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| Louvre- Arcangelo Michele uccide il drago- XII sec. |
... chi con apertura di spirito, giunga per la prima volta nella terra dei faraoni, resta stregato, è accaduto anche a me. Stregata dalle sue pietre, dalle fertili rive, dal biancore dei suoi piccoli asini, dalle oasi verdeggianti, persino dal pericolo degli scorpioni nella sabbia. Se poi è l'oasi di Siwa ad accoglierti sorgono dubbi sul tuo ripartire, lasciare quel luogo insieme antico e fuori dal tempo, le sue tradizioni, i suoi costumi, le credenze, i riti magici del passato e del presente, le piante medicinali, le arti curative, i bagni di sabbia ed i proverbi della sua gente. Ma non sapevo quanto il mio sostarvi per giorni mi avrebbe spronato a nuove ricerche, ampliato conoscenze antropologiche così come gli studi di egittologia per far emergere nuove riflessioni. E' un luogo unico Siwa, la si potrebbe raccontare per ore, ma non è soggetto di questa pagina, lo è invece una piccola scoperta che l'oasi mi mostrò, che prese forma e significato al rientro in Italia. Ma procediamo.
Custodita in una teca del locale museo un frammento di pergamena, quasi nascosto da un'anfora votiva, riportava caratteri che la conoscenza della Linguistica mi fece supporre appartenessero all'Antico Aramaico e, come fosse cosa scontata: traccia di un vangelo apocrifo? questo fu il mio pensiero immediato. Incuriosita, cercando di riportarne fedelmente i caratteri, copiai quei frammenti di parole sul taccuino per poi proseguire l'interessante visita tra dipinti faraonici, sarcofagi e reperti d'ogni tipo. Al rientro in Italia, ripreso l'appunto ricercai su testi inerenti per sapere di più su quel frammento di pergamena, emerse così la non remota possibilità di appartenenza ad antichi scritti cristiani dell'origine rinvenuti nei pressi di Luxor nel 1945, quindi a circa 1000 kilometri da Siwa. Lì infatti erano stati ritrovati testi di vangeli apocrifi. E fin qui nulla di straordinario, la cosa invece che mi incuriosì fu la traduzione di quei pochi frammenti di parole, in pratica due termini segnati in stretta successione: Ohr e Chosheq ovvero Luce e Tenebra. Da qui un fluire di pensieri anche sulla coincidenza del ritrovamento con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sì, certo, la fantasia galoppa in certi casi, ma era come se questa coincidenza parlasse da sé. Da allora ricerche e studi su particolari "coincidenze" storiche materiali e immateriali mi hanno mostrato sempre ovunque l'emergere dell'eterno enigma che da millenni pone l'uomo dinanzi alla scelta tra Luce e Tenebra, come fosse, e sia, dramma cosmico. Il motivo si presentava, e si presenta, sempre uguale a se stesso, vario solo asseconda del luogo, del tempo, dell'evoluzione e così via e sempre mostra oltre la contingenza del suo immediato, l'angoscia dell'Uomo incatenato alla materia, la nostalgia per la perduta patria originaria immateriale. La dimenticanza dell'Universo di provenienza. Ed è questo leitmotiv che si sta vivendo: guerre militari e civili, dilagare di ordigni bellici d'ogni tipo in ogni dove, armi materiali e immateriali, visibili e invisibili. Nelle guerre e con esse, ma anche prima e dopo di esse, la perdita della memoria storica, dei suoi bagagli, degli insegnamenti, la perdita d'ogni tipo di valore, che sia culturale, morale o spirituale nulla varia così come non varia la trasformazione di virtù in difetti e forze costruttive si fanno forze distruttive. E non varia il divulgarsi dell'istinto, moto privo di pensiero cosciente che accomuna l'uomo all'animale agendo però spogliato dell'innata naturale saggezza animale. Non varia la perdita d'ogni etica sociale o singolare che sia, né l'acuirsi dell'umana fragilità da cui originano angoscia, paura, incertezza, codardia, ipocrisia tutto all'insegna della menzogna ovunque e sempre a cancellare il vivente mondo dei pensieri costringendoli al proprio riflesso, sì che in ogni singolo si annebbi o scompaia la memoria dell'origine trascendente sua propria pur se, inconsapevole, continua ad anelare alla soluzione del suo stesso dramma, allo scioglimento di quell'eterno enigma che urge, urla risoluzione, urge, urla la scelta tra Ohr e Chosheq. Sì, urla perché nei millenni mai come ora, oggi, qui, la potenza della Chosheq ha manifestato la sua esplicita presenza invadendo ogni campo dell'Umanità, usando qualsiasi mezzo, non ultima l'eliminazione delle forze spirituali attraverso medicamenti mirati a questo, mascherati da aiuto umanitario, progresso, avanzamento tecnologico, "sempre a sfondo umanitario". Menzogna! E' così che questa "benevola" presenza si esplicita ancor più nell'indebolimento, quando non annientamento, del futuro attraverso coloro che lo incarnano, lo proiettano: infanzia e adolescenza. E allora il potenziarsi dilagando di armi silenziose divulgate da quella società corrotta e serva della Chosheq, Tenebra in opposizione alla Ohr, Luce. E si moltiplicano crimini d'ogni tipo, che siano indirizzati verso se stessi o altri nulla cambia all'impulso di provenienza suggerito da errata, spesso immorale, educazione così come da sostanze allucinogene o impulsi mediatici. In questo mare di menzogna si fa sempre più strada l'avere un'opinione più che lottare per conoscere la verità. Nulla cambia!
Eppure, in questo avanzare distruttivo dell'Umanità, qualcosa si presenta al pensiero e allora si scorge il sacrificio della Luce che accoglie la caduta dell'Umanità in principio sovrana ora umiliata a servigio della Tenebra e mentre pregiudizio, ignoranza e paura favoriscono la Chosheq, può accadere che dalle sabbie del Tempo, come nell'oasi di Siwa, frammenti di pensiero si mostrino per essere decifrati da chi decida, dissipando il velo che la copre, di scrutare nella realtà al fine di scorgervi la verità, in tal modo permettendo all'Uomo distratto, quando non auto incatenatosi, lo scioglimento del suo stesso dramma nel dìssolvere l'antico enigma sì da creare il varco che permetta all'Umanità di scorgere l'indistruttibile potenza della Ohr, la Luce che alcuna Tenebra alfine potrà mai annientare se l'Uomo ritrova il contatto con la parte immateriale, superiore, la parte che in sé lo collega all'Universo. Ma deve volerlo. Qui la sua libertà.
Marika Guerrini

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