sabato 17 maggio 2014

Sikh tra cronaca e storia

Harmandir Sahib-Tempio d'Oro
... la cronaca sulla schiavitù in cui novelli "padroni" dell'Agro Pontino,  tengono la comunità sikh, ha spinto il desiderio a raccontare questa gente, un po', solo un po'. Ma, ricordiamo i fatti di cronaca anche se ormai di pubblico dominio: uomini e donne sikh lavorano come braccianti in campi agricoli, per dodici, quindici ore giornaliere, salario: quattro euro l'ora. Le posture scomode assunte per ore, rendono il lavoro massacrante e lo fanno anche i veleni usati per l'irrorazione e da loro respirati, e si lavora con qualsiasi tempo, che sia pioggia o sole, e l'umana resistenza non potrebbe sostenere, allora,  li si "aiuta": anfetamine e oppio, vengono procurati, venduti, bastano dieci euro e tutto passa. Ottima miscela, e la stanchezza si placa per le anfetamine e  i dolori si alleviano per l'oppio, e la catena riprende, il giorno dopo, o il giorno stesso, incessante. E non si cambia marcia: uno... due... uno... due... così, come nelle stive delle navi dei trafficanti di schiavi: uno... due... uno... due... e il martello picchia il tamburo, scandisce il ritmo, e le catene sono ai piedi e i remi vanno al ritmo scandito: uno... due... uno... due...
Ogni commento si fa superfluo dinanzi a queste aberrazioni e le patrie galere dovrebbero aprirsi e richiudersi. Ma non vogliamo prestare a questo le nostre parole, solo vogliamo tracciare in sintesi la storia o meglio l'idea  della storia dei Sikh,  perché la vergogna, lì dove la si provi, sia consapevole.
In india convivono varie religioni, escludendo le importate, Islam, Cristianesimo, Parsismo, le indigene principali sono Induismo, Jainismo, Buddhismo e il Movimento Religioso chiamato Sikhismo.
Il Sikhismo, quale movimento intrinseco all'Induismo, Sikh viene dal sanscrito sisya,  discepolo, nasce intorno al XV, XVI secolo con una forte tendenza innovatrice rispetto all'Induismo tradizionale che, attraverso l'opera di eccezionali personalità quali Ramananda, Nanak e Kabir quest'ultimo conosciuto come Jnani (pronuncia Jgnanii), viene ricondotto ai temi essenziali dell'esperienza religiosa, ovvero alla devozione, alla reincarnazione, all'illusione e al karma ( bhakti, samsara, maya, karma), rivolgendo però il tutto ad un dio unico, che non è più l'ineffabile Brahman, privo di attributi, lontano nella sua immobile luminosità, bensì un dio anche persona, connesso all'attributo d'essere in immediato rapporto con l'umanità. Il Sikhismo quindi appare, sin dall'inizio, come una setta, in realtà, rigorosamente indù, ispirata alla bakhti e al culto dell'azione guerriera basato sulla Bhagavad-Gita, il testo indiano sacro per eccellenza. Questo il primo evento, l'origine. Il secondo è nella nascita della comunità Sikh fondata da un commerciante della classe guerriera, uno ksatriya (pronuncia ksciatriya) Nanak Dev (1469-1538). L'elemento religioso-guerriero molto vissuto all'interno della setta, col tempo portò i Sikh a formare una nazione nella nazione e, cosa straordinaria, foggiò un vero e proprio popolo che riunisce i caratteri migliori delle genti indiane nord-occidentali, anche nell'eleganza dell'abbigliamento, come del portamento di grande dignità, sia al maschile che al femminile. Il credo dei Sikh attribuisce al guru, maestro, una grande importanza, egli è il trasmettitore carismatico dell'iniziazione, vale a dire colui mediante il quale, l'elemento tradizionale viene reso vivente quindi salvifico. Il Sikhismo è, in un certo senso, in quanto a serietà di costume e di vita in genere, una vera e propria confraternita militare a cui si accede attraverso una sorta di battesimo mediante aspersione fatta con acqua zuccherata ed una spada  detta amrta, letteralmente: senza morte, ma anche nettare, in riferimento al nettare che gli dei trassero dall'oceano latteo all'inizio del mondo e che rende immortale chi lo beve, la spada è infatti simbolo dell'immortalità spirituale. La confraternita è dominata da un'aristocrazia i cui appartenenti ricevono, assieme alle insegne e ad un particolare costume, il titolo onorifico di Singh, da simha, leone. L'elemento maschile e quello femminile nei Sikh si armonizzano a vicenda  inoltre per tradizione e scelta non solo non assumono alcool, ma non assumono alcuna sostanza stupefacente, poiché le due cose allontanano dalla rettitudine verso se stessi, gli altri e la vita in genere.
Ecco, questo non è stato che un volo sulla cultura dei Sikh, molto ma proprio molto ci sarebbe ancora da dire, da raccontare, il tempio d'oro nella città sacra di Amritsar, nel Punjab, nido della loro storia, il combattimento con le spade, le varie scuole, i loro testi, la poesia, la pratica religiosa, il fatto che spesso nella storia si siano distinti per il loro coraggio e molto molto ancora, un mondo, ma ci fermiamo qui, volevamo solo dare un'idea, sottolineare un frammento della cultura di coloro che il destino ci ha posto dinanzi per un motivo che potrebbe sfuggirci. 
Il fatto è che se arroganza, ignoranza, lucro, malvagità e ancora, non ottundessero le menti di alcuni di noi, troppi, si potrebbe cogliere l'occasione di queste genti straniere e sconosciute, queste genti costrette o illuse dalle nostre menzogne a lasciare le proprie terre, si potrebbe incontrarli, arricchire così questo nostro occidente in declino.
Marika Guerrini  
foto dal web

Nessun commento:

Posta un commento