Bruegel, Torre di Babele |
Quando il deputato si esprime dicendo: " Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi... caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana", afferma un'umana verità, verità che non appoggia né sottoscrive l'azione in sé, ma ne constata la realtà, la procurata ineluttabilità, negare questa verità è ipocrisia. Quando tocca, e notiamo la delicatezza, la questione dei confini "imposti" dall'Occidente sia in Medio Oriente che in Europa, per cui, per quell'imposizione, si rende necessario e inarrestabile un assetto su basi etniche, afferma un'assoluta verità, negarla è ignoranza. Quando si appella ad una presa di posizione dell'Unione Europea che sia scissa dal mortale gioco espansionistico statunitense, per di più in totale fallimento, Di Battista esprime un desiderio di verità consapevole di una irrealtà che auspica divenga realtà. Quando accenna all'Eni e alla responsabilità italiana della "corruzione" in ogni dove si muova, dall'Africa al Medio Oriente, ed oltre aggiungiamo noi, corruzione che provoca, alimenta, accompagna la povertà dei paesi che dice di aiutare e invece sfrutta, provocando così estremismi, ancora evidenzia un'assoluta verità. Ed ancora verità esprime quando parla di "follia" di "armare i curdi per fermare la guerra", alla parola follia addizioniamo ancora una volta la parola ignoranza, culturale, etnica, storica, da parte d'Occidente, ministro degli Esteri Mogherini compresa, follia anche nel proseguire il nostro servilismo allo zio Sam ivi compresa la furbizia britannica a cui zio Sam si abbevera. Ed anche quando suggerisce la similitudine tra un attivista dell'Isis e Colin Powell e definisce "panacea" per "il grande capitale nordamericano" la tragedia delle Twin Towers, uno dei motivi per cui chi scrive ha sempre affermato il made in Usa dell'evento, dice una verità. Quando con parole chiare afferma: "l'avanzata dell'Isis è soltanto l'ultimo atto di una guerra innescata dai partiti occidentali costretti a restituire i favori ottenuti dalle multinazionali degli armamenti..." eccetera eccetera, anche in questo caso dice il vero. E così fa nella consapevolezza dell'importanza del ruolo della Russia per l'Europa, non a caso, vedi crisi bellica ucraina, si sta facendo l'impossibile per affondare la potenza orientale europea, attaccarla, metterla in cattiva luce, accusarla e via dicendo. Qui non si tratta di parteggiare, si tratta di vagliare argomenti storici, si tratta di obiettivare, e noi che da tempo trattiamo questi argomenti, quel che abbiamo notato, che ci ha spinti ad accompagnare le parole del giovane deputato con questa pagina, è stato oltre alle verità proprio il senso storico, il garbo e l'equanimità della sua trattazione. Sì, perché tutto si può dire, ma il modo è di grande importanza, è il modo a cambiare la sostanza delle parole, spesso, molto spesso, è il modo a lasciar trasparire la presenza o l'assenza di avversione, di faziosità e, nel caso di assenza, a rendere la cosa pulita, lasciando libero il lettore, l'uditore o chicchessia. Questo fa la differenza. Una grande differenza che rivela le intenzioni di chi parla o scrive, rivela se sono dirette ad un senso di reale verità, di opportunismo politico o altro. In Di Battista il senso di verità è presente, questo ci è piaciuto, anche se, tornando alle parole del deputato, e precisamente al desiderio-proposta di incontro con i così detti terroristi, cosa che appoggiamo senza esitazione né remora, è evento che, purtroppo, sappiamo non realizzabile, almeno per ora, dato che il 90% del "terrorismo" è stato costruito dall'occidente a tavolino. Afghanistan insegna, Iraq insegna, Siria insegna, Primavera Araba insegna, e via dicendo. Ma questo Di Battista lo sa, sa di certo che la grande antica tattica del divide et impera, ora in attuazione a 360°, tra l'altro con uomini ben diversi dagli antichi cittadini di Roma, il che peggiora, non esclude mezzi tanto meno strumenti.
A questo punto, per una sintesi storica possiamo dire che ad oggi, nell'attuale mondo civile, dall'inizio del XX secolo, con basi precedenti, ci si è mossi e ci si sta muovendo in base a tre esigenze, tre correnti, la prima si mostra in una conquista della supremazia mondiale da parte delle potenze anglo-americane, cosa che ci dovrebbe far volgere indietro lo sguardo ai Nativi Americani e alla loro distruzione, vale a dire alla modalità tutta britannica, poi americana, circa la disintegrazione di quei popoli.
La seconda è nell'aspirazione ad una Società delle Nazioni di vecchio sapore (1919-1945), in realtà mai realmente attuata, una unione tra i popoli, che, si può dire, suggerisca agli idealisti, pochi superstiti, un umanesimo goethiano mentre in realtà, si scontra con un esasperato egoismo di popolo per cui ci si trova, esattamente come nella Bibbia, a costruire una torre di Babele in cui si vogliono unire i popoli in realtà separandoli. Basti guardare, con occhio storico, la falsità della politica di Woodrow Wilson (1856-1924) che volle la Società, e, con lo stesso sguardo guardare al ruolo dell'Onu (1945) erede della Società, strutturato allo stesso modo della Società e, come la Società, nato all'interno di accordi di pace in un conflitto mondiale, ma entrambi poco più che parvenza, allora ed ora. A volte neppure, vedi Onu in Afghanistan, Iraq, Siria, nei recenti eventi su Gaza, eccetera.
La terza è l'anelito ad una struttura sociale dei problemi mondiali, ovvero le aspirazioni che denominiamo sociali, per attuare le quali però, si tiene conto solo dell'economia, vedi globalizzazione, massimo simbolo della materia, che sì, avrebbe la sua importanza se non fosse ritenuta fulcro, partenza e arrivo per un benessere sociale che, con queste premesse non potrà mai realizzarsi, privo, come si vuole sia, di una serie di valori, princìpi eccetera eccetera, che riguardano l'umanità, la sua evoluzione. E' come dire: formiamo un paradiso in terra escludendo tutto quanto possa fare ordine in paradiso, ovvero escludendo il paradiso.
Ed è nella consapevolezza di queste tre correnti in sé contraddittorie che si fa sempre più necessario chiamare la menzogna menzogna, anche quando e se appaia in un luogo in cui si dice vi si cerchi o si porti la verità, e si fa sempre più necessario coltivare nel modo più rigido, sì, più rigido, il senso della verità e dichiararla. Altresì dovrebbe essere naturale, come accennato, considerare tutti i fatti di cui sopra e loro simili, quali fenomeni storici il che solleciterebbe un'effettiva libertà di pensiero. Si eviterebbero così commenti sui fatti reali, commenti, come sempre accade, di chi si barcamena tra ignoranza, ipocrisia, arrivismo, partitismo, campanilismo, falso nazionalismo, in sintesi gente che vuole vivere nella menzogna, non vuole si smascheri, o gente troppo stupida per comprendere le verità o riuscire a scorgerle lì dove sono. E' una tipologia umana questa, una folta troppo folta tipologia umana che vive di questo genere di ismi e il più delle volte occupa posti decisionali e di comando. Ecco perché notiamo ed apprezziamo le eccezioni quando da esse traspare non arida polemica o partitismo ma un reale senso di verità per la verità.
Marika Guerrini
p.s.
si consiglia su Woodrow Wilson "Europa-Usa" del 25 ottobre 2013