezza<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhQF0lIi0ET4Kh6Cv8Usth7-H8RELGEXt2ZA6cgoEe4vYQldd8byT79-pLMiPy4gUE9i0WBs5G8NbfuGZvN_dSNerKzBLG6jXT3Pwz8YN5gTJZY_cCMHURtYP5Yw3XeAUT521ym-UVun42af2tE57ZxfNtQ9-dY_d48xZdWMlwO3I0YfOg3wBkfZ7tD5g" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="271" data-original-width="220" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhQF0lIi0ET4Kh6Cv8Usth7-H8RELGEXt2ZA6cgoEe4vYQldd8byT79-pLMiPy4gUE9i0WBs5G8NbfuGZvN_dSNerKzBLG6jXT3Pwz8YN5gTJZY_cCMHURtYP5Yw3XeAUT521ym-UVun42af2tE57ZxfNtQ9-dY_d48xZdWMlwO3I0YfOg3wBkfZ7tD5g=w163-h200" width="163" /></a></div><br /> ... <span style="font-family: arial;">la pagina di <i>occiriente</i>: "Afghanistan: dove gli anticristiani" ha dato luogo, nel lettore, a commenti ed interrogativi per lo più espressi tramite e-mail, quindi privati. Le parole ivi segnate riguardano non solo l'Afghanistan, ma ancor più, la situazione storico-culturale che si sta attraversando relativa al <i>modus essendi</i> delle genti d'occidente e d'oriente, con richiesta di riflessione relativa all'attuale situazione bellica di nord-est che senza alcun dubbio sposa questa stessa ottica. E stavo elaborando una pagina in questo senso quando mi è stato segnalato un articolo il cui titolo " La nuova politica estera della Russia..." mi ha incuriosita. Ho posato la penna ed acceso il computer non priva di una certa diffidenza su quel che avrebbe potuto essere il contenuto, sta di fatto che sono andata al sito* segnalatomi ed ho iniziato a leggere. Ma più mi addentravo nello scorrere delle parole, nel loro significato, più mi si palesava la similitudine con i pensieri che stavo elaborando accingendomi a tracciare una pagina in risposta alle richieste giuntemi. Non solo, ma trovavo nelle parole un senso di verità e di saggezza che mi riportava agli scritti classici della terra russa, di quell'oriente diverso eppur, per certi aspetti dell'anima, simile all'oriente dei miei studi. L'oriente europeo di Tolstoj, Dostoevskij, un oriente celato eppur presente nella sottile, se ben diversa, elaborazione dell'anima dei personaggi dei due grandi scrittori, in cui il senso di verità si associa a quello di saggezza, anch'essa diversa ma presente in entrambe. Ed anche Goethe mi si è affacciato alla mente lungo le parole di Sergej Karaganov autore dello scritto segnalatomi, il Goethe che asserisce:" E' nella verità che alberga la saggezza" elemento presente, con mio piacere, nelle parole di Karaganov, una verità a tutto tondo che andava sempre più svelandosi. A quel punto, condividendo i pensieri dell'autore e la sua analisi, ho deciso di far parlare lo spirito russo che avevo riscontrato nell'articolo, ho ritenuto sacrosanto che fosse lui a parlare di quest'assurda situazione geopolitica non priva di menzogne d'occidente, in realtà dalle parole dello scritto chiaramente traspare, per chi vuol scorgere, il motivo base trattato nella mia pagina citata all'inizio, il diverso modo di vivere la vita e le cose del mondo tra oriente e occidente che la Russia, in quanto spirito russo, è in grado di rappresentare quale connubio evolutivo per l'Umanità. Dopo queste ulteriori riflessioni ho ripreso la penna, segnato queste righe e integralmente riportato lo scritto, o meglio il saggio di Karaganov che troverete a seguire così come alcuni cenni biografici dell'autore. Sarà una lettura non breve, richiederà qualche minuto del vostro tempo, ma sarà lineare nonché scevra da qualsivoglia ideologia e personalismi. Buona lettura.</span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> </span><b style="font-family: arial; font-size: large;">" La nuova politica estera della Russia, la dottrina Putin"</b></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-family: arial;">-Breve saggio<i> di Sergej Karaganov,</i></span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"><i> presidente onorario del Consiglio russo per la politica estera e di difesa e Supervisore accademico presso la School of International Economics and Foreign Affairs Higher School of Economics (HSE) di Mosca.</i>-</span><span style="font-family: arial; font-size: small;"> </span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b> " </b></span><b style="text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">ll confronto di Mosca con la NATO è solo l’inizio. </span></b><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt; text-align: justify;">Sembra
che la Russia sia entrata in una nuova era della sua politica estera – una<i> ‘distruzione
costruttiva’</i>,</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; text-align: justify;"> chiamiamola così, del precedente modello di
relazioni con l’Occidente. Parti di questo nuovo modo di pensare sono state
viste negli ultimi 15 anni – a cominciare dal famoso discorso di Monaco
di </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt; text-align: justify;">Vladimir Putin</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; text-align: justify;"> nel 2007 – ma molto sta diventando chiaro
solo ora. Allo stesso tempo, gli sforzi poco brillanti per integrarsi nel
sistema occidentale, pur mantenendo un atteggiamento ostinatamente difensivo,
sono rimasti la tendenza generale nella politica e nella retorica russa. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; text-align: justify;">La
distruzione costruttiva non è aggressiva. La Russia sostiene che non attaccherà
e non farà saltare in aria. Semplicemente non è necessario. Il mondo esterno
offre alla Russia sempre più opportunità geopolitiche per lo sviluppo a medio
termine così com’è. Con una grande eccezione. L’espansione della NATO e
l’inclusione formale o informale dell’Ucraina rappresentano un rischio per la
sicurezza del paese che Mosca semplicemente non accetterà. </span></div>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per ora, l’Occidente è sulla buona strada per un lento, ma inevitabile
decadimento, sia in termini di affari interni ed esterni che anche di economia.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Ed è proprio per questo che ha
dato inizio a questa nuova Guerra Fredda dopo quasi cinquecento anni di dominio
della politica, dell’economia e della cultura mondiale. Soprattutto dopo la sua
vittoria decisiva negli anni ’90 e metà degli anni 2000. Credo che <a href="https://globalaffairs.ru/articles/ot-razrusheniya-k-sobiraniyu/?fbclid=IwAR1jJo1lJT7vq76-KzNjZqMWCeEu_G_cpb9Xk5xybSaLQ5jY3SawmOMMuXU#_ftn1" target="_blank"><span style="color: #69a0d6;">[1]</span></a> molto probabilmente
l’Occidente perderà, dimettendosi da leader globale e diventando un partner più
ragionevole. Ed è proprio il momento giusto: la Russia dovrà riequilibrare i
rapporti con una Cina amica, ma sempre più potente. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Attualmente,
l’Occidente cerca disperatamente di difendersi da questa perdita di leadership
con una retorica aggressiva. Cerca di consolidarsi, giocando le sue ultime
carte vincenti per invertire questa tendenza. Una di queste è che sta cercando
di usare l’Ucraina per danneggiare e neutralizzare la Russia. È importante sia
impedire che questi tentativi convulsi si trasformino in una vera e propria
situazione di stallo, che contrastare le attuali politiche USA e NATO. Sono
controproducenti e pericolose, anche se relativamente poco impegnative per gli
iniziatori. Dobbiamo ancora convincere l’Occidente che sta solo facendo del
male a se stesso. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Un’altra carta
vincente è il ruolo dominante dell’Occidente nel sistema di sicurezza
euro-atlantico esistente, istituito in un momento in cui la Russia era
gravemente indebolita a seguito della Guerra Fredda. C’è del merito nel
cancellare gradualmente questo sistema, principalmente rifiutando di prendervi
parte e di giocare secondo le sue regole obsolete, che per noi sono
intrinsecamente svantaggiose. Per la Russia, la via occidentale dovrebbe
diventare secondaria rispetto alla sua diplomazia eurasiatica. Per la Russia il
mantenimento di relazioni costruttive con i paesi della parte occidentale del
continente può facilitare la sua integrazione nella Grande Eurasia. Il vecchio
sistema però è d’intralcio e quindi dovrebbe essere smantellato. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il prossimo passo fondamentale per creare un nuovo sistema (oltre a
smantellare quello vecchio) è “unire le terre”. È una necessità per Mosca, non
un capriccio. </span></i></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sarebbe bello
se avessimo più tempo per farlo. Ma la storia mostra che, dal crollo dell’URSS
30 anni fa, poche nazioni post-sovietiche sono riuscite a diventare veramente
indipendenti. E alcune potrebbero anche non arrivarci mai, per vari
motivi. Questo è un argomento per un’analisi futura. In questo momento, posso
solo sottolineare l’ovvio: la maggior parte delle élite locali non ha
l’esperienza storica o culturale della costruzione dello stato. Non sono mai
stati in grado di diventare il fulcro della nazione, non hanno avuto abbastanza
tempo per questo. Quando lo spazio intellettuale e culturale condiviso
scompare, questo danneggia di più i piccoli paesi. Le nuove opportunità per
costruire legami con l’Occidente non si sono rivelate sostitutive. Coloro che
si sono trovati al timone di tali nazioni hanno venduto il loro paese a proprio
vantaggio, perché non c’era un’idea nazionale per cui lottare. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">La maggior
parte di questi paesi seguirà l’esempio degli Stati baltici, accettando il
controllo esterno, o continuerà a perdere il controllo, cosa che in alcuni casi
può essere estremamente pericolosa. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">La domanda è:
come “unire” le nazioni nel modo più efficiente e vantaggioso per la Russia,
tenendo conto dell’esperienza zarista e sovietica, quando la sfera di influenza
è stata estesa oltre ogni ragionevole limite e poi tenuta insieme a spese del
nucleo dei Popoli russi? </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lasciamo per un
altro giorno la discussione sull’“unificazione” che la storia ci impone. Questa
volta, concentriamoci sulla necessità oggettiva di prendere una decisione
difficile e adottare la politica della “distruzione costruttiva”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Le pietre miliari che abbiamo superato</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Oggi assistiamo all’inizio della quarta era della politica estera russa.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> La prima è iniziata alla fine
degli anni ’80, ed è stato un periodo di debolezza e delusioni. La nazione
aveva perso la voglia di combattere, la gente voleva credere alla democrazia e
che l’Occidente sarebbe venuto a salvarli. Tutto finì nel 1999 dopo le prime
ondate di espansione della NATO, viste dai russi come una pugnalata alle
spalle, quando l’Occidente fece a pezzi ciò che restava della Jugoslavia. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Poi la Russia
ha iniziato a rialzarsi dalla posizione prona e a ricostruire, di nascosto e in
sordina, pur apparendo amichevole e umile. Il ritiro degli Stati Uniti dal
Trattato ABM [trattato Anti Missili Balistici] ha segnalato la sua
intenzione di riconquistare il suo dominio strategico, quindi la Russia ancora
al verde ha preso la decisione fatale di sviluppare sistemi d’arma per sfidare
le aspirazioni americane. Il discorso di Monaco, la guerra georgiana e la
riforma dell’esercito, condotti nel mezzo di una crisi economica globale, che
segnò la fine dell’imperialismo globalista liberale occidentale (termine
coniato da un eminente esperto di affari internazionali, </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Richard Sakwa</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">),
ha segnato il nuovo obiettivo per la politica estera Russa – per </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">diventare
ancora una volta leader, una potenza mondiale in grado di difendere la propria
sovranità e i propri interessi. </b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> A questo sono seguiti gli eventi in
Crimea, Siria, le politiche di riarmo militare e l’aver bloccato la possibilità
dell’Occidente di interferire negli affari interni della Russia, sradicando dal
servizio pubblico coloro che hanno collaborato con l’Occidente a svantaggio
della loro patria, anche mediante un uso magistrale della reazione
dell’Occidente a quegli sviluppi. Man mano che le tensioni continuano a
crescere, guardare all’Occidente e mantenere le risorse lì, diventa sempre meno
redditizio. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">L’incredibile
ascesa della Cina e l'allearsi di fatto dell'occidente con Pechino a partire dagli anni
2010, il perno verso est, e la crisi multidimensionale che ha avvolto
l’Occidente, hanno portato a un grande cambiamento nell’equilibrio politico e
geoeconomico a favore della Russia. Ciò è particolarmente pronunciato in
Europa. Solo un decennio fa, l’UE vedeva la Russia come una periferia arretrata
e debole del continente, che cercava di fare i conti con le grandi potenze. Ora
sta cercando disperatamente di aggrapparsi all’indipendenza geopolitica e
geoeconomica che le sta scivolando tra le dita. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il periodo del <i>“ritorno alla grandezza”</i> si è concluso tra
il 2017 e il 2018.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Successivamente, la Russia ha raggiunto un punto fermo. La
modernizzazione è continuata, ma l’economia debole ha minacciato di negare i
suoi risultati. Le persone (me compreso) erano frustrate, temendo che la Russia
ancora una volta avrebbe <i>“strappato la sconfitta dalle fauci della
vittoria”. </i>Ma quello si è rivelato essere un altro periodo di crescita,
principalmente in termini di capacità di difesa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La Russia è andata avanti, assicurandosi che per il prossimo decennio sarà
strategicamente relativamente invulnerabile e capace di “dominare in uno
scenario di escalation” in caso di conflitti nelle regioni all’interno della
sua sfera di interessi.</span></i></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’ultimatum che la Russia ha fatto agli Stati Uniti e alla NATO alla fine
del 2021, chiedendo loro di interrompere lo sviluppo di infrastrutture militari
vicino ai confini russi e l’espansione a Est, ha segnato l’inizio della
“distruzione costruttiva”.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> L’obiettivo non è semplicemente fermare la debole, seppur pericolosissima
inerzia della spinta geostrategica dell’Occidente, ma anche iniziare a gettare
le basi per un nuovo tipo di relazioni tra Russia e Occidente, diverso da
quello degli anni ’90. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Le capacità militari della Russia, il ritorno del senso di rettitudine
morale, le lezioni apprese dagli errori del passato e una stretta alleanza con
la Cina, potrebbero significare che l’Occidente, che ha scelto il ruolo di
avversario, inizierà a essere ragionevole, anche se non sempre. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Quindi, tra un decennio o
prima, spero, verrà costruito un nuovo sistema di sicurezza e cooperazione
internazionale che questa volta includerà l’intera Grande Eurasia, e sarà
basato sui principi delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, non
su <b>“regole” unilaterali che l’Occidente ha cercato di imporre al mondo
negli ultimi decenni. </b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Correggere gli errori</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Prima di andare
oltre, lasciatemi dire che ho un’ottima opinione della diplomazia russa: è
stata assolutamente brillante negli ultimi 25 anni. Mosca ha ricevuto una mano
debole, ma è comunque riuscita a giocare un’ottima partita. In primo luogo, non
ha permesso all’Occidente di “finirla”. La Russia ha mantenuto il suo status
formale di grande paese, mantenendo l’appartenenza permanente al Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite e mantenendo arsenali nucleari. Poi ha gradualmente
migliorato la sua posizione globale facendo leva sui punti deboli dei suoi
rivali e sui punti di forza dei suoi partner. Costruire una forte amicizia con
la Cina è stato un risultato importante. La Russia ha alcuni vantaggi
geopolitici che l’Unione Sovietica non aveva. A meno che, ovviamente, non torni
alle aspirazioni di diventare una superpotenza globale, che alla fine ha
rovinato l’URSS. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non dobbiamo dimenticare gli errori che abbiamo commesso, per non
ripeterli. Sono state la nostra pigrizia, debolezza e inerzia burocratica che
hanno contribuito a creare e mantenere a galla il sistema ingiusto e instabile
di sicurezza europea che abbiamo oggi. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La Carta di
Parigi per una Nuova Europa, dalla bella formulazione, firmata nel 1990
conteneva una dichiarazione sulla libertà di associazione: i paesi potevano
scegliere i loro alleati, cosa che sarebbe stata impossibile ai sensi della
Dichiarazione di Helsinki del 1975. Poiché a quel punto il Patto di Varsavia
era in fermento, questa clausola significava che la NATO sarebbe stata libera
di espandersi. Questo è il documento a cui tutti continuano a fare riferimento,
anche in Russia. Nel 1990, tuttavia, la NATO poteva almeno essere considerata
un’organizzazione di <i>“difesa”</i>. Da allora l’alleanza e la maggior parte
dei suoi membri hanno lanciato una serie di campagne militari aggressive contro
i resti della Jugoslavia, così come in Iraq e in Libia. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Dopo una
chiacchierata a cuore aperto con </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Lech Walesa</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> nel 1993, </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Boris
Eltsin</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> firmò un documento in cui affermava che la Russia </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">“aveva
compreso il piano della Polonia di aderire alla NATO”. </i><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Quando </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Andrey
Kozyrev</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">, all’epoca ministro degli Esteri russo, venne a conoscenza dei
piani di espansione della NATO nel 1994, iniziò un processo di trattative per
conto della Russia senza consultare il presidente. L’altra parte lo ha preso
come un segno che la Russia era d’accordo con il concetto generale, dal momento
che stava cercando di negoziare condizioni accettabili. Nel 1995 Mosca ha frenato,
ma era troppo tardi: la diga è crollata e ha spazzato via ogni riserva sugli
sforzi di espansione dell’Occidente. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Nel 1997, la
Russia, essendo economicamente debole e completamente dipendente
dall’Occidente, ha firmato l’Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la
cooperazione e la sicurezza con la NATO. Mosca è stata in grado di ottenere
alcune concessioni dall’Occidente, come l’impegno a non schierare grandi unità
militari nei nuovi Stati membri. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La NATO ha costantemente violato questo obbligo.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Un altro accordo era di
mantenere questi territori liberi dalle armi nucleari. Gli Stati Uniti non
l’avrebbero comunque voluto, perché avevano cercato di prendere le distanze il
più possibile da un potenziale conflitto nucleare in Europa (malgrado la volontà
dei loro alleati), poiché avrebbe senza dubbio causato un attacco nucleare
contro l’America. In realtà, il documento legittimava l’espansione della
NATO. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">C’erano altri
errori, non così gravi ma comunque estremamente dolorosi. La Russia ha
partecipato al programma </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Partnership for Peace</i><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">, il cui unico scopo
era far sembrare che la NATO fosse pronta ad ascoltare Mosca, ma in realtà
l’alleanza stava usando il progetto per giustificare la sua esistenza e la sua
ulteriore espansione. Un altro passo falso frustrante è stato il nostro
coinvolgimento nel Consiglio NATO-Russia dopo l’aggressione in Jugoslavia. Gli
argomenti discussi a quel livello mancavano disperatamente di
sostanza. Avrebbero dovuto concentrarsi sulla questione veramente
significativa: frenare l’espansione dell’alleanza e la costruzione della sua
infrastruttura militare vicino ai confini russi. Purtroppo, questo non è mai
arrivato all’ordine del giorno. Il Consiglio ha continuato ad operare anche
dopo che la maggior parte dei membri della NATO ha iniziato una guerra in Iraq
e poi in Libia nel 2011. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È davvero un peccato che non abbiamo mai avuto il coraggio di dirlo
apertamente: la NATO era diventata un aggressore che ha commesso numerosi
crimini di guerra. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Questa sarebbe stata una verità che fa riflettere in vari circoli politici
in Europa, come ad esempio in Finlandia e Svezia, dove alcuni stanno valutando
i vantaggi di entrare a far parte dell’organizzazione. E tutti gli altri del
resto, con il loro mantra sul fatto che la NATO sia un’alleanza di difesa e
deterrenza che deve essere ulteriormente consolidata in modo da poter resistere
contro nemici immaginari. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Capisco quelli
in Occidente che sono abituati al sistema esistente che consente agli americani
di comprare l’obbedienza dei loro partner minori, e non solo in termini di
supporto militare, mentre questi alleati possono risparmiare sulle spese di
sicurezza vendendo parte della loro sovranità. Ma noi, cosa ci guadagniamo da
questo sistema? Soprattutto ora, che è diventato ovvio che genera e intensifica
il confronto ai nostri confini occidentali e nel mondo intero. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La NATO si alimenta di scontri forzati, e più a lungo esiste
l’organizzazione, peggiore sarà questo confronto. </span></i></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il blocco è una minaccia anche per i suoi membri. Pur provocando il
confronto, in realtà non garantisce protezione. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non è vero che l’articolo 5 del
Trattato del Nord Atlantico giustifichi la difesa collettiva se un alleato
viene attaccato. Questo articolo non dice che questo è automaticamente
garantito. Conosco la storia del blocco e le discussioni in America riguardo
alla sua istituzione. So per certo che gli Stati Uniti non dispiegheranno mai
armi nucleari per <i>“proteggere”</i> i loro alleati in caso di conflitto con
uno stato nucleare. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OCSE)
è obsoleta. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È dominata dalla NATO e dall’UE che utilizzano l’organizzazione per tirare
per le lunghe il confronto e imporre i valori e gli standard politici
dell’Occidente a tutti gli altri. Fortunatamente, questa politica sta
diventando sempre meno efficace. A metà degli anni 2010 ho avuto la possibilità
di lavorare con il Gruppo di eminenti personalità dell’OCSE (che nome!), che
avrebbe dovuto sviluppare un nuovo mandato per l’organizzazione. E se prima
avevo i miei dubbi sull’efficacia dell’OCSE, questa esperienza mi ha convinto
che si tratta di un’<b>istituzione estremamente distruttiva</b>. È
un’organizzazione antiquata con la missione di preservare cose che sono
obsolete. Negli anni ’90 è servita come strumento per seppellire qualsiasi
tentativo compiuto dalla Russia o da altri per creare un sistema di sicurezza
europeo comune; negli anni 2000, il cosiddetto Processo di Corfù ha impantanato
la nuova iniziativa di sicurezza della Russia. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Praticamente
tutte le istituzioni delle Nazioni Unite sono state espulse dal continente,
compresa la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, il suo
Consiglio per i diritti umani e il Consiglio di sicurezza. Un tempo l’OCSE era
considerata un’organizzazione utile, che avrebbe promosso il sistema e i
principi delle Nazioni Unite in un subcontinente chiave. Non è successo. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per quanto riguarda la NATO, è molto chiaro cosa dobbiamo fare. Dobbiamo
minare la legittimità morale e politica del blocco e rifiutare qualsiasi
partnership istituzionale, poiché la sua controproduttività è evidente.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Solo i militari dovrebbero
continuare a comunicare, ma come canale ausiliario che integri il dialogo con
il <i>DOD [Department of Defense degli USA]</i> e i ministeri della
difesa delle principali nazioni europee. Dopotutto, non è Bruxelles a prendere
decisioni strategicamente importanti. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">La stessa
politica potrebbe essere adottata quando si tratta dell’OCSE. Sì, c’è una
differenza, perché anche se questa è un’organizzazione distruttiva, non ha mai
avviato guerre, destabilizzazioni o uccisioni. Quindi dobbiamo ridurre al
minimo il nostro coinvolgimento in questo formato. Alcuni dicono che questo è
l’unico contesto che offre al ministro degli Esteri russo la possibilità di
vedere i suoi omologhi. Questo non è vero. L’ONU può offrire un contesto
ancora migliore. I colloqui bilaterali sono comunque molto più efficaci, perché
è più facile per il blocco dirottare l’agenda quando c’è una folla. Anche
l’invio di osservatori e forze di pace attraverso le Nazioni Unite avrebbe
molto più senso. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il formato
limitato di un articolo, non mi consente di soffermarmi su politiche specifiche
per ciascuna organizzazione europea, come ad esempio il Consiglio
d’Europa. Ma <b>definirei il principio generale in questo modo:
collaboriamo dove vediamo vantaggi per noi stessi, altrimenti manteniamo le
distanze. </b></span><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Trent’anni dell’attuale sistema delle istituzioni europee hanno dimostrato
che continuare con esso sarebbe stato dannoso</span></b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">. La Russia non beneficia in alcun modo della
disposizione dell’Europa verso l’escalation del confronto, fino a rappresentare
una minaccia militare per il subcontinente e il mondo intero. In passato,
potevamo sognare che l’Europa ci avrebbe aiutato a rafforzare la sicurezza,
nonché nella modernizzazione politica ed economica. Invece, stanno minando la
sicurezza, quindi, <b>perché dovremmo copiare il sistema politico
disfunzionale e in deterioramento dell’Occidente?</b> Abbiamo davvero bisogno
di questi nuovi valori che hanno adottato? </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Dovremo
limitare l’espansione rifiutando di cooperare all’interno di un sistema in
erosione. Ci auguriamo che, prendendo una posizione ferma e lasciando i nostri
vicini della civiltà dell’Occidente a se stessi, li aiuteremo davvero. Le élite
potrebbero tornare a una politica meno suicida, che sarebbe più sicura per
tutti. Ovviamente, dobbiamo essere intelligenti nel toglierci dall’equazione e
assicurarci di ridurre al minimo i danni collaterali che inevitabilmente il
sistema fallimentare causerà. Ma mantenerlo nella sua forma attuale è
semplicemente pericoloso. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Politiche per la Russia di domani</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Mentre l’ordine
globale esistente continua a sgretolarsi, sembra che la via più prudente per la
Russia sarebbe quella di restare fuori il più a lungo possibile – mettersi al
riparo tra le mura della sua <i>“fortezza neo-isolazionista”</i> e
occuparsi di questioni interne. <b>Ma questa volta, la storia ci chiede di
agire. </b>Molti dei miei suggerimenti riguardo all’approccio di politica
estera, che ho chiamato provvisoriamente <i>“distruzione costruttiva”</i>,
emergono naturalmente dall’analisi presentata sopra. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Non c’è bisogno
di interferire o cercare di influenzare le dinamiche interne dell’Occidente, le
cui élite sono abbastanza disperate da iniziare una nuova guerra fredda contro
la Russia. Quello che invece dovremmo fare è utilizzare vari strumenti di
politica estera, compresi quelli militari, per stabilire alcune linee
rosse. Nel frattempo, </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">mentre il sistema occidentale continua a
orientarsi verso il degrado morale, politico ed economico, le potenze non
occidentali (con la Russia come attore principale) vedranno inevitabilmente
rafforzarsi le loro posizioni geopolitiche, geoeconomiche e
geoideologiche. </b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I nostri
partner occidentali, prevedibilmente, cercano di soffocare le richieste della
Russia di garanzie di sicurezza e di sfruttare il processo diplomatico in corso
per prolungare la durata delle proprie istituzioni. Non c’è bisogno di
rinunciare al dialogo o alla cooperazione in materia di commercio, politica, cultura,
istruzione e sanità, ogniqualvolta sia utile. Ma dobbiamo anche usare il tempo
che abbiamo per aumentare la pressione politico-militare, psicologica e persino
tecnico-militare – non tanto sull’Ucraina, il cui popolo è stato trasformato in
carne da cannone per una nuova Guerra Fredda – ma sull’Occidente collettivo,
per costringerlo a cambiare idea e a fare un passo indietro rispetto alle
politiche che ha perseguito negli ultimi decenni. Non c’è nulla da temere per
l’escalation del confronto: abbiamo visto crescere le tensioni anche mentre la
Russia cercava di placare il mondo occidentale. Quello che dovremmo fare è
prepararci a un più forte respingimento da parte dell’Occidente; inoltre, la
Russia dovrebbe essere in grado di offrire al mondo un’alternativa a lungo
termine: un nuovo quadro politico basato sulla pace e sulla cooperazione. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’Occidente può tentare di intimidirci con sanzioni devastanti, ma anche
noi siamo in grado di scoraggiare l’Occidente con la nostra minaccia di una
risposta asimmetrica, che paralizzerebbe le economie occidentali e
sconvolgerebbe intere società.</span></i></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Naturalmente, è
utile ricordare di tanto in tanto ai nostri partner che esiste un’alternativa
reciprocamente vantaggiosa a tutto ciò. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Se la Russia
metterà in atto politiche ragionevoli ma decise (anche a livello nazionale),
supererà con successo (e in modo relativamente pacifico) l’ultima ondata di
ostilità occidentale. Come ho scritto prima, abbiamo buone possibilità di
vincere questa Guerra Fredda. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Ciò che ispira
l’ottimismo è anche il passato della Russia: siamo riusciti più di una volta a
domare le ambizioni imperiali delle potenze straniere – per il nostro bene e
per il bene dell’umanità nel suo insieme. La Russia è stata in grado di
trasformare aspiranti imperi in vicini addomesticati e relativamente innocui:
la Svezia dopo la battaglia di Poltava, la Francia dopo Borodino, la Germania
dopo Stalingrado e Berlino. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Possiamo
trovare uno slogan per la nuova politica russa nei confronti dell’Occidente in
un verso di “Gli Sciti” di <b>Alexander Blok,</b> una poesia
brillante che sembra particolarmente attuale oggi: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">“Vieni con noi, allora! Lascia la guerra e gli allarmi della guerra, / E
afferra la mano della pace e dell’amicizia. / Finché c’è ancora tempo,
compagni, abbassate le braccia! / Uniamoci in vera fraternità!”</span></i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nel tentativo
di sanare le nostre relazioni con l’Occidente (anche se ciò richiede una
medicina amara), dobbiamo ricordare che, sebbene culturalmente vicino a noi, il
mondo occidentale sta finendo il tempo – da due decenni. È essenzialmente in
modalità di controllo dei danni, cercando la cooperazione quando possibile. Le
vere prospettive e sfide del nostro presente e futuro risiedono nell’Est e nel
Sud. Prendere una linea più dura con le nazioni occidentali non deve distrarre
la Russia dal mantenere il suo perno verso Est. E abbiamo visto rallentare
questo perno negli ultimi due o tre anni, specialmente quando si tratta di
sviluppare territori al di là dei Monti Urali. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non dobbiamo permettere che l’Ucraina diventi una minaccia alla sicurezza
della Russia.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Detto questo, sarebbe controproducente spendervi troppe risorse
amministrative e politiche (per non dire economiche). La Russia deve imparare a
gestire attivamente questa situazione instabile, a mantenerla entro i limiti. <b>La
maggior parte dell’Ucraina è stata sterilizzata dalla propria élite
antinazionale, corrotta dall’Occidente e infettata dal patogeno del
nazionalismo militante. </b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sarebbe molto
più efficace investire in Oriente, nello sviluppo della Siberia. Creando condizioni
di lavoro e di vita favorevoli, attireremo non solo cittadini russi, ma anche
persone provenienti da altre parti dell’ex impero russo, compresi gli
ucraini. Questi ultimi, storicamente, hanno contribuito moltissimo allo
sviluppo della Siberia. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Consentitemi di
ribadire un punto dei miei altri articoli: è stata l’incorporazione della
Siberia sotto </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Ivan il Terribile</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> che ha reso la Russia una
grande potenza, non l’adesione dell’Ucraina sotto </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Aleksey Mikhaylovich</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">,
noto con il soprannome di “il più pacifico”. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> È giunto il
momento di smetterla di ripetere l’affermazione falsa e così sorprendentemente
polacca di</span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;"> Zbigniew Brzezinski</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> secondo cui la Russia non può
essere una grande potenza senza l’Ucraina. Il contrario è molto più vicino alla
verità: la Russia non può essere una grande potenza quando è gravata da
un’Ucraina sempre più ingombrante, un’entità politica creata da </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Lenin</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> che
in seguito si espanse verso Ovest sotto </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Stalin</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il percorso più promettente per la Russia è lo sviluppo e il rafforzamento
dei legami con la Cina. </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Una partnership con Pechino moltiplicherà molte volte il potenziale di
entrambi i paesi. Se l’Occidente continua con le sue politiche amaramente
ostili, non sarebbe irragionevole considerare un’alleanza temporanea di difesa
di cinque anni con la Cina. Naturalmente bisogna anche stare attenti a non
avere le ‘vertigini del successo’ sulla via cinese, per non tornare al modello
medievale del Regno di Mezzo della Cina, cresciuto trasformando i suoi vicini
in vassalli. Dovremmo aiutare Pechino in ogni modo possibile per evitare che
subisca una sconfitta anche momentanea nella nuova Guerra Fredda scatenata
dall’Occidente. Quella sconfitta indebolirebbe anche noi. Inoltre, <b>sappiamo
fin troppo bene in cosa si trasforma l’Occidente quando pensa di vincere. </b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Chiaramente,
una politica orientata verso Est non deve concentrarsi esclusivamente sulla
Cina. Sia l’Est che il Sud sono in aumento nella politica, nell’economia e
nella cultura globali, il che è in parte dovuto al nostro indebolimento della
superiorità militare dell’Occidente, la fonte primaria dei suoi 500 anni di
egemonia. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Quando arriverà
il momento di stabilire un nuovo sistema di sicurezza europeo che sostituisca
quello esistente pericolosamente obsoleto, lo si dovrà fare nel quadro di un
più grande progetto eurasiatico. Nulla di utile può nascere dal vecchio sistema
euro-atlantico. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">È evidente che
il successo richiede lo sviluppo e la modernizzazione del potenziale economico,
tecnologico e scientifico del paese, tutti pilastri della potenza militare di
un paese, che rimane la spina dorsale della sovranità e della sicurezza di
qualsiasi nazione. </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">La Russia non può avere successo senza migliorare la
qualità della vita per la maggior parte della sua popolazione: questo include
prosperità generale, assistenza sanitaria, istruzione e ambiente. </b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La restrizione
delle libertà politiche, inevitabile di fronte all’Occidente collettivo, non
deve in alcun modo estendersi alla sfera intellettuale. Questo è difficile, ma
realizzabile. Per la parte della popolazione talentuosa e creativa che è pronta
a servire il proprio paese, <b>dobbiamo preservare quanta più libertà
intellettuale possibile</b>. Lo sviluppo scientifico attraverso le <i>“sharashka”</i> in
stile sovietico (laboratori di ricerca e sviluppo che operavano all’interno del
sistema dei campi di lavoro sovietici) non è qualcosa che funzionerebbe nel
mondo moderno. La libertà accresce i talenti del popolo russo e l’inventiva
scorre nel nostro sangue. Anche in politica estera, la libertà dai vincoli
ideologici di cui godiamo ci offre enormi vantaggi rispetto ai nostri vicini
più chiusi. La storia ci insegna che <b>la brutale restrizione della
libertà di pensiero, imposta dal regime comunista al suo popolo, ha portato
l’Unione Sovietica alla rovina. La conservazione della libertà personale è una
condizione essenziale per lo sviluppo di qualsiasi nazione. </b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Se vogliamo crescere come società ed essere vittoriosi, è assolutamente
vitale che sviluppiamo una spina dorsale spirituale: un’idea nazionale,
un’ideologia che unisca e illumini la strada da seguire.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> È una verità fondamentale che le
grandi nazioni non possono essere veramente grandi senza una tale idea al
centro. Questo fa parte della tragedia che ci è accaduta negli anni ’70 e
’80. Si spera che la resistenza delle élite dominanti al progresso di una nuova
ideologia, radicata nei dolori dell’era comunista, stia cominciando a
svanire. Il discorso di <b>Vladimir Putin</b> alla riunione annuale
dell’ottobre 2021 del Valdai Discussion Club è stato un potente segnale
rassicurante al riguardo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come il numero
sempre crescente di filosofi e autori russi, ho avanzato la mia visione dell’<i>“idea
russa”</i>. (Mi scuso per aver
dovuto fare nuovamente riferimento alle mie pubblicazioni: è un inevitabile
effetto collaterale di dover attenersi al formato). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Domande per il futuro</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E ora
discutiamo di un aspetto significativo, ma per lo più trascurato, della nuova
politica che deve essere affrontato. Dobbiamo respingere e riformare il
fondamento ideologico obsoleto e spesso dannoso delle nostre scienze sociali e
della vita pubblica, affinché questa nuova politica venga attuata e possa avere
una possibilità di successo. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Questo non
significa che dobbiamo respingere ancora una volta i progressi nelle scienze
politiche, nell’economia e negli affari esteri dei nostri predecessori. I
bolscevichi hanno cercato di scaricare le idee sociali della Russia zarista –
tutti sanno come è andata a finire. Abbiamo rifiutato il marxismo e ne siamo
stati felici. Ora, stufi di altri principi, ci rendiamo conto che eravamo
troppo impazienti. </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Marx, Engels e Lenin</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> avevano idee solide nella
loro teoria dell’imperialismo che potremmo usare. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Le scienze
sociali, che studiano i modi della vita pubblica e privata, devono tener conto
del contesto nazionale, per quanto inclusivo voglia apparire. Deriva dalla
storia nazionale e, in definitiva, ha lo scopo di aiutare le nazioni, il loro
governo e le élite. L’applicazione insensata di soluzioni valide in un paese ad
un altro, sono inutili e creano solo abomini. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dobbiamo iniziare a lavorare per l’indipendenza intellettuale dopo aver
raggiunto la sicurezza militare e la sovranità politica ed economica.</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Nel nuovo mondo, è obbligatorio
raggiungere lo sviluppo ed esercitare influenza. <b>Mikhail Remizov</b>,
un importante politologo russo, è stato il primo, per quanto ne so, a chiamare
questa<b><i> “decolonizzazione intellettuale”.</i></b> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Dopo aver
trascorso decenni all’ombra del marxismo importato, abbiamo iniziato una
transizione verso un’altra ideologia straniera di democrazia liberale
nell’economia e nelle scienze politiche e, in una certa misura, anche nella
politica estera e nella difesa. Questo fascino non ci ha fatto bene: abbiamo
perso terra, tecnologia e persone. A metà degli anni 2000, abbiamo iniziato ad
esercitare la nostra sovranità, ma abbiamo dovuto fare affidamento sui nostri
istinti piuttosto che su chiari principi scientifici e ideologici nazionali (di
nuovo – non può essere altro). </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(234, 251, 252); line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><i><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non abbiamo ancora il coraggio di riconoscere che la visione del mondo
scientifica e ideologica che abbiamo avuto negli ultimi quaranta-cinquant’anni
è obsoleta, era destinata a servire le élite straniere.</span></i></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per illustrare
questo punto, ecco alcune domande scelte a caso dalla mia lunghissima
lista. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Inizierò con
questioni esistenziali, puramente filosofiche. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Cosa viene prima negli esseri umani, lo spirito o la materia?<br />
E nel senso politico più banale, cosa guida le persone e gli stati nel mondo
moderno? </span></b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Per i comunisti
marxisti e liberali, la risposta è l’economia. Ricordiamo bene che fino a poco
tempo fa il famoso </span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">“È l’economia, bellezza” </i><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">di</span><i style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;"> </i><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;"> Bill
Clinton</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">, si pensava fosse un assioma. Ma le persone cercano qualcosa di più
grande quando il bisogno fondamentale di cibo è soddisfatto. </span><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Amore per la loro famiglia, la loro patria, desiderio di dignità nazionale,
libertà personali, potere e fama. </span></b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">La gerarchia dei bisogni ci è ben nota da quando <b>Maslow</b> la
introdusse negli anni ’40 e ’50 nella sua famosa piramide. Il capitalismo
moderno, tuttavia, lo ha distorto, costringendo il consumo in continua
espansione attraverso i media tradizionali all’inizio e le reti digitali
onnicomprensive in seguito, per ricchi e poveri, ciascuno secondo le proprie
capacità. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Cosa possiamo
fare quando il capitalismo moderno, privato di fondamenti morali o religiosi,
incita al consumo illimitato, abbattendo i confini morali e geografici ed entra
in conflitto con la natura, minacciando l’esistenza stessa della nostra
specie? Noi russi capiamo meglio di chiunque altro che </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">tentare di
sbarazzarsi di imprenditori e capitalisti spinti dal desiderio di costruire
ricchezza, avrà conseguenze disastrose per la società e l’ambiente</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> (il
modello di economia socialista non era esattamente rispettoso
dell’ambiente). </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Cosa fare con gli ultimi valori del rifiuto della storia, della patria, del
genere e delle convinzioni, così come dei movimenti LGBT aggressivi e
ultrafemministi? </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rispetto il diritto di seguirli, ma penso che siano <b>post-umanisti</b>. Dovremmo
trattare questo solo come un altro stadio dell’evoluzione sociale? Non
credo. Dovremmo cercare di scongiurarlo, limitarne la diffusione e aspettare
che la società sopravviva a questa epidemia morale? O dovremmo combatterlo
attivamente, guidando la maggioranza dell’umanità che aderisce ai cosiddetti
valori “conservatori” o, per dirla semplicemente, ai normali valori
umani? Dovremmo entrare nella lotta intensificando un confronto già pericoloso
con le élite occidentali? </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Lo sviluppo
tecnologico e l’aumento della produttività del lavoro hanno contribuito a
sfamare la maggior parte delle persone, ma il mondo stesso è scivolato
nell’anarchia e molti principi guida sono andati perduti a livello globale. I
problemi della sicurezza, forse, stanno nuovamente prevalendo sull’economia.
Gli strumenti militari e la volontà politica potrebbero prendere il comando
d’ora in poi. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Che cos’è la
deterrenza militare nel mondo moderno? È una minaccia causare danni alle
risorse nazionali e individuali o alle risorse estere e alle infrastrutture
dell’informazione a cui le élite occidentali di oggi sono così strettamente
legate? Che ne sarà del mondo occidentale se questa infrastruttura verrà
demolita? </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">E una domanda
correlata: qual è la parità strategica di cui parliamo ancora oggi? È una
sciocchezza straniera scelta dai leader sovietici che hanno risucchiato il loro
popolo in una corsa agli armamenti estenuante, a causa del loro complesso di
inferiorità e della sindrome del 22 giugno 1941? Sembra che stiamo già
rispondendo a questa domanda, anche se continuiamo a sfornare discorsi
sull’uguaglianza e sulle misure simmetriche. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">E qual è questo
controllo degli armamenti che molti ritengono strumentale? È un tentativo di
frenare la costosa corsa agli armamenti vantaggiosa per l’economia più ricca,
di limitare il rischio di ostilità o qualcosa di più: uno strumento per
legittimare la corsa, lo sviluppo delle armi e il processo di programmi non
necessari sul tuo avversario? Non c’è una risposta ovvia a questo. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Ma torniamo
alle domande più esistenziali. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">La democrazia è
davvero l’apice dello sviluppo politico? O è solo un altro strumento che aiuta
le élite a controllare la società, se non stiamo parlando della pura democrazia
di </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Aristotele</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> (che ha anche alcuni limiti)? Ci sono molti
strumenti che vanno e vengono man mano che la società e le condizioni
cambiano. A volte li abbandoniamo solo per riportarli indietro quando è il
momento giusto e c’è una richiesta esterna e interna. Non sto chiedendo un
autoritarismo illimitato o una monarchia. Penso che abbiamo già esagerato con
la centralizzazione, soprattutto a livello di governo municipale. Ma se questo
è solo uno strumento, non dovremmo smettere di fingere di lottare per la
democrazia e metterlo in chiaro: vogliamo le libertà personali, una società
prospera, la sicurezza e la dignità nazionale? Ma come giustifichiamo il potere
al popolo allora? </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lo Stato è
davvero destinato a morire, come credevano i marxisti e i globalisti liberali,
che sognano alleanze tra corporazioni transnazionali, ONG internazionali (entrambe
sono state nazionalizzate e privatizzate) e organismi politici
sovranazionali? Vedremo per quanto tempo l’UE potrà sopravvivere nella sua
forma attuale. Si noti che non voglio dire che non c’è motivo di unire gli
sforzi nazionali per il bene superiore, come l’abbattimento di costose barriere
doganali o l’introduzione di politiche ambientali congiunte. O non è meglio
concentrarsi sullo sviluppo del proprio stato e sul sostegno dei vicini,
ignorando i problemi globali creati da altri? Non ci daranno fastidio se ci
comportiamo in questo modo? </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Qual è il ruolo
della terra e dei territori? È una risorsa in diminuzione, un peso come si
credeva solo di recente tra gli scienziati politici? O il più grande tesoro
nazionale, soprattutto di fronte alla crisi ambientale, ai cambiamenti
climatici, al crescente deficit di acqua e cibo in alcune regioni e alla totale
mancanza in altre? </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Cosa dovremmo
fare allora con centinaia di milioni di pakistani, indiani, arabi e altri le
cui terre potrebbero presto essere inabitabili? Dovremmo invitarli ora come
hanno iniziato a fare gli Stati Uniti e l’Europa negli anni ’60, attirando i
migranti per abbassare il costo del lavoro locale e minare i sindacati? O
dovremmo prepararci a difendere i nostri territori dagli estranei? In tal caso,
dovremmo abbandonare ogni speranza di sviluppare la democrazia, come mostra
l’esperienza di Israele con la sua popolazione araba. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Lo sviluppo
della robotica, che è attualmente in uno stato pietoso, aiuterebbe a compensare
la mancanza di forza lavoro e a rendere nuovamente vivibili quei
territori? Qual è il ruolo degli indigeni russi nel nostro paese, considerando
che il loro numero continuerà inevitabilmente a ridursi? Dato che i russi sono
stati storicamente un popolo aperto, le prospettive potrebbero essere
ottimistiche. Ma finora non è chiaro. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Posso andare
avanti all’infinito, soprattutto quando si tratta di economia. Queste domande
devono essere poste ed è fondamentale trovare risposte il prima possibile per
crescere ed uscirne vincitori. <b>La Russia ha bisogno di una nuova economia
politica, libera dai dogmi marxisti e liberali, ma qualcosa di più dell’attuale
pragmatismo su cui si basa la nostra politica estera.</b> Deve includere un
idealismo orientato al futuro, una nuova ideologia russa che incorpori la
nostra storia e le nostre tradizioni filosofiche. Questo fa eco alle idee
avanzate dall’accademico <b><a href="https://globalaffairs.ru/authors/pavel-czygankov/" target="_blank"><span style="color: #69a0d6;">Pavel Tsygankov</span></a> </b>. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Credo che
questo sia l’obiettivo finale di tutte le nostre ricerche in materia di affari
esteri, scienze politiche, economia e filosofia. Questo compito è più che
difficile. Possiamo continuare a contribuire alla nostra società e al nostro
paese solo rompendo i nostri vecchi schemi di pensiero. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Ma per concludere
con una nota ottimistica, ecco un pensiero umoristico: non è tempo di
riconoscere che l’argomento dei nostri studi – affari esteri, politiche interne
ed economia – è il risultato di un processo creativo che coinvolge masse e
leader allo stesso modo? </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Riconoscere che è, in un certo senso, arte? </span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In larga misura, sfida ogni
spiegazione e deriva dall’intuizione e dal talento. E quindi siamo come esperti
d’arte: ne parliamo, individuiamo tendenze e insegniamo agli artisti – alle
masse e ai leader – la storia, che è loro utile. Spesso ci perdiamo nel
teorico, però, inventando idee avulse dalla realtà o distorcendola
concentrandoci su frammenti separati. </span><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">A volte
facciamo la storia: pensate a </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Evgeny Primakov</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;"> o a </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; letter-spacing: 0.45pt;">Henry
Kissinger</b><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">. Ma direi che non gli importava quali approcci di questa storia
dell’arte rappresentassero. Hanno attinto alla loro conoscenza, esperienza
personale, principi morali e intuizione. Mi piace l’idea di essere una specie
di esperti d’arte e credo che possa rendere un po’ più facile lo scoraggiante
compito di rivedere i dogmi <b>"</b></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Si ringrazia il Professor Sergej Karaganov per il bel saggio, la rivista on line <i>Russia in</i> <i>Global Affairs</i> che lo ha pubblicato per la prima volta in assoluto e il sito <i>Libero</i> <i>Pensare</i> per averlo reso pubblico in Italia.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="text-align: center;"><span face="Arial, "sans-serif"" style="letter-spacing: 0.45pt;">Marika Guerrini<i> </i></span></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; text-align: justify;">Note</p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;">* </span><a href="https://liberopensare.com/la-nuova-politica-estera-della-russia-la-dottrina-putin/" style="text-align: left;">https://liberopensare.com/la-nuova-politica-estera-della-russia-la-dottrina-putin/</a> </p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;">Traduzione dell'articolo di Diana Albanelli per </span><i style="font-family: arial; font-size: small;">Libero Pensare</i></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;">immagine : Andrej Rublev (1360-1430), La Trinità, icona . Monastero del Salvatore- Mosca<br /></span></p>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-9715732281117678842022-02-12T21:51:00.000+01:002022-02-12T21:51:03.541+01:00Afghanistan: dove i veri anticristiani?<p><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"><span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhaxdqMbeFTDqpTT4eHiIPSa6kPOuTOpkB6_FGYwS8Y3wToNVjzxi0V-daWDEhOq188FxHxIz-qTofD5_fW0z5-cXxCe7juSNEtx-URb32fV3edqy397pklrkHVBrM-vIRQonkA4QmpwZs1oZiXPKA9BUgiQ301JKhrZUnbpdg1qVL4I7HnpKm28CsiKA=s500" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="500" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhaxdqMbeFTDqpTT4eHiIPSa6kPOuTOpkB6_FGYwS8Y3wToNVjzxi0V-daWDEhOq188FxHxIz-qTofD5_fW0z5-cXxCe7juSNEtx-URb32fV3edqy397pklrkHVBrM-vIRQonkA4QmpwZs1oZiXPKA9BUgiQ301JKhrZUnbpdg1qVL4I7HnpKm28CsiKA=s320" width="320" /></a></span></span></div><span style="font-family: arial; font-size: large; text-align: justify;"><span><br />"... </span><i><span>c'è un'antica leggenda, così tanto antica da far incontrare nel contenuto due mondi geograficamente lontani, se pur uniti nella storia che fu, il mondo dei nativi americani e delle genti che vivevano in terra poi afghana millenni or sono...dice così: soffierò nel cavo della canna per ricordare al passero della neve quello che è stato, e che forse sarà ancora, se Dio vorrà.</span></i><span>"</span><span>*</span></span><span style="font-family: arial; text-align: justify;"><span style="font-size: xx-small;">(1)</span><span style="font-size: medium;"> </span></span><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Già, se Dio vorrà. Ma il mondo permetterà al volere di Dio di agire? E il singolo uomo in esso, si sarà liberato delle sue stesse scorie sì da permettere al mondo di permettere a Dio?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span><span style="font-family: arial;">Al termine della Prima Mondiale (1914-1918) fu pensiero comune che si fosse attraversato il più spaventoso evento della storia umana, che l'uomo avesse toccato il fondo della civiltà. Fu pensiero comune che l'uomo avesse dimenticato tutti i principi di civilizzazione conquistati nei secoli. Ancora oggi, malgrado la Seconda Guerra Mondiale</span><span style="font-family: arial;"> (1939-1945), questo pensiero non è cambiato, la Prima è stata e resta la Grande Guerra, per l'Italia in particolar modo. Eppure la lotta che attualmente si sta combattendo supera di gran lunga la Grande Guerra. Tutti gli impulsi e le forze che sono fluiti nel tempo anche a merito dei mondiali giorni belligeranti, a merito del dolore da essi scaturito e incisosi nell'umano Dna, se così si può dire, sembrano svaniti nel nulla. La vita sembra aver perso, si spera solo dimenticato, tutti quegli elementi superiori che la rendono degna d'essere vissuta. Arte, Religione, Diritto, Costume, Scienza, Storia e così via, da intendersi nelle pure accezioni, vengono di fatto considerati una specie di fumo che sale da un'unica vera realtà: l'economia, la produzione economica. In quest'ottica tutto quel che si discosta dal pensiero della materia e si riflette nell'animo umano proveniente dalla profondità dell'individuo e relativo a qualcosa che trascende l'individuo stesso pur nella sua immanenza, viene pensato quale ideologia, parola</span></span><span style="font-family: arial;"> oggi interpretabile secondo il significato espresso dalla parola sanscrita: </span><i style="font-family: arial;">maja</i><span style="font-family: arial;">,</span><i style="font-family: arial;"> </i><span style="font-family: arial;">che in traduzione corrisponde alla parola</span><i style="font-family: arial;"> </i><span style="font-family: arial;">illusione. In sintesi se</span><span style="font-family: arial;"> ne deduce che la maggior parte dell'umanità occidentale oggi pensa con la parola ideologia, vale a dire illusione, tutto ciò che l'umanità orientale, malgrado l'avanzata meccanicizzazione, pensa con la parola realtà, e viceversa. Per l'orientale, infatti, la contingenza materiale è illusoria mentre quel che trascende la materia è reale. Ma perché stiamo così ragionando?</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La risposta è immediata poiché quel che sta accadendo è frutto di una lotta tra oriente e occidente, tra Asia, Europa e America ed è una lotta ben più potente delle trascorse mondiali. A questo punto però necessita una precisazione sì che il lettore non si confonda. Quando qui si parla di oriente ci si riferisce agli impulsi profondi e immateriali che hanno albergato, e in parte albergano, nelle genti di quei luoghi, il che non vuol dire necessariamente collocabili fisicamente in quei luoghi, ci si riferisce alle linee guida che giungono dal sottile moto evolutivo dell'Umanità, distinto e distinguibile anche geograficamente, ma non sempre. Ad esempio prendiamo la Cina. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Quella terra dell'estremo oriente, pur se ivi collocata ha da sempre avuto una caratteristica: l'immanentismo confuciano il che avvicina la Cina al <i>modus</i> <i>vivendi</i> che sta attraversando l'occidente, in esso l'estremo occidente ancor più, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Non è un caso, infatti, e qui un altro esempio a proposito della situazione epidemica che si è attraversata e dei suoi strascichi, che l'azione sia stata architettata da due paesi, Stati Uniti d'America e Cina, appunto, simili secondo la credenza di cui sopra: il Dio materia di cui l'aspetto economico detiene il vessillo. A questo pensiero-materia-divinità che tende a strumentalizzare l'Umanità a favore di se stesso, seguono una miriade di qualità negative caratterizzanti, tra esse vi è l'ipocrisia, ovvero la simulazione, consapevole o inconsapevole che sia, della bontà. E' questa novella divinità che, pur se da tempo muove molte cose nel mondo, ad occhio attento risulta, oggi, estremamente presente, cosa dovuta a quel che si diceva all'inizio a proposito della Grande Guerra, la perdita di molti principi di civilizzazione conquistati nei secoli e ritenuti poi <i>maja</i>. Tragico, nonché palese effetto di questa novella divinità, è la terra</span><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> d'Afghanistan, la sua distruzione non soltanto fisica, ma sociale, esistenziale, morale, culturale, eccetera eccetera.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Quella terra arsa e fertile, ricca e povera, quella terra un tempo brulicante di vita comunque fino a vent'anni or sono. Quella terra che, se pur, dall'ottava decade dello scorso secolo, abbia attraversato periodi di alti e bassi, occupazione e liberazione, sia stata guidata da governi fantoccio e da un solo governo legittimo, quella terra, comunque ora, e da oltre vent'anni, è attraversata da sentieri di povertà e morte giunti da occidente, quello estremo ancor più. Così l'Afghanistan si è fatto emblema di questi nostri tempi. Indirizzare lo sguardo su di esso, posarlo sulla tragicità delle vicissitudini che ha attraversato, che attraversa, posarlo sugli inganni di cui è stato fatto ventre, di cui continua ad essere ventre, posarlo sulle sue genti, sui volti dei bambini, risulta essere di estremo dolore.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">E allora, oggi, quando ci si trova dinanzi agli sguardi dei piccoli afghani proiettati sullo schermo da Save the Children, a richiamo e sprone di un aiuto umanitario. Quando ci si trova a scorrere su quotidiani quale "L'Avvenire"*</span><span style="font-family: arial; font-size: xx-small;">2 </span><span style="font-family: arial; font-size: medium;">un'analisi della <i>World Watch List 2022, </i>con<i> </i>rapporto curato dall'organizzazione "Open Doors" e riportato quale accusa al paese orientale dall'autore dell'articolo con queste parole: "<i>L'Afghanistan rilancia le persecuzioni cristiane" </i>e ancora: "<i>Afghanistan maglia nera tra i paesi anticristiani"</i> e ancora: "<i>Afghanistan oggi il paese più pericoloso al mondo per i cristiani</i>". O quando si realizza che in questa nostra Italia viene affidato il Comando delle Forze Armate a chi, ad Heràt, ha dato ordine di bombardare inermi civili afghani. Oppure quando ci si imbatte nella decisione della Rai di appoggiare la campagna umanitaria dell'UNHCR "Emergenza Afghanistan: non lasciamoli soli". O ancora quando si continuano ad ostentare donne coperte dai burqa pur sapendo che una sola etnia lo indossa, quella dei talebani, appunto. I talebani ideati, voluti, costruiti, addestrati e sguinzagliati dagli Stati Uniti d'America con immediato beneplacito britannico e complicità saudita, di poi complicità di gran parte d'occidente paesi Nato, prima e dopo l'opportuno assassinio di Ahmad Shah Massoud. Quando ci si trova dinanzi a questo e moltissimo altro di ugual genere, quel che immaginativamente si vede è un volteggiare d'avvoltoio su prede sacrificali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Dov'erano tutti questi signori ora preoccupati per l'Afghanistan quando sin da quel 2001 veniva loro segnalata la drammatica condizione con evidente potenzialità tragica, come sarebbe stato ed è, in cui versava quella terra e le sue genti? Dove volsero e continuarono a volgere lo sguardo mentre bombe, con involucri gialli, gli stessi dei viveri, piovevano su quella terra e bambini saltavano in aria nella speranza di placare la fame? Dov'erano quando non talebani, ma agenti segreti guidati da occidente fecero saltare in aria i Buddha di Bamiyan con i loro millenni di storia? Dove questi signori posarono allora lo sguardo allontanandolo e nascondendo la verità? Dove? Chi scrive può ben asserire con diretta cognizione di causa questa ipocrisia, avendo ricevuto, lungo venti anni, centinaia di risposte indifferenti, quando non negative, circa la vera realtà afghana. Diretta cognizione scevra da qualsivoglia campanilismo o schieramento politico, solo per amore di quella terra incontrata e per amore di verità storica. Dov'erano questi, attivi o compiacenti che siano stati, signori occidentali della guerra? Immane ipocrisia ad ammantare il tutto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">"</span><i style="font-family: arial; font-size: large;">... c'è tanta polvere ora dove c'era una volta l'Afghanistan...C'è tanta polvere ovunque. </i><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Torneranno a zampillare le fontane? </span><span style="font-family: arial;">I cavalli selvaggi torneranno al galoppo? Ancora risplenderà il verde degli smeraldi? Tornerà a fiorire il tappeto erboso del tulipano? Tornerà la primavera o non sarà solo sogno?</span></span></i><i style="font-family: arial; font-size: large;"><span> Indiscussa certezza di Dio... Tornerà.</span></i><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">"*</span><span style="font-size: xx-small;">(3)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ma il passero della neve tornerà a cantare?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: small;">Immagine: scatto di Baràt Alì Batoor - collezione privata.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: arial;">*</span><span style="font-family: arial;">(1)... </span><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini, <i>Afghanistan Passato e Presente,</i> (storia), ed. Jouvence, Milano 2014</span><span style="font-family: arial;">.<br /></span><span style="font-family: arial;">*</span><span style="font-family: arial;">(2).articolo di </span><span><span style="font-family: arial;">L. Liverani, su</span><span style="font-family: arial;">," L'Avvenire",</span></span><span><span style="font-family: arial;"> 19 gennaio 2022.</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><span><span style="font-family: arial;">*(3) Marika Guerrini, <i>Massoud l'Afghano il tulipano dell'Indhu Kush</i>, ed. Venexia, Roma 2005</span></span></span></div><p style="text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-74967609379842947872021-10-29T17:43:00.005+02:002022-02-14T17:31:36.836+01:00un periodo "sabbatico"<p style="text-align: center;"><i style="color: #666666; font-family: arial;"><span style="font-size: large;">al </span></i></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #666666; font-family: arial; font-size: large;"><i>lettore </i></span></p><p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyqf4_RTEXKO2XKYDaVpu4tAOJJBSqgTPaf2zfwRbi7iCCjJERf5Y-MHv9ro2YjZm_7H8OfEnI39Ohyphenhyphenmw1cYlTNVap3mhyphenhyphenqE6iYi8i0NMBYaxTeMSmS67QIMCUML4Z_gGcKABEH-LBoRK0/s4128/20210714_201010.jpg" style="font-family: arial; font-size: large; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4128" data-original-width="3096" height="537" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyqf4_RTEXKO2XKYDaVpu4tAOJJBSqgTPaf2zfwRbi7iCCjJERf5Y-MHv9ro2YjZm_7H8OfEnI39Ohyphenhyphenmw1cYlTNVap3mhyphenhyphenqE6iYi8i0NMBYaxTeMSmS67QIMCUML4Z_gGcKABEH-LBoRK0/w402-h537/20210714_201010.jpg" width="402" /></a></p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><span style="color: #666666;">alla luce di 363 articoli tracciati su varie sfaccettature dello scibile, ed in seguito a pensieri e concetti espressi in svariate forme più e più volte, occiriente ha deciso di concedersi un breve periodo, che ci piace ritenere sabbatico, sì da elaborare più giovani pensieri, più fresche riflessioni ed esaudire desideri. </span></i></div></span><p style="text-align: center;"><span style="color: #666666; font-family: arial; font-size: medium;"><i>A presto</i></span></p><p style="text-align: center;"><i style="color: #666666; font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">Marika Guerrini </span></i></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-53880757648397799122021-09-16T01:01:00.001+02:002021-09-16T01:01:29.405+02:00Afghanistan - donne di mondi in contrasto (seconda parte)<p> <span style="font-family: arial; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrzZhDSxk2QolIICjChatc6W4wOW-JKdlLAymn-D8EfAeMQqF69zCV8oMTsPqCK3HiqSw-516A298d2x-VztoRzyCfkXl9tlsI5xdyh45Ek5WlbTgURrXEwm-UjmBV80BPqtvkaXA-11xK/s500/018+12-39-05.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="332" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrzZhDSxk2QolIICjChatc6W4wOW-JKdlLAymn-D8EfAeMQqF69zCV8oMTsPqCK3HiqSw-516A298d2x-VztoRzyCfkXl9tlsI5xdyh45Ek5WlbTgURrXEwm-UjmBV80BPqtvkaXA-11xK/s320/018+12-39-05.jpg" width="212" /></a></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">... il colore nero non appartiene all'Afghanistan. E' il blu che gli appartiene in tutte le sue sfumate gradazioni. Da quello delle vette in lontananza a quello screziato d'oro del lapislazzulo, da quello del cielo a quello dei laghi di Band-e-Amir in cui si rispecchia la volta. E la sua terra è bianca, come il Dasht-e Margoh il grande deserto di sud-ovest.</span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il colore nero non appartiene all'Afghanistan. Gli giunge da ovest, dal suo vicino occidente. Il colore nero troneggia nei paesi costieri del Golfo, del Mare Arabico.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Al tempo del mio primo incontro con quella terra, dopo aver lasciato la corriera che mi aveva portato ad Héràt, nella mia prima passeggiata verso la piazza della Masjid-i-J</span><span style="color: #222222; font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;">ā</span></span><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">mi'</span><span style="color: #222222;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">, </span></span><span style="font-family: arial; font-size: medium;">la grande moschea, quel che mi venne incontro furono colori, furono le ampie gonne multicolori delle donne, i loro veli, colorati anch'essi, i volti fieri dallo sguardo sorridente, intelligente, e furono i burqa, sì, anche i burqa, che vedevo per la prima volta, quei burqa azzurri che, pur celando il volto dietro il ricamo d'una rete, le facevano regine. Per via della postura eretta, del passo calcante la terra. Sono vent'anni che non vedo più quel passo, né la postura eretta, se non di rado. No, il nero non appartiene all'Afghanistan.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il colore nero è arabo, di quell'Islam che invase quella terra oltre un millennio fa, ma non l'assoggettò mai. Il nero oggi viene a camuffare il perpetrarsi d'una menzogna, usata per invadere, conquistare, annientare una terra strategica ad uso geopolitico, una terra ricca d'ogni preziosa risorsa. Terra un tempo guerriera e fiera come le sue donne. Le stesse donne che l'occidente ha mostrato sempre e comunque in veli integrali, ora per di più neri. E' così che le vogliamo raccontare, velate da un Islam a loro estraneo fino a poco fa, storicamente pensando. Un Islam che, anche nei periodi bui della storia afghana, sempre presenti nella storia d'ogni Paese, non le aveva mai rese schiave, anche perché, non mi stancherò di ripeterlo, il burqa, pur se colorato, è sempre, da sempre, stato indossato dalle donne di etnia pashtun, soltanto, etnia di credo sunnita, la stessa a cui appartengono i taliban, originali o mercenari che siano. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">"I taliban non sono musulmani" nell'urlo di quella giovane donna dal volto scoperto, la verità. Lei ha inteso dire: non sono del credo islamico da noi conosciuto, osservato, non sono afghani. A completare il suo pensiero si può dire: se pur alcuni dovessero esserlo, sono traditori al soldo di chi li ha voluti lì negli anni '90, poi ancor dopo ed ancor oggi, a proseguire la distruzione di quel paese per i motivi geopolitici sopra accennati, non certo per la sbandierata civiltà prima, religione islamica ora. Due aspetti della stessa falsa medaglia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">A questo punto, la chiosa della pagina vuole tornare al femminile, al velo. </span><span style="font-family: arial; font-size: large;">Qualcuno giorni fa, a tal proposito mi ha chiesto: dovrebbe essere abolito?, No, ho risposto, decideranno loro, le donne afghane il momento opportuno, so che lo faranno, così come l'abbiamo fatto noi, donne mediterranee, luogo d'origine del velo femminile, sin dall'età classica, quando, nell'antica Roma, il velo indossato a coprire il capo delle donne, era simbolo di aristocrazia, quindi vietato alle schiave, mentre in medio Oriente e India, simbolo di rispetto verso il sacro. Poi lo scorrere del tempo, la trasformazione, la nostra cristianità mantiene il significato di rispetto verso il sacro nello svolgersi della liturgia, il senso è lo stesso per via della sommità del capo, punto ritenuto, da alcune religioni, di incontro con le forze superiori alla terra. Da qui la tradizione, il costume. Poi ancora il tempo e l'ulteriore trasformazione.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">L'occidente farebbe bene a farsi da parte, riflettere sul proprio tramonto. Ce lo indicano al femminile le donne afghane, che, e non nutro alcun dubbio, sono fondamentalmente più libere delle occidentali, queste ultime, malgrado l'apparenza, in gran parte, hanno perso il concetto di Donna con la D maiuscola, per farsi imitazione dell'essere maschile. Un fac-simile. Dimenticando la loro superiorità in molti campi della vita interiore ed esteriore. Le donne afghane, quando non inquinate da noi occidentali, ne sono consapevoli, per questo ce la faranno se le lasceremo libere di essere se stesse. Di camminare incontro alla loro trasformazione. Se lo vorranno. Quando.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"> Marika Guerrini</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: x-small;">immagine -vedi prima parte-</span></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-38218135171572039672021-09-14T21:59:00.001+02:002021-09-14T22:52:28.902+02:00Afghanistan - donne di mondi in contrasto (prima parte)<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-3aKFrwisvX4X81lnvSNIljbpw8sstyO0hQ6ilf-BfUUzUOZmkCh4PAXac4nfNcgKfz8ULYlZfnlBttySuoUx6bvXGOJ8yzBlhbqNontUqPfKCbAx5W29iEGCNYRZTTTwP_TfMBLtEoak/s500/018+12-39-05.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="332" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-3aKFrwisvX4X81lnvSNIljbpw8sstyO0hQ6ilf-BfUUzUOZmkCh4PAXac4nfNcgKfz8ULYlZfnlBttySuoUx6bvXGOJ8yzBlhbqNontUqPfKCbAx5W29iEGCNYRZTTTwP_TfMBLtEoak/s320/018+12-39-05.jpg" width="212" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;">... non me ne voglia il lettore se questa pagina non assolverà alla promessa di stilare la cronologia dell'Afghanistan, ma il continuo accavallarsi della cronaca con i suoi accadimenti, suggerisce altre priorità. Tra i tanti ne ho scelto uno, anzi due, ad emblema della cronaca stessa. Due momenti al femminile a raccontare un intero mondo volutamente sconosciuto ai più. Ma, proseguiamo.</span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">" i taliban non sono musulmani", questo l'urlo emesso a scomporre le labbra di un giovane volto di donna dai tratti sottili, incorniciati in un hijab d'un chiaro color pastello. Mentre fiamme proiettavano gli occhi e gesti di braccia accompagnavano rafforzando il suo urlo al mondo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ho udito quell'urlo, l'ho accolto, l'ho fatto risuonare zittendo in me ogni pensiero, ogni moto dell'animo, ed è allora che, immediato, m'è parso dicesse: ancora n</span><span style="font-family: arial; font-size: large;">on avete capito? Poi sono andata avanti. Con il pensiero. Con l'animo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Ad un giorno, forse due, non importa, un'altra immagine dallo schermo. E poiché la storia, nel farsi cronaca, oggi più che mai, spesso perde la sua purezza, l'obiettività, per vestirsi di menzogna, ecco la nuova immagine riportare una macchia nera, informe, come composta da corpi femminili in movimento. Corpi nascosti in tanti arabi niqab. Niqab che il narratore erroneamente chiamava burqa, ma che burqa non erano.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Una macchia nera che calpestava lo stesso suolo afghano della giovane donna dagli occhi fiammeggianti come di guerriero. Quella stessa terra afghana tornata agli onori della cronaca quotidiana, dopo vent'anni di sporadica presenza.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Donne in contrasto, si direbbe, ma non sarebbe la verità. Mondi in contrasto, questa la verità. (fine prima parte).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Marika Guerrini</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;">immagine </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;">scatto di Barat Alì Batoor (collezione privata)</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-small;"><br /></span></p>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-10085340088126010932021-08-17T17:25:00.000+02:002021-08-17T17:25:37.588+02:00Afghanistan: il vaso è colmo. Strariperà.... da articolo del 5 giugno 2021<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipjf1iPiQNMWZbtymMP3S-fEzCjsBB7J1ab-lEHPI4tju9NhtHGvoJGG6WHcNmtwvE8j6NPyZg9aJkkd8-0cVwm2uziWVB7sO-fkarfEi25dPuvf5ejErSafahhMpL-bPa3_LQsPajNgcg/s500/134+12-39-47.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="500" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipjf1iPiQNMWZbtymMP3S-fEzCjsBB7J1ab-lEHPI4tju9NhtHGvoJGG6WHcNmtwvE8j6NPyZg9aJkkd8-0cVwm2uziWVB7sO-fkarfEi25dPuvf5ejErSafahhMpL-bPa3_LQsPajNgcg/s320/134+12-39-47.jpg" width="320" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">... la pagina che segue riporta, in parte, un'altra mia pagina, quella del 5 giugno 2021, ascoltiamone uno stralcio:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> "...L'ha fatto George W. Bush nell'ottobre 2001, prima di J. Biden, quando tronò al mondo: <i>Andiamo a civilizzare i barbari, </i>e presero a bombardare l'Afghanistan, ora Biden, novello Presidente d'oltre oceano, con altrettanta enfasi, urla la retorica della: <i>Missione compiuta</i>, indicando il ritiro delle truppe dal Paese orientale.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ma il vaso è colmo e vuole straripare tutte le menzogne di quell'estremo occidente figlio d'Inghilterra che di barbarie se ne intende, non avendo mai elaborato la propria.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Vanno via le truppe, Nato, Coalizione Internazionale. E cosa hanno fatto in vent'anni se non portare distruzione e morte?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il Grande Gioco afghano non si è mai fermato, neppure ora. Ora più che mai.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'Afghanistan è distrutto, questa la verità. Si è mentito su tutto, si è sempre deviata l'attenzione su quel che si voleva consolidare in sordina, perché esplodesse al momento opportuno a motivare la presenza straniera e l'azione bellica di "aiuto" al popolo afghano contro il "terrorismo". Al-Qaeda, Taliban, Daesh, non fa differenza. Anzi la fa, i Taliban, voluti, costruiti ed armati dagli Stati Uniti nelle madrasse pakistane degli anni '90, non sono più quelli dell'inizio, ma mujaheddin, ovvero difensori della sovranità del paese. Il come riguarda la tradizione dell'Afghanistan, la sua propria storia e la sua sovranità da riconquistare. Ma il Grande Gioco ha impedito ed impedisce la verità e sempre accusa i Taliban. Intanto lì sono state fomentate le diatribe tra etnie, bombe a grappolo sono state lanciate a migliaia, l'uranio impoverito si respira ovunque, persino nel Dasht-i-Margo, il grande deserto a sud-ovest. L'economia, già misera per via della decennale occupazione sovietica, è stata impoverita in maniera esponenziale, gli afghani, nella loro miseria, hanno visto campi di cereali, venir requisiti e convertiti in campi di papaveri da oppio, campi di papavero da oppio spontanei, sono stati sottoposti a coltura intensiva. E mentre i bei fiori viola si trasformavano in polvere bianca all'interno di costruzioni, da noi occidente adibite a raffinerie prima inesistenti nel Paese, gli afghani vedevano morire i propri figli o finire ridotti a larve umane sotto i ponti. O partire per non tornare. Le forze di Coalizione hanno bombardato l'Afghanistan in ogni luogo, dalle feste matrimoniali agli ospedali, dalle scuole ai villaggi, bombardati direttamente ma, <i>per errore</i>, come sempre si è detto, dalle suddette forze, o lasciati luoghi saltare in aria con gente inerme compresi i bambini, per mano di terroristi al soldo d'occidente o dei suoi complici d'oriente usati all'uopo. Ma mai, proprio mai, è stato bombardato un solo campo di papavero, mai una sola raffineria è saltata in aria. Mai alcun errore si è verificato in tal senso. Mai in vent'anni.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Quali barbari sono stati civilizzati e quale missione è stata compiuta, Signori Presidenti di quell'incivile terra d'estremo Occidente? </span><span style="font-family: arial; font-size: large;">Il vaso è colmo. Non può che straripare. E strariperà. Non importa quando. Il tempo della Storia è lungo" </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Poi la pagina continua riportando la conferenza stampa del 1 giugno 2021, di Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato. Costui, a seguito della riunione del Consiglio Nord Atlantico sul piano di rafforzamento dell'unità nazionale, ovviamente americana, a proposito dell'Afghanistan così si esprime: </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">...<i> I ministri della Difesa si sono rivolti all'Afghanistan. Il ritiro delle nostre forze procede in modo ordinato e coordinato e in ogni fase la sicurezza del nostro personale rimane fondamentale. Stiamo finendo la nostra missione militare, ma non stiamo finendo il nostro sostegno agli afghani. Così oggi i ministri della Difesa hanno discusso la via da seguire. Continueremo la nostra presenza diplomatica civile a Kabul a fornire consulenza e sostegno allo sviluppo di capacità delle istituzioni di sicurezza afghane. Stiamo anche valutando come possiamo fornire istruzione e addestramento militare al di fuori dell'Afghanistan, incentrato sulle forze per operazioni speciali. E stiamo lavorando su come finanziare la fornitura, convenuto che questo sostegno continuo sia il modo migliore in cui tutti noi possiamo contribuire agli sforzi di pace in Afghanistan</i>...."</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La mia pagina del 5 giugno continua segnalando due interviste da me rilasciate sull'argomento, in contemporanea agli eventi di cui sopra. E chiude ripetendo: sì, il vaso è colmo, straripa e strariperà. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ora però, alla luce dei fatti e delle reazioni internazionali all'indiscutibile nonché evidente distruzione di quella terra e delle sue genti, c'è qualche altra cosa che ritengo doveroso, per uno storico nonché studioso di antropologia culturale e pedagogica, porre ai riflettori. Ho udito di tutto, alcune voci, molto rare, hanno provato a dare una qualche visione storica passata, moderna e contemporanea, sì che si comprendesse il presente, si comprendessero i perché, ma ahimè l'informazione si è arrestata alla contemporaneità, praticamente sempre, e quando è andata indietro molti sono stati gli errori. Così il popolo afghano, tale voluto da un grande Re all'inizio dello scorso secolo, ha continuato a mostrarsi al mondo quale mandria mai civilizzata. Avallando uno dei motivi da cui l'urlo di Bush a proposito dei barbari. Dispiace dirlo, ma questo è dovuto ad ignoranza storica e ideologia fuori luogo. Mi astengo, per eleganza, dal fare nomi di giornalisti, conduttori e trasmissioni, che mi sono presa la briga di seguire ovunque, fosse web, radio o televisione. Ma questo è. L'Afghanistan è stata una culla di tesori, il più delle volte nascosto dietro altri nomi ed altri confini. Tesori che vanno dall'origine del pensiero filosofico, alla poesia, all'arte, all'archeologia, all'incontro tra religioni, anche dopo la forzatura del credo islamico. E così via. Tesori nascosti, spesso, in antico, sotto altri nomi ed altri confini. Ma dall'Indipendenza, no. Mi è toccato sentire che il Paese ha avuto una moderna civilizzazione solo negli anni dell'occupazione sovietica, secondo questi personaggi male informati, o spinti da ideologie, allora si sarebbero avute le prime scuole pubbliche, le prime università e vari segni di civilizzazione. Non è vero. Già all'inizio dello scorso secolo, ottenuta l'Indipendenza, sotto il Regno di Re AmaUllah, il Paese ha visto scuola pubblica, diritti uguali per tutti, diritti di famiglia, libertà per la donna ed annullato l'obbligo del velo ( dico velo perché il burqa è solo delle donne di etnia pashtun), la Costituzione, copiata di sana pianta dal Re successivo e fatta passare per nuova. Poi la Repubblica, poi il Governo Legittimo per libera elezione Rabbani-Massoud ci sarebbe da continuare ma mi fermo qui. Bisogna conoscere realmente, non da infarinatura, la Storia dei popoli prima di parlare e mai farlo spinti da personali ideologie. Comunque, allo scopo di chiarimenti, a </span><span style="font-family: arial; font-size: large;">questa pagina seguirà una cronologia storica di quella terra sì che il mondo occidentale si renda conto ancor più della gravità delle proprie azioni e delle proprie menzogne, non ultima quella spesso riportata a proposito dell'assassinio di Ahmad Shah Massoud, secondo cui l'attentato fu architettato da uomini di Bin Laden, cosa che andrebbe ad avallare e giustificare la versione ufficiale circa l'attacco alle Twin Towers e conseguente invasione e bombardamento dell'Afghanistan, momento che si potrebbe ritenere il principio, ma non è cosi, perché il vero principio fu il costretto esilio dello Shah Reza Pahlavi, sovrano di confine, di poi il ritorno dell'ayatollah Khomeyni, l'invasione sovietica, la "costruzione" dei Taliban, l'assassinio di A.S.Massoud, le Twin Towers, etc. Ma avremo modo di trattare l'argomento nella cronologia prossima ventura, lì vedremo anche come ci sia stato, a Doha, un accordo tra gli attuali Taliban e gli Stati Uniti. Ma tutto questo non consola l'incredibile sofferenza inferta a quella gente la cui unica colpa è l'essere figlia d'una terra geograficamente e storicamente strategica. Da sempre. Ricchezza e tragedia. Ora però la chiusa vuole una poesia che amo particolarmente, è di H'ùshàl H'àn (1613-1694) poeta afghano:</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">" Il dolore è una cosa</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">che bisogna tenere ben cucita nel cuore</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">tenerla a disposizione</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">sì che forse se ne accorga</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">un certo giorno</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">il Signore"</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Marika Guerrini </span><span style="font-family: arial; font-size: large;"> </span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-39177419721966650792021-08-04T15:46:00.005+02:002021-08-04T15:48:33.894+02:00La saggezza del gatto, Er e il subumano<div style="text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;"><span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="233" data-original-width="300" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDqZT6A9tLqhPa_GRWLOXdyPXdIQK4lZvQ0N9PwiH9OAaWARN4dbXEJHJDkqLSOpcOiPqh1ex8DYLdjo6Y-Zo5RXgwUjXmTD7UFSH5SJWAwcaunU1U4h9hyphenhyphenfRL9giHiQnyGkAlY8vZQEP2/s0/300px-_The_School_of_Athens__by_Raffaello_Sanzio_da_Urbino.webp" width="300" /></div></span><span style="color: #444444; font-family: arial;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #444444; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #444444; text-align: justify;"><br /></span></div>...se, accingendoti a segnare riflessioni sulla condizione in cui sta versando l'Umanità, riflessioni circa la prigionia in cui si dibatte, circa le costrizioni fisiche e psichiche a cui il suo vivere viene sottoposto. Se, mentre ti accingi a sottolineare quanto e come lo spirito di menzogna regni sul tutto, quanto e come questo tutto ammanti d'altruismo azioni criminali, quanto e come lo stesso tutto investa ogni aspetto dello scibile, agisca instillando paura negli uomini, rendendoli schiavi della menzogna e di se stessi. E se, mentre ti accingi a segnare quanto sopra, a condividere i tuoi pensieri e cerchi le parole sì che siano chiare, sì che non ledano l'altrui libertà, accade che il gatto salti sulla libreria alle tue spalle, che si strofini sui libri provocandone la caduta, che uno di essi, uno consunto dall'uso, finisca sulla scrivania aperto e le parole della pagina mostrata rimandino ai pensieri che stavi formulando, alle parole che stavi cercando, altro non puoi fare che fermarti, zittire ogni pensiero, lasciare ogni parola, staccare la penna dal foglio. Fermarti. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><span style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">Fermarti perché tu </span></span></span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">al "caso" non credi, non credi alla sua esistenza, ritieni che ogni accadimento abbia un senso, che le coincidenze abbiano un senso, sottile, sì, spesso, spesso da interpretare, ma un senso, un loro perché. E ti fai da parte, lasci spazio al libro caduto, alla pagina aperta, ai pensieri tradotti in parole tracciate nel 1977 con incredibile attualità, tracciate da un italiano degno di incarnare le luminose forze di questa terra figlia d'un Risorgimento ormai remoto, parole di un uomo speciale che il mondo ha conosciuto con un<i> nom de</i> <i>plume </i>che in questa pagina non verrà dichiarato. Il perché lo si lascia all'intuizione lì dove si manifesti, lo si deve al rispetto per quel silenzio che sai l'autore avrebbe voluto. E mentre pensi questo lo ringrazi dal cuore per aver donato al mondo i suoi pensieri, e ringrazi anche l'inconsapevole saggezza del gatto saltato per quel caso che non esiste, sulla libreria. E sgomberi la mente. E fai silenzio in te. E ti metti in ascolto. Poi inizi a segnare, a dare al mondo qualche stralcio dei suoi pensieri.</span></div></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">" <i> Il piano sul quale è slittata l'umanità di questo tempo non si può non chiamare sub-umano. Si tratta dell'evento più grave della storia umana</i></span><i><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">... E' il principio del regno della follia umana, che non può non tendere alla propria organizzazione sociale, mediante il potere di un meccanicismo inumano, come sistema ferreo della ipocrisia, dotato di tutte le parvenze della moralità, della giustizia, della fraternità, persino della religiosità. </span><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Follia realizzabile mediante la facile persuasione degli sprovveduti o degli ingenui di tutta la Terra, ossia di coloro che costituiscono la quantità manovrabile, il numero, la</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> piazza</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> necessaria...</span></span></i><i style="color: #444444; font-family: arial;"><span style="font-size: medium;">L'angoscia e la paura cominciano ad attanagliare l'uomo, perché il pensiero umano è slittato nel Subumano. Perciò gli uomini cercano di rifugiarsi nel gregge, cioè di ritornare nel gregge, che si riforma come nuovo sistema di aggregazione tra gli uomini, aggruppamento meccanicistico, non libero...". </span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Queste le sue parole a cui nulla, è palese, vi sia da aggiungere, ciò malgrado, nel ripercorrere i suoi pensieri, il ricordo mi ha riportato alla mente altre pagine, pagine di Platone nel suo </span><i style="color: #444444; font-family: arial;">Politéia</i><span style="color: #444444; font-family: arial;">, così, mentre il gatto fautore di questo momento, soddisfatto della missione compiuta, sonnecchia con aria sorniona acciambellato sulla poltrona, vi narro una pagina di Platone in cui tratta di </span><i style="color: #444444; font-family: arial;">Er</i><span style="color: #444444; font-family: arial;">, il guerriero panfilio. Ascoltate. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;"><i>Er</i>, il guerriero panfilio creduto morto e posto sul rogo affinché, libero dal corpo, volasse nell'Universo, all'improvviso si ridestò e prese a svelare agli uomini i segreti dell'invisibile. Raccontò e raccontò, finché, ad certo punto, per bocca di un araldo, un <i>anghelos</i>, si rivolse alle anime umane : <i>Questa è la parola della Vergine Lachesis, figlia di Necessità, o voi anime di un giorno!</i> disse e continuò, <i>ecco l'inizio di un nuovo ciclo che porta morte all'umana stirpe. Il demone non sceglierà voi, ma voi sceglierete il demone... la colpa è di chi sceglie, il Dio è innocente." </i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Poi tacque. E mentre il suo tacere risuona in noi, ci si mostra come </span><span style="color: #444444; font-family: arial;">la sacra severità di Platone accompagni le parole del filosofo romano, come l'antico pensiero sposi il pensiero contemporaneo, come anche la sua chiarezza ci indichi il senso dell'ascesa e della decadenza dei singoli, la cui responsabilità individuale provoca l'ascesa o la decadenza degli Stati.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">Ed è con questa splendida tensione sulla tragicità nel mondo con cui Platone va a chiudere il suo </span><i style="color: #444444; font-family: arial;">Politéia </i><span style="color: #444444; font-family: arial;"> che </span><i style="color: #444444; font-family: arial;">occiriente</i><span style="color: #444444; font-family: arial;"> va a chiudere questa sua pagina. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"> </span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-22236878674865904132021-06-05T18:08:00.001+02:002021-06-05T18:08:55.000+02:00Afghanistan: il Grande Gioco di specchi<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: arial;"><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhijwxNLStrJsBOACb00c_gcz_utJKUzRDWUYxJHvs9WRO6gEkA5zlWexKzOCYCOFlu7fOpfh0QvjmsKqBX8mm1cG1OHAPvpcCrq001bo3zGQpJUd5AweEnokmsstZY7mvx97cdQ02itmA6/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="120" data-original-width="90" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhijwxNLStrJsBOACb00c_gcz_utJKUzRDWUYxJHvs9WRO6gEkA5zlWexKzOCYCOFlu7fOpfh0QvjmsKqBX8mm1cG1OHAPvpcCrq001bo3zGQpJUd5AweEnokmsstZY7mvx97cdQ02itmA6/" width="180" /></a></div><br /></span><span style="font-family: arial;"> ...ho incontrato il Grande Gioco afghano al tempo dell'infanzia tra le storie che mio padre amava raccontare. Storie di guerra dal sapore di fiaba. Lui studioso di Storia internazionale, lui testimone, in quanto militare dell'Arma, della battaglia finale di El-Alamein, sapeva raccontare con la compassione verso il nemico e la severità verso la malvagità delle azioni. C'era spesso un bambino nelle sue storie, un bambino solo al mondo, costretto, suo malgrado, ad attraversare pericolose avventure per giungere sempre alla fine ad un atto d'amore. Al bambino, che io chiamavo Kim Due per via del personaggio di Kipling, anch'esso parte dei racconti di mio padre, non di rado accadeva di trovarsi nel bel mezzo di una battaglia fatta non di soli fuochi, ma di intrighi, di spie. Ma Kim Due vinceva sempre, con la sua intelligenza e ancor più con la sua capacità di amare. E il male veniva sconfitto dal bene. Sempre. Così, sul suono della voce narrante s'aprivano le immagini e si facevano parte della mia fantasia, dei miei pensieri bambini. </span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Sì, ho incontrato allora la strategia del Grande Gioco. E, si sa, i bambini pur proiettati nel futuro per via delle forze di crescita e del desiderio di scoprire la vita, vivono il presente, vi si immergono totalmente, ed io vivevo tutte quelle storie, nulla mi sfuggiva, come fossero intorno a me ed io fossi in esse, con quella potenza che si perde man mano che il mondo ci avvolge. Poi il tempo. Nel tempo la mia scelta degli studi superiori, la ricomparsa dei pensieri immagine vissuti nell'infanzia e la decisione. E fu l'India il soggetto, la sua storia, la sua filosofia, la sua lingua antica e moderna, la sua cultura tutta. E dagli studi riemerse il Grande Gioco afghano. Non a caso, Kipling sarebbe stato il primo autore inglese in relazione all'India che avrei segnato nel mio piano di studi.</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Al tempo dei racconti d'infanzia, mio padre chiamava gli intrighi, bugie, e le spie, bugiardi. Avrei collegato e compreso poi il senso delle parole: bugia e bugiardi, nell'ambito della sua esperienza di guerra sul fronte africano a diretto contatto con le truppe e la strategia inglesi.</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">E tutto si sarebbe fatto semplice avendo allenato la mente, sin dalla tenera età, ad andare oltre l'apparenza. Il Grande Gioco, <i>The Great Game</i>, in lingua originale, si sarebbe svelato alle mie ricerche culturali, ai miei pensieri.</span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span>Il mio primo viaggio laggiù, avrebbe fornito verifica a quella strategia, non solo per via di ulteriori studi in loco, ma anche e non ultimi, per i racconti di gente semplice, spesso bottegai. Tra i mille oggetti che affollavano le loro botteghe, le armi d'antiquariato per lo più da fuoco: fucili, pistole, erano quelli più presenti, e loro, i bottegai, sorridendo alle tue domande, come a dire:<i> sono cose tue</i>, si esprimevano, con approssimativo accento inglese:<i> is English, ma'am</i>, e quando la tua voce con altrettanto sorriso pronunciava: <i>I am Italian,</i> dopo qualche attimo di perplessità, sorridevano con diverso calore e t'invitavano a sedere sulla soglia della bottega, accanto a loro, libertà che non ci si permetteva con una donna, ritenendola mancanza di rispetto, ma il rispetto in questo caso non era in ballo, quel che c'era era la contentezza che fossi italiana. E ti offrivano tè nero, non in tazza inglese pur sempre presente tra le anticaglie della bottega, ma in un piccolo bicchiere di vetro come loro uso. Sì, era bellissima Heràt allora. Tempo fa. Con le sue cupole azzurre verso il cielo, la sua antica storia, il suo antico nome di Alexandria Aria, antica come i manufatti di tappeti intrecciati a raccontare quell' incontro di scambio che fu con l'occidente e s'affacciava ora dalla Cittadella sulle strade deserte di sabbia bianca. </span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;">Poi, ancora il tempo, tanto, e il 2001. Heràt avrebbe mutato volto, il nome "Italia", con esso, avrebbe indossato la mimetica e calpestato la via bianca di sabbia.</div><div style="font-size: large; text-align: justify;"> </div><div style="font-size: large; text-align: justify;">L'ha fatto George W. Bush nell'ottobre 2001, prima di J.Biden, quando tuonò al mondo: <i>Andiamo a civilizzare i barbari,</i> e presero a bombardare l'Afghanistan, ora Biden novello presidente d'oltre oceano, con altrettanta enfasi urla la retorica della: <i>Missione compiuta</i>, indicando il ritiro delle truppe dal Paese orientale. </div><div style="font-size: large; text-align: justify;">Ma il vaso è colmo e vuole straripare tutte le menzogne di quell'estremo occidente figlio d'Inghilterra che di barbarie se ne intende, non avendo mai elaborato la propria. </div><div style="font-size: large; text-align: justify;">Vanno via le truppe, Nato, Coalizione Internazionale. E cosa hanno fatto in vent'anni se non portare distruzione e morte? </div><div style="font-size: large; text-align: justify;">Il Grande Gioco afghano non si è mai fermato, mai è terminato, neppure ora. Ora più che mai.</div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;">L'Afghanistan è distrutto, questa la verità. Si è mentito su tutto, si è sempre deviata l'attenzione su quel che si voleva consolidare in sordina, perché esplodesse al momento opportuno a motivare la presenza straniera e l'azione bellica di "aiuto" al popolo afghano contro il "terrorismo". Al-Qaeda, Taliban, Daesh, non fa differenza. Anzi, la fa, i Taliban voluti, <i>costruiti</i>, ed armati dagli Stati Uniti nelle madrasse pakistane degli anni '90, non sono più quelli dell'inizio, ma mujaheddin, ovvero difensori della sovranità del Paese. Il come riguarda la tradizione dell'Afghanistan, la sua propria storia e la sua sovranità da riconquistare. Ma il Grande Gioco ha impedito ed impedisce la verità e sempre accusa i Taliban. Intanto lì sono state fomentate le diatribe fra etnie, bombe a grappolo sono state lanciate a migliaia, l'uranio impoverito si respira ovunque, persino nel Dasht-i-Margo, il grande deserto a sud-ovest. L'economia, già misera per via della decennale occupazione sovietica, è stata impoverita in maniera esponenziale, gli afghani nella loro miseria hanno visto campi di cereali venir requisiti e convertiti in campi di papavero da oppio, campi di papavero da oppio spontanei, sono stati sottoposti a coltura intensiva: E mentre i bei fiori viola si trasformavano in polvere bianca all'interno di costruzioni, da noi occidente adibite a raffinerie prima inesistenti nel Paese, gli afghani vedevano morire i propri figli o finire ridotti a larve umane sotto i ponti. O partire per non tornare. Le forze di Coalizione hanno bombardato l'Afghanistan in ogni luogo, dalle feste matrimoniali agli ospedali, dalle scuole ai villaggi, bombardati direttamente, ma <i>per errore</i>, come sempre si è detto, dalle suddette forze, o lasciati luoghi saltare in aria con gente inerme compresi i bambini, per mano di terroristi al soldo d'occidente e dei suoi complici d'oriente, usati all'uopo. Ma mai, proprio mai, è stato bombardato un solo campo di papavero, mai una sola raffineria è saltata in aria. Mai alcun errore si è verificato in tal senso. Mai in vent'anni. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;">Quali barbari sono stati civilizzati e quale missione è stata compiuta Signori Presidenti di quell'incivile terra d'estremo occidente? </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;">Il vaso è colmo, non può che straripare. E strariperà. Non importa quando. Il tempo della Storia è lungo.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;">Quattro giorni fa, 1 giugno 2021, a risposta del <i>missione compiuta </i>e ritiro, in conferenza stampa, rilasciata dal Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg, a seguito della riunione del Consiglio Nord Atlantico nella sessione in cui vari Ministri della Difesa, si sono concentrati sull'agenda Nato 2030, ecco la dichiarazione relativa all'Afghanistan: </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="color: #444444; font-size: medium;">"... <b>I ministri della Difesa si sono concentrati sui piani per rafforzare la nostra unità, compreso un impegno rafforzato per la difesa collettiva. Ciò significa un'attuazione rapida e completa del nostro adattamento militare. e continui miglioramenti alla nostra prontezza, alle nostre capacità e ai nostri investimenti nella difesa.</b></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="color: #444444;">I ministri della difesa si sono rivolti all'Afghanistan. il ritiro delle nostre forze procede in modo ordinato e coordinato. E in ogni fase la sicurezza del nostro personale rimane fondamentale. Stiamo finendo la nostra missione militare, ma non stiamo finendo il nostro sostegno agli afghani. Così oggi i ministri della Difesa hanno discusso la via da seguire. Continueremo la nostra presenza diplomatica civile a Kabul. Fornire consulenza e sostegno allo sviluppo di capacità delle istituzioni di sicurezza afghane. Stiamo anche come possiamo fornire istruzione e addestramento militare al di fuori dell'Afghanistan, incentrato sulle forze per operazioni speciali. E stiamo lavorando su come finanziare la fornitura di servizi che consentano agli alleati e alla comunità internazionale, di rimanere a Kabul, compreso il supporto per l'aeroporto. I ministri hanno convenuto che questo sostegno continuo sia il modo migliore in cui tutti noi possiamo contribuire agli sforzi di pace in Afghanistan...".</span></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Fato ha voluto a kilometri di distanza, coincidente al rilascio della dichiarazione di Stoltenberg, che chi scrive rilasciasse due interviste-dichiarazioni su quel martoriato Paese e che in esse, venisse evidenziato lo spirito di menzogna e di intrigo che ha accompagnato l'Afghanistan in questi venti anni. Ma non solo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Chi volesse ascoltarle troverà in calce i riferimenti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Si potrebbe andare avanti, ma questa è solo la pagina di un blog, non di un libro. si rimanda quindi, come spesso accade, chi volesse approfondire il passato di quella terra così come il presente, ai libri di storia ed anche di quella particolare narrativa che potremmo chiamare "vita narrata" che chi scrive ha segnato, e continuerà a segnare, le cui indicazioni sono reperibili sul web ad iniziare dalla home page, di <i>occiriente</i>. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Sì, il vaso è colmo, straripa e strariperà. La dea Speranza non si arrende lungo l'infinito tempo della Storia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">p.s. riferimenti interviste</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: 11pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-fareast;">1) Intervista presentazione libro "AmanUllah il Re riformista- Afghanistan 1919/1929" <a href="https://youtu.be/3MtwVpZdMI0">https://youtu.be/3MtwVpZdMI0</a></span></div></span><p style="text-align: justify;">2) grparlamento podcast - Geo Parlamento del 29/05/2021 -Afghanistan</p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #2b00fe;">http://www.grparlamento.rai.it/dl/portaleRadio/media/Contentitem-79a59b47-dfc0-4f4c-a304-c0394e2e3de1.html</span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-43267389905470356292021-04-20T02:33:00.002+02:002021-08-19T00:21:55.299+02:00Afghanistan... una pagina di getto <p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivKPTppfQ7QlAwsGQJ_LeISn6kN1eIwUsLqU7ZMuS_a9Tx7PAanpOa-K-UcwIUuWmjY3kE5PUa4xO3jj4DW4k2DzV2Jw1g9DoWH2ehJ9zx0GJSOGPXDTjv3ul5tg7bzvY1A4ydCVFeyibX/s500/097.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivKPTppfQ7QlAwsGQJ_LeISn6kN1eIwUsLqU7ZMuS_a9Tx7PAanpOa-K-UcwIUuWmjY3kE5PUa4xO3jj4DW4k2DzV2Jw1g9DoWH2ehJ9zx0GJSOGPXDTjv3ul5tg7bzvY1A4ydCVFeyibX/s320/097.jpg" width="320" /></a></span></span></div><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;"><br />... diciannove aprile ore undici, momento più, meno.</span><span style="font-family: arial;"> Il telefono squilla, sul display un numero sconosciuto, rispondo, la voce si presenta, è un nome del giornalismo di testata nazionale. Con voce gradevole mi chiede</span><span style="font-family: arial;"> se sia possibile ch'io rilasci un'intervista sull'attuale situazione afghana, il cambiamento in atto, il ritiro delle truppe Nato. Sorrido, lui non lo sa ma io sorrido. Dice che andrebbe registrata domani intorno alle 16,30 se per me va bene. Sento che ha dato per scontato il mio consenso. Sorrido ancora. Chiedo se sarà riportata integralmente. Assicura di sì. <i><span style="color: #444444;">Mi aspettavo una richiesta di questo tipo</span></i>, dico, aggiungo: <span style="color: #444444;"><i>va bene</i>.</span> Ringrazia. Ricambio. Ci salutiamo. </span><span style="font-family: arial;"><span style="color: #444444;"><i>A domani, </i>dice</span><i>. <span style="color: #444444;">A domani,</span> </i>dico<i>.</i></span><span style="font-family: arial;"> </span></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Dopo il click resto alla scrivania, mi accoccolo sui cuscini della poltrona come in un grembo. La mente prende un tragitto a ritroso, prende a riportare le volte in cui ho speso parole per l'Afghanistan, decine e decine di volte, migliaia e migliaia di parole. E' strano come la mente, spesso immemore, riesca a sciorinare immagini e suoni quando è il cuore a parlare. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Intanto i luoghi nella mente si avvicendano lungo la nostra penisola, da sud a nord, sono molti, con essi ritorna anche qualche suono di parola: conferenze, convegni, incontri pubblici, privati, ufficiali, non. Poi s'affacciano i libri: storia, narrativa, anche in lingua inglese, quelli tradotti, anche quello in via di traduzione in lingua turca. Tornano alla mente le immagini della mostra fotografica, che volli itinerante in Italia, con gli scatti di Barat Alì Batoor. E tornano decine e decine di articoli, credo superino le due centinaia, non so con esattezza, non li ho mai contati, la lista è lunga, troppo. Di una cosa sono certa, tutto, sempre tutto sull'Afghanistan. Nel corso di venti anni, mentre laggiù imperava dolore e distruzione, le parole, le mie, ma non solo, facevano di tutto per raccontare, specificare, comunicare, correggere quando si poneva il caso, narrare immagini di quella terra afghana che ancora oggi alcuni giornalisti, forse sprovvisti di attenzione, specificano: "Afghanistan, </span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Stato orientale...",</span><span style="font-family: arial;"> come fosse sconosciuto. Parole nel tempo che in alcuni attimi stento persino a riconoscere come mie, parole pronunciate, scritte per far sì che l'occidente potesse incontrare quella terra millenaria e complessa nella sua articolata storia, dalle origini ad ora, nell'archeologia, nei suoi vari credo religiosi, le sue etnie, nella sua musica, nelle ricchezze del sottosuolo, in tutta la sua realtà difficile da comprendere in Occidente, proprio perché estremamente sfaccettata, e per questo facilmente travisabile, strumentalizzabile se non la si conosce fino in fondo, se ci si muove per sentito dire o per ciò che interessi vari selezionano sì che si mostri o si taccia. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Raccontare a dispetto d'ogni cronaca anche per quel suo essere stata millenni or sono, con la Mesopotamia, proiezione verso il futuro della Civiltà, una delle radici. Cosa incredibile oggi per chi non abbia studiato tutta la complessità di quella terra a cui nel 1747 si diede confine e nome Afghanistan facendolo divenire Regno a sé. Sì, sono un'infinità le parole spese per l'Afghanistan in questi venti anni, volendo prescindere da precedenti studi e ricerche, partendo solo da quella domenica del 7 ottobre 2001. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Ed ora mi si chiede di parlare in merito a quel che sta accadendo, che non sarebbe dovuto mai accadere, perché quel 7 ottobre del 2001, non avrebbe dovuto mai vedere bombardamenti radere al suolo città e città di quella terra, per un inganno, una menzogna. Perché da una menzogna ben programmata ma non ben congeniata, non ben gestita in una fallace sorpresa, da quel Ground Zero, quel foro newyorkese dell'11 settembre del 2001 con il crollo per implosione delle Twin Towers, anzi, per la precisione, dal 9 settembre 2001, giorno dell'assassinio di Ahmad Shah Massoud, capo carismatico dell'Afghanistan, ucciso nell'attentato attuato, si disse, da giornalisti forse marocchini, da servizi segreti occidentali, anche si disse. Da quel momento, da quell'esplosione, sarebbe partita la distruzione dell'Afghanistan. Lungo venti anni di guerra, torture, soprusi, violenze d'ogni tipo, estremo impoverimento del paese, totale indebolimento della gioventù, dei bambini, quelli che alcune nostre Onlus dicevano di proteggere, finiti come cavie farmaceutiche occidentali, spesso, molto spesso, troppo, o nel circuito dell'eroina, offerta loro, gratuita, per farli finire sotto i ponti di Kabul. In base all'età. Così si annienta la possibilità di futuro. Molti troppi, come i campi di papaveri d'oppio spontanei, fatti moltiplicare e moltiplicare perché la nostra richiesta fosse soddisfatta, perché fosse sempre più proficuo il traffico in occidente. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Il futuro afghano sotto i ponti di Kabul per un inganno, una conclamata menzogna a cui ancora oggi ci si riferisce, si nomina come fosse verità la dichiarazione ufficiale, verità persino a dispetto di leggi ingegneristiche, a dispetto di scatti fotografici, di chiara denuncia del falso. Fatta da molti tecnici del settore.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span><span style="font-family: arial;">Ed ora ancora si chiede di parlare! E lo si chiede riportando la dichiarazione del neopresidente americano e la sua menzione dell'11 di settembre quale data finale del ritiro delle truppe Nato. S</span></span><span style="font-family: arial;">i chiede di parlare ancora, lo si è fatto per venti anni, in molti, si è detto tutto quel che c'era da dire e molto di più. Non è valso a nulla. Ora di cosa si dovrebbe parlare del fallimento d'occidente? Del nuovo Vietnam americano? Per dignità mi fermo qui.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Sì, questo, e tanto altro, mi ha riportato la mente stamattina. Quando le immagini si sono chiuse, le voci zittite, ho lasciato il grembo della poltrona, preso il telefono, cercato il numero, ancora impresso, della precedente telefonata, schiacciato il pulsante verde, la voce ha risposto al primo squillo: <span style="color: #444444;"><i>Pronto, </i>ho detto<i>, sono Marika Guerrini, ho ripensato la proposta, La ringrazio, ma non rilascio alcuna intervista. Spiacente, ancora grazie. Buongiorno!</i></span></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Ho parlato di getto, non ho lasciato neppure un attimo ad un'eventuale replica. Ho chiuso la comunicazione. Se dicessi che non mi sia dispiaciuto averlo fatto, mentirei, mi è dispiaciuto aver accettato e poi rifiutato, avrei dovuto rifiutare subito, alla richiesta, sarebbe stato più elegante, ma non è andata così, il pensiero è andato all'Afghanistan, subito, alla richiesta, la mente per qualche attimo era stata immemore dei fatti, delle menzogne, del non detto, delle mie stesse parole, di quelle veritiere degli altri. Per qualche istante ho avvertito l'impulso di voler parlare di quella terra, ancora e ancora. Poi la mente s'è fatta memore. A ritroso. Completa. E il desiderio di silenzio s'è fatto avanti. Forte, molto forte. Rispetto all'Afghanistan, alla sua verità, alle mie parole orali, scritte, in pagine e pagine e pagine. Rispetto alle parole altrui, di verità anch'esse. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Sì, è andata così, stamattina.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Ed ora due brevi stralci in chiusura di quest'ulteriore pagina, questa di getto,</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">ecco il primo:</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">"... <i><span style="color: #444444;">c'è un'antica leggenda, così tanto antica da far incontrare nel contenuto due mondi geograficamente lontani, se pur uniti nella storia che fu, il mondo dei nativi americani e delle genti che vivevano in terra poi afghana millenni or sono... dice così: soffierò nel cavo della canna per ricordare al passero della neve quello che è stato, e che forse sarà ancora, se Dio vorrà.</span></i>" </span><span style="font-family: arial;">(1)</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">ecco il secondo:</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">"<i><span style="color: #444444;"> ... c'è tanta polvere ora dove c'era una volta l'Afghanistan... C'è tanta polvere ovunque. </span></i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><i><span style="color: #444444; font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Torneranno a zampillare le fontane? </span><span style="font-family: arial;">I cavalli selvaggi torneranno al galoppo? Ancora risplenderà il verde degli smeraldi? Tornerà a fiorire il tappeto erboso del tulipano? Tornerà la primavera o non sarà solo sogno?</span></span></i></p><p style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: arial;"><i><span style="color: #444444; font-size: large;"> Indiscussa certezza di Dio... Tornerà.</span></i><span style="font-size: large;">".</span><span style="font-size: medium;">(2)</span></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: arial;">Marika Guerrini</span></span></p><p style="text-align: justify;">immagine: scatto di Barat Alì Batoor- collezione privata</p><p style="text-align: justify;">(1) Marika Guerrini- Afghanistan Passato e Presente- Storia- ed. Jouvence 2014</p><p style="text-align: justify;">(2) Marika Guerrini- Massoud l'Afghano-il tulipano dell'Hindu Kush- ed. Venexia 2004</p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-34013826007019941862021-03-19T18:54:00.001+01:002021-03-20T21:26:59.643+01:00Dante Alighieri ".. fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza..." (Inferno canto XXVI- Ulisse)<p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihy1oU9ybgFza1tjbgwCQh3SIvmSqx6gmw4vKuV1Z_Ie4-bRAO9DUztjYd3ELTXuO84FbgEodwWUboD30sqTga5BwHdVruMfw-GV2mvyIz0FfImN6ZzeZX_40yr62weFJ2395HuPDClJgG/" style="clear: left; float: left; font-family: arial; font-size: large; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="" data-original-height="251" data-original-width="201" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihy1oU9ybgFza1tjbgwCQh3SIvmSqx6gmw4vKuV1Z_Ie4-bRAO9DUztjYd3ELTXuO84FbgEodwWUboD30sqTga5BwHdVruMfw-GV2mvyIz0FfImN6ZzeZX_40yr62weFJ2395HuPDClJgG/w256-h320/image.png" width="256" /></a></p><div style="text-align: justify;"> <span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">.. dinanzi </span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">all'oceano che si apre col suo mistero e la sua solitudine, dinanzi a quelle Colonne d'Ercole, limite estremo del conosciuto mondo, Ulisse parla ai compagni, ricorda i <i>perigli</i> attraversati e superati con coraggio, rileva il loro esser giunti da oriente ad incontrare un occidente ancora in parte ignoto, li sprona a portarsi oltre il limite, immergersi in quell'inconosciuto e misterioso mondo, lì dove Europa ed Africa si fronteggiano, quel passo obbligato che avrebbe preso nome di Gibilterra. Parlando ai compagni, parla in realtà agli uomini tutti, come se fosse lui giunto ad una tale altezza spirituale da permettersi una visione d'insieme. Ulisse è ora al di sopra della stessa vita, la domina dall'alto e a quel vertice vuole attrarre l'intera Umanità, consapevole di una coscienza morale che sola può condurre alla <i>canoscenza </i>di cui sopra, quell'amore per la sapienza che sola, lasciandosi incontrare, può portare l'uomo a se stesso, condurlo alla parte più alta e profonda di sé. Ed è a questo proposito che alfine dice: <i>fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">In questo brevissimo accenno di discorso che lo stesso eroe definisce <i>orazion</i> <i>picciola</i>, Ulisse tocca i più alti valori e sentimenti umani richiamando al contempo la fugacità della vita. Fa intendere come e quanto questa sia vana se non si ponga quale dardo teso verso ideali conquiste. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">E' un volo quello che Ulisse chiede ad ogni uomo, verso cui lo sprona, un ideale volo che prende vita nel cuore degli uomini tutti. E il volo si palesa ancor più <i>folle</i>, ancor più ardito, perché gli uomini hanno sprezzato quei limiti che facevano da monito a tutti i mortali. Ora, gli uomini sono chiamati a non aver paura di oltrepassare quel limite che la società, ormai lungi da ogni rispetto per l'essere umano e la sacra libertà, ha posto e pone all'armonico scorrere della vita, ha posto e pone agli stessi umani sensi, al loro essere desti, al loro agire secondo se stessi, come se la stessa vita non fosse più tale, ma morte, in cui i sensi non sono più desti. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Ecco perché in quel <i>folle</i> volo c'è l'orgoglio di tentare una così sublime <i>follia </i>che si ponga in opposto a chi vorrebbe fermare la vita che, sola, attraversata in libertà, può portare alla conoscenza. E noi, nel cammino dell'eroe, nei suoi uomini, in quegli uomini che aveva spronato con tale appassionato discorso, scorgiamo un così assoluto ardore nel cammino che a stento lo stesso Ulisse avrebbe potuto trattenere, se avesse voluto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Ed ecco che il cammino figurato per mare a portarsi oltre le Colonne d'Ercole, immergersi nell'inconosciuto senza alcuna paura di lasciarsi alle spalle i limiti della società, persino delle leggi da essa volute e rese inique, per giungere attraverso coscienza alla virtù e alla conoscenza, si fa metafora di vita, oggi più che mai, a ricordare ancora una volta agli uomini tutti, le iniziali parole di Ulisse che ci si ripresentano:<i> fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.</i> Ove in <i>virtute</i> sta la coscienza delle proprie ed altrui azioni senza di cui è impossibile giungere alla virtù, indi alla conoscenza, indi alla Libertà. E se accade che il raggiungimento di quest'ultima comporti la disobbedienza al nefando limite, a quelle Colonne d'Ercole poste dalla società ad impedire il cammino verso la conoscenza, ebbene, si attraversino, le si lascino alle spalle, sì che il tragitto dell'uomo possa riprendere a seguire il corso del sole, per quanto periglioso possa mostrarsi ed essere, possa continuare la navigazione da oriente all'ostacolante occidente secondo libertà, agognata meta nel percorso conoscitivo dell'Umanità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Così, cari lettori, ancora una volta quel Sommo Poeta che la Storia e il destino d'una terra vollero italiano, ci viene in soccorso indicando, stavolta per voce di Ulisse, la via che conduce dalla costrizione del limite alla libertà, via che sola, scevra d'ogni paura, può condurre dalla tenebra alla luce.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: x-small;">immagine Wikipedia </span></div><p></p>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-52551677711162027042021-02-24T01:22:00.001+01:002021-02-24T12:25:43.553+01:00Afghanistan terra di dolore e poeti <blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div></div><p></p></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr_5BNpq8H6GjbHBI7ujN3rgpsp9H7OLEdvpCFhmNKXy-838V0YTLqMGEol6gA4aPEjuLANUTSJ-OwrJV-xuUw74_4XJBO5i3AKH6JTtwgzoVTxioC9lZae4rm5_r3QQPhkJ41IhUAWhlB/s2048/20210224_004556.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr_5BNpq8H6GjbHBI7ujN3rgpsp9H7OLEdvpCFhmNKXy-838V0YTLqMGEol6gA4aPEjuLANUTSJ-OwrJV-xuUw74_4XJBO5i3AKH6JTtwgzoVTxioC9lZae4rm5_r3QQPhkJ41IhUAWhlB/s320/20210224_004556.jpg" width="320" /></a></div><br />... quanto ampia sia, per l'animo umano, la capacità di immagazzinare dolore, si può svelare da un momento all'altro e allora può accadere di ignorare lo squillo del telefono, ignori il nome comparso sul display, ignori il cuore che suggerisce: rispondi, e non lo fai, ignori, sebbene lo squillo giunga da un paese che ami, così come il nome sul display, ma il paese ha il dolore radicato nella roccia, da tanto, da troppo, e tu non vuoi, non puoi. E' stato oggi, qualche ora fa, mentre mi accingevo </span><span style="text-align: justify;"><span style="color: #444444;">a segnare opinioni su questa sventurata Italia tradita da chi dovrebbe proteggerla, su quest'Italia falsamente liberata dall'ignoranza di governanti-lacchè per venire scaraventata tra le fauci di un inappuntabile drago. E' stato oggi, qualche ora fa, che il telefono ha squillato, che l'occhio ha riconosciuto il numero sul display, che la mente è tornata a Kabul. Non ho risposto. Poi ancora qualche istante e lo squillo si è riprodotto e un altro numero è apparso, altro numero ma stessa provenienza geografica. Ancora qualche istante e un terzo squillo, un terzo numero, stessa provenienza, ancora. Non ho risposto. </span></span><span style="text-align: justify;">H</span><span style="color: #444444; text-align: justify;">o posato la penna, ho fatto silenzio in me come a temere che il respiro potesse azionare nuovamente lo squillo d'un qualsiasi telefono lontano, molto lontano. Le riflessioni sulle itale sventure se n'erano andate con tutto il loro interesse. Ho atteso ancora attimi, poi la mano si è mossa di moto proprio, il dito anche: ho digitato l'ultimo numero. La voce è giunta immediata. Ho ascoltato. Ho digitato poi il penultimo numero. Ho ascoltato. Infine ho digitato il primo. Voci diverse e simili, lontane raccontavano dolore e dolore e dolore. Non si fa l'abitudine al dolore, chi afferma il contrario è perché non sa viverlo fino in fondo. </span></div></span></span></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p style="text-align: justify;"></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i style="color: #444444;">E' tanto che non scrive di noi, perché? </i><span style="color: #444444;">Questo, tra le altre parole, ha detto la voce del primo squillo. Ho taciuto. Anche la voce ha taciuto ma in attesa. Poi con uno sforzo che ho vissuto sovrumano: </span><i style="color: #444444;">Perché dopo anni di massacri, rivolte, stragi, distruzioni, anni di menzogne, di denunce, si diventa saturi, io sono andata oltre la saturazione, ho superato anche quella, non so più cosa dire, non so più che linguaggio usare, forse non so più cosa pensare, anche. </i><span style="color: #444444;">E' quel che ho risposto all'attesa per poi pentirmi delle mie parole. All'altro capo, nell'etere: silenzio. E' a questo punto che gli ho raccontato una storia, una storia in versi che tempo addietro, molto tempo, lui, la voce, aveva raccontato a me, una storia scritta da Firdusi, il grande poeta, versi come una fiaba in cui a volte dolore e sofferenza servono a formare esseri speciali che possono far nascere la luce dalle tenebre, una storia poetica che ora racconto a voi. Ascoltate.</span></span></div><p></p></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> " ...<i> V'era un monte a nome Alburz, vicino al sole, remoto da umano consorzio. Ivi aveva il nido il Simurg, in luogo ignaro del genere umano. Su quel monte lo deposero e tornarono via. L'innocente figlio dell'eroe non poteva ancora distinguere il bianco dal nero. Il padre recise il legame d'amore gettandolo via spregiato, ma quando il padre lo gettò via spregiato, lo raccolse Iddio nutritore. In quel luogo giorno e notte se ne stava abbandonato quel piccolo senza riposo, ora si succhiava la punta delle dita, ora piangeva. Quando i piccoli del Simurg ebbero fame, l'uccello si levò alto al volo dal suo covo: ed ecco vide un lattante che gemeva e la terra intorno come un mare fluttuante. Sua culla era la roccia, nutrice la terra, il corpo senza veste, il labbro senza latte. A lui dintorno nera terra squallida, alto sul piccolo batteva il sole... Il Simurg calò giù dalle nubi, protese l'artiglio, lo sollevò su da quelle rocce brucianti e lo portò via di volo fino ai vertici dell'Alburz. Così passò lungo tempo che il piccolo si trattenne segretamente in quel luogo. Egli divenne un uomo pari a un nobile cipresso, il petto come un monte d'argento, la vita come un giunco. La fama di lui si diffuse pel mondo. Il male e il bene non restarono mai celati... " </i></span></p></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Marika Guerrini</span></p></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2962222461705730837.post-42641479658196993672021-02-03T14:46:00.001+01:002021-02-03T15:19:08.879+01:00 L'Uomo e la Libertà<div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAh_FJO5bbKwS2Lp8qXhDNvYDK69CKzi-liI35N5XwTXmoP5EHfFee58SAl01Ao-Da31TzQREjfDue88mlwQKMihLbjr_6Kv673tx4_p7BP8sNp7UPYxHp-P5GDtJutWB32YWLpGgObq4z/" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="293" data-original-width="220" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAh_FJO5bbKwS2Lp8qXhDNvYDK69CKzi-liI35N5XwTXmoP5EHfFee58SAl01Ao-Da31TzQREjfDue88mlwQKMihLbjr_6Kv673tx4_p7BP8sNp7UPYxHp-P5GDtJutWB32YWLpGgObq4z/" width="180" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><br /><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">... <i>Les dieux s'en vont, </i>così Chateaubriand si espresse a proposito degli idoli caduti a Roma in seguito ad una strage di martiri. Così noi, scorrendo i giornali di oggi, come le cronache d'un ieri cumulativo di giorni, mesi, anni, ci scopriamo a pensare. E la storia rafforza il pensiero col suo sottolineare un graduale, costante, imbarbarimento dell'umanità. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Quel mondo che oggi avrebbe, o dovrebbe avere proprio per motivi storici maturati in seno ad una rinascita d'occidente, i requisiti atti a definirsi "libero", quel mondo che da anni ritiene se stesso paladino contro tirannia, contro ogni forma di costrizione, rispettoso di una convivenza civile all'interno della società, quel mondo che sotto il vessillo della libertà dice di custodire la libertà di pensiero, di espressione, libertà da schiavitù politiche ed economiche, libertà per ogni individuo di sviluppare la propria personalità, di vivere alieno da paure per la propria vita e la propria sicurezza, quello stesso mondo abituato quindi da molto più di un secolo a considerarsi portatore, quando non elargitore, di principi universali in difesa di tutti i Diritti Umani, quello stesso mondo ha tradito e sta tradendo tutti i suoi principi. Tutti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Principi, valori, si sono fatti orpelli, si sono fatti mere, effimere parole, in tali vesti hanno perso persino l'apparenza della maschera, la dignità per quanto falsa, di nascondersi dietro di essa. Allora ecco dimostrato quanto dicevano gli antichi a proposito delle parole: ogni discussione è inutile ed ogni accordo è vano se prima non si è stabilita, su scala universale, una giusta concezione dell'Uomo. E poiché l'Uomo di cui sopra, non è l'uomo che si fa da sé in seno alla storia, come dettato da vecchie correnti post-hegeliane, tantomeno è il risultato di elementi materici d'aggregazione, tuttavia è quest'uomo che da tempo agisce, questo piccolo uomo s'è fatto, e continua a farsi, sconosciuto a se stesso. Ha dimenticato, e continua a farlo, di essere un'unità, ha dimenticato d'essere un Uomo-unità. Ha dimenticato e continua a dimenticare, che non può separare l'anima dal corpo, che i due agiscono di concerto,</span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: large;"> </span><span style="font-size: medium;"><span style="color: #444444; font-family: arial;">ha dimenticato il tempo in cui, per propria costituzione, sentiva le forze agenti nel moto dei pianeti sottendere alle proprie azioni. Allora, ad esempio, </span><span style="color: #444444; font-family: arial;">non sarebbe stato possibile per la scienza analizzare un metallo come l'oro senza rapportarlo all'azione del sole prima, dell'organo cardiaco poi, l'uomo comune percepiva se stesso microcosmo nel macrocosmo e questo elargiva conoscenza di per sé.</span><span style="color: #444444; font-family: arial;"> Quel tempo è stato presente fino a circa la metà del XV secolo, poi ha iniziato a farsi passato, un passato sempre più remoto. In questo trascorrere l'uomo ha smesso di utilizzare le sue facoltà immaginativo-intuitive per percepire l'immortale che è in lui, benché l'immortale comunque esista. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Da qui l'azione dell'intelletto ha preso a divenire intellettualismo, ha raffinato sempre più la parte "materica" di sé,</span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: large;"> </span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">c</span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">osì agendo, ha azionato un meccanismo che a sua volta ha fatto sì che il pensiero scientifico, un tempo riconosciuto nel suo moto primo, quale frutto di pura intuizione, quale moto di ricerca in cui le idee sempre contenevano di per sé un impulso morale consono all'Uomo-unità, negando a se stesso la scintilla, si sia affidato esclusivamente al calcolo materico-razionale circa tutto ciò che esiste, che sia evidente o infinitesimale dal punto di vista fisico. L'uomo portatore di tale pensiero, negandosi l'origine superiore dell'idea-intuizione che accoglieva plasmandolo il proprio pensiero, ha creato una gabbia e, rinchiudendovelo, vi si è rinchiuso. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Imprigionato il puro principio del pensiero e inconsapevole di quest'azione fattasi stato effettivo, </span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">ha continuato ad ampliare la ricerca circa il pianeta e il fuori da esso, ad analizzare ogni campo dello scibile, senza accorgersi che il meccanismo precedentemente azionato aveva un pedaggio: la rinuncia all'Uomo-unità. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">Il campo della Genetica e della più giovane Epigenetica, sono i luoghi in cui, a saper osservare, questo pedaggio si evidenzia in larga misura e sono altresì i cavalli di battaglia del piccolo uomo contemporaneo</span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"> che, con orgoglio, afferma d'essere in grado di creare la vita mentre in realtà dimentica un banale dettaglio che sin dall'infanzia avrebbe dovuto assimilare: la creazione è tale quando si fa dal nulla e con il nulla. Il piccolo uomo infatti non crea, agglomera, differenzia, feconda, modifica, struttura, pone in sequenza, procura moto ad una materia in realtà già esistente, agendo su di essa sempre comunque e ovunque, si muove in un circolo vizioso nel partire da essa per agire di poi su di essa, ancora sempre comunque e ovunque, per quanto infinitesimale possa essere o apparire l'esistenza della materia stessa. E questo lo fa per amore di se stesso, subordinando sempre e comunque tutto al suo utile, ai suoi fini, entro il suo limite che sempre e comunque è tale anche quando, e forse ancor più, ritiene d'agire per "amore" della società, e o dell'intero scibile umano. Così, agendo nella negazione dell'impulso primario del pensiero e della primaria sostanza dell'anima, entrambi in-creabili, l'uomo figlio dello spirito scientifico, nella sua prigionia, privo di conoscenza di sé quanto dell' Immortale in sé, contempla soltanto e sempre la materia morta, anche quando sembra vivente per via di moto autonomo solo in apparenza, vive quindi in una oscura perenne menzogna da cui si sprigiona la paura. Così, svuotato, ha creato una sorta di dualismo in cui, da un lato alberga l'uomo svuotato, dall'altro lo stesso uomo che, spinto da impulso prenatale e immortale comunque esistente in lui malgrado se stesso, vaga smarrito nell'oscurità alla ricerca di una luce, quindi di una verità, quindi di una reale libertà di poter Essere divenendo libero.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;">il piccolo uomo genera e si muove nella menzogna e nella paura da essa generata, negando a se stesso la conoscenza, negando a se stesso la libertà di Essere divenendo libero. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><i>Les dieux s'en vont?</i> No, è l'uomo che, immemore di sé, li tiene lontani. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"> </span><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: large;">Marika Guerrini</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #444444; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;">immagine: Erfurt (Turingia), Chiesa dei Domenicani-1340/1445- Portale- fonte Wikipedia</div>Unknownnoreply@blogger.com0