... "Pregare è meglio che dormire" ha chiamato il muezzin allo spuntar del sole, poi: "Allah u Akbar!" " Dio è grande!" e le parole si sono rincorse dall'alto dei minareti sui tetti delle città, sui deserti, sugli oceani, sul sonno degli uomini. "Io testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah!, Io testimonio che Maometto è l'inviato di Dio!", si sono rincorse dal Marocco all'Indonesia, sono piovute su circa ottocento milioni di musulmani, sunniti e sciiti che siano, con un solo unico appello alla preghiera. Tra loro, per quasi settanta milioni, il muezzin ha aggiunto un altro appello: "Io testimonio che Alì è l'amico di Dio!". Questo è accaduto in Iran, in alcune parti dell'Iraq, dell'Afghanistan, dell'India, questo è accaduto per gli Sciiti, è stato appello per loro. E il muezzin ha chiamato tutti i musulmani, innanzi tutto tutti, comunque, ovunque, stamattina all'alba, e lo farà ancora quattro volte fino a stasera, al tramonto, oggi giorno 8 del mese di Ramadan del 1435, oggi. E lo farà domani e dopodomani e nei giorni che verranno. E li unirà sempre a prescindere. E' la forza dell'Islam questa, la sua linfa.
E' antica la separazione tra sunniti e sciiti, risale al tempo in cui, 632 d.C., ci si trovò a decidere la linea da prendere circa la successione di Mohammad o Muhammad o Maometto nella forma storpiata occidentale, il Lodatissimo, decidere come tramandare la dottrina, guidare i fedeli. Per il Sunnismo, il cui termine viene da Sunnah, Tradizione, l'eredità di Mohammad spettava a quattro saggi califfi ispirati da Dio ed eletti dall'aristocrazia all'interno della stessa. Per lo Sciismo invece, il cui termine viene da Shi'a, Fazione, il diritto spettava all'unico erede legittimo, consanguineo, discendente diretto del Profeta, Alì, cugino e genero. Per i sunniti, Alì era solo il quarto dei califfi eletti, l'ultimo, per gli sciiti i primi tre erano usurpatori. Questo provocò anche lo scontro tra Alì ed Aisha, vedova di Mohammad, il che portò Alì ad essere ancor più inviso dagli avversari e ancor più amato dai sostenitori che, anche quando Alì si fece da parte, non lo abbandonarono. La Shi'a s'era formata e gli Sciiti in essa. Poi, nel 680 Hussain, figlio di Alì, fu ucciso da esponenti della dinastia degli Ommayyadi, a Kerbala, Iraq, le divergenze si inasprirono ancor più. Kerbala da allora fu per gli Sciiti città santa, anche più di Mecca, malgrado si rechino anche qui. Questo il profilo semplificato al midollo, ma la divergenza vera e propria, semplificata anch'essa, riguarda il clero. L'Islam non è mai stato strutturato come qualsivoglia Chiesa di altro credo, rapportato alla cristiana, ad esempio, non v'è Papa o Patriarca, ma vi è l'Imam, colui che guida alla preghiera. Per gli Sciiti l'Imam incarna un elemento sacrale in attesa della venuta del Mahdi, al-Mahdi, il legittimo inviato da Dio alla fine dei tempi, in linguaggio cristiano, Redentore. Per i Sunniti l'Imam è solo un uomo di fede, studioso ed esperto di Scienza Sacra, scelto dalle autorità. In sintesi, per gli Sciiti l'élite clericale trae prestigio nel discendere dal Profeta, per i Sunniti il potere religioso e quello secolare si intrecciano e le leggi religiose si fanno leggi di Stato. Accanto a questa differenza ve ne sono altre che riguardano la praticità della confessione, il quotidiano, ad esempio gli Sciiti credono nell'intercessione dei Santi e nell'espiazione dei peccati attraverso pratiche punitive come l'auto flagellazione, mentre per i Sunniti la questione dei santi è un'eresia così come pure l'espiazione. O la questione degli angeli che per gli Sciiti sono creature superiori che godono di libero arbitrio derivante dalla presenza in loro dell'angelicità, per i Sunniti gli angeli non sono liberi, ma solo esecutori della volontà di Dio. Ora, senza entrare nel dedalo islamico, racchiudiamo il tutto in un'impressione: gli Sciiti hanno una concezione più esoterica della fede, i Sunniti più essoterica, ed è, forse, per il continuo anelito degli Sciiti al mondo celeste, che la storia della Shi'a è da sempre caratterizzata da inquietudine religiosa e politica talvolta con natura rivoluzionaria estrema. Allo stesso modo, i Sunniti, nel loro agire ortodosso secondo la Sunnah, sono sfociati e sfociano in estremismi fino al sacrificio, fedajin letteralmente: votato al sacrificio, così come hashishiun, per gli sciiti, letteralmente: consumatore di hashish, da cui il francese e inglese assassin e l'italiano assassino, a designare per antonomasia l'omicida, fa riferimento alla medioevale Setta degli Assassini. Ancora tralasciando la specificità non opportuna in sede e tenendo presente che l'Islam ha sempre assorbito quel che ha trovato nelle terre in cui si è espanso, presentandosi così al mondo in decine di sfaccettature, il che facilita, il male intenzionato, a mentire su di esso, notiamo che l'attuale tecnica d'azione rivoluzionaria, rivendicata dall'Isis, cellula dell'estremismo islamico sunnita, coincide con la tecnica tipica dell'hashishiun sciita, in realtà, cosa già avvenuta con i fedajin palestinesi ma con diverso stile per chi conosca i passaggi tradizionali religiosi islamici di base a cui farebbe riferimento l'Isis. Qualcosa non quadra.
E la domanda si pone da sé: per quanto ci toccherà assistere al rispolvero della farsa-video, stavolta su al-Baghdadi, svelatosi dopo anni di "mistero"per farsi dare ferito, poi morto e poi comparire in un ridicolo déjà vu come il suo predecessore ben-Laden? E quanto tempo di idiozia ci viene richiesto stavolta, prima che una spettacolare cattura non esegua "funerali musulmani" in mare aperto come per ben-Laden? E ancora: siamo nel mese di Ramadan, ripetiamo, Ramadan, mese sacro, di preghiera e digiuno, d'ogni azione proibita dall'alba al tramonto, ancor più di violenza e... le moschee saltano in aria per mano musulmana credente osservante ortodossa? Moschee, a prescindere da Sunnismo e Sciismo, moschee, case dell'Altissimo? e i video dell'esplosione, tra il fumo che non si sa cosa annebbi, vengono diffusi una sola volta e poi nulla, come per ripensamento circa precisione o errore?
Marika Guerrini
E' antica la separazione tra sunniti e sciiti, risale al tempo in cui, 632 d.C., ci si trovò a decidere la linea da prendere circa la successione di Mohammad o Muhammad o Maometto nella forma storpiata occidentale, il Lodatissimo, decidere come tramandare la dottrina, guidare i fedeli. Per il Sunnismo, il cui termine viene da Sunnah, Tradizione, l'eredità di Mohammad spettava a quattro saggi califfi ispirati da Dio ed eletti dall'aristocrazia all'interno della stessa. Per lo Sciismo invece, il cui termine viene da Shi'a, Fazione, il diritto spettava all'unico erede legittimo, consanguineo, discendente diretto del Profeta, Alì, cugino e genero. Per i sunniti, Alì era solo il quarto dei califfi eletti, l'ultimo, per gli sciiti i primi tre erano usurpatori. Questo provocò anche lo scontro tra Alì ed Aisha, vedova di Mohammad, il che portò Alì ad essere ancor più inviso dagli avversari e ancor più amato dai sostenitori che, anche quando Alì si fece da parte, non lo abbandonarono. La Shi'a s'era formata e gli Sciiti in essa. Poi, nel 680 Hussain, figlio di Alì, fu ucciso da esponenti della dinastia degli Ommayyadi, a Kerbala, Iraq, le divergenze si inasprirono ancor più. Kerbala da allora fu per gli Sciiti città santa, anche più di Mecca, malgrado si rechino anche qui. Questo il profilo semplificato al midollo, ma la divergenza vera e propria, semplificata anch'essa, riguarda il clero. L'Islam non è mai stato strutturato come qualsivoglia Chiesa di altro credo, rapportato alla cristiana, ad esempio, non v'è Papa o Patriarca, ma vi è l'Imam, colui che guida alla preghiera. Per gli Sciiti l'Imam incarna un elemento sacrale in attesa della venuta del Mahdi, al-Mahdi, il legittimo inviato da Dio alla fine dei tempi, in linguaggio cristiano, Redentore. Per i Sunniti l'Imam è solo un uomo di fede, studioso ed esperto di Scienza Sacra, scelto dalle autorità. In sintesi, per gli Sciiti l'élite clericale trae prestigio nel discendere dal Profeta, per i Sunniti il potere religioso e quello secolare si intrecciano e le leggi religiose si fanno leggi di Stato. Accanto a questa differenza ve ne sono altre che riguardano la praticità della confessione, il quotidiano, ad esempio gli Sciiti credono nell'intercessione dei Santi e nell'espiazione dei peccati attraverso pratiche punitive come l'auto flagellazione, mentre per i Sunniti la questione dei santi è un'eresia così come pure l'espiazione. O la questione degli angeli che per gli Sciiti sono creature superiori che godono di libero arbitrio derivante dalla presenza in loro dell'angelicità, per i Sunniti gli angeli non sono liberi, ma solo esecutori della volontà di Dio. Ora, senza entrare nel dedalo islamico, racchiudiamo il tutto in un'impressione: gli Sciiti hanno una concezione più esoterica della fede, i Sunniti più essoterica, ed è, forse, per il continuo anelito degli Sciiti al mondo celeste, che la storia della Shi'a è da sempre caratterizzata da inquietudine religiosa e politica talvolta con natura rivoluzionaria estrema. Allo stesso modo, i Sunniti, nel loro agire ortodosso secondo la Sunnah, sono sfociati e sfociano in estremismi fino al sacrificio, fedajin letteralmente: votato al sacrificio, così come hashishiun, per gli sciiti, letteralmente: consumatore di hashish, da cui il francese e inglese assassin e l'italiano assassino, a designare per antonomasia l'omicida, fa riferimento alla medioevale Setta degli Assassini. Ancora tralasciando la specificità non opportuna in sede e tenendo presente che l'Islam ha sempre assorbito quel che ha trovato nelle terre in cui si è espanso, presentandosi così al mondo in decine di sfaccettature, il che facilita, il male intenzionato, a mentire su di esso, notiamo che l'attuale tecnica d'azione rivoluzionaria, rivendicata dall'Isis, cellula dell'estremismo islamico sunnita, coincide con la tecnica tipica dell'hashishiun sciita, in realtà, cosa già avvenuta con i fedajin palestinesi ma con diverso stile per chi conosca i passaggi tradizionali religiosi islamici di base a cui farebbe riferimento l'Isis. Qualcosa non quadra.
E la domanda si pone da sé: per quanto ci toccherà assistere al rispolvero della farsa-video, stavolta su al-Baghdadi, svelatosi dopo anni di "mistero"per farsi dare ferito, poi morto e poi comparire in un ridicolo déjà vu come il suo predecessore ben-Laden? E quanto tempo di idiozia ci viene richiesto stavolta, prima che una spettacolare cattura non esegua "funerali musulmani" in mare aperto come per ben-Laden? E ancora: siamo nel mese di Ramadan, ripetiamo, Ramadan, mese sacro, di preghiera e digiuno, d'ogni azione proibita dall'alba al tramonto, ancor più di violenza e... le moschee saltano in aria per mano musulmana credente osservante ortodossa? Moschee, a prescindere da Sunnismo e Sciismo, moschee, case dell'Altissimo? e i video dell'esplosione, tra il fumo che non si sa cosa annebbi, vengono diffusi una sola volta e poi nulla, come per ripensamento circa precisione o errore?
Marika Guerrini
Nessun commento:
Posta un commento