...sì, l'Italia sta bombardando l'Afghanistan. lo sta facendo nei pressi di Heràt, di Farah, lo farà altrove. E' novità? No, alcuna novità. Eppure, le poche voci, molto poche, levatesi in questo silenzio mediatico, si mostrano indignate come da sorpresa. D'accordo, sì all'indignazione, ma perché si prenda atto ora, soltanto ora, di queste bombe, resta un interrogativo. Dov'erano queste voci nel passato prossimo di questa guerra? Dov'erano quando voci ancor più rare, per non dire solitarie, dichiaravano azioni italiane di bombardamento? Lo dichiaravano ch'era il 2005, il 2006. il 2007, il 2008, ch'era da sempre, quasi Oh, sì, gli Amx hanno un impatto psicologico forte, molto forte, sono bombardieri a tutti gli effetti, certo, un impatto psicologico che i Mangusta non hanno per chi non sa. I vecchi Mangusta sono elicotteri, soltanto elicotteri. Sono elicotteri carichi di bombe. Soltanto. Il fragore è lo stesso, lo è sempre stato. La semina di morte anche. Ancor più degli Amx a volte. Per quanto assurdo questo possa sembrare.
Sì, l'Italia sta bombardando l'Afghanistan. Lo fa da tempo ora lo dichiara. Tutto qui. Questa la novità: ora lo dichiara. Lo dichiara forte dei miliardi spesi per i cacciabombardieri, lo dichiara forte del via libera di De Paola, il ministro prima in divisa ora in borghese, degno figlio della Nato. Lo dichiara forte del via libera all'eliminazione d'ogni restrizione d'azione bellica (caveat), decisa, comunicata lo scorso gennaio. Lo dichiara per voce d'un tenente colonnello, Francesco Tirino, portavoce del contingente italiano in Afghanistan. Per via d'un'intervista rilasciata a E-il Mensile, il giornale di Emergency, una delle rare voci, lo fa ricalcando il leit motiv yankee :" ....i nostri aerei sono impiegati osservando rigidamente le norme internazionali e nazionali, senza conseguenza sulle popolazioni civili" e " ...i nostri assetti di guerra presenti in teatro vengono usati al cento per cento delle loro capacità a difesa delle nostre truppe sul terreno, dei nostri alleati e della popolazione afghana". Peccato che la popolazione afghana non si sia accorta della difesa, mai. Mai in questi undici anni di guerra. Perché questa è sempre stata: GUERRA, anche se non sempre lo è stata per l'Italia. Ma ora sì, da tempo sì. Poi il ten.coll. Tirino, nella stessa intervista, ha detto della Shrimp Net, in traduzione Rete per Gamberi. E' così che si chiama quest' azione bellica congiunta che continuerà sul territorio afghano. Lo farà come da copione, in un teatro appunto, per fare pulizia da terrorismo, talebani, insorti...e tutte le fandonie, compresa la difesa delle donne afghane, che vanno raccontando per confondere i pensieri delle masse, soggiogarli. Intanto, però, un titolo da film s'è aggiunto alla lista. S'è aggiunto a quell'Enduring Freedom, quell'Infinita Giustizia, che, nel nefasto ottobre del 2001, ha seguito precedendo altri titoli da film più o meno esotici. Rete per Gamberi. E il sapore ideale, se pur falso, se pur ingannatore, se pur nominale soltanto, s'è allontanato anch'esso da questa guerra. Segno di decadenza. Chissà. Bisognerà vedere chi saranno i gamberi che cadranno nella rete. Accade ai pescatori, a volte, anche.
Marika Guerrini
p.s.
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