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sabato 21 novembre 2015

In Nome di Dio

il Golgota
... nei giorni scorsi, a ridosso del tragico episodio parigino, non le abbiamo contate, ma molte sono state le telefonate a proposito dei musulmani. In tutte le molte voci sempre quella di turno diceva: perché non dimostrano d'essere contrari al terrorismo, loro comunque aderiscono, perciò restano in silenzio, etc. etc. La cantilena s'è ripetuta e ripetuta. 
E allora bisogna scendere in strada, affollare la piazza, prendere le distanze dai fatti di Parigi, prendere le distanze con il megafono. Agire secondo questo nostro costume che, personalmente, riteniamo incivile, schiavo di un sistema violento che da se stesso si è dato, in nome di una democratica civiltà male interpretata. Perché la massa non fa l'uomo civile ancor meno fa l'individuo pensante e cosciente. In ogni caso e comunque.
Ma, torniamo ai musulmani costretti a dimostrare la loro innocenza. Il fatto che molti imam, abbiano rilasciato dichiarazioni di tutti i tipi e su tutti i canali d'informazione, sempre precisando: ciò che si manifesta nel e con il terrorismo non è l'Islam. Non è servito a nulla.
Il fatto che alcuni abbiano citato anche versetti del Corano con l'esplicita condanna al suicidio, ben lungi dall'aprire le porte del Paradiso. Non è servito a nulla.
Il fatto che molti intervistati comuni abbiano preso le distanze anche solo dall'idea dei fatti criminali, testimoniando rispetto per le altre religioni e per il paese straniero di cui ormai si sentono parte, non è servito a nulla, nulla è servito a nulla: bisogna che manifestino. 
Ed oggi, ora, mentre tracciamo questa pagina, lo stanno facendo. Bene, siamo tutti contenti! Sarà quel che sarà, andrà come andrà, siamo tutti contenti.
Tutti, proprio tutti i musulmani  a cui è stato chiesto e a cui non è stato chiesto parere, si sono giustificati. Questo ci ha disturbato non poco. Giustificarsi di cosa, perché, con chi, per chi?
Giustificarsi degli effetti di ciò che noi, occidentali abitanti di questo emisfero, con il nostro malcostume, il ferimento dei valori, l'indebolimento degli ideali, della sacralità, e ancora e ancora, abbiamo prodotto come una serpe in seno e fuori da esso? No, non ci è piaciuto. Tanto meno siamo contenti che genti musulmane stiano manifestando, se fosse stato possibile avremmo evitato quest'umiliazione, no, non solo a loro, a noi tutti in quanto esseri pensanti ritenutisi civili.
Il grido: Allah-u-Akbar!, s'è fatto sigla sulle labbra delle costruite macchine da guerra, per  questo grido oggi, ora, migliaia di persone innocenti, stanno chiedendo scusa manifestando a Roma, a Milano. Il  senso di quel grido che ogni musulmano porta nel cuore: "Dio è Grande" ché questo vuol dire, ed è sacrosanto portarlo nel cuore, in quel grido, agli occhi dei più d'occidente, il significato s'è perso. E' capovolto. E questo è triste. Molto. E non ci fa onore. 
Siamo forse scesi in strada noi cristiani, ci siamo forse adunati in piazza quando George W. Bush, autodefinitosi "unto del Signore", al grido "In Nome di Dio" ha scatenato gli eserciti contro un paese inerme e, a suon di menzogna chiamata giustizia, risposta ad un attacco, chiamata "scontro di Civiltà", "guerra di religione", richiamando antiche guerre che nulla avevano a che vedere, nascondendo la verità dietro di esse, ha distrutto l'Afghanistan, dando inizio a infami guerre, distruzioni, destabilizzazioni e morti, civili ancor più a migliaia e migliaia, e innocenti ancor più? 
E siamo scesi in strada, in piazza quando, scudo la menzogna, sulla scia del grido "In Nome di Dio" abbiamo ucciso capi di Stato dando poi in pasto i loro paesi alla follia omicida di mercenari assetati di sangue e denaro? 
E siamo scesi in strada, in piazza quando sulla scia dello stesso Dio e sempre scudo la menzogna, abbiamo fomentato false primavere al solo scopo del divide et impera ad uso di potere economico e geopolitico producendo morti e distruzione?
Siamo scesi in strada, in piazza alla sistematica distruzione dell'Iraq?
E per la Siria, quando, sempre nascosti dalla menzogna e sulla scia dello stesso Nome di Dio, si è fatto sì che una comune ribellione interna si trasformasse in guerra civile, armando i ribelli e accrescendo le loro fila con mercenari appositamente addestrati, nei nostri territori d'occidente, ad essere assassini, siamo scesi in strada, in piazza ad urlare: Dio non c'entra con il folle grido, noi cristiani prendiamo le distanze! ?
Siamo scesi in strada, in piazza? Ci siamo giustificati? Umiliati? Abbiamo chiesto scusa o cosparso il capo di cenere? Qualcuno ci ha costretti a farlo? No. Noi ci siamo armati e abbiamo seguito il grido e poi la sua eco. E lo facciamo ancora.
Marika Guerrini

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