giovedì 1 settembre 2011

tra Europa ed Africa

deserto libico

...non ci siamo meravigliati nell'apprendere circa l'ospitalità che l'Algeria ha riservato ai Gheddafi. Ancor meno nel leggere il messaggio algerino inviato all'Occidente. Messaggio immediato diretto chiaro, messaggio fuori da ogni dubbio: non ci fidiamo di voi! E' questo che ha detto l'Algeria. L'ha detto innanzi tutto a monsieur le president, in nome, in memoria di quell'oltre un secolo, 132 anni, di colonizzazione o, per meglio dire, persecuzione francese nella loro terra. La stessa che la primavera così detta araba ha provato e prova a coinvolgere senza riuscirvi. Ma potrebbe accadere. Potrebbe essere nel prossimo futuro, ora, nei prossimi giorni. Potrebbe darsi un ulteriore ipocrita motivo. Lo stesso noioso motivo come da copione, il déjà vu, la buffonata di turno, come la decennale caccia al principe saudita che fu, quell'Osama ben-Laden assassinato poi resuscitato a piacimento Usa & company. Company perché coalizione aziendale. L'Algeria non si presta al gioco d'Occidente tanto meno a quello dei paesi arabi. L'Algeria non tradisce l'amicizia.  L'Algeria vuole proteggere le risorse. Proprie e altrui. Dei suoi altrui, quelli a lei vicini, dei fratelli di tempo religione storia, geografia. Le ingenti risorse che tutti conosciamo o dovremmo. Il motivo reale della nostra presenza in Africa. Nord, centro o sud che sia. 
giacimenti ferrosi
Così mentre monsieur le president sempre più affetto da mania di grandezza, dall'Eliseo accarezza Israele e Abu Mazen come da proverbio un colpo al cerchio ed uno alla botte. Mentre accusa Tehran di ambizione balistica e nucleare insinuando chissà quali possibili attacchi missilistici per poi scimmiottare il vecchio Bush con la minaccia di attacco preventivo. Mentre il resto d'Europa sta a guardare il tentativo di scalata al podio dell'internazionalità di uno dei suoi nani, noi ricordiamo che l'Africa nord sahariana non è il lontano Afghanistan. Impreparato antico innocente nella sua antichità. Non è la sua gente, un tempo da fiaba, che non sapeva neppure dove fosse l'America tanto meno cosa volesse da loro. L'Africa nord sahariana non è all'oscuro dell'occidente. L'ha incontrato nel bene e nel male. Già. L'ha incontrato che non è molto tempo. L'ha incontrato da tempo. Noi vogliamo ricordare a noi stessi che quest'ultima decade lastricata di menzogna qualcosa avrà pur insegnato. Forse. L'Africa nord sahariana potrebbe farsi una novella Waterloo. Per restare nel cuore d' Europa.
Marika Guerrini  

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