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basta uno sguardo per cogliere il ruolo che gioca l’America nel contesto
planetario, un solo sguardo per
cogliere il fine proprio a quella terra: fondare una Civiltà destinata a
culminare nella meccanizzazione della società, ivi compresi gli stessi uomini, destinati, gioco forza, a trasformarsi in omuncoli privi di coscienza
individuale. Accanto a questo una società destinata alla realizzazione della “felicità”, o
meglio, alla fabbrica della “felicità”, in linea con quel tipo di pensiero che
escogita ordinamenti economici sì da tendere alla “felicità” quale appagamento
del mondo dei sensi, appagamento dell’istinto. E poiché la vita degli uomini
“deve” essere felice, la realizzazione della felicità diventa un ideale. Il sogno americano.
Ma
affinché così sia, dovremmo dire appaia, bisogna fare degli accostamenti, all'uopo sono stati creati dei connubi, si ha quindi felicità-bontà e felicità-virtù, a cui si è aggiunto, per assimilazione, felicità-verità. In tal modo questa Civiltà basata
esclusivamente sulla materia, viene nobilitata al mondo dei sensi proprio dai
connubi di cui sopra. Il passo è breve perché la risultante di questa Civiltà
così ottenuta si appropri del termine Democrazia, ne faccia il proprio vessillo
e lo sventoli accompagnato dal concetto di libertà, di uguaglianza, di
fratellanza, in realtà, all’atto pratico, uccidendo fratellanza e uguaglianza
col negare la libertà altrui, facendo così crollare i connubi felicità-bontà e
felicità-virtù, ma soprattutto, felicità-verità. Facendo così crollare la parvenza.
E’
quel che è accaduto in questi giorni sul pianeta Terra con l’elezione del
Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump e la sconfitta di Hillary
Clinton: è crollata la parvenza, la qual cosa è grandemente positiva. A questo
punto, pur ammettendo che qualcuno non l’avesse ancora visto, o non avesse
voluto vederlo o l’avesse negato a se stesso, ora, quel qualcuno può, anzi
deve, scorgere il volto dell’America, il vero volto dell’America. Il volto
tenuto celato all’ombra dei buonismi, delle libertà conclamate, delle
uguaglianze, all’ombra della pace, della liberazione da portare a popoli
“oppressi” da regimi dittatoriali, eccetera eccetera, in altri termini il volto
celato dietro la Democrazia circoscritta nei confini dello stesso paese e da esportare
oltre confine.
Per
ironia della sorte a svelare questo volto sono stati proprio coloro che
“democraticamente” si sono ribellati e si ribellano, si sono rivoltati e si
rivoltano, in parte manovrati in parte no ma fa lo stesso, contro un presidente
legittimo, eletto dal popolo nell’esercizio democratico della propria
sovranità, attraverso le urne in legittime elezioni. Così i democratici
americani, sbandierando abusivamente la Democrazia, per il solo fatto di
sbandierarla in tale occasione, hanno dichiarato al mondo di non rispettarla,
non conoscerla, non possederla. Parvenza, parvenza e ancora parvenza. E tutto
il democratico politically correct nella sua britannica accezione, è andato a
farsi benedire, rinnegato anche da chi fino a qualche ora prima imputava alla
parte avversa la mancata osservanza del concetto.
Sì,
l’America ha mostrato il proprio volto, l’ha fatto ora, mentre tamburi di
guerra da essa innescata continuano a tuonare sul Vicino Oriente, sul Medio, a
falciare vittime innocenti anche nei mari e lungo i deserti. Mentre in Afghanistan i Taliban, già, come sappiamo,
mujaheddin in difesa della patria, attaccano il consolato tedesco
rappresentante la Coalizione a Mazar-i-Sharif, attaccano la Base Nato di
Bagram, la grande Base, luogo di torture soprusi e blasfemie ai danni del
popolo afghano, e suicidi continuano a farsi saltare per liberare il paese dal volto dell'America. Questa la verità.
L’America
mostra il proprio volto mentre nel vecchio continente l’Ungheria contrasta
l’Unione e la Gran Bretagna è in uscita. Mentre i nostri confini orientali, e
non solo, sono disseminati di armi atomiche Nato puntate in attacco a provocare
guerra anche qui, mentre oltre 5000 soldati, protetti sempre dallo stesso volto, si preparano ad entrare tra i nostri
confini allo scoccare del 2017 e soldati italiani, contro ogni Costituzione, si preparano ad accodarsi. L'America mostra il volto mentre con accordi economici, vedi Ttip, si vorrebbe assoggettare
gli Stati europei a diritti fatti su misura per multinazionali beneficianti
quest’America che ha mostrato il volto. Per grazia ricevuta.
E' fuoriuscito da una lotta fra draghi questo volto, da un bestiale diabolico scontro fra draghi. E non è finito, no, i draghi non si arrendono alla sconfitta né si adagiano sulla vittoria. Mai. Potenti entrambi, pericolosi entrambi, inaffidabili entrambi. Se pur chi ha vinto, forse, molto forse, potrebbe agire a favore di qualcosa che ci sta a cuore, sempre per quel pensiero della materia, sì, certo, e del sogno americano, sì, certo, ma che, in tale frangente storico, potrebbe favorire all'orizzonte un bagliore.
E' fuoriuscito da una lotta fra draghi questo volto, da un bestiale diabolico scontro fra draghi. E non è finito, no, i draghi non si arrendono alla sconfitta né si adagiano sulla vittoria. Mai. Potenti entrambi, pericolosi entrambi, inaffidabili entrambi. Se pur chi ha vinto, forse, molto forse, potrebbe agire a favore di qualcosa che ci sta a cuore, sempre per quel pensiero della materia, sì, certo, e del sogno americano, sì, certo, ma che, in tale frangente storico, potrebbe favorire all'orizzonte un bagliore.
Eppure molte note ironiche hanno suonato in questa lotta fra draghi, tra gli spazi, tra
un’unghiata e l’altra, una continua a suonare tra coloro che tifavano, e
continuano, per la perfidia della Clinton ritenendo di farlo per la Democrazia,
è la nota della parola Taikun con cui costoro si riferiscono a Donald Trump,
ignorando, per via della britannica trascrizione in forma fonetica che riporta
quindi tycoon, la semantica del termine, il significato.
Taikun, 大君, che tra l’altro si trascrive rigorosamente con lettera maiuscola, non vuol dire soltanto magnate, come i britannici nella loro mania di trasformazione delle lingue a proprio uso e arroganza hanno riportato, bensì uomo nobile, principe, uomo degno di rispetto, come fosse un accrescitivo del comandante in capo, lo Shōgun. Ma si ritorna all’inizio di questa pagina, il pensiero anglo-americano è pensiero di materia, per cui tycoon è magnate industriale, così coloro che attaccano il Taikun Trump in realtà, senza saperlo, stanno facendo riverenza.
Taikun, 大君, che tra l’altro si trascrive rigorosamente con lettera maiuscola, non vuol dire soltanto magnate, come i britannici nella loro mania di trasformazione delle lingue a proprio uso e arroganza hanno riportato, bensì uomo nobile, principe, uomo degno di rispetto, come fosse un accrescitivo del comandante in capo, lo Shōgun. Ma si ritorna all’inizio di questa pagina, il pensiero anglo-americano è pensiero di materia, per cui tycoon è magnate industriale, così coloro che attaccano il Taikun Trump in realtà, senza saperlo, stanno facendo riverenza.
Chiudiamo
così questa pagina, su questo aneddoto e due interrogativi: sarà la consapevolezza
del volto manifesto dell’America a salvare l’Europa? L'Europa diversificherà il concetto di felicità da quello del volto manifesto che non appartiene alle proprie origini? Si spera!
Marika
Guerrini