lunedì 28 marzo 2022

La mia Russia





 

Leonidovič Kožin - Il vicolo di Granatnyj- 2005

 " Nel paese delle tempeste di gelo, 
fra nebbie canute tu nascesti alla terra; 
e non v'era asilo per te, misera fanciulla, tra due campi nemici.
Ma non ti turbano le grida di guerra, il suono delle corazze e il cozzar delle spade.
Pensosa stai, ed ascolti il grande monito delle età che furono:
come un tempo Dio eccelso promettesse di manifestarsi all'Ebreo eletto;

                              come il profeta, ardendo nel fuoco della preghiera, attendesse il suo Dio nel deserto.
Ecco: un tuono da sotto la terra, e il fragore dilegua lontano;
                    e si offusca la luce del sole e la terra si scuote e l'orrore ha afferrato il profeta
- ma Dio non è nell'errore.
e subito uno strepente turbine e un tempestoso fiato e un clangore nell'eccelso,
Ivan Ivanovič Šiškin - XIX sec 
e con esso un gran fuoco come il fiammare di un lampo
- ma Dio non è nella fiamma.
E tutto si è racquetato; e sedato il tumulto; non invano attese il profeta:
ecco spira un alito lieve di gelo, e nell'alito arcano egli avverte il Signore."
                                                          
                                                           Vladimir Solov'ev
"Mosca 1882

... ho incontrato lo spirito russo alla soglia dei miei quattordici anni in una calda estate del sud, tra canto di cicale e odorosi campi di grano che, freschi di falciatura, si lasciavano rischiarare a sera da milioni di lucciole. Io lì, quel giorno, nell'ora della siesta, in casa dei nonni, nello studio, stanza che rispettava la tradizione: libreria, scrivania, caminetto, ai lati due poltrone gemelle tappezzate di velluto verde accanto ad una finestra affacciata sul giardino, il giardino delle rose, come lo chiamavo da che avevo memoria di me. Di quella stanza la libreria era il grande fascino. Trascorrevo ore a scrutare tra i titoli segnati sul dorso dei libri, ad immaginare mondi, a volte montando su di una sedia per via dell'altezza. Gli argomenti andavano dai classici letterari a testi scientifici di medicina, professione presente in famiglia, da libri di giardinaggio, passione di mio nonno a quelli di storia che favoriva l'Italia, ma non solo. Alcuni raccontavano la dinastia dell'ex Casa regnante Savoia, ed erano lì a sottolineare le idee politiche di mio nonno e parte della sua vita. Ma v'era anche qualche autore statunitense a denunciare la terra natia di mia nonna, il che ampliava il mio orizzonte sul pianeta spingendomi, in seguito, a riflettere su differenze storiche e antropologiche. Ma i libri a cui era stato riservato quasi un intero scaffale erano di autori russi, da Dostoevskij a Tolstoj, da Cechov a Puškin a Gogol' a Bulgakov a Pasternak, né mancavano alcuni poeti quali Solov'ev, Majakovskij e ancora. La particolarità dei testi russi nella libreria era quella d'essere posizionati secondo un ordine cronologico relativo al decesso dell'autore. Anche la presenza di questo calcolo cronologico si sarebbe rivelato importante per me che, alle soglie dell'adolescenza, mi ero trovata ad entrare in contatto con il senso del tempo e della trasformazione in esso, in quel caso, dello spirito russo e a notare, in quegli autori, una costante presenza di caratteristiche accomunanti alcuni personaggi tutti vitali al racconto di quella terra. Ed ero lì quel giorno nell'ora della siesta. Sprofondata in una delle due poltrone avevo tra le mani "Delitto e Castigo" mentre mio nonno, sull'altra, leggeva il suo giornale quotidiano. A dire il vero il consiglio da lui suggeritomi, quale prima lettura d'autore russo, era stato "Le notti bianche", ma io avevo scelto "Delitto e Castigo" per la curiosità suscitatami dal titolo. Fëdor Dostoevskij avrebbe inaugurato così quella che sarebbe stata per anni la mia immersione nelle pagine dei grandi autori letterari russi, ché i compositori già conoscevo per via dei miei studi di pianoforte. Ricordo che, oltre alla richiesta di consiglio, un'altra domanda avevo posto a mio nonno in seguito alla sua scelta di Dostoevskij, perché quell'autore: perché i suoi personaggi hanno tutti un profondo significato, aveva risposto. In che senso? avevo ancora chiesto. Conosce e racconta l'animo umano come solo lui sa fare, aveva detto, e così facendo permette a chi legge di vivere un sentimento di eternità, ma, leggi, lo scoprirai da te, poi sorridendo aveva ripreso la sua lettura. Ricordo perfettamente il suo volto scarno e quella cicatrice sulla mascella destra, segno decorato al valore dimostrato in prima linea, a Fiume durante la Grande Guerra, la Prima mondiale. Ma scriverò di lui in altro luogo. Ora, lì, in quell'estate di tanto tempo fa, avrei scoperto ben presto quanto fossero state giuste le parole del padre di mia madre, quel: leggi, lo scoprirai da te, infatti sin dalle prime pagine il sentimento d'eternità, avrebbe preso a vibrare anche in me suscitato da ogni immagine, ogni pensiero scritto. Avrei capito poi quanto quello fosse solo l'iniziale scoperta del complesso spirito russo, quando con il secondo autore del mio battesimo letterario, in quella stessa estate, avrei incontrato il Tolstoj di "Guerra e Pace".
Il tempo scorre veloce, i giorni si accavallano ai mesi, agli anni, così mutando il senso della vita, ma vi sono cose che non mutano. Ora, anno domini 2022, come risuona in me quello spirito russo incontrato ed amato? Come risuona in me l'anima della Grande Madre Russia? Come risuona dinanzi agli accadimenti bellici che la cronaca, spesso narrata attraverso menzogna, riporta? Come allora! No, non per via d'antico amore, ma reale conoscenza del tangibile, di quel che ad esso si cela e che, celandosi, suo malgrado permette al mondo di appalesare solo il riflesso, l'ombra di quel che è invisibile. 
Non è mutato lo Spirito della Grande Madre Russia, né la sua anima, quella eterna, metafisica, sopravvissuta a rivoluzioni, dittatura, governi. L'anima cantata dai suoi grandi figli, segnata in pensieri su pagine e pagine di chi abbiamo sopra incontrato e non solo, l'anima vibrante nelle note musicali di Pëtr Il'ič Čajkovskij con i suoi candidi cigni, o di Sergei Vasilyevich Rachmaninov nei suoi concerti per pianoforte, o ancora di Sergej Sergeevič Prokof'ev con i suo Giulietta e Romeo o Pierino e il lupo, o di Dimitrij Shostakovich, di Aleksandr Skrjabin e si potrebbe star qui ad elencare, sono decine e decine i compositori russi e tutti grandi. La musica alberga da sempre nello spirito russo e la Russia in questo si fa gemella d'Italia per eccellere poi in assoluto con le opere rappresentate in movimento, danzanti sul palcoscenico del Teatro Bol'šoj e su tutti i palcoscenici più grandi del pianeta. L'Arte, quando è vera e grande, forma le menti e i popoli come null'altro. 
Non è cambiata l'anima della Grande Madre Russia. Quella sopravvissuta alla fallacia del Materialismo sistematizzato, codificato, applicato, imposto. Sperimentato dal popolo nella vita visibile e invisibile che fosse. Persino sotto dittatura l'Arte con la A maiuscola, non ha abbandonato la Grande Madre e ha continuato il suo corso, e poeti si sono sommati a poeti, e tele di pittori hanno continuato a raccontare e continuano. Ma è qui la rivelazione della forza della Russia: non aver perso se stessa, comunque, diversamente dall'occidente che ora, oggi, qui, sta perdendo se stesso schiavo di un materialismo ben più pericoloso perché subdolamente importato, subdolamente imposto. La Russia porta in seno oriente e occidente in un connubio armonico di cui l'Umanità necessita per la propria evoluzione. Porta in seno metafisica e fisica, spirito e materia, questa la sua particolarità, la stessa che non le si vuole riconoscere. E' questo che fa grande la sua storia. La storia di una terra è, come per l'Arte, il suo vivere appellandosi al sentimento, solo allora il suo racconto sarà tanto più veridico quanto più elevato e nobile sarà il sentimento che lo muove. Ma la storia è anche l'anima della scienza e ove essa non si muova negli universali ritmi della storicità non può dirsi umana.    
Non è mutata l'anima della Grande Madre Russia. 
Quel che ora, oggi, quella terra sta attraversando nel tentativo, consapevole o inconsapevole che sia non importa, di fermare la deriva d'occidente nella sua folle perdita dell'eterno nel temporale e del temporale nell'eterno, trova il suo principio nella Grande Guerra, la Prima mondiale, nel 1917, nelle parole di Woodrow Wilson, nel mendace programma della Triplice Intesa. Lì vennero espressi pensieri-germi per l'agire dell'oggi (allora) e del domani (oggi). Dietro parole quali: "libertà.. rispetto della sovranità dei popoli... pace... giustizia nelle relazioni tra i popoli... fraternità... liberazione dei popoli, e tutto l'eccetera di cui sappiamo, abbiamo visto e vediamo, vissuto e viviamo, si muove ed agisce il contrario. Allora iniziò a palesarsi la mira statunitense, con radice anglofona, sulla Mitteleuropa, allora. Il programma dell'Intesa-Wilson dietro la maschera moralistica tendeva in realtà a servirsi degli istinti dei popoli dell'Europa centrale e orientale, specialmente di quelli slavi e limitrofi, per usarli, attaccarli a tradimento sul piano politico-morale di poi condurli, con questo mezzo, alla dipendenza economica anglo-americana che avrebbe interessato l'intera Europa. Allora. Nulla è cambiato ora. La strategia non è variata, ha solo decuplicato la possibilità d'azione, motivo per cui viene tenuto in vita il cadavere Nato, la migliore arma espansionistica degli Stati Uniti. il predominio anglo-americano di allora venne chiamato liberazione dell'Umanità e Democrazia. E' così che si fa credere di voler aiutare per davvero l'Umanità. Propaganda e propaganda. Ancora ora. Tutto è sotto gli occhi della storia, la storia non dimentica, non dimentica la grandezza così come l'umana miseria.
L'anima della Grande Madre Russia non è mutata, è celata dietro la parvenza. Soltanto. Non è mutato il suo Spirito sofferto.
 " ... quando l'occidente perirà, e perirà quando il papa snaturerà del tutto Cristo suscitando così l'ateismo nell'umanità occidentale paganizzatasi..." così Fëdor Dostoevskij in una lettera del 1869 indirizzata ad Apollon Nicolaevic Majcov a proposito dell'occidente. Predizione di un'anima russa? Al lettore la risposta.

Marika Guerrini

p.s.
a seguire si segnalano  altre pagine di occiriente per chi avesse interesse ad ampliare 'argomento

1 dicembre 2014 " la Grande Madre russia- Dostoevskij"    ; 18 aprile 2014 " Usa Europa Russia: il punto"  ;   03 marzo 2014 . "Ucraina : venti di guerra" 
15 febbraio 2015- " Ucraina quando decide la paura"  ;  18 luglio 2015   e 26 luglio 2015  " Occidente dietro le quinte previsione di..." I e II parte;
31 arzo 2016 "  Russia la rivoluzione comincia da..."  ;    27 dicembre 2016  " Coro Alexaandrov addio" ;   14 gennaio 2017 " I colori della Russia e il grigio..."  ;01 aprile 2017 " Eurasia-Europa"  ...etc.

2 commenti:

  1. Complimenti! Un bellissimo articolo/racconto. Molto belle le parole di suo nonno su Dostoevskij: " Conosce e racconta l'animo umano come solo lui sa fare.. e così facendo permette a chi legge di vivere un sentimento di eternità, ma, leggi, lo scoprirai da te". Anch'io a vent'anni mi immersi nella lettura di Dostoevskij e ed è proprio vero quello che le habdetto suo nonno. A parte questo la frase "leggi e lo scoprirai da te " mi sembra quasi una frase magica, una frase profetica.

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    1. Cosa rispondere se non con ringraziamento che unisca cuore a pensiero. Graie!

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