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sabato 19 maggio 2012

buzkashi

...il fatto è che, per quanto azzardata possa risultare la similitudine, l'Afghanistan e quella fetta di Baluchistan pakistano di cui occiriente tratta da giorni e giorni, non hanno nessuno dalla loro parte, nessuno tra i "potenti" del globo, neppure i loro governanti, nessuno che protegga le loro genti. Oggi, ora, a Camp David, nel suo cottage, tra sorrisi e pacche sulla spalla,  Obama è con i suoi ospiti a decidere le sorti del pianeta. Sorti future ma vicine. O meglio, a dar forma alle sorti, essendo state decise in un a priori più che datato. Ora, oggi, si tratta di convincere qualche reticente, se mai ci sia, si tratta di delineare i "brandelli di capra", si tratta di destinarli. Quanti pezzi faremo di questa terra-capra? Quanti toccheranno a me, quanti a te? Quale territorio dovrà essere "bonificato" dalla propria gente perché questo si renda possibile? Questi gli interrogativi. 
Si gioca a buzkashi con l'Afghanistan da oltre dieci lunghi anni, ora, oggi, a Camp David è un buzkashi da tavolo, un buzkashi per intimi. Un buzkashi di preparazione al vertice Nato, a Chicago, domenica, lunedì. Vertice cui presenzieranno sessanta tra delegazioni e capi di Stato, Asif Alì Zardari, tra questi. Sì, Islamabad, il suo Presidente. La stessa Islamabad che nella giornata di ieri ha ceduto, ha aperto la  rotta per l'Afghanistan alla diplomazia a stelle e strisce, dopo averla chiusa lo scorso novembre in seguito alla rappresaglia Usa che aveva ucciso 24 soldati pakistani al posto di blocco di frontiera. Scusandosi poi, ovviamente. Ma Islamabad deve giocare. Le è stato chiesto di fornire l'uscita strategica alle forze Usa. Di fornire passaggio verso il mare. Verso Karachi ancor più. Troppo costosa la rotta attraverso Asia Centrale e Russia, troppo per il budget Usa. E, troppo scomoda. E, troppo pericolosa: la Russia è pur sempre la Russia. Passaggio comodo, quindi. Ma passaggio vuol dire rotta attraverso il Baluchistan, anche. Vuol dire espropriare, anche. O dovremmo dire bonificare, anche. E tutto s'incontra converge ruota coincide con quel che occiriente va dicendo da giorni, mesi. Pipe Line, risorse del sottosuolo, confini con Stati altri, Golfo, eccetera eccetera. E gli Hazara, anche. E quel che sappiamo sul loro genocidio, anche. E pensare che il buzkashi nasce con i loro avi.
No, L'Afghanistan e quella linea Durand che da nord del Kyber Pass giunge a Quetta per andare oltre, verso il mare, non hanno chi li protegga. Sono nel pieno del buzkashi. Ma non è una capra a frantumarsi in brandelli.  
Marika Guerrini
foto di Barat Alì Batoor

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