sabato 23 luglio 2011

Oslo...ma come si può...

...è incredibile come, quanto si continui a raccontare fandonie, come, quanto si perseveri nella menzogna mentre viene accertata, senza dubbio alcuno, l'estraneità jihadista alla strage di Oslo. Prima ci si inventa un fantomatico gruppo islamico, certo Ansar Jihad al-Alami che rivendica l'attentato, poi lo stesso gruppo smentisce, prende le distanze dal fatto. Ma l'ipotesi non arretra. Intanto si cerca un altro eventuale gruppo anch'esso islamico. Si continua la caccia per un'ulteriore ipotesi che il mondo possa bere. Intanto Anders Behring Breivik viene arrestato. L'autore dell'accaduto, degli accaduti. Questo non basta ai media e al grande politologo, tale Stale Ulriksen che, intervistato, si dice: scioccato ma non sorpreso, e continua sulla baggianata della pista islamica vaticinando attacchi futuri detti, ridetti e bla, bla, bla... L'opinione pubblica che segue la pista norvegese dell'attentatore, viene tenuta sempre sottilmente nel dubbio. L'elemento islamico non viene mai zittito se pur reso presente solo psicologicamente. Il forse, anche se sottile, vacillante viene lasciato attivo. Sottofondo. Sempre. 
Ma come si può non rendersi conto che non esiste, non è mai esistita alcuna pista fondamentalista islamica reale, che abbia attaccato o attacchi l'occidente senza che sia stata pensata, voluta, architettata direttamente o indirettamente dall'occidente stesso a proprio uso e consumo. E' tempo di dire basta alle menzogne mediatiche. E' tempo di svalutare la loro voce. Di rendersi indipendenti. E' tempo di prendere consapevolezza di quanto l'infezione che si sta vivendo sia endemica alla società occidentale. E' qui. Ci basti guardare la violenza che sprigiona dagli schermi piccoli o grandi che siano. Ci basti ascoltare il rumore chiamato musica con cui si stordiscono i nostri figli, quando non sia droga o alcool o sessualità estrema o deviata. O tutto questo insieme. Basti guardare la funzione subumana di alcuni loro beniamini   nel campo. Al cui confronto i Beatles sono stati Chopin. 
E' con quest'assenza d'umanità che sono cresciuti, stanno crescendo, crescono i nostri ragazzi. Siamo noi ad averla esportata oltre i nostri confini. Da questa angolatura Anders Behring Breivik, quest'uomo poco più che ragazzo, ancora nel suo trentatreesimo anno non compiuto, dallo sguardo chiaro, costui denominato dai norvegesi fondamentalista cristiano, ci suscita una reale profonda piétas. Quel che proviamo è una reale profonda compassione per la sua sofferenza straripata in tragedia omicida. La sua è responsabilità umana e sociale non etica. A sua volta ed in primis è stato, è vittima. Come lo sono quei poco più che bambini caduti sotto i suoi colpi. Come lo sono gli attentatori suicidi islamici. 
E ancora sono poco più che bambini a pagare. Stavolta qui. Vicino. Nel nostro mondo. In uno dei nostri tranquilli paesi. Bambini. Ancora.
Marika Guerrini

si noti bene:
la voce corretta è: gruppo islamico, gente islamica etc. e non islamista, come pronunciano i nostri media e i così detti esperti, per noi pseudo, confondendo il termine islamista ovvero studioso, esperto di Islamistica (insieme di scienze islamiche) con il termine islamico ovvero appartenente al mondo dell'Islam ( per nascita e o  religione etc.). A dimostrare la nostra arrogante ignoranza.
M.G.

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