... nel settembre di cinque anni fa, occiriente pubblicò la lettera ufficiale nella versione da me letteralmente ed integralmente tradotta e che ora, per rinfrescare il ricordo si riporta in calce a questa pagina. La pubblicazione del 2014 fu fatta al fine di divulgare quanto più possibile non solo le richieste di Ahmad Shah Massoud fatte agli Stati Uniti dì'America ed il silenzio che ne seguì, ma, cosa più importante le idee, le intenzioni, il modo di concepire il Paese, l'anima di Ahmad Shah che s'affaccia ad ogni sua parola, quella di un uomo che è stato un faro e avrebbe continuato ad esserlo, non solo per il suo Paese ma per l'intero assetto internazionale occidentale in rapporto al vicino, medio ed estremo oriente, se fossero state attese le sue parole. La qual cosa si evidenziò nella sua unica visita in Occidente, avvenuta nell'aprile del 2001, a pochi mesi dall'attentato mortale, e di certo in stretto collegamento con esso, infatti a Strasburgo, all'Assemblea delle Nazioni Unite, Ahmad Shah Massoud così si espresse: " Come fate a non capire che se io lotto per fermare l'integralismo dei Taliban lotto anche per voi e per l'avvenire di tutti?". Quando seppi di queste sue parole da un amico giornalista lì presente, immediato, in me balenò il pensiero che l'occidente avrebbe, in una qualche modalità, offuscato il faro o spento. E così fu il seguente 9 di settembre. Oggi, in ricorrenza di quel giorno siamo qui a tracciare questa pagina per qualcosa di nuovo: la figura del giovane Ahmad Shah, figlio del "Leone del Panjshir" o, come da me denominato "il Tulipano dell'Hindu Kush" per via del simbolismo regale che il tulipano da secoli ha assunto in quella regione e per la purezza degli intenti di Ahmad Shah, che usò, sì, anche la forza, a volte portata alle estreme conseguenze, ma perché costretto da una guerra infida di liberazione del suo Paese, non solo dall'allora presente occupazione sovietica, ma anche e dopo l'avvenuta liberazione dall'Urss, dall'ancor più infida e serpentina invasione dei Taliban voluta ed organizzata in anni di lavoro, dall'occidente.
Ma veniamo al giovane Ahmad Shah riportando le parole di suo padre a lui dirette un giorno di poco precedente quel 9 di settembre: " Se dovessi morire per le idee che ho difeso per tutta la vita, non devi piangere, non devi essere triste" e ancora, sempre al giovane Ahmad, passando accanto ad un salice piangente del giardino, uscendo da casa per recarsi con un amico a quello che sarebbe stato il suo ultimo appuntamento: " Quest'albero sarà il ricordo che conserverai di me".
E' questo che si spera venga ricordato dal giovane Ahmad, ora trentenne: la consapevolezza di suo padre che riteneva molto probabile l'azione assassina, quale poi si consumò, perché conosceva la realtà delle cose oltre la loro facciata. E va ricordato anche che suo padre Ahmad Shah, per scelta, non parlava inglese bensì francese e che anche la lingua dei suoi studi era stata il Francese. Che amava Victor Hugo, Dante Alighieri e Hàféz e che una volta ad un amico disse " Quando mi è possibile leggo Hàféz, perché le sue odi, i suoi ghazàl sono i miei canti".
Il giovane Ahmad ha svolto i tuoi studi in occidente, prima a Sandhurst alla Royal Military Academy, poi al King's College di Londra conseguendo un master in Politica Internazionale alla London University, ottima preparazione per affrontare la difficilissima situazione del suo Paese, se si è consapevoli che gli studi formano le menti, spesso a nostra insaputa ed anche la lingua di studio lo fa e che questo torna più che utile in situazioni difficili ed internazionali, indispensabile in quel suo Paese. Ricordare anche che: " Oltre le costrette battaglie, oltre le religioni, oltre i credo, Massoud apparteneva alla poesia, a quella più alta, quella dei celesti mondi. Attingeva alla poesia a cui attingono i veri poeti che non scrivono poesie, ma luce di pensieri", questo, estratto dal mio libro-canto su di lui *, che l'editore, in quarta di copertina ha così presentato: - Tra passato e Presente l'epopea di un guerriero ispirato dall'Islam verso la Libertà. Come un tempo una leggenda.-
Dalle stelle, attraverso i pensieri, si può trarre molta più saggezza che da taluni studi pur se ottimi e specifici. Suo padre lo faceva. Basta ricordarlo.
Lettera ufficiale
Marika Guerrini
* M.Guerrini, Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush, Venexia, Roma 2005
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