martedì 20 marzo 2012

le parole perse

....cosa accogli ora nelle tue mani tinte?...
...la notizia del sospetto che non uno ma più fossero gli artefici dell'eccidio nel distretto di Panjwai mentre due elicotteri di scorta sorvolavano la zona, è giunta ad occiriente nelle prime ore della mattina del 12. A breve distanza dalla pubblicazione di "Afghanistan...ancora". La voce sul filo ha riportato le prime indagini, le dichiarazioni, lo strazio, il tragico sgomento nei parenti e non delle vittime, ha riportato le parole di Karzai:"...più di uno i soldati Usa..." e "Così non si può più andare avanti siamo arrivati al punto di saturazione. Questo modo di agire, questo comportamento, non possono più essere tollerati. Siamo davvero oltre, oltre, oltre ogni misura". 
Occiriente ha ascoltato la notizia, l'ha fatto senza porre domande, senza commento. Dopo ha cercato altro, indagato altro, riflettuto su altro. Poi è tornato alla notizia, ha compreso la tattica. Tutto s'è fatto chiaro. E' allora che ha perso le parole. Poi, il giorno seguente tutti hanno saputo ne hanno parlato, scritto. E occiriente ha ascoltato ancora, verificato ancora. E' che le parole perdono  la voce quando si fanno misere come l'umana miseria che potrebbero raccontare se non si rifiutassero. Sì, occiriente aveva sottovaluto l'assenza d'umanità nel tracciare la pagina di "Afghanistan...ancora" quella che precede questa. Aveva dimenticato. Aveva tralasciato l'esistenza di tutte le menzogne e delle azioni che caratterizzano il subumano qualunque sia la bandiera sotto cui si dimeni.  
Ed è terribile il suo dimenarsi in terra afghana. Lì più che in altri luoghi, lì tra quelle genti. Le stesse di quei villaggi che s'addormentavano la notte sotto un cielo cobalto animato dal suono del vento sul deserto o tra le fronde. Genti i cui volti l'occidente fotografa come fossero trofei, volti dalle espressioni fanciulle anche quando linee li segnano quali solchi-specchio dello scorrere del tempo. Volti difficili da dimenticare per chi li ha incontrati e può immaginare, ora, la tragicità del loro sgomento, la drammaticità degli interrogativi malgrado  abbiano imparato a riconoscere, la "violenza nel calpestio dei passi armati e stranieri sulle nostre strade, nella nostra vita". E' quel che è stato detto a chi scrive non più d'un mese fa. Ma chi ha vissuto con loro la loro vera vita, quando ancora era, chi l'ha incontrata in quegli stessi villaggi in cui il tempo assume dimensione come di perennità, chi è stato accolto tra le mura di quelle case dignitose sempre, visto che dignità non è sinonimo di ricchezza, chi tra quelle mura ha respirato ospitalità, accoglienza, semplicità, lealtà e ancora e ancora, sa quanta, quale umana ricchezza sia stata annientata distrutta massacrata in questi ultimi eterni dieci anni, per una manciata di dollari. E allora, come occiriente, perde le parole. 
Marika Guerrini
foto di Barat Alì Batoor

4 commenti:

  1. qualcuno direbbe ,ma Dio dove sta ?Occiriente tu sai rispondere?GRAZIE

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    1. Grazie a te, anonimo. Se so rispondere?, non so se so rispondere, quel che occiriente può fare è esprimere, scevro da ogni retorica, il proprio pensiero in merito, ovvero che Colui a cui qui diamo nome Dio e a cui altri possono dare altro nome, sia ovunque e in ogni attimo, nella natura animata e inanimata, con un particolare : nell'uomo si manifesta la Sua massima espressione, nella Forza che alberga in ogni uomo e gli dà la capacità di pensare di amare e di agire CONSAPEVOLMENTE. E il punto è questo: la Coscienza. Il Principio Superiore che alberga nella Coscienza umana. Da qui la facoltà di scelta, quindi la Libertà dell'uomo di scegliere Luce o Tenebra. Ma occiriente pensa che la Luce sia anche nella Tenebra, solo che troppo spesso l'uomo non la riconosce, non l'accoglie in sé agisce quindi secondo paura, brame incontrollate etc.etc.o, cosa peggiore, la rinnega. A volte, oggi molto spesso,viene educato a questo, quando non addestrato. Ecco che va contro la parte migliore di sé, perde la propria umanità superiore e accade quel che accade.

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  2. quanto dolore , quante lacrime prima del risveglio?

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    1. ...chissà, forse fin quando non ci si renderà capaci di un movimento di profondità secondo coscienza, come accennato nella risposta al commento precedente.

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