martedì 27 settembre 2011

IL CONFINE -afghano-pakistano-

terra di confine 
...le notizie s'accavallano, s'incontrano, si scontrano, si susseguono a ritmo incalzante annullando Il tempo della verifica, del confronto. Nella babele di parole pronunciate e taciute occiriente sorvola i luoghi e s'immerge, in continua ascesa e discesa, per ritrovarsi lì, sempre, nello stesso angolo di mondo, ad est ed ovest di quella linea Durand, quel confine afghano-pakistano che potremmo definire: IL CONFINE. Occiriente sa. Sa che basterebbe fermarsi lì per comprendere il tutto. Fermarsi nel fulcro, nel nucleo, nel bandolo di quella matassa aggrovigliata dai veri Signori della Guerra che non sono più, da tempo, capi tribali e non tribali afghani. Quella matassa radicata ormai in quel luogo non luogo. Lì... il fuoco arde ogni giorno ogni notte.
Le notizie date per non darle, su quel luogo infuocato, sfuggono ai più in occidente, a molti più. Troppi. Notizie secondo cui il Pakistan, in accordo con e tramite Haqqani ( rete terroristica per chi non sapesse) attacca l'Afghanistan nei suoi attuali contenuti: forze NATO, Isaf e coalizioni varie nonché esponenti di spicco del paese, e l'Afghanistan, con i presunti talebani, risponde e bla bla bla...Parole. Mezze verità. Menzogne. In ogni caso.
L'Afghanistan non esiste. Non esiste più. L'Afghanistan è terra estranea a se stessa. Ora. Nulla di quel che era è. Tutto è nel Gioco straniero. Sotto il giogo straniero. Tutto  manovrato. Tutto falso. Tutto architettato ad uso e consumo di potenze mondiali. Vecchie, emergenti, questo non ha importanza. E' stata fatta terra da usa e getta. Non c'è nulla che possa essere creduto di quel che avviene come si dice avvenga. Occiriente non smetterà mai di dirlo. Mai. 
E' un suo dovere.   
E il Pakistan non è quel che si dipinge al mondo. Non è la culla del terrore. Il Pakistan è sotto accusa. Opportuna. Comoda. Deve esserlo. Così come gli scontri fratricidi devono insanguinare le sue vie, le case. Bisogna che siano. Ma non sono menti pakistane a generare il terrore che dilaga tra quelle vie, in quelle case. Occiriente lo ripete, si ripete: le etnie presenti, Hazara e Pashtun, quelle ora soggette a continui scontri, hanno convissuto per oltre un secolo. L'hanno fatto gomito a gomito in quella terra. Il rispetto era reciproco. 
Sì, il Pakistan è ambivalente, lo è sin dalla sua nascita. E' sua caratteristica. Ghandi lo sapeva. Forse non esisterebbe se così non fosse stato, ma questo non basta per demonizzare. E poi, da chi? Da chi proviene l'accusa? Da una terra dell'estremo occidente che ora ha come capo il Nobel par la Pace. A cui quest'investitura, sconsacrata, è stata data per legittimare il motivo delle politiche internazionali, delle azioni belliche. Perché fossero ancor più all'insegna di giustizia, libertà, democrazia, fraternità.
L'ambivalenza del Pakistan è stata la forza degli Stati Uniti d'America negli ultimi trenta e più anni. Senza il "fianco" pakistano gli States non avrebbero mai raggiunta la postazione centro asiatica afghana. Questa una verità. Ne hanno fatta terra di spie. Per questo. 
Il Pakistan ora è tra Stati Uniti travestiti da Afghanistan e Iran. Questa una verità. Il Baluchistan, sua regione di confine nord- nord ovest, ne è sintesi. Questa una verità.
Ma occiriente si scusa. Si scusa con chiunque legga le sue pagine in questi giorni e da un po'. Coloro che invita a partecipare per iscritto. Si scusa se quel che dice si allontana da quel che dovrebbe essere la bellezza della vita. La positività della vita. Sì, è doloroso vedere questi accadimenti, percorrerli in immagini. E' doloroso, molto, essere consapevoli delle realtà oltre l'apparenza delle cose. E' doloroso doverle comunicare. Segnarle nero su bianco.
Marika Guerrini
p.s. foto di Barat Alì Batoor 

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