Pakistan |
A completamento del sit in internazionale del 01 ottobre 2011
Conferenza Stampa
Hazara: Desiderio-Diritto di un Popolo
Roma 09 novembre 2011 ore 12
Libreria Odradek
Via dei Banchi Vecchi, 57
intervengono
Aftab Mogul -presidente dell’ Hazara Community –Italia
Hassan Rahimi – Secretary general
Abdul Khaliq- Presidente dell’HDP (Hazara Democratic Party) in
diretta rete da Quetta-Pakistan
presenta
Marika Guerrini-scrittrice indologa storica dell’Afghanistan
Sulla scacchiera afghano-pakistana si
stanno tirando le sorti del futuro strategico di tre quarti del pianeta.
La guerra da tempo si manifesta in entrambi
i paesi con la stessa violenza. L’azione bellica non si fermerà fin quando
l’intera regione afghano –pakistana non verrà integrata nel sistema
internazionale.
confine lungo la Linea Durand |
La Linea Durand, frontiera da sempre discussa e fonte di
instabilità tra i due paesi, s’è fatta perno intorno a cui ruota l’odierno
Grande Gioco in Asia Centrale.
L’area sulla Linea, altamente interessata dal Grande Gioco,
s’allunga dalle pendici dell’Hindu Kush al Mare Arabico. Province coinvolte in
azioni quotidiane in territorio afghano vanno dal Nuristan al Khyber fino a
Kandahar e Hilmand; in territorio pakistano dal NWFP (Province di Frontiera del
Nord Ovest) al FA (Aree Tribali di cui
il Waziristan) al Baluchistan.
Scacchisti in prima mossa: Usa Cina India; in seconda: Russia
Iran.
Afghanistan e Pakistan sono la scacchiera più o meno
interagente a seconda dei momenti e delle azioni. Nel bailamme ludico, infatti, le azioni belliche si distinguono in
diverse tipologie. E di diversa tipologia sono le armi usate. Militari,
“civili”.
Nello stesso contesto della “guerra al terrore” che ha
soggiogato l’Afghanistan e continua a soggiogarlo, il Pakistan accusato di
cospirazione prima con al-Qaeda ora con la rete di Haqqani, viene attaccato
quotidianamente. Nelle regioni di Nord-Ovest (NWFP e FA) con i droni Predator
americani che falciano centinaia di civili inermi bambini compresi, e con
strane periodiche presenze di patologie virali oltre agli attentati suicidi e
non. Nella regione di Ovest e Sud Ovest ( Baluchistan) agli attentati suicidi e
non contro bersagli spesso istituzionali o esponenti della politica e cultura
locali, si aggiungono rivolte etno-religiose chiaramente fomentate che sfociano
in eccidi di cui sono vittime, principalmente, gli Hazara.
In Baluchistan, la più grande Unità Federale pakistana
(44% dell’intero territorio di Stato) che ha come capitale invernale Quetta,
sul confine a pochi kilometri dall’afghana Kandahar, e capitale estiva Gwadar
sul Mare Arabico, è presente una folta comunità di Hazara –sciiti- fuoriusciti
in vari momenti dall’Afghanistan per motivi storico-politici. Comunità che per
oltre due secoli ha convissuto con i Pashtun -sunniti-, senza alcun tipo di
differenziazione da entrambe le parti, né problemi inerenti. Negli ultimi anni,
elementi infiltratisi seminano contrasti ed odio, coinvolgendo le due etnie in
scontri e sommosse che vanno ad alimentare anche il movimento Indipendentista
Baluchi contrastante il controllo dell’intelligence pakistana di governo (ISI).
I continui eccidi che si stanno trasformando in genocidio, rientrano così nella
guerra silenziosa. E stragi come quelle dello scorso settembre ( Quetta, giorno
07, viene fatta esplodere un auto, 15 morti e 40 feriti, non rivendicata;
giorno 19, morti 23 pellegrini sciiti di rientro dall’Iran a Quetta,
rivendicata dal gruppo jihadista Lakhkar-e-Jhangvi) e come le innumerevoli
precedenti e seguenti, non sono che apici di un susseguirsi di azioni omicide.
Afghanistan |
Lo scacco matto è ambitissimo, la posta in gioco altissima.
Secondo alcuni disegni di strategia bellica sulla regione, il Pakistan così
come l’Afghanistan andrebbero smembrati per essere facilmente controllabili
dall’interno anche in futuro e poter usufruire delle loro ingenti risorse di
cui il Baluchistan è grande protagonista con le ricchezze del sottosuolo.
Inoltre tra i tanti motivi che lo rendono oggetto di contesa,
il Pakistan ha lo sbocco sul mare, confina con l’Iran, fa da corridoio al
petrolio dall’Iran alla Cina, ha stretti rapporti con quest’ultima, ospita un
suo sbocco marittimo a Gwadar, già oggetto di desiderio delle multinazionali
americane e saudite dagli anni ’80 in poi proprio per il trasporto di gas dal
Caspio al Mare Arabico. E Gwadar a breve potrebbe trasformarsi anche in base
navale cinese. A questo si aggiunge che il Pakistan ha in sospeso con l’India
la questione del Kashmir, possiede armamenti atomici e riguardo alle risorse
minerarie di cui sopra David Cameron ha chiesto di incrementarne gli scambi.
Il Baluchistan, nella grande partita di scacchi è la porta
che fa da terminale di passaggio nord-sud per tutto il su accennato. Dal
trasporto di petrolio ed ogni altro bene, direttamente in Cina lungo tutta la
Linea Durand e il Gilgit-Baltistan, regione di confine nord pakistano cinese,
In questa babele una stima recente di Amnesty International
riguardo al Baluchistan, riporta che dall’ottobre 2010 al maggio 2011, i
baluchi sono stati vittime di 108 esecuzioni extragiudiziarie ed oltre 70
sparizioni. L’80% ha riguardato gli Hazara. Si può ben parlare di genocidio che va ad integrare e rafforzare
l’indebolimento del Governo Centrale pakistano favorendo l’innescarsi d’una
guerra civile molto più che probabile. Esattamente quel che gioca a favore
degli scacchisti.
Marika Guerrini