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venerdì 20 settembre 2013

Siria il nuovo bivio d'occidente

... non v'è dubbio sull'estraneità del governo siriano nell'uso di armi chimiche lo scorso 21 agosto nei pressi di Damasco. E' sempre più evidente quest'estraneità, ma va sottolineata data l'unilateralità, la falsità, la vigliaccheria dell'Onu. La sua assoluta inutilità ad esistere, se questo dev'essere il suo esistere. Un Ban Ki -Moon che glissa sull'attribuire un nome ai responsabili, che continua a farlo malgrado la dichiarazione ufficiale della Russia circa prove acquisite a dimostrare la responsabilità dei ribelli, di prove fatte giungere all'Onu, attestano la mala fede. Un Ban Ki-Moon che subito dopo aver glissato incentra l'attenzione su Bashar al- Assad accusandolo di crimini di guerra nonché contro l'umanità dimenticando l'Iraq con le sue  Falluja, i suoi Abu Graib, dimenticando l'Afghanistan con  i  suoi Bagram e ancora e ancora, tutti sempre con firme Usa e Nato, mentre Assad ammette il possesso delle armi chimiche e il loro smantellamento, attestano la mala fede.  Mala fede che manda alle ortiche ogni convenzione o, forse, dimostra la falsità di tutte, o quasi, le convenzioni post 1945. Ma questo lo toccheremo in altra pagina.
Luoghi terribili sono quelli dimenticati dal Segretario Generale Onu,  luoghi che hanno visto perpetrarsi atrocità senza limiti. Luoghi in cui esseri umani d'ogni età, bambini in numero esponenziale e donne e vecchi, sono passati sotto tagli inferti con coltelli, privazioni sensoriali, pressioni psicologiche d'ogni tipo, dalle finte esecuzioni, ai waterbording, alle posizioni di stress, quali, denudati, in catene, essere appesi con la testa in giù, o anche essere esposti a temperature estreme e così via. E stupri con armi d'ogni genere, e sodomizzazioni di bambini con arnesi che la pietà ci impone di tacere, mentre le donne, spesso le madri, dopo aver già subito o in procinto di, venivano costrette a guardare. E supplicavano la morte, invocavano supplicando ad alta voce la liberazione della morte o, pregavano. Questo ed altro, molto altro per quanto terribile sia immaginarlo, è avvenuto in questi anni di infami guerre mai dichiarate. Aggressioni. Questo l'Onu ha dimenticato, forse. Eppure è stato oggi, a volte ieri o l'altro ieri, è stato recente, tutto recente. Ma, come canta il poeta in termini abissalmente lontani, breve ha la memoria il corso per l'Onu, non per noi, qui il senso di questo rimarcare situazioni da inferno dantesco, di cui, in certo senso, siamo responsabili tutti. Per adesione pratica o mentale o ideale o di silenzio. Situazioni, azioni molto più che criminali nei confronti dell'umanità. Eppure, ad oggi, mai è stata fatta giustizia. Le più sono passate  inconosciute, quelle sgusciate al controllo hanno visto i loro autori, vittime anch'essi, attraversare sommari processi per poi scontare sei mesi di detenzione quale pena massima. E' da tanto che le nostre pagine accennano al subumano, queste azioni, frutto non di individuale follia, ma di precisi comandi militari superiori, sono il subumano. Ma anche questo tutti ormai lo sanno tranne l'Onu che ne è all'oscuro, visto che ha l'impudenza di accusare chi, in confronto, sta solo rispondendo ad attacchi stranieri per salvare le propria terra, la propria gente. No, non siamo di parte, non dalla parte di Assad che non conosciamo personalmente, ma siamo dalla parte della verità. Non possiamo farne a meno. Anche su questo non v'è dubbio. Per questo senso di verità continuiamo a dire che il popolo siriano, quello non inquinato dall'occidente, è dalla parte di Assad. E Assad non sta mentendo. Allora, cosa si deve liberare questa volta con o senza apparenti malcelati falsi accordi o azioni militari? Cosa si deve liberare, un popolo dal suo "tiranno" perché siamo affetti da umanitarismo?  La Siria è il nuovo bivio d'occidente, sta a noi proteggerlo per proteggerci. Lì dove proteggere vuol dire anche smascherare.
L'Afghanistan, il vecchio bivio, dopo il nefasto giorno delle Twin Towers, avrebbe dovuto subire un'azione di polizia internazionale alla ricerca di Ben-Laden. Una breve azione. Alla morte di Osama ben-Laden, morte fasulla per data luogo motivo, ma questo è un altro capitolo, si doveva ancora "aiutare" quella terra perché nascesse un Nuovo Afghanistan. Menzogne su menzogne su menzogne. Quel Nuovo Afghanistan tanto urlato dagli Usa nel 2001 non sarà mai. L'Afghanistan, che chi scrive ha incontrato, amato, non è più, quel che ora è sono le sue spoglie. E' stata frantumata la sua anima, inquinato in maniera incredibile il suo corpo, la terra, dall'uso di armi ben peggiori che le chimiche, uranio impoverito che, non aeriforme o simile, stanzia per anni anni ed anni nel terreno avvelenando ogni cosa. Ma anche questo ci è noto. Ora quella terra-bottino, occupa un relativo interesse per la sete geopolitica, economica, strategica  d'occidente e adepti, quel che doveva farsi è stato fatto, i confini si sono ampliati, ora la posizione della Siria favorisce la sete, potrebbe soddisfarla. Ora la Siria garantirebbe molto, tanto, se fosse distrutta, occupata e, visto che la feccia umana addestrata e armata anche di razzi speciali per armi chimiche, checché si dica mentendo, non ce l'ha fatta, bisogna escogitare qualcosa d'altro. La Siria garantirebbe tutto il necessario all'espansione d'occidente e adepti, tranne l'oppio. ma per quello non c'è problema, c'è, ci sarà l'Afghanistan. Ora però usciamo da questo racconto di fondo e torniamo all'analisi degli elementi. 
C'è n'è uno, uno trascurato, inosservato perché abitudine, uno che ha giocato in questa storia siriana, è fatto di due parole: "ribelli" e "regime". Termini che agli occhi del mondo, da che il vento degli States ha soffiato su di esso la sua aria democratica, liberale, umanitaria, sono divenuti sinonimo di "buono" e "cattivo". Che grande superficiale idiozia! Ma è con questi occhi che l'occidente ha guardato, seguito il dramma siriano, con gli occhi, appunto, d'occidente, di quell'egocentrica ignoranza che fa guardare attraverso le nostre lenti la vita altrui. Applicare le nostre leggi. Tralasciare la loro storia, il costume, la tradizione, ancor più ignorare i tempi storici, le scansioni. Così, ai nostri occhi, i ribelli sono sempre per i diritti umani, per la giustizia, per la "libertà" e bla bla bla. L'altro, il regime pratica sempre l'opposto: assenza di diritti umani, ingiustizia, coercizioni e bla bla bla. Così, da subito, i ribelli sono stati i buoni ai nostri occhi, al-Assad, il cattivo. Sì, una profonda ignoranza ma anche un gioco perverso. Fa comodo l'ignoranza, l'ignoranza si usa. E si entra nel gioco perverso, il gioco dei manovratori. C'è stato anche questo nel burrascoso mare della vicenda siriana. Ha giocato anche questo ai margini sostanziali dell'attualità  medio orientale. Ma questa è una patologia. E' una patologia questa del "ribelle" e del "regime", il "ribelle" sempre "buono", il "regime" sempre "cattivo". Una patologia ideologica da cui bisognerebbe guarire per obiettivare.  Guarire per essere liberi. 
Marika Guerrini

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