MONOLOGHI
Rossoacero. Conosco il canto del muezzinMarika GuerriniCittà del sole,
2013, 13 euro
CLOTILDE
BARBARULLI
Gli scritti della giornalista Fallaci, violentemente
razzisti in una trama di povertà concettuale, hanno suscitato, giustamente, nel
tempo, molte risposte indignate e argomentate di femministe e poetesse, e
Marika Guerrini, scrittrice, indologa e studiosa di antropologia culturale,
s’inserisce in questo filone intrecciando la protesta vibrante per quelle
parole rabbiose del 2001 contro i musulmani con i propri ricordi di famiglia e
con l’evocazione della figura di Cassandra, ostinata «coscienza della verità»
che «non è mai morta» e osserva con dolore impotente il succedersi delle varie
Troia. Così, in forma di monologo lirico, emerge la storia della nonna, «cara
dolce un tempo gioiosa» Melì e di suo padre anche lui americano di nascita, ingegnere ferroviario, imprenditore, nonché alto grado della Massoneria e
fiducioso nelle idee della grande Democrazia: il sogno americano. Ma Melì
costretta poi a lasciare quella terra ed un «amore fanciullo» per un indiano,
verserà nel diario «cristalli di lacrime» di tutta la sua «estranea vita
forzatamente italiana». L’autrice conosce il sogno americano, attraverso la
nonna e le sue storie familiari, sa il suo fascino, ma ne rammenta, bambina, la
versione abusiva «nel colore scuro di quei figli della liberazione» che
incontrava nel dopoguerra, è consapevole dell’«abbaglio» proseguito nella corsa
alla modernità: di fronte all’orgoglio per gli Usa, ostentato da Fallaci – che,
nell’accanirsi contro «i figli di Allah», dimentica il millenario flusso di
scambio di civiltà fra Oriente e Occidente – perciò ricorda, in un ritmo
serrato, anni e anni di strategia americana per creare, «tassello su tassello»,
tensioni, nemici e profitto, per cui quel paese non può considerarsi certo un
vessillo di valori morali ed etici. Già Anna Maria Ortese nel 1997 parlando di
quei sogni infranti, metteva in guardia dalla «Sacra appartenenza» con «i suoi
altari da infiorare», rispetto all’eresia della non-appartenenza, da coniugarsi
con una apertura alla diversità, alla complessità e al confronto tra persone e
culture.
http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Aprile-2014/pagina.php?cosa=1404lm23.06.
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http://www.bottegaeditoriale.it/larecensione.asp?id=113http://www.bottegaeditoriale.it/larecensione.asp?id=113
L’altra
faccia degli States: tra finta civilizzazione
e logica del profitto, il
disincanto del sogno americano |
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Da Città
del sole un testo che lancia un urlo |
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di Selene Miriam Corapi |
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L’America, nota anche come “le Americhe” o “Nuovo Mondo”, prende il suo
nome da Amerigo Vespucci, pioniere fiorentino che, per primo, la scoprì; essa
fu teatro di numerose esplorazioni, di cui la più nota fu quella di
Cristoforo Colombo nel 1492, a seguito della quale iniziò la colonizzazione
dell’intero continente. |
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11 novembre 2015
postata sulla pagina facebook di "occiriente" dal Prof. Francesco
Puglia e Prof.ssa Marisa Puglia
il libro
Rossoacero: la Bellezza
Riconducibile a un genere letterario del tutto originale, sospeso tra
saggio e romanzo, il libro "Rossoacero" ha a che fare con la
Bellezza. Sia nella forma che nel contenuto. Perché quando la Bellezza è vera,
l'una e l'altro coincidono.
E' la Bellezza di un racconto che scivola in una alternanza armoniosa di
suoni e silenzi attraverso l'uso particolarissimo della punteggiatura: frasi
brevi e pause a sottolineare l'emozione, a stimolare il pensiero.
E' la Bellezza delle descrizioni all'interno di una interazione costante
tra mondo esterno e mondo interiore, sia dell'autrice che del personaggio Melì,
in cui l'ambiente accompagna e commenta lo stato d'animo.
E' la Bellezza dei Maestri greci, del cobalto del cielo di Istanbul, dei
deserti, dell'oro delle Cattedrali, delle Antiche Civiltà, dei Leoni di
Babilonia, dell'Armonia col Cosmo dei nativi d' America . . .
E' la Bellezza della metafora al servizio della Verità. E' la Bellezza del
Mistero, della Spiritualità, della tensione verso un Universo sconosciuto. E'
la Bellezza di una " certa Storia" che diventa "respiro quando
non è degli uomini".
Francesco e Marisa Puglia
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ORIANA IN ROSSOACERO
G.F. un lettore -2016
Complessità, lealtà, ribellione, coraggio, provocazione, senso di
giustizia, di verità, la penna della Fallaci (1929-2006), in perenne
esasperazione tra spregiudicatezza e pregiudizio, si è mossa tra mille
sfaccettature a contatto con la storia.
Il suo inchiostro ha graffiato in mille modi diversi e, in mille modi
diversi, ha ferito, ma ha anche amato e sofferto per questo, in mille modi
diversi, ed ha saputo tacere, anche.
Con indubbio spessore giornalistico e letterario, la sua bella penna, ha
tracciato e mostrato in reportage, interviste, pagine internazionali la storia
a partire da poco dopo la metà del XX secolo, fino all’ingresso del XXI.
La prima linea del fronte in Vietnam è stata sua e non solo quella. Dalla
sua penna sono scaturite interviste-tasselli storici, da Reza Pahlavi
all’allora sua sposa Soraya, da Khomeini a Kissinger a Gheddafi a Golda Meir a
Indira Gandhi a Yasser Arafat, tutto lucido e senza veli fino a quel 2001, a
quel crollo delle Twin Towers, linea di demarcazione tra il nostro prima
storico e il nostro dopo “ E io non ho provato nulla. A quel crollo, quel
vuoto, quel gound zero, come l’hanno chiamato, lo chiamano.”, così la Guerrini
nel suo “Rossoacero”, racconta ad Oriana, sua “amica distratta” la propria
sensazione dinanzi al crollo e, dopo qualche riga: “ Chiaro il motivo mi si è
posto dinanzi, ho visto giorni a venire, non lontani, tutt’altro. In essi
ancora vittime… bambini, molti, moltissimi bambini. Conosco quella terra.
Conosco la sua gente. Ignara. Lontana…bombe sarebbero state sganciate su chi
non avrebbe saputo perché né dove fosse l’America.”
Ma è proprio al crollo delle Twin Towers che la Fallaci lascia andare le
briglie, manifesta la potenza distruttiva della sua rabbia, davanti a questa
che per l’autrice di “Rossoacero” è una costruita menzogna, che per Oriana,
provata da anni ed anni di tragedie altrui e da quelle personali: “ Erano tutti
lì i perché, tutti i perché delle donne. Tra le mani bagnate di ogni donna….
lì, nell’acqua e sale del volto, delle mani, dei gomiti, dell’abito…era
accaduto lì, nel grembo d’una madre mai stata”, come in “Rossoacero” si
racchiude la sua perdita del diritto ad essere madre e quella
dell’amore nella figura di Alekos Panagulis, è verità. Così al crollo delle
Twin Towers lei, da sempre schierata con gli ultimi della terra, si trova suo
malgrado a schierarsi con i potenti, tutto per lei s’era fatto troppo, sino a
giustificare il seguente odio infangante il rapporto storico tra occidente e
oriente.
“E’ stato usato il tuo scritto, Oriana, le tue parole. Usata la rabbia,
l’orgoglio, il dolore… Questo fa male. A me fa male…. Ora che l’intuito
suggerisce il tuo concordare con questo punto di vista altro. Con il
mio….Quell’intuito apolide e mercenario mai assoldato, che a volte sfiora chi
scrive…”
Questo il tassello di “Rossoacero” in cui, l’autrice dichiara ad Oriana il
proprio punto di vista altro e, raccontando una storia d’intreccio tra
occidente e oriente, finisce con lo sgretolare le spigolature della Fallaci
permettendo al romanzo di equilibrare pensieri e ruoli dell’attualità storica.
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17 aprile 2015
CRONACHE dal GARANTISTA
CULTURAMA - Adele Fulciniti
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1 febbraio 2015
Proposte Editoriali, SCAFFALE DEGLI OZIOSI | Nessun
commento »
Alla ricerca delle radici
di Sarina Aletta
RossoAcero di Marika Guerrini
E’ un romanzo tragicamente attuale frutto di sapienza storica
che affronta e rivive l’eterna falsa tragedia della diversità.
Esploso da un drammatico incontro nato e vissuto d’impulso,
è un libro vero, scritto tutto di un fiato
che ci costringe a leggerlo con lo stesso ritmo impetuoso
nel quale è vissuto-raccontato da Marika, autrice-protagonista
quanto da Oriana, l’antagonista scomparsa
che improvvisamente rivive in lei.
Due donne che combattono in un incontro metafisico:
due volti simili stravolti in uno specchio
che li deforma in opposte passioni
a la lettura contagia sensazioni inquietanti
come il ripetersi di un sogno già sognato.
Accade infatti di riconoscere, in uno scontro passionale tra due donne metafore
del tragico conflitto tra oriente ed occidente:
due mondi apparentemente lontani che…
oltre la follia di assurde convenzioni
indotte ad arte da un potere mostruoso,
potrebbero armoniosamente completarsi.
Ma ancor prima di conoscere e comprendere la storia,
e prima di incontrare “ i personaggi “
(creature reali che Marika disegna palpitanti
per cui ci appaiono famigliari e care come la dolcissima Melì)
prima di tutto questo, troviamo già nell’inizio semplice e perfetto
qualcosa che già esisteva dentro di noi, qualcosa che ci coinvolge
e che misteriosamente ci lega e ci appartiene.
Non a caso tutto nasce da un amore, un grande amore a prima vista
che avvolge l’autrice conducendola, come per incantamento,
attraverso le ineffabili “magie” di Istanbul misteriosa e famigliare.
Ed è nei luoghi fantastici e reali di questa città sorprendente
che tornano ricordi impetuosi: parole e frasi di quel monologo
concitato e palpitante che affronta e coinvolge Oriana,
la seconda – Prima donna – della storia.
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Marika Guerrini, indologa, storica dell’Afghanistan,
studiosa di antropologia culturale e pedagogica
e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner, sembra concentrare,
in questo ultimo romanzo, l’essenza del suo essere donna.
E per quanto mi riguarda, la lettura suggestiva delle 116 pagine
dove Lei coniuga passione, capacità di analisi e bella scrittura,
mi ha suggerito la ripresa di uno spettacolo quanto mai necessario:
“Poeti arabi di Sicilia dell’Anno Mille.”
http://www.motodellamente.it/scaffale-degli-oziosi/alla-ricerca-delle-radici/
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Titolo: RossoAcero. Conosco il canto del muezzin
Autore: Marika Guerrini
Prezzo: € 13,00)
Editore: Città del Sole Edizioni (collana La vita narrata), 2013, p. 120
Città del Sole edizioni presenta
“RossoAcero” di Marika Guerrini
Pubblicato il Lunedì 22
Settembre 2014
La scrittrice Marika Guerrini sara’ a Reggio Calabria, invitata dalla
casa editrice Città del Sole, il prossimo mercoledi 24 settembre.
Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di
antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf
Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua
attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla
regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e
Iran. Vive e lavora a Roma. Mercoledi 24 settembre alle ore 17 presso la Sala
Biblioteca della Provincia presenterà il suo ultimo libro “ROSSOACERO. Conosco
il canto del muezzin” ( Città del sole ed.)
“RossoAcero. Conosco il canto del Muezzin” è una vera e propria lettera
aperta che l’autrice, Marika Guerrini, scrive ad Oriana Fallaci, una risposta
forse tardiva ma più che mai attuale al libro della giornalista toscana “Rabbia
e orgoglio”. La Guerrini, a differenza della Fallaci, può dirsi figlia naturale
e non adottiva di quel sogno americano che ha affascinato, fino a mistificare
lo sguardo, l’intero Occidente e che ha di fatto ridotto l’Oriente, antico
padre della civiltà dell’evoluzione che avrebbe permesso l’evoluzione,
campo da guerra e patria quasi solo esclusivamente del terrorismo.
La Fallaci, il suo moto di rabbia e orgoglio, con cui ha
inasprito il suo già rude inchiostro, dopo l’attentato dell’11 settembre 2011
alle Twin Towers di New York sono l’input per la Guerrini per ripercorrere con
la memoria la sua storia, il suo orgoglio più temprato e motivato, dar voce a
quella tolleranza che la Fallaci non prese mai in considerazione. Per Marika
Guerrini non sono due eserciti fisici a darsi battaglia , ma la Storia narrata
con occhi mai neutrali che ha cambiato e cambia se stessa.
Nelle vene di Marika scorre una memoria che non è esclusività dell’una o
dell’altra cultura: è un ‘occiriente’, parola nuova che identifica anche il suo
seguitissimo blog, che narra e si ritrova nelle storie della nonna Melì e del
bisnonno Joseph. Il sogno americano tanto decantato e protetto dalla Fallaci si
oppone al silenzio che ammanta l’oriente, quel suo esser stato un mondo reale
da favola mentre gli Stati Uniti diventavano tali facendo scorrere il sangue
delle sue stesse genti, in nome di una unificazione che, di fatto, ha creato
sacche di povertà e non integrazione. A conclusione dell’incontro la
scrittrice Marika Guerrini incontrera’ il pubblico e i giornalisti, a partire
dalle 20, presso il Malavenda Cafè , in via Zecca,1 nell’ambito della
rassegna ‘Aperitivo con l’autore’, curata da Letizia Cuzzola
www.pianainforma.it/.../marika-guerrini-presenta-suo-libro-rosso-acero
RossoAcero
Conosco il canto del muezzin
anno 2013, 120 pagine, ISBN 978-88-7351-711-5
collana: LA VITA NARRATA
“RossoAcero. Conosco il canto del Muezzin” è una vera e propria lettera
aperta che l’autrice, Marika Guerrini, scrive ad Oriana Fallaci, una risposta
forse tardiva ma più che mai attuale al libro della giornalista toscana “Rabbia
e orgoglio”. La Guerrini, a differenza della Fallaci, può dirsi figlia naturale
e non adottiva di quel sogno americano che ha affascinato, fino a mistificare
lo sguardo, l’intero Occidente e che ha di fatto ridotto l’Oriente, antico
padre della civiltà dell’evoluzione che avrebbe permesso l’evoluzione, campo da
guerra e patria quasi solo esclusivamente del terrorismo. Nelle vene di Marika
scorre una memoria che non è esclusività dell’una o dell’altra cultura: è un
‘occiriente’ che narra e ritrova nelle storie della nonna Melì e del bisnonno
Joseph.
PREGARE È MEGLIO CHE DORMIRE”. “ROSSOACERO. CONOSCO IL CANTO DEL MUEZZIN”
DI MARIKA GUERRINI
Nella cornice dell’antisala dei baroni di Castel Nuovo, a Napoli, sabato 22
marzo l’autrice Marika Guerrini in dialogo con Angelo Jacovella, ha presentato
il suo “Rosso Acero. Conosco il canto del muezzin” (Città del sole edizioni,
pp. 120, € 13,00).
Un’occasione di dialogo con la scrittrice e giornalista Marika Guerrini che
alterna la lettura di brani tratti da “Rosso Acero” a momenti di riflessione e
di familiare conversazione con gli intervenuti su un argomento che, narrato,
ricercato e vissuto riconduce alla matrice pedagogica del confronto tra le
diversità culturali tra oriente e occidente all’indomani dell’attentato alle
Torri Gemelle.
Alla visione “mostrificante” del mondo mussulmano descritto dalla “rabbia”
della Fallaci, contrappone la visione sperimentata e vissuta del mondo
mussulmano. Cultura che comprende bene perché indagata scientificamente e che,
riportata sotto forma di romanzo/saggio/prosa in RossoAcero diventa
“un appello alla preghiera non confessionale”. Così, per usare le parole con le
quali la introduce lo studioso Angelo Jacovella, docente di Lingua e
linguistica araba, traduzione, Cultura e società dei paesi di lingua
araba presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma e amico
dell’autrice, il quale suggerisce una lettura pedagogica di questo testo e
invita a coglierne uno dei punti essenziali dello scritto della Guerrini: “la
vita che continua è l’infanzia, che è punto di partenza e proseguimento del
viaggio”, che diremmo è il luogo delle coscienze.
Rossoacero. Conosco il canto del muezzin è un altro punto di vista.
Attraverso l’indagine personale, spirituale, questo libro approda ad un
rapporto dinamico tra occidente ed oriente, è la riscoperta di una visione non
stereotipata di una cultura diversa, ma non minore o nemica.
L’oriente non è il té alla menta, il venditore di tappeti, il non
riconoscibile se non attraverso le proiezioni dell’immaginario che di esso si
hanno, non è quello che gli occidentali portano con loro, carico di
fascinazione, quando partono per un viaggio verso esso. È rispetto e apertura
all’altro senza interferenze indirette.
Ma non sono tralasciati i rimandi al sogno americano che non vengono certo
demonizzati ma considerati alla pari di quell’altra fetta di mondo,
altrettanto evoluto e dalle forti connotazioni storiche. Per questo, Marika
Guerrini si richiama alla libertà, a quella presente nella Dichiarazione
d’Indipendenza Americana, il cui inno è intonato alla libertà del pensiero, che
non ha né oriente né occidente, ma è stella polare.
È un invito al risveglio delle coscienze. Ed in questo, “il
canto dei muezzin” (conosciuto) è sollecitazione alla conoscenza dell’altro,
del diverso. Il muezzin è un personaggio centrale nella religione mussulmana, è
colui che per cinque volte al giorno richiama il popolo dei credenti alla
preghiera, dall’alto del minareto intona l’appello all’orazione che risuona
sempre con le stesse parole, tranne che al mattino, quando esso recita: “venite
alla preghiera, pregare è meglio che dormire”.
Maria Pia Tucci
CITTA' DEL SOLE www.cdse.it // info@cdse.it
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