nel vivente dell'essere umano
आप दुनिया में देखना चाहते परिवर्तन रहो ovvero: Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
E' con l'immagine sottile suggerita dalle parole di M.K.Gandhi, che occiriente apre la sua prima pagina sulla ricerca antropologica. E, ancora, sempre del Mahatma: एक व्यक्ति जानता है कि यह सभी को और अधिक विकसित ovvero: Quanto più l'uomo si conosce tanto più evolve.
आप दुनिया में देखना चाहते परिवर्तन रहो ovvero: Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
E' con l'immagine sottile suggerita dalle parole di M.K.Gandhi, che occiriente apre la sua prima pagina sulla ricerca antropologica. E, ancora, sempre del Mahatma: एक व्यक्ति जानता है कि यह सभी को और अधिक विकसित ovvero: Quanto più l'uomo si conosce tanto più evolve.
"...perché l’essere umano, possa essere incontrato con immediatezza nella sua
complessità, iniziamo col prendere atto della sua struttura fisica, struttura
che ci si mostra caratterizzata da una
triarticolazione: l’organizzazione dei
distretti funzionali del capo, del tronco e degli arti, vale a dire, del
sistema cerebro-spinale, sanguigno-respiratorio e metabolico.
A questa triarticolazione
corrispondono l’organizzazione dell’intelletto, del sentimento e della volontà,
per cui possiamo ritenere che l’uomo sia interiormente costituito da tre
elementi: Pensare, Sentire e Volere e che ogni cosa a lui pervenga
dall’esterno, tocchi parimenti questi tre elementi sempre e comunque
interagenti in continuo movimento, durante l’intera sua vita.
Questi tre
elementi, ad occhio
attento, risultano
costitutivi, tre facoltà
innate all’uomo, di cui, come ogni cosa innata, ossia preesistente alla
conoscenza pragmatica, si conoscono facilmente le forme apparenti, i sintomi,
ma non si conosce la sostanza in sé, esattamente come considerando una pianta
non si conosce il movimento creatore in sé, ma il suo risultato nella
forma-immagine della pianta. I tre elementi sono infatti sostanza immateriale
che si manifesta nella forma immagine psico-fisica dell’uomo.
Queste tre facoltà, benché
distinte ognuna nella propria sfera d’azione, non hanno confine, tanto meno
possono essere racchiuse in schemi o scisse l’una dall’altra, esse sono sempre
e comunque interagenti, si muovono tra le forze cosmiche di repulsione ed
attrazione, le forze dell’ Antipatia e della Simpatia. Non solo, ma ad ognuna di esse corrispondono
una serie di manifestazioni similari ed articolate, tra cui l’essere custodi
rispettivamenete degli impulsi del passato, del presente e del futuro, sì che, se non conosciute e riconosciute,
se non intuite nel moto iniziale, nell’alveo della loro sottile struttura,
possono essere confuse tra loro ed indurre ad errore nell’azione educativa.
Ad esempio, la sfera
dell’elemento del Sentire, custode degli impulsi del presente, se ben
articolata da una vivace intelligenza o da convinzione di pensiero, può essere
confusa con quella del Pensare, custode degli impulsi del passato, così come
può essere confusa con l’elemento del Volere, custode degli impulsi del futuro,
nel caso di una forte azione volitiva, e indurre l’educatore o la persona
stessa, ad un’azione sull’intelletto o sulla volontà mentre, in realtà, urge
un’azione a livello emozionale e così
via. Sta di fatto che i tre elementi costitutivi nel loro
continuo, vivente interagire vanno a formare l’umana natura, facendo sì che
l’uomo pensi, provi sentimenti ed agisca, in altri termini viva la propria
vita. Malgrado
ciò, all’esterno del loro moto interagente, esse si presentano con effetti
distinguibili.
Per affacciarci ora nel loro
mondo d’azione iniziamo con il: camminare, che, tra altro, è la prima completa, ed esteriormente evidente, forma
espressiva manifestantesi, immediata, nell'uomo infante.
Concentrandoci, se pur in una
superficiale auto-osservazione, su quest’azione, ci è facile constatare come
essa sia direttamente collegabile all’elemento del Volere, come, il nostro
corpo in moto, sia forma-immagine diretta del suo agire. Continuando
nell’auto-osservazione è altrettanto facile intuire come essa abbia avuto,
prima del suo espletarsi, un collegamento con l’attività conoscitiva, più o
meno consapevole e o cosciente, del Pensare,
altrimenti non potremmo sapere di camminare, il nostro camminare
sarebbe esclusivamente un moto istintivo, inconsapevole, e questo segnalerebbe,
al mondo, la presenza di una qualche nostra
patologia relativa al fatto.
Lo stesso si verifica al
sopraggiungere delle emozioni: il nostro corpo agisce reagendo ad esse, con
pallore, rossore, aritmia cardiaca e mille altre manifestazioni. Più le
emozioni sono forti, improvvise, più si rendono evidenti. Certo, possiamo
controllarle o provare a farlo, nasconderle o provare a farlo, ma di certo le
avvertiamo, sappiamo che sono presenti, che il nostro corpo è pronto a
manifestarle, pronto a mostrare l’avvenuto mutamento, il passaggio da uno stato
dell’essere ad un altro.
Anche in questo caso
l’auto-osservazione, benché superfciale, ci testimonia quanto l’elemento del
Sentire, prima di manifestarsi, si sia collegato al Pensare nell’avvenuta
consapevolezza e al Volere nel mutamento dello stato fisico e o nell’attività
di controllo.
Ma anche se volessimo
prescindere dal collegamento di queste due facoltà con una regolare attività
pensante, sappiamo che esse sarebbero comunque evidenti, tangibili, esattamente
come nell’azione inconsapevole dell’animale, che, tra l’altro, risulta ancor più
veloce nella risposta, proprio perché usufruente di un passaggio in meno
rispetto all’uomo per via dell’assenza di pensiero superiore e presenza di
puro istinto.
Se invece consideriamo, sempre
in un’auto-osservazione, l’elemento del Pensare, incontriamo l’impalpabilità.
Un qualsiasi pensiero nasca nella nostra mente potrebbe restarvi fisso
all’infinito, potrebbe trasformarsi e ritrasformarsi
ancora all’infinito e restare impalpabile, all’esterno impercettibile. Questo
sarebbe pur interessando ed usufruendo dell’azione volitiva sempre e comunque
presente in ogni divenire, ma nulla potrebbe trapelare all’esterno senza la
nostra decisione più o meno consapevole.
Il pensiero può vivere la
propria vita all’infinito senza che nulla si renda esteriormente visibile,
senza che, tranne noi stessi, a volte neppure, alcuno si accorga di nulla. Vive
nell’immaterialità del suo espletarsi a meno che non si colleghi ed usufruisca in maniera, osiamo dire, empirica,
dell’azione delle altre due facoltà e, in modo speciale, del Volere.
E’ questa la differenza con gli
altri due elementi, questo suo vivere in silenzio.
Ed è questa sua peculiare caratteristica
che fa sì che le due funzioni, logico-razionale ed immaginativa, sfuggano
facilmente alla conoscenza, che sfugga la distinzione tra l’una e l’altra. Eppure su di esse si fa un gran parlare, si
parla di funzione dominante dell’emisfero sinistro perché lo si ritiene
responsabile, ad esempio, del ragionamento come della parola, mentre da un
punto di vista più sottile, e questo la Scienza della Logopedia lo sa, la
parola è innanzi tutto collegata alla volontà, si forma da essa e, solo prima
d’essere espressa nell’azione verbale, attraversa il pensiero.
Il gran parlare ritiene anche
che la funzione immaginativa, quella dell’emisfero destro, sia subordinata alla
funzione razionale e responsabile della creatività, ma anche qui, di questo
termine abusato e spesso improprio,
bisogna capirne il reale significato, cosa sia la creatività, di quanti tipi
possa essere, da dove parta, etc.
La confusione abonda e ancor
più si verifica quando si tratta di individuare e distinguere queste due
funzioni all’interno di quel periodo evolutivo umano che va dalla nascita alla
pubertà, periodo, questo, in cui la capacità di formulare concetti astratti è
assente, con sé è assente la capacità logico-razionale. E’ assente nell’uomo di
questa età per motivi temporali evolutivi, perché è assente in lui il Pensiero
Concettuale, la sua presenza essendo parvenza di presenza, riflesso per
imitazione, prima, per induzione poi..." (1)
Tutte le pagine che verranno, ivi compresa la presente, sono da ritenersi semplice accenno, profilo indicativo di contenuti la cui vastità sarebbe inopportuna all'assetto editoriale di un blog. Per questo stesso motivo gli scritti avranno cadenza non frequente e, al contempo, saranno aperti ad ogni tipo di commento e di confronto.
Tutte le pagine che verranno, ivi compresa la presente, sono da ritenersi semplice accenno, profilo indicativo di contenuti la cui vastità sarebbe inopportuna all'assetto editoriale di un blog. Per questo stesso motivo gli scritti avranno cadenza non frequente e, al contempo, saranno aperti ad ogni tipo di commento e di confronto.
M.G.
1- Marika Guerrini, Triarticolazione umana ed educazione.., in "Agon......" Grauseditore, Napoli 2007
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