S.Maria Madre della Provvidenza |
... lontani erano rintocchi di campane, limpidi, distinti, poi, sospinti dal vento di sud-ovest, si son fatti vicina eco espansa tra i palazzi a sfiorare le chiome degli alberi, mentre la luce dorata del tramonto li accarezzava.
Un foglio ripiegato sì che una finta busta da lettere nella cassetta della posta, reca un simbolo rosso a mo' di sigillo di ceralacca, come a proteggerne la lettura, come in un tempo ormai andato. Le parole segnate, protette dalla piegatura, sono semplici, immediate, sono di un uomo che veste l'abito talare. Non conosco quest'uomo, conosco il suo dolore, soltanto, il dolore che si respira tra le parole, celato per non gravare ancor più sulla già diffusa gravità quotidiana che incombe sui fedeli di quest'antica religione che l'Italia osserva da millenni. Mi colpisce molto quello che stiamo vivendo, dice il foglio e continua: ciascuno un po' per conto proprio, sia chi è cristiano, sia chi è di un'altra religione, sia chi non crede in Dio. Ci sentiamo tutti un po' più soli, ad ognuno voglio dare dei segni che esprimano ciò in cui crediamo fortemente, ovvero che tutti noi siamo importanti gli uni per gli altri...Facciamolo cercando un confronto con chiunque lo desideri, per individuare quel che sia meglio fare al fine di migliorare il nostro mondo.... Dopo poche altre righe un altro segno: Saranno le campane che Domenica suoneranno, per noi cristiani saranno un richiamo alla preghiera, per tutti gli altri vogliono essere il segno che dice: ci sta a cuore la vita di tutte le creature. Poi scrive di un furgone aperto che attraverserà le strade recando a vista la statua della Santa Maria Madre della Provvidenza, il cui termine Provvidenza allude al sacrificio del Dio fattosi uomo per la salvezza dell'Umanità. Dopo di che prega il popolo di non seguirlo in processione per via del divieto di assembramento. Questo, sul foglio ripiegato che porta in calce una data: 16 ottobre 2020, ed una firma: don Alberto. Nome del parroco? non so. Suppongo.
Non ho neppure finito di tracciare questa breve storia che mi si è fatta cronaca: le campane continuano a suonare, i rintocchi sono più vicini, s'ode il rombo leggero d'un motore, è lento, lascio la scrivania, vado sul terrazzo, mi affaccio. E' il furgone scoperto annunciato, su di esso la statua della Vergine e due suore ai lati, sono vestite di bianco. Il loro volto è coperto da una mascherina, bianca anch'essa, le due seggiole distanziate su cui siedono, posano accanto a cesti di fiori. Il furgone va verso la piazza su cui s'apre la strada, si ferma. Una voce ampliata da un microfono nascosto, recita passi tratti dai Vangeli, passi che inducono al coraggio, alla speranza. Poi la voce recita la preghiera, è l'Ave Maria, e s'allontana nel leggero rombo del motore coperto dal suono delle campane. Resto all'esterno, il tempo di scorgere tre bambini che, come nelle processioni di sempre, seguono il furgone correndo saltellando sul marciapiedi e agitando le piccole braccia: salutano. Cosa? Chi? Il Furgone? La statua della Vergine? Questa minuscola scena come di teatro? Chissà.
Fuochi d'artificio chiuderanno quel che s'è fatto rito, perché lo spettacolo della luce e dei colori ci dia allegria e speranza nella capacità dell'uomo di affrontare le grandi ambasce, così porta scritto in chiusura il foglio e così è stato. Migliaia e migliaia di luci colorate in danzanti cascate hanno illuminato a giorno il cielo notturno, sì che luci nella tenebra.
Si può togliere o impedire o ostacolare la preghiera ad un popolo? Qualunque essa sia, a qualsiasi credo appartenga, a qualunque dio si rivolga. Non è forse questo un delitto?
Un tempo le processioni in preghiera fermavano catastrofi naturali, guerre, fermavano morbi, morbi ben più potenti e flagellanti di questo a noi conosciuto. Gli animi dei fedeli s'espandevano nell'incontro tra loro come tra terra e cielo, così facendo s'aprivano alla possibilità di guarigione, s'aprivano all'intervento di forze al contempo immanenti e trascendenti all'uomo stesso, per via di quel potere che pur non negando la materia la trasfigura e sublima, rafforzando Spirito e corpo. Impedire tutto questo non è forse delitto?
Marika Guerrini
immagine dal web
S.Maria Madre della Provvidenza, navata centrale- Roma- quartiere Gianicolense