lunedì 4 luglio 2011

i droni


Loghar, Kabul, Kandahar, Helmand, Nimruz, Heràt e ancora e ancora. Città, province, distretti. Nomi. Luoghi. Luoghi racchiusi in uno stesso nome. Luoghi di non luoghi. Non c'è alba o tramonto che passi tra sole e luna  senza che si pronunci, scriva uno di questi nomi. Simili. Nomi d'una stessa voce. D'una  terra. Sempre la stessa. Terra che siamo stanchi di nominare.  E bambini. Ancora e ancora. Bambini sempre. Legati agli stessi nomi. Bambini senza nome. 
Continuano a saltare bambini laggiù, a saltare in aria. Sono trent'anni anni che saltano sotto quel cielo da presepio. L'abbiamo già detto. Erano campi minati  prima di undici anni fa. Del 2001. E' stato ovunque dopo. Sono cinture esplosive ora. Anche. Azioni inconcepibili in quella terra. Quelle delle cinture su bambini. Azioni inconcepite dalla sua gente. A questo è ridotto quel mondo. A questo è stato portato. Eppure degli altri, dei bambini  della notte, quelli che saltano in aria nella notte, non si dice, non si parla. Quelli che se ne vanno nel sonno. Quelli che non si svegliano. Quelli che sono il 90% dei decessi infantili in Afghanistan. Di quelli non si dice. Su quelli si sorvola. Lo si fa prima e dopo. In vita e dopo. Lo si fa in silenzio.
Sono silenziosi i droni.  Sono impercettibili. Quasi. Sono ronzii. Ronzio d'ape maschio. E' quel che significa la parola drone. E volano nel buio. Quasi sempre. E non disturbano il sonno. Erano cinquanta i droni al tempo di Bush. Sono settemila al tempo di Obama. 
I droni non hanno altra patria che quella a stelle e a strisce. Ma non per molto, per l'antico principio di imitazione. Aerei senza pilota, questo sono. Macchine infernali. Questo sono. Solo esclusivamente comandate da un pulsante. Un pulsante lontano premuto da mano lontana. Lontana dal luogo dell'esplosione, della paura. Lontana dalla guerra. Non è neppure mano militare a premere il pulsante è  mano sconosciuta di agente segreto.  E' mano economica. Mano che non rischia.  Mano che non si mostra. Mano che fa saltare bambini senza esporsi. Senza responsabilità. Alcuna.
E volano droni anche sul cielo del Pakistan e della Libia, e dell'Iraq e dello Yemen. E della Somalia anche. In questi giorni e ancor più In silenzio. Cinque cieli da presepio sono sonorizzati da ronzii di api maschio. Semplici leggeri fastidiosi notturni ronzii. 
E bambini s'addormentano al passaggio. E sacrifici umani si compiono. E s'immolano sull'altare della nostra presunta Civiltà. In silenzio.
Marika Guerrini

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