... ad interrompere il silenzio di occiriente protrattosi per circa novanta giorni, ecco che si è presentato un motivo insolito per le sue pagine, ma altrettanto valido in un tempo quale l'attuale in cui il mondo ondeggia tra guerra e pace, per dirla con Tolstoj. In cui quotidianamente i media, tranne eccezioni, divulgano ipocrisia, menzogna, approssimazioni, tutto ed oltre riportato quali verità. Il vaso è colmo. A coronare il vaso italiano si addiziona la Rai, Radio Televisione Italiana, con una miniserie in onda sul suo primo canale. La miniserie titolata "Miss Fallaci" narra la vita della nota giornalista Oriana Fallaci (1929-2006). Bene, si sarebbe portati a pensare e a chiedersi: chissà cosa sarebbe scivolato dalla sua bella penna circa il gioco delle parti in onda tra i protagonisti della geopolitica in massima parte occidentale. Ma questo pensiero resterebbe privo di risposta. Per potersi rispondere avrebbe bisogno di conoscere la giornalista, comprendere la sua vita, il suo modo di porsi nel mondo, il quid al di là dell'apparenza. Elemento decisivo questo che, nella miniserie a lei dedicata, viene deviato, deluso, quando non susciti dissenso e rabbia. Quella rabbia ben conosciuta dalla Fallaci, ma al contempo accompagnata da amore, un amore che non vuole mostrare, forse neppure dichiarare a se stessa. Per potersi rispondere bisognerebbe conoscere la giornalista Oriana Fallaci nella sua profondità. Conoscere la sua complessità, l'acume, il suo essere vigile, la sfrontatezza, la ribellione e altrettanto la passionalità narrativa, il suo coraggio, la ricerca della verità, il carisma, sia che fuoriuscisse da parole scritte o suoni verbali. Bisognerebbe, come lei, muoversi tra spregiudicatezza e pregiudizio, saper con la penna graffiare o accarezzare, ferire o amare, gioire o soffrire. Bisognerebbe poter penetrare anche nella potenza del dolore che viveva in lei. Sì, conoscere anche questo, il dolore, come quello per un figlio mai nato o un figlio perduto.
occiriente di marika guerrini
...pagine sparse. Pensieri. Idee. Riflessioni. Pagine di scrittore. Fogli strappati a taccuini. Segnati a pennino. Ad inchiostro. Pagine digitate poi. Dopo. E parole scorreranno in esse... Pagine da condividere. Pagine oltre...
giovedì 6 marzo 2025
Oriana Fallaci e la fallace miniserie in onda su Rai1
... ad interrompere il silenzio di occiriente protrattosi per circa novanta giorni, ecco che si è presentato un motivo insolito per le sue pagine, ma altrettanto valido in un tempo quale l'attuale in cui il mondo ondeggia tra guerra e pace, per dirla con Tolstoj. In cui quotidianamente i media, tranne eccezioni, divulgano ipocrisia, menzogna, approssimazioni, tutto ed oltre riportato quali verità. Il vaso è colmo. A coronare il vaso italiano si addiziona la Rai, Radio Televisione Italiana, con una miniserie in onda sul suo primo canale. La miniserie titolata "Miss Fallaci" narra la vita della nota giornalista Oriana Fallaci (1929-2006). Bene, si sarebbe portati a pensare e a chiedersi: chissà cosa sarebbe scivolato dalla sua bella penna circa il gioco delle parti in onda tra i protagonisti della geopolitica in massima parte occidentale. Ma questo pensiero resterebbe privo di risposta. Per potersi rispondere avrebbe bisogno di conoscere la giornalista, comprendere la sua vita, il suo modo di porsi nel mondo, il quid al di là dell'apparenza. Elemento decisivo questo che, nella miniserie a lei dedicata, viene deviato, deluso, quando non susciti dissenso e rabbia. Quella rabbia ben conosciuta dalla Fallaci, ma al contempo accompagnata da amore, un amore che non vuole mostrare, forse neppure dichiarare a se stessa. Per potersi rispondere bisognerebbe conoscere la giornalista Oriana Fallaci nella sua profondità. Conoscere la sua complessità, l'acume, il suo essere vigile, la sfrontatezza, la ribellione e altrettanto la passionalità narrativa, il suo coraggio, la ricerca della verità, il carisma, sia che fuoriuscisse da parole scritte o suoni verbali. Bisognerebbe, come lei, muoversi tra spregiudicatezza e pregiudizio, saper con la penna graffiare o accarezzare, ferire o amare, gioire o soffrire. Bisognerebbe poter penetrare anche nella potenza del dolore che viveva in lei. Sì, conoscere anche questo, il dolore, come quello per un figlio mai nato o un figlio perduto.
venerdì 27 dicembre 2024
Il sole di mezzanotte - ai bambini d'ogni età
...
Una volta gli uomini per loro propria natura erano capaci di ascoltare la musica dell’Universo, in esso la musica delle stelle e, tra esse, ancor più la musica del Sole che è la stella al pianeta Terra più vicina. Vivevano la luce dei suoi raggi ed il suo calore come qualcosa che parlava loro di sconosciuti mondi da cui celestiali suoni venivano ad allietare la vita sulla Terra. Mondi, le cui immagini, gli antichi uomini avevano incontrato nell’Universo prima di innamorarsi della Terra e, proprio per amore della vita di questo pianeta, decidere di scendere su di esso. Nello scendere avevano imparato a conoscere il tempo, il tempo che noi conosciamo, con le sue ere, i suoi secoli, i suoi anni, i suoi giorni, le sue ore, i minuti, i secondi. Avevano imparato che sulla Terra esistono le stagioni così come il giorno e la notte e tutto viveva in armonia con il creato. Poi, però, man mano che il tempo umano trascorreva, gli uomini presero a dimenticare sempre più la loro origine, ad allontanarsi sempre più da quell’antica armonia che aveva fatto del pianeta un luogo meraviglioso all’interno dello stesso Universo. Presero così ad allontanarsi sempre più dalle infinite bellezze che avevano portato sulla Terra nella loro discesa, tanto che iniziarono a lottare tra loro, a farsi del male. Non si riconoscevano più. Mentre questo accadeva sulla Terra, dall’Universo le stelle seguivano il corso della vita degli uomini.
La dimenticanza degli uomini, della loro origine celeste, fece sì che sul pianeta, in uno di quei periodi in cui le giornate si accorciano e il Sole illumina la Terra solo per poche ore, avvenisse qualcosa di particolare: iniziò a calare la notte, no, non una notte con un suo inizio e una sua fine, ma una lunga notte che pareva non dovesse mai finire. All’inizio di questo fenomeno, ogni uomo si preoccupò per l’assenza del giorno, poi però si abituò ad esso e non ci pensò più. Intanto mentre l’uomo dormiva il sonno dell’anima, la notte oscurò la terra e mentre questo si verificava, gli uomini, avvolti sempre più dal buio, incominciarono ad aver paura, non riuscivano a vedere, e quel che è peggio, non capivano il perché di quelle tenebre così profonde. Tantomeno si accorsero che da giorni, giorni e giorni non avevano più udito i meravigliosi suoni che prima dall’Universo giungevano in loro aiuto. Immersi nella paura non si accorsero neppure che da tempo, prima che calasse la notte, i raggi del sole si erano mostrati offuscati nel loro risplendere, come se un velo coprisse il loro donare vita e calore. E fu in quel buio intenso, privo di suoni celestiali di cui non giungeva più neppure l’eco, che dimenticarono la loro stessa vita. La paura in loro divenne sempre più forte, attimo dopo attimo prese così tanto spazio da rendere i loro cuori di ghiaccio e il gelo formatosi nei loro cuori divenne intenso sì da giungere all’Universo. Ma quel che gli uomini non sapevano, né avrebbero potuto immaginare per via della paura in cui erano sprofondati, che dall’Universo le stelle non avevano mai smesso di osservare ogni loro pensiero, ogni loro sentimento, ogni loro azione. Né avrebbero potuto immaginare l’immensità dell’amore che gli astri portavano loro incontro, gli uomini avevano dimenticato cosa fosse l’amore. Le stelle, a quella vista, provarono un immenso dolore, così tanto grande da espandersi ovunque nell’Universo e decisero di soccorrere le povere creature che sulla Terra soffrivano senza sapere perché. Decisero di aiutarle. In realtà se gli uomini avessero potuto vedere, se fossero stati capaci di attraversare il buio che li avvolgeva, capaci di sconfiggere la paura con il coraggio che una volta avevano conosciuto, avrebbero scoperto che oltre la buia coltre del loro cielo in cui erano immersi, al di là del silenzio degli astri che più non udivano, il colore del cielo non aveva mai smesso d’essere d’uno splendido luminoso cobalto e la musica non aveva mai smesso d’espandersi tra stelle e pianeti che, come immensi diamanti, non avevano mai smesso di brillare. Fu allora che le stelle presero a moltiplicarsi, tanto che il blu cobalto del cielo alto incominciò ad intravedersi, se pur per qualche attimo, anche dalla Terra, tra uno spazio e l’altro di quei diamanti. A questo punto dovete sapere che ogni essere dell’Universo ha un compito da svolgere, ad ognuno di loro viene affidato un compito, e dovete anche sapere che tra le stelle ve n’era una il cui compito era quello di fare da spola tra la Terra ed il Cielo. Il suo nome non ci è dato di conoscere, c’è chi dice si chiamasse Sirio per la sua somiglianza con il Sole data la potenza della sua luce, benché questo dalla Terra non si noti essendo Sirio molto ma molto più lontana dal nostro pianeta. Sta di fatto che quella notte la stella messaggera si avvicinò alla Terra così tanto da farsi vedere, se pur sotto spoglie di fanciulla, dagli uomini.
Nel suo viaggiare, nell'avvicinarsi alla Terra, la stella messaggera aveva scorto una moltitudine di persone che, da ogni luogo, ogni paese, camminava seguendo la stessa direzione, così, acuito ancor più lo sguardo, come giunta dal nulla vide una grande luce risplendere così tanto da illuminare la Terra per chilometri e chilometri. Quella luce, nel suo risplendere toccava tutta la gente che, in silenzio, camminava verso la sorgente luminosa. Camminava verso una grotta scavata in una piccola collina. Ma la cosa ancor più strana era proprio la gente, infatti man mano che si avvicinavano alla sorgente luminosa, sui loro volti comparivano frammenti di luce che immediatamente scomparivano, come delle piccole luci intermittenti, fino a trasformare le loro espressioni. La stella, incuriosita, si avvicinò ancor più, tanto da poter parlare ad un vecchio che, in fila con gli altri, camminava verso la sorgente luminosa.
-Buon uomo dove va tutta questa gente? - chiese la stella - Va alla grotta- rispose il vecchio – E perché? - chiese ancora la stella. – Dicono che chi si avvicina a quella grotta non ha più paura. – Non capisco- disse ancora la stella e continuò: - Cosa c’è in quella grotta? - Non so cosa ci sia - rispose l’uomo -ma so che tutti coloro che si sono avvicinati a quella grotta sono entrati tristi e paurosi e sono usciti sereni e coraggiosi - E la stella sorridendo: -Qual è il tuo nome buon uomo e da dove vieni? - chiese - Il mio nome è Joshua e vengo da molto lontano - rispose ancora il vecchio. La stella sempre sorridendo si allontanò. A piccoli passi, quasi volando si fece spazio tra la folla fino a giungere alla grotta. Oh, no, non si meravigliò della meraviglia delle meraviglie che si mostrò al suo sguardo, lei era una stella, ma quel che vide era qualcosa di così straordinario che non aveva mai visto sulla Terra: dalla parete in fondo alla grotta, un enorme Sole risplendeva così tanto che persino lei, avvezza alla luce dell’Universo e di se stessa, riusciva a guardare, e si coprì gli occhi. Ma la cosa altrettanto strabiliante erano le persone: man mano che si affacciavano all’ingresso della grotta si fermavano alcuni istanti a contemplare quella luce senza chiudere o coprirsi gli occhi, poi portavano la mano destra al petto, all’altezza del cuore e pronunciavano un nome fino ad allora sconosciuto a tutto il pianeta, un nome che neppure la stella aveva mai udito, una parolina breve, molto breve, come nessun’altra mai, formata soltanto da due suoni vocalici. La parolina che ognuno può dire solo a se stesso stava entrando nel cuore degli uomini. La stella restò lì per un po’ e vide che gli uomini dopo averla pronunciata, sorridendo si allontanavano, in silenzio, per tornare in strada, per tornare a casa. Anche la stella messaggera prese la via del ritorno e, lungo la via, ancora in sembianza di fanciulla, udì qualcuno dire a qualcun altro: è mezzanotte. Questo udì la stella che non conosceva il tempo degli uomini. Udire il suono “mezzanotte” e vedere il cielo rischiararsi fu un tutt’uno. Fu allora che la stella capì ciò che sarebbe accaduto: la luce che da tanto tempo s’era nascosta al pianeta, avrebbe rischiarato il cielo, avrebbe dissolto il gelo che da tanto tempo congelava il cuore degli uomini, pian piano gli uomini avrebbero imparato a custodire nel cuore il nome giunto quella notte e questo avrebbe annientato il buio che per tanto tempo li aveva avvolti. Così, felice dell’accaduto sulla Terra e tra gli uomini, la stella, lasciò al pianeta la sembianza di fanciulla, riprese la sua forma, la sua luce e tornò alla sua dimora, all’Universo. Giunta che fu, raccontò alle stelle sorelle quel che aveva visto. Raccontò loro questa leggenda, storia o fiaba che sia.
Marika Guerrini
domenica 15 dicembre 2024
SIRIA : le menzogne - Articoli dal 2012 al 2017
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mappa etnoreligiosa |
.. nell'internazionale bailamme che si sta attraversando, tra menzogne, ipocrisia generalizzate e profanazioni di tombe, appare opportuno uno sguardo retrospettivo a ricordare il trascorso. Le sorti della Siria e la sua storia in pericolo da illo tempore, hanno in maniera incisiva contribuito all'esistenza di occiriente, il perché è facilmente intuibile, oggi ancor più di ieri all'epoca delle pagine che si segnalano e consigliano in cui si riportano anche testimonianze dirette di coraggiosi siriani. A seguire alcuni articoli in ordine cronologico, tutti presenti nel blog. Grazie.
!) Siria Europa e... / in data 4 agosto 2012 ;
2) Damasco Beirut- Faraj - I parte / " " 22 ottobre 2012;
3) Damasco Beirut - Eid al Adha - II parte / " " 26 ottobre 2012;
4) "Siria was paradise now battleground" / " " 3 gennaio 2013
5) Menzogna verità e pipeline / " " 2 marzo 2013
6) Il diavolo fa le pentole ma... / " " 25 agosto 2013
7) Siria il nuovo bivio di occidente / " " 20 sett2mbre 2013
8) Siria mani di bambini / " " 9 marzo 2014
9) Siria e il suo popolo sovrano / " " 7 giugno 2014
10) Europa Siria... esercizio bellico / " " 18 settembre 2014
11) Palmira tra storia e cronaca / " " 17 maggio 2015
12) Siria la terra di Yussuf -I parte / " " 24 settembre 2015
13) Siria la terra di Yussuf- II parte / " " 30 settembre 2015
14) Siria sacrificata / " " 7 febbraio 2016
15) Siria e la menzogna dei media / " " 17 febbraio 2016
16) "Sulla Siria i media internazionali
calpestano la verità" parole di Joseph Tobji / " " 10 ottobre 2016
17) Palmira cronistoria di un crimine contro
l'Umanità / " " 21 gennaio 2017
18) In Siria la tragedia delle false bandiere / " " 6 aprile 2017
Marika Guerrini
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Siria: Ayn al- Bayda villaggio del nord |
sabato 14 dicembre 2024
Siria Libano Israele Giordania...una pagina quasi bianca
lunedì 18 novembre 2024
Robert Francis Kennedy (1925-1968) il passato che non passa
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Robert Francis Kennedy senator e la folla plaudente |
martedì 22 ottobre 2024
Della guerra
Menzogna circola sulla terra
a coprire la tenebra che tende a soffocare l’Umanità. Menzogna circola con l’autorità
della verità. La stessa. Potente. Ed è allora che volgi lo sguardo all’Universo.
Quell’Universo più in alto del pianeta tutto. E preghi. E mentre i mantram armonizzano
l’anima un antico suono in lingua originale vibra e lo segni su di un foglio
nella sua forma: अहिंसा, a-hiṃsā,* questa la forma questo il suono, lì dove l’alfa privativo trasforma
la violenza in non-violenza e tu, conoscendo quell’antica lingua,
sai che vuol dire: non uccidere. E i pensieri pensano quanto oggi, ora,
da tempo ormai, sia bestemmiata questa parola. Pensano quanto venga bestemmiata,
ora, oggi, da tempo ormai, la terra che fu culla d’amore. Universale amore. Ed
ecco tornare i bambini, migliaia di bambini, bambini ignari di quella vita non
attraversata. Non c’è stato tempo. Non per loro. Il tempo è stato reciso. E t’accorgi
d’aver perso il distacco. Quello conquistato attimi prima. E ripercorri l’interiore
tragitto. E l’animo torna a placarsi. E i pensieri tornano con distacco a
pensare. E vedi.
Vedi il
flusso della moralità e dell’immoralità costituire l’effettivo contenuto della
Storia dell’uomo. Vedi oggi, ora, la Storia aliena ai pensieri, ai sentimenti,
alle azioni degli uomini, sotto il giogo di forze che si impossessano delle
linee morali e delle linee architettoniche dell’esperienza umana. E ti chiedi
perché. E la risposta è una: l’Umanità sta smarrendo, in parte ha smarrito, la
via che la conduce al mondo da cui tutto origina, da cui origina la stessa
vita. L’Umanità sta smarrendo, in parte ha smarrito, il collegamento con quell’elemento
immateriale che domina la parte più alta d’ogni individuo, in alcune filosofie
chiamato Sé Superiore, in altre Io Superiore, fulcro dell’origine divina d’ogni
esistenza. Fulcro che porta insita la presenza della coscienza. L’Umanità oggi,
ora, sta smarrendo, in parte ha smarrito, la via dell’autocoscienza, si dimena
nella materialità e nella meccanicità. E queste si stanno facendo natura. A
questo soggiace, dimenticando l’assunto che ha con se stessa e si muove a
ritroso credendo di avanzare in quel cammino evolutivo che fu ben noto agli
edificatori delle antiche Civiltà. Ed ecco riaffacciarsi la menzogna. Altro
aspetto, diversa maschera, stesso intento: distruzione dell’essere umano. Quale
sia lo strumento è solo variazione sul tema che non varia: la caduta dell’umano
nell’animalità, in quel sub-umano che distrugge l’umano.
Oggi, ora, da
tempo il mondo è pregno di impulsi esigenti la guerra, guerra d’ogni fattezza, guerra
causata, in origine, da quel pensiero distorto, pregno di materialità, in tal
modo dialetticamente opposto al reale contenuto degli eventi, alla verità che
la maschera cela, ai suoi valori. Ma anche altro la maschera cela, stavolta
cela a chi la indossa e non s’avvede che uccidendo l’altro uccide se stesso.
E torna l’antico
in antica forma e suono: सत्याग्रह, Satyāgraha,* lì dove Satyā sta per Verità
e graha sta per insistere.
Insisti nella Verità. Questo il messaggio giunto da lontano in realtà
vicino, senza spazio né tempo. Oltre. Ed ecco l’uomo chiamato da se stesso,
dalla sua parte più profonda, dal suo elemento più alto e immateriale, a
combattere non fuori da sé, bensì affrontare dentro di sé gli ostacoli quali
dati interiori, perché quell’Insisti nella Verità doni i suoi frutti all’Umanità.
Marika Guerrini
Nota
** I termini presi dalla saggezza filosofica dell’antica India furono fulcro della lotta per la Libertà, di Mohāndās Karamchand Gāndhī, मोहनदास करमचन्द गांधी ( Portbandar nel Gujarat, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi 30 gennaio 1948), che sarebbe passato alla storia quale Mahatma महात्मा, Maha Ātman, Grande Anima che nella filosofia dell’India sta per Grande Sé.
lunedì 16 settembre 2024
Storia, Libertà e piombo fuso
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Istanbul, Aya Sophia chiesa-moschea-museo |
... " ... Sì, Oriana, le moschee dai nomi di sultani sono cattedrale ad Istanbul. Nella città del Corno d'Oro le moschee-cattedrali, le cattedrali-moschee sono templi. Costantinopoli, Bisanzio, Istanbul, che importa il nome, nelle forme delle sue architetture, in quell'incontro di linee rette e curve come in un diagramma gregoriano, nel gotico gesto delle mani congiunte, si respira l'essenza della bellezza. Sublime essenza, eccelsa, da noi perduta. Rinnegata. Ma se la fortuna o il destino consentono, si possono scorgere figure vestite di bianco, segnate di rosso. Li hanno chiamati cavalieri, i primi, quelli che la Chiesa d'occidente non aveva corrotto. Non ancora. La Chiesa blasfema.". Poi le pagine del libro* di cui stiamo riportando una composizione di stralci, volgono lo sguardo alla Storia distinguendo in essa la certa storia, ovvero la Storia secondo verità, spesso dimenticata o oltraggiata e l'altra, quella degli uomini, divulgata spesso menzognera e: " L'abbiamo detto, Oriana, la certa storia si svela se vuoi che sia, che si sveli. Se le viene permesso. Ha bisogno d'un pensiero originario che muova dalla sua essenza, perché possa essere. Pensiero libero dalla storia degli uomini. La nostra, la tua, la mia, nasce da una prostituzione di ideali. La certa storia no. Il segreto è nel custodire la certa storia." Poi le pagine, attraversano il tempo della giornalista, entrano nel suo libro più conosciuto, nella sua rabbia e nel suo orgoglio, pagine nate sui prodromi d'una guerra tuttora in corso, benché in altra guisa, in falsa sembianza, da quell'11 settembre del 2001. Pagine lette di getto, come la Fallaci le aveva scritte di getto, infine il the end e il tempo fino alla consapevolezza di quanto la menzogna storica possa essere distruttiva per l'Umanità. Infatti continua dicendo:
"Ho letto il tuo libro da lettore, lo faccio con i miei libri una volta terminati leggo entrando in varie tipologie di individui. E' il gioco del distacco, dell'obiettività, della diversità. Ho letto così anche il tuo. Ho letto senza colore né forma, politica o di razza, in culture diverse, diverse condizioni, religioni, L'ho letto da cristiano, musulmano, indù, ebreo, ateo. Di quell'ateismo dichiarato e per questo enfatizzato in credo. Condensato di paura a conoscersi. La fede più ferrea, il più fervido credo. Ho letto poi da scrittore. Ed ogni periodo, ogni frase, ogni virgola o punto ha parlato. E' allora che ho incontrato la possanza della mia rabbia alle tue menzogne, che ho incontrato l'incontenibilità del mio orgoglio. E li ho lasciati andare. E' stata forte molto la bufera degli stati dell'animo accavallatisi ad invadere i pensieri. E' in quest'assenza di pensiero che ho fatto un calcolo, immediato, semplice: migliaia di lettori, migliaia di immagini matrici di altrettante immagini a formare opinioni, credenze, pseudo pensieri, tutto questo scaturito dalle tue pagine a formare la storia. Storia lontana anni luce dalla certa storia, una sottospecie di storia a formare una sottospecie di uomini. E' stato dopo questo calcolo che ho visto i ragazzi. Quelli che in assoluto silenzio, spesso a dispetto dei loro docenti, ascoltano quando parlo d'oriente e d'occidente, della storia fluita dall'uno all'altro, delle lettere, del pensiero scientifico, filosofico, delle guerre, delle battaglie anche, delle sfide, della lealtà nella diversità, della conoscenza. Domande su domande a ricercare, conoscere comprendere. Quelli che lo fanno anche quando ci si incontra attraverso video, malgrado la funzione distanziante. Loro bevono le parole come i rosoni di Chartres bevono la luce. E sai che quel che uscirà con la tua voce sarà creduto, sai che stanno chiedendo al mondo che si mostri diverso da quello che sanno e che non sanno. Poi li ho visti con te. Infettati dalla tua rabbia e dal tuo orgoglio, gonfiarsi di delusione, paura, arroganza. Accade in automatico a quell'età. Ho guardato il mondo con i loro occhi dopo le tue parole. La storia formarsi dalla paura della vita, ho visto uomo contro uomo, ho visto. Non mi è piaciuto." A questo punto le pagine entrano nel vivo: " Vige una regola di addestramento tra i soldati di Israele, il nome è piombo fuso. Dice: Prima spara poi preoccupati. Meglio colpire un innocente che farsi colpire. Questo dice. Sono ragazzi anche loro. Anche loro hanno fatto domande. Hanno avuto risposte come le tue parole. Risposte contro. Ho paragonato i ragazzi dei racconti, del silenzio, della comprensione, quelli che bevono le parole per scegliere la vita, li ho paragonati a quelli colpiti dalle parole sì che proiettili, alla ricerca anche loro, ma colpiti dalle parole, cresciuti nella distorsione della storia, nella menzogna, nella paura. Cresciuti nell'ignoranza. Voluta. Procurata. Cresciuti contro. Non mi è piaciuto. E' stata la vista di questi ultimi, la gabbia che li serrava, a smascherare il mio silenzio. Complice, così mi sono percepita. Complice delle tue parole con il mio silenzio. Non mi sono piaciuta. "
Il libro prosegue nel suo narrare, molto altro accade, ma quel che importa nella pagina di occiriente che si va segnando, è accennare all'azione della conoscenza storica nel lasso di tempo in cui l'essere umano sboccia alla vita, periodo non a caso denominato Età Evolutiva, ma riprenderemo lo specifico argomento circa l'Età Evolutiva in altra pagina, ora ci limiteremo ad evidenziare che in quell'età, per innato impulso, ci si collega all'essenza profonda della Storia, vale a dire alla ricerca della Libertà, perché la Storia altro non è che il processo evolutivo dell'Umanità verso la Libertà, da non confondersi quest'ultima con l'espletarsi dell'istinto troppo spesso ritenuto libertà. Ecco il sottile, assoluto, possente, pur se inconsapevole, obiettivo all'apice della vita: la ricerca del proprio sé, del mondo e di sé nel mondo. L'età estremamente giovane sa questo, senza saperlo lo sa. L'essere umano porta quest'impulso nella sua interiorità, lo riconosce quando lo incontra fuori da sé e se ne rafforza, così come si indebolisce quando gli viene negato. In quel particolare periodo il tutto si esplica all'ennesima potenza, proprio per via della continua trasformazione in atto e ciò avviene che si sia cresciuti alla luce della verità storica o all'ombra della sua menzogna. La Storia segna il tragitto. La ricerca della Libertà anela alla verità, in assenza di verità e presenza di menzogna, l'agognata Libertà, proprio perché possente in quel periodo della vita, è ancor più soggetta al suo rovescio. Da qui la futura possibilità d'essere artefici del proprio destino o non esserlo. In assenza di questa possibilità agisce, metaforicamente parlando, il piombo fuso, che sia materico o immateriale non importa, ma che, alieno dal processo, non trova ostacolo alla distruzione dell'innato impulso alla Libertà.
Marika Guerrini
Nota * " Marika Guerrini, " Ti racconto l'America- Lettera a Oriana Fallaci", ed. Jouvence 2024