... si è evidenziata al Bataclan
la tenebra che ha avvolto Parigi, si è mostrata al mondo in
tutta la sua ampiezza e ancor più acuto s'è fatto il dolore dinanzi all'età
degli attori, qualunque fosse il ruolo interpretato. Volti, sguardi,
atteggiamenti. Ragazzi, tutti ragazzi. E tutti belli, belli dentro, ché questo
è trapelato dalle immagini, sia che fossero dispensatori di morte o vittime.
"Erano bianchi,
avevano tutti meno di 25 anni... sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4
alla volta, tutti ben mirati, sembravano soldati delle forze speciali",
così una testimonianza, e un'altra: " Ho visto diverse persone giovani che
non indossavano maschere, entrare nella sala durante il concerto imbracciando
kalashnikov" e un'altra: " I terroristi erano molto calmi" e
un'altra: " Hanno sparato a bruciapelo a chi era rimasto ferito. Ricaricavano
le armi e ricominciavano a sparare". Queste le immagini.
E al dolore partorito dalle immagini
proiettate o suscitate, sullo schermo o nella mente, voci si sono rincorse
diverse e simili, di bocca in bocca, di paese in paese, tra esse, molte, troppe,
si sono servite dell'eco di un'unica voce, quella della Fallaci, della sua
rabbia, del suo orgoglio, rabbia indirizzata alle genti musulmane in genere,
orgoglio per l'occidente emblema di civiltà, giustizia e democrazia. Rabbia e
orgoglio frutti d'una mente che da tempo aveva perso il filo della verità,
confuso, avversato. Frutti di un'anima esacerbata da un ateismo mai risolto,
negato e consolidato, dubbioso e certo, anelante una preghiera, silente, negata
al suo nascere, ancor prima di esso. Eppure un certo mondo, quello
dell'ignoranza e o della menzogna e o dell'ipocrisia, si serve di tutto questo
ed eleva a "profezia" quella che è solo stata una visione unilaterale
della nota giornalista, una visione contro, che il contro ha reso reale, una
visione dettata, in gran parte, da ignoranza culturale circa l'Islam.
Ecco alcune delle sue parole in
merito:
" Parigi è
persa: qui l'odio per gli infedeli è sovrano e gli imam vogliono sovvertire le
leggi laiche in favore della sharia" e ancora: " Illudersi che esista
un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta,
che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar
dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la
propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza è contro
Ragione...." e ancora: " Morire di sete e di solitudine in un deserto
sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenire è contro
Ragione. E contro Ragione è anche sperare che l'incendio si spenga da sé grazie
a un temporale o a un miracolo della Madonna" e ancora:" Jihad.
Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio,
forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa
della nostra libertà e della nostra civiltà." e ancora:" Non capite o
non volete capire se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si
combatte, la Jihad vincerà, distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti
a costruire... la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra
morale, i nostri valori..." e ancora: " Qui è in atto una Crociata
alla rovescia" e ancora:" E' il Corano non mia zia Carolina che
umilia le donne e predica la Guerra Santa, la Jihad... tutto il male che i
figli di Allah compiono contro di noi e contro se stessi viene da quel libro".
Ed ecco altre parole, parole in
risposta all'ignoranza, al contro:
" Ho letto e
riletto le tue pagine. L'ho fatto all'inizio, quando erano poco più che
articolo. Nel 2001. Le ho lette qui, a Roma, in una libreria del centro...
Le ho lette di getto come tu le hai scritte di getto.... Al the end
l'amaro in bocca, negli occhi, nel cuore...Ho preso il tuo libro, per questo,
in seguito. E' stata forte, molto, la bufera degli stati dell'animo
accavallatesi ad invadere i pensieri.
E' in quest'assenza
di pensiero che ho fatto un calcolo, semplice, numerico: migliaia di copie
vendute, migliaia di lettori, migliaia e migliaia di immagini matrici di
altrettante immagini. A formare opinioni, credenze, pseudo pensieri. Passati di
parola in parola, di suono in suono, di segno in segno. Tutto questo scaturito
dalle tue pagine, dalla tua rabbia e dal tuo orgoglio. Tutto questo a formare
la storia.
Storia grandemente
ignorante, cara Oriana... Una sottostoria a formare una sottospecie di uomini.
E' stato dopo, dopo
questo calcolo, negli sprazzi di calma, nel distacco, che ho visto i ragazzi.
Tutti quei ragazzi ancora bambini, appena adolescenti o poco più. Quelli che,
in assoluto silenzio, quasi una venerazione a dispetto dei loro stessi docenti,
ascoltano quando parlo d'oriente e d'occidente, della storia che è fluita
dall'uno all'altro, delle arti, delle lettere, del pensiero scientifico,
filosofico, delle guerre e delle battaglie anche, delle sfide, della lealtà
nella diversità, della conoscenza, del rispetto, la spregiudicatezza che porta
all'incontro, lo produce, lo alimenta, e ancora e ancora.
Quelli che restano
immobili malgrado la naturale vitalità e possono farlo per ore. Quelli che
alzano le mani, chiedono la parola per porre domande su domande a ricercare,
scoprire, conoscere, comprendere. Tutti quelli che non rifiuto mai d'incontrare
a scapito di proposte prestigiose, mondane, inutili. Tredici, quattordici,
diciotto, venti o poco più, non importa l'età, loro bevono le parole come i
rosoni di Chartres bevono la luce.
E tu sai che quel
che uscirà con la tua voce sarà creduto. E tu sai, perché non hai dimenticato,
che stanno chiedendo al mondo che si mostri diverso da quello che sanno e che
non sanno. E tu fai parte di quel mondo ai loro occhi.
Poi li ho visti con
te.
Con la stessa
capacità d'immersione li ho visti con te. Con la stessa passione, la stessa
foga li ho visti con te a porre domande. Domande diverse scaturite da parole
diverse, pensieri diversi, opinioni diverse. Opposte. Quasi.
Li ho visti,
infettati dalla tua rabbia e dal tuo orgoglio, gonfiarsi di delusione, paura,
arroganza.
Accade in automatico
a quella età. E' la trasformazione, la miscela, il risultato. Di noi. Ho
guardato il mondo con i loro occhi dopo le tue parole. La storia formarsi dalla
paura della vita. Ho visto.
Uomo contro uomo. Ho
visto.
Non mi è piaciuto.
... Ho paragonato i
ragazzi dei racconti, del silenzio, della comprensione, quelli che bevono le
parole per scegliere la vita, li ho paragonati agli altri, quelli cresciuti
nella distorsione della storia, nella menzogna, nella paura. Cresciuti
nell'ignoranza. Voluta. Procurata. Cresciuti contro.
Non mi è piaciuto.
E' stata la vista di
questi ultimi, la gabbia che li serrava, a smascherare il mio silenzio.
Complice. Così mi sono percepita. Complice delle tue parole con il mio
silenzio.
Non mi sono
piaciuta.
Ho fatto come te. Ho
preso carta e penna, ho iniziato a scrivere di getto... ".
Non c'è altro da dire.
Marika Guerrini
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