mercoledì 16 maggio 2012

i laghi di Bamiyan-una leggenda




"...un tempo, quando viaggiatori di tutte le terre comprese tra la Cina e il grande mare d'occidente, si fermavano a Bamiyan per riposarsi dal viaggio, e pellegrini giungevano dalla Cina, dall'india, da Ceylon e da ogni parte del mondo per venerare le statue dei Buddha giganti che proteggevano la valle, allora, accadde qualcosa che trasformò questa terra. 
Era da tanto che più e più volte, gli abitanti del luogo avevano chiesto all'Emiro di aiutarli a controllare la furia delle acque del grande fiume che allagava i loro campi, ma l'Emiro s'era sempre rifiutato di ascoltarli. Così, un giorno, si riunirono in Consiglio e decisero di  costruire una diga. Lavorarono giorno e notte per mesi e mesi, finché una sera l'opera  non giunse a termine. Felici, gli abitanti si ritirarono nelle loro case a preparare i festeggiamenti per l'indomani, ma, durante la notte, una piena delle acque come non s'era mai vista, sbriciolò la diga come fosse di carta. Quale non fu il dolore degli abitanti al risveglio. Malgrado ciò, non si persero d'animo e ripresero a costruire l'opera come fosse la prima volta. Ma l'orgoglio del fiume non voleva sottostare al volere degli uomini. Erano trascorsi altri mesi di duro lavoro e la diga era appena terminata, quando un'enorme ondata di nuovo la frantumò. Anche stavolta gli abitanti non s'arresero e, anche stavolta, le acque si ribellarono. Andò avanti così per molto molto tempo: l'uomo sfidava, l'acqua distruggeva. Finché un giorno l'Emiro non  si trovò a passare di lì e, venuto a sapere quel che da tempo accadeva, volle sfidare il fiume. Chiamò i suoi uomini e, sotto la sua guida, fece riprendere i lavori di costruzione della diga. Ma nulla da fare, la storia si ripeté, si ripeté e si ripeté. Accadde però che un giorno, un sant'uomo di nome Alì, si trovasse a passare nei pressi di Bamiyan. Quando l'Emiro venne a saperlo, per umiliare in Alì la fama di sant'uomo, lo mandò a chiamare. Alì, che altri non era che il genero del Profeta  Mohammad, in un primo momento si rifiutò di comparire davanti all'Emiro, poi, per accontentare i suoi seguaci, andò dall'Emiro. Questi, sicuro di umiliarlo e distruggere così la sua fama, gli lanciò una sfida: se sei un sant'uomo come dicono ferma le acque tumultuose, gli ordinò. Alì, allora, senza proferire parola si chinò e, raccolta che ebbe una grossa pietra, la scagliò con tale potenza che raggiunse le acque tumultuose. La pietra s'era appena inabissata quando, con uno spaventoso boato che scosse la terra, il tratto di fiume da essa toccato scomparve e lungo il suo letto emersero sei anelli di roccia che accolsero le acque formando sei splendidi bacini azzurri. E fu così che nacquero i laghi di Band-e-Amir."  
...le vette innevate dell'Hindu Kush coronavano la collina di Bamiyan, i Buddha giganti proteggevano ancora la valle e il tramonto colorava la roccia di rosa e ambra, in quel lontano giorno di primavera, mentre una figura dal volto scolpito dal tempo, la barba bianca e lo sguardo mongolo, raccontava una leggenda ad una ragazza di allora, giunta da occidente ad incontrare quell'angolo di storia incantata nell'antica terra degli Hazara. 
  Marika Guerrini


p.s. 
il "grande mare d'occidente"  a cui il vecchio si riferiva era il Mediterraneo. Il "grande fiume" è l'Amu Daria. 
I laghi di Band-e-Amir si trovano ad ovest di Bamiyan e sono in pericolo.
foto di Barat.Alì Batoor  e F. Positano de Vincentiis

1 commento:

  1. bellissimo racconto...mi sembra di vedere gli occhi della giovane donna...immersi in quelle immagini meravigliose e mi sembra che ancora oggi
    quella donna abbia gli stessi occhi..forse più tristi.

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