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giovedì 7 giugno 2012

...come d'un cigno sull'acqua

...il "Los Angeles Times / Word" titola la sua prima pagina on-line: "Syria opposition accuses pro-Assad forces of new massacre", in traduzione: "L'opposizione siriana accusa del nuovo massacro le forze di Assad". c.v.d. tutto si ripete. Così, mentre Hillary Clinton, accompagnata dal suo omologo turco, da una terrazza  loda le bellezze di Istanbul, in attesa del pranzo ufficiale e del di poi confabulare sulla Siria con altre 16 potenze regionali ed europee, alla nostra attenzione sul novello massacro in terra siriana, una differenza si fa spazio, una puerile mediatica furbizia dei "ribelli", o chi per: la tempestività della dichiarazione sulle modalità del crimine: armi da taglio e fucili. Sì, come allora, come ad Hula, ma ora s'è detto subito, un subito dal sapore d'anticipazione. Quindici giorni fa, no, quindici giorni fa venne fuori dopo, in un secondo momento, quasi per caso, dalla dichiarazione d'una madre con tra le braccia un corpo senza vita, d'un figlio. Venne fuori dall'atrocità d'un dolore. E fece vacillare la dichiarazione "ribelle", la prima, quella che in assoluto accusava l'esercito regolare. Sì, s'è dichiarato subito ora. E la meticolosità del racconto architettato, voluto, costruito così come la scena del crimine, vengono fuori anch'essi. 
Ma occiriente non ci sta, né sprecherà ulteriori parole su quest'ulteriore menzogna. E' qualcos'altro che vuol fare ora, un giro, uno sguardo di ricognizione, di aggiornamento, di nuove ipotesi:
immaginiamo che questa macchinazione destabilizzante, estranea alla Siria, raggiunga il suo obiettivo: intervento straniero armato nel paese. Varrebbe a dire forze Nato. Varrebbe a dire Usa. Varrebbe a dire opposizione alla Russia, alla Cina. Vorrebbe dire non tener conto del Pakistan, la sua quotidiana umiliazione inflitta dalle forze Nato e dalla CIA, vedi droni. Non tenere in conto la continua violazione della sovranità nazionale attuata lì come altrove. Europa compresa se pur in altra forma. Vorrebbe dire non tener conto dell'Iran. Vorrebbe dire non tener conto degli accordi sulle pipeline interne alla regione, accordi tra i regionali, quelli esistenti benché altalenanti. Vorrebbe dire non tener conto d'una reale conoscenza dell'India. L'India dei silenzi accondiscendenti, delle accomodanti approvazioni, malgrado le, delle apparenti innocue diplomazie, malgrado le. Non tener conto del complesso universo indiano, quello che sa attendere per poi condurre a suo modo quando giunga il tempo opportuno. Vedi vicenda dei marò, anche. Quell'India che è troppo intelligente per non tener conto a sua volta, della regione tutta ivi compresi Iran, Pakistan, Afghanistan e la vicina Cina, malgrado gli apparenti ed anche sostanziali storici screzi. Vorrebbe dire per la Nato, quindi Usa, malgrado l'araba amicizia, ma insufficiente, malgrado l'amicizia di Israele, ma insufficiente, non tener conto dell'altrui bilancia, la bilancia orientale, quella che ritorna quale possibile idea di un'asse o fac-simile ipotizzata tempo fa in altre pagine d'occiriente.  
Ma se questo dovesse accadere, se malgrado tutto questa folle ipotesi d'occiriente, ma non solo, di intervento armato in Siria, ancor peggio in Pakistan ancor peggio in Iran, dovesse compiersi, cosa farebbe la Nato-Usa anche solo all'inizio, per sedare la rivolta del popolo siriano o altro, contro lo straniero, perché ci sarebbe, oh, sì che ci sarebbe. Come risponderebbe la Nato-Usa, che armi, quali armi userebbe? Le nucleari, quelle chimiche, quelle silenziose da distruzione di massa, quelle... per intimorire? Chi? Come? Sì, la Nato-Usa avrebbe la meglio, sì in un primo momento, solo in un primo infinitesimale storico momento, dopo di che...? Poi...? La Siria, ora la Siria, si sta sempre più facendo ago d'una bilancia globale. Il perché è nella resistenza di  Bashir el- Assad, è nell'aiuto che riceve da una larga fetta del popolo siriano, non per merito dell'esercito siriano o non solo. La questione non è di simpatia per il leader, è di terrore del giogo straniero, di protezione dell'identità di popolo, di salvaguardia della propria storia, tradizione, costume, qualunque sia l'aspetto. Questo è e questo sarebbe in Pakistan, Iran e ancora. L'Iraq, l'Afghanistan, hanno perso tutto. 
Sarebbe bene che quest'idea di Nuovo Ordine Mondiale, che tutto è tranne che fantasia, gli Usa ed accoliti, iniziassero ad attuarla in casa propria. 
Ma una fantasia si permetta invece ad occiriente, tra queste righe, una piccola leggiadra fantasia sulle cui ali sarebbe bello cullarsi in queste acque burrascose in cui annegano quotidiani attimi di serenità: sarebbe bello scivolare su di esse con regale distacco, come d'un cigno sull'acqua.
Marika Guerrini

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