Pagine

sabato 10 gennaio 2015

Libertà o Verità: no, je ne suis pas Charlie!

... può esservi Libertà senza Verità? No, non può.
Lacrime, urla, disperazione, condanna, candele: "Non avremo paura" "Siamo tutti Charlie" e  ci si è riempiti la bocca, le orecchie gli occhi con la parola libertà. Ci si è riempiti di "libertà" soddisfatti della sola pronuncia nel dirselo accendendo un guizzo nello sguardo. E ci si è riempiti di "libertà" sentendosi detentori, custodi, difensori in ogni atto che sia verbale o di stampa o di pensiero o d'azione. Ci si è riempiti come nell'ottobre del 2001 ci si riempì di "libertà" per esportarla a chi "non la conosce" fu urlato, e, anche "Siamo tutti americani" fu urlato,  quando in nome della "libertà" e in nome di Dio, si seguì G.W.Bush "unto del Signore" per autodefinizione, invadendo, bombardando, distruggendo, annientando l'Afghanistan, elaborando, architettando, costruendo, innescando la miccia del "terrore" che rincula in questo nostro presente. 
Dov'erano allora lacrime urla candele condanna, dov'erano allora che Google non listò a lutto la propria pagina come ora? 
E dov'erano lacrime urla candele condanna mentre i figli di quell'oriente devastato, allora come ora, nel corpo e nell'anima dalla "libertà" d'occidente venivano rinchiusi nell'inferno di Guantanamo o di Bagram o in Iraq a marcire per anni, quasi sempre innocenti, quasi sempre adolescenti, sì, perché da questi inferni, se si è colpevoli, solo se lo si è, dopo essere stati preparati e testati, si esce per essere strumentalizzati, per essere pronti all'uso, poi uccisi. Dov'erano lacrime urla candele condanna?
E lacrime urla candele condanna hanno forse attraversato tutte le primavere arabe volute da quest'occidente che ora piange, che ha procurato milioni di vittime e innalzato le proprie bandiere come la francese in Libia, in segno di "libertà", dov'erano?
E dove sono lacrime urla candele condanna, che sia reale e non farsa, quando Israele "innaffia" con il fosforo bambini palestinesi affinché con essi bruci il futuro della Palestina e Israele possa vivere in "libertà", dove sono?
No, la libertà non si sposa con l'ipocrisia, non può, né con la menzogna, né con la blasfemìa che si fregia, infangandolo, del suo nome, blasfemìa che usa il nome "libertà" quale scudo all'assenza di libertà in sé, per cui lo scrive, lo pronuncia e se ne bea perché non ne possiede il contenuto, perché lo cerca, ché, se così non fosse, se l'avesse trovato, non avrebbe bisogno di usarlo contro, se l'avesse trovato saprebbe che libertà è innanzi tutto rispetto dell'altro, rispetto a prescindere. No, non può. La libertà e il nome che la evoca nel suono: libertà, può solo sposare la verità e il nome che la evoca nel suono: verità. 
"Guai a voi scribi e farisei ipocriti..." canta Marco nel suo Vangelo. No, qui non c'è Verità e non c'è Libertà. No, jamais, je ne suis pas Charlie!

Marika Guerrini

foto dal web: Mikelife, fotonordest

2 commenti:

  1. Indossare la maglietta con uno slogan è facile, illusoriamente liberatorio ma soprattutto fa "tendenza"...pensare ai bambini che saltano in aria in un mercato può rovinarci il week-end..per noi occidentali è importante che il week.end sia salvo. Un saluto, Enza.

    RispondiElimina
  2. ... mi piace pensare che giungerà il tempo in cui l'occidente libererà dal torpore la propria coscienza, bisogna solo vedere se sarà per libera scelta, come ci si augura, o costrizione, ma sì, il tempo verrà. Ricambio il saluto.

    RispondiElimina