... da giorni rifletto su questa pagina, elaboro, rielaboro, scrivo, cancello e pagine di quaderno vanno al cestino. La mente è affollata da pensieri in contrasto, dubbi e certezze si accavallano in un bailamme di immagini, di nomi ricorrenti: Siria, Libano, Israele, Giordania, persino l'Iraq che fu. Poi, senza che riesca a fermarla, la mente slitta più ad oriente, sbircia sull'Iran, sta per andare oltre, sta per andare a Kabul, ma devia, non ha bisogno di tornare in quella terra un po' sua, non ora, troppo dolore, e si sposta a nord ovest. Pensa all'Armenia, ancor più al Nagorno Karabakh alla guerra, anche lì solo l'altro ieri storico, torna indietro, passa in Turchia, motivi diversi su cui riflettere, ma ancora non si ferma, un moto insinuante la spinge in altro continente. Si affaccia in Africa: nord, centro, sud non ha importanza, lei, la mente, va, s'imbatte sempre in qualcosa che si muove: rivolta, ribellione, sommossa, qualcosa che viene mossa per rimuovere: qualcuno, ancora qualcosa. S'imbatte in prodromi di movimenti, trasformazioni, rimozioni, sostituzioni. L'obbligo civile è intervenire, la mente percepisce il pensiero comune, troppo comune, e il pensiero comune suggerisce anche: con tutti questi regimi, dittatori, assenza di democrazia, tutta questa povertà che ammanta interi popoli, queste guerre, questi morti: bisogna intervenire, fermare, trasformare. Con tutti questi bambini che volano in cielo. Già, questi bambini che volano in cielo. Ma cos'è il cielo? si chiede la mente e ancora: lo sanno coloro, o chi per loro si prodighi nel portare: Libertè, Egalitè, Fraternitè, come da antico vessillo europeo, con l'aggiunta, e mai raggiunta, Democrazia? Lo sanno cos'è il cielo? La mente non si risponde e, lassa, si ferma. Potrebbe andare oltre se volesse, entrare nell'estremo continente occidentale, se volesse, ma non vuole. La sola idea le porta sentore di menzogna, e lei non ne può più di menzogne, ipocrisie, falsità a cui si accompagna una folla di ignavi inconsapevoli d'essere punti da vespe e mosconi nella loro corsa urlante ed eterna. Ora, immobile la mente tace, lascia alla mia libertà l'ultimo interrogativo in questa pagina non più totalmente bianca: i liberatori di popoli, i loro promotori o mandatari, o orchestranti o committenti, questi non ben definiti esseri che vogliono condurre le genti verso progresso e democrazia agendo come se ne fossero padroni, conoscono quel che vantano di portare agli altrui paesi? O forse ritengono che anche il genocidio sia parte integrante di progresso, democrazia, libertà? Sia una via verso la libertà? O forse un pedaggio? Potrebbe anche essere così che pensano, se mai siano capaci di partorire pensieri. Peccato però che questo tipo di libertà indotta si realizzi in un altro mondo, un mondo sempre più gremito di anime innocenti, di bambini, innanzi tutto. Un mondo che non è della Terra. Chissà se questi portatori di benessere e salvezza attraverso distruzione e morte potranno mai goderne? Chissà dove li collocherebbe l'immortale Alighieri, vate dei vati, nei suoi canti?
Qui la pagina non più bianca, che alfine ha deciso il suo farsi per breve che sia, altresì decide di fermarsi e segna il punto. Lascia ulteriore riflessione al lettore che desideri riflettere.
p.s.
L'immagine di apertura (Wikipedia) ci conduce alle pendici della catena Anti-Libano, all'innevato Monte Hermon che ci indica il suo essere confine tra Libano, Israele e Siria. Da lì, sei giorni fa, sono partiti gli attacchi di Israele alla Siria, così manifestando l'inizio di un ben più datato disegno bellico. Questo è accaduto, accade. Ma altro s'affaccia alla mente, e sosta sulle alture del Golan, sul Giordano, sulla riva del Mare di Galilea. Sulla sacra via della cristianità. E non solo.
Marika Guerrini