... la pagina che segue riporta, in parte, un'altra mia pagina, quella del 5 giugno 2021, ascoltiamone uno stralcio:
"...L'ha fatto George W. Bush nell'ottobre 2001, prima di J. Biden, quando tronò al mondo: Andiamo a civilizzare i barbari, e presero a bombardare l'Afghanistan, ora Biden, novello Presidente d'oltre oceano, con altrettanta enfasi, urla la retorica della: Missione compiuta, indicando il ritiro delle truppe dal Paese orientale.
Ma il vaso è colmo e vuole straripare tutte le menzogne di quell'estremo occidente figlio d'Inghilterra che di barbarie se ne intende, non avendo mai elaborato la propria.
Vanno via le truppe, Nato, Coalizione Internazionale. E cosa hanno fatto in vent'anni se non portare distruzione e morte?
Il Grande Gioco afghano non si è mai fermato, neppure ora. Ora più che mai.
L'Afghanistan è distrutto, questa la verità. Si è mentito su tutto, si è sempre deviata l'attenzione su quel che si voleva consolidare in sordina, perché esplodesse al momento opportuno a motivare la presenza straniera e l'azione bellica di "aiuto" al popolo afghano contro il "terrorismo". Al-Qaeda, Taliban, Daesh, non fa differenza. Anzi la fa, i Taliban, voluti, costruiti ed armati dagli Stati Uniti nelle madrasse pakistane degli anni '90, non sono più quelli dell'inizio, ma mujaheddin, ovvero difensori della sovranità del paese. Il come riguarda la tradizione dell'Afghanistan, la sua propria storia e la sua sovranità da riconquistare. Ma il Grande Gioco ha impedito ed impedisce la verità e sempre accusa i Taliban. Intanto lì sono state fomentate le diatribe tra etnie, bombe a grappolo sono state lanciate a migliaia, l'uranio impoverito si respira ovunque, persino nel Dasht-i-Margo, il grande deserto a sud-ovest. L'economia, già misera per via della decennale occupazione sovietica, è stata impoverita in maniera esponenziale, gli afghani, nella loro miseria, hanno visto campi di cereali, venir requisiti e convertiti in campi di papaveri da oppio, campi di papavero da oppio spontanei, sono stati sottoposti a coltura intensiva. E mentre i bei fiori viola si trasformavano in polvere bianca all'interno di costruzioni, da noi occidente adibite a raffinerie prima inesistenti nel Paese, gli afghani vedevano morire i propri figli o finire ridotti a larve umane sotto i ponti. O partire per non tornare. Le forze di Coalizione hanno bombardato l'Afghanistan in ogni luogo, dalle feste matrimoniali agli ospedali, dalle scuole ai villaggi, bombardati direttamente ma, per errore, come sempre si è detto, dalle suddette forze, o lasciati luoghi saltare in aria con gente inerme compresi i bambini, per mano di terroristi al soldo d'occidente o dei suoi complici d'oriente usati all'uopo. Ma mai, proprio mai, è stato bombardato un solo campo di papavero, mai una sola raffineria è saltata in aria. Mai alcun errore si è verificato in tal senso. Mai in vent'anni.
Quali barbari sono stati civilizzati e quale missione è stata compiuta, Signori Presidenti di quell'incivile terra d'estremo Occidente? Il vaso è colmo. Non può che straripare. E strariperà. Non importa quando. Il tempo della Storia è lungo"
Poi la pagina continua riportando la conferenza stampa del 1 giugno 2021, di Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato. Costui, a seguito della riunione del Consiglio Nord Atlantico sul piano di rafforzamento dell'unità nazionale, ovviamente americana, a proposito dell'Afghanistan così si esprime:
... I ministri della Difesa si sono rivolti all'Afghanistan. Il ritiro delle nostre forze procede in modo ordinato e coordinato e in ogni fase la sicurezza del nostro personale rimane fondamentale. Stiamo finendo la nostra missione militare, ma non stiamo finendo il nostro sostegno agli afghani. Così oggi i ministri della Difesa hanno discusso la via da seguire. Continueremo la nostra presenza diplomatica civile a Kabul a fornire consulenza e sostegno allo sviluppo di capacità delle istituzioni di sicurezza afghane. Stiamo anche valutando come possiamo fornire istruzione e addestramento militare al di fuori dell'Afghanistan, incentrato sulle forze per operazioni speciali. E stiamo lavorando su come finanziare la fornitura, convenuto che questo sostegno continuo sia il modo migliore in cui tutti noi possiamo contribuire agli sforzi di pace in Afghanistan...."
La mia pagina del 5 giugno continua segnalando due interviste da me rilasciate sull'argomento, in contemporanea agli eventi di cui sopra. E chiude ripetendo: sì, il vaso è colmo, straripa e strariperà.
Ora però, alla luce dei fatti e delle reazioni internazionali all'indiscutibile nonché evidente distruzione di quella terra e delle sue genti, c'è qualche altra cosa che ritengo doveroso, per uno storico nonché studioso di antropologia culturale e pedagogica, porre ai riflettori. Ho udito di tutto, alcune voci, molto rare, hanno provato a dare una qualche visione storica passata, moderna e contemporanea, sì che si comprendesse il presente, si comprendessero i perché, ma ahimè l'informazione si è arrestata alla contemporaneità, praticamente sempre, e quando è andata indietro molti sono stati gli errori. Così il popolo afghano, tale voluto da un grande Re all'inizio dello scorso secolo, ha continuato a mostrarsi al mondo quale mandria mai civilizzata. Avallando uno dei motivi da cui l'urlo di Bush a proposito dei barbari. Dispiace dirlo, ma questo è dovuto ad ignoranza storica e ideologia fuori luogo. Mi astengo, per eleganza, dal fare nomi di giornalisti, conduttori e trasmissioni, che mi sono presa la briga di seguire ovunque, fosse web, radio o televisione. Ma questo è. L'Afghanistan è stata una culla di tesori, il più delle volte nascosto dietro altri nomi ed altri confini. Tesori che vanno dall'origine del pensiero filosofico, alla poesia, all'arte, all'archeologia, all'incontro tra religioni, anche dopo la forzatura del credo islamico. E così via. Tesori nascosti, spesso, in antico, sotto altri nomi ed altri confini. Ma dall'Indipendenza, no. Mi è toccato sentire che il Paese ha avuto una moderna civilizzazione solo negli anni dell'occupazione sovietica, secondo questi personaggi male informati, o spinti da ideologie, allora si sarebbero avute le prime scuole pubbliche, le prime università e vari segni di civilizzazione. Non è vero. Già all'inizio dello scorso secolo, ottenuta l'Indipendenza, sotto il Regno di Re AmaUllah, il Paese ha visto scuola pubblica, diritti uguali per tutti, diritti di famiglia, libertà per la donna ed annullato l'obbligo del velo ( dico velo perché il burqa è solo delle donne di etnia pashtun), la Costituzione, copiata di sana pianta dal Re successivo e fatta passare per nuova. Poi la Repubblica, poi il Governo Legittimo per libera elezione Rabbani-Massoud ci sarebbe da continuare ma mi fermo qui. Bisogna conoscere realmente, non da infarinatura, la Storia dei popoli prima di parlare e mai farlo spinti da personali ideologie. Comunque, allo scopo di chiarimenti, a questa pagina seguirà una cronologia storica di quella terra sì che il mondo occidentale si renda conto ancor più della gravità delle proprie azioni e delle proprie menzogne, non ultima quella spesso riportata a proposito dell'assassinio di Ahmad Shah Massoud, secondo cui l'attentato fu architettato da uomini di Bin Laden, cosa che andrebbe ad avallare e giustificare la versione ufficiale circa l'attacco alle Twin Towers e conseguente invasione e bombardamento dell'Afghanistan, momento che si potrebbe ritenere il principio, ma non è cosi, perché il vero principio fu il costretto esilio dello Shah Reza Pahlavi, sovrano di confine, di poi il ritorno dell'ayatollah Khomeyni, l'invasione sovietica, la "costruzione" dei Taliban, l'assassinio di A.S.Massoud, le Twin Towers, etc. Ma avremo modo di trattare l'argomento nella cronologia prossima ventura, lì vedremo anche come ci sia stato, a Doha, un accordo tra gli attuali Taliban e gli Stati Uniti. Ma tutto questo non consola l'incredibile sofferenza inferta a quella gente la cui unica colpa è l'essere figlia d'una terra geograficamente e storicamente strategica. Da sempre. Ricchezza e tragedia. Ora però la chiusa vuole una poesia che amo particolarmente, è di H'ùshàl H'àn (1613-1694) poeta afghano:
" Il dolore è una cosa
che bisogna tenere ben cucita nel cuore
tenerla a disposizione
sì che forse se ne accorga
un certo giorno
il Signore"
Marika Guerrini