venerdì 15 aprile 2011

Un banale dubbio

Una sorta di pudore trattiene dal supporre la banalità, l'ovvietà. E' come sentirsi stupidi, superficiali. Questo è uno di quei casi. Il pensiero che alcun gruppo salafita fosse coinvolto nel rapimento e nell'uccisione di Vittorio Arrigoni, è stato immediato e, come si diceva, ovvio. Quindi si è taciuto. Poi la foto.
Ad osservare attentamente la foto con la scritta in arabo, la foto della richiesta, la foto comprovante il rapimento, la sensazione del già avvenuto decesso al momento dello scatto, è stata forte. Il risuonare dell'immagine lo suggeriva. Poi le notizie. Sempre più notizie. Sempre più confuse. Sulle modalità del decesso, sul momento temporale. Immediato al rapimento, s'è detto. A confermare la sensazione della foto. Forse. 
Poi quella del banner sui siti di al-Qaeda, la notizia a confermare il dubbio della possibile ovvietà. " Un gruppo terrorista criminale ha ucciso Vittorio Arrigoni." e ancora "Per quale colpa è morto Vittorio Arrigoni?". Questa la scritta sul banner. 
E la psicologia d'un ragionamento. Spicciolo, puerile. Se la responsabilità del triste fatto, fosse stata di un qualsiasi gruppo salafita, vicino o lontano che fosse da al-Qaeda, l'organizzazione avrebbe appoggiato o rivendicato o sottoscritto l'azione. Così non è stato. Inoltre nell'ottica del jihad, un'azione di questo tipo si firma apertamente, la si compie perché il mondo lo sappia, sappia la matrice, il mandante, spesso anche l'esecutore. Sappia a cosa sta andando incontro se... In un'azione di questo tipo il far conoscere è un a priori per un pensiero d'oriente. Mentre, sempre in questa tipologia d'azione, nascondersi, bluffare è un meccanismo d'occidente. Un movimento psicologico che si articola nel pensiero d'occidente, ivi compreso, per motivi storico temporali, il pensiero della gente d'Israele. E' frutto d'un pensiero allenato dalla ragione ad una logica razionalista che sta allontanando l'uomo dalla sua stessa umanità. E' questo elemento di estrema importanza per capire le dinamiche di queste nostre guerre.
Ma anche se fosse, anche se l'ovvio fosse quel che è, solo una banale superficialità, se l'analisi psicologica fosse mera supposizione, anche in tal caso ci si dovrebbe interrogare sul perché di queste azioni estreme. Queste azioni che da anni caratterizzano il nostro tempo. Vero o falso che sia il nome dell'agente. Ci si dovrebbe domandare cosa chiede l'oriente all'occidente, oggi, adesso, da molto ormai. Cosa chiede che l'occidente dietro i vessilli di democrazia e libertà ha sgretolato. Oggi. Adesso. Da molto ormai.
Forse la restituzione in altra forma di quelle antiche conoscenze giunte dai loro lidi e su cui abbiamo basato la nostra civiltà. Forse la restituzione in altra forma d'un'evoluzione che ha spronato la nostra evoluzione. Che l'ha alimentata. E il forse si affievolisce verso una quasi certezza.
Marika Guerrini

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