Tripoli- una Moschea |
Tripoli- Banca centrale della Libia |
E pensare, perché la storia va obiettivata comunque, che la Libia di Gheddafi ha attraversato 42 anni di pace, che quegli anni hanno visto infrastrutture d'ogni tipo, da quelle per l'acqua resa potabile, estratta dal Mediterraneo giacente nelle viscere del Sahara e portata ai villaggi, alle strade, alle scuole, dai pozzi petroliferi con contratti internazionali, proventi per la Libia di oltre il 90% e profitti in parte distribuiti alla popolazione, al riconoscere i diritti delle donne, dal lavoro che solo tra gli immigrati contava oltre due milioni di personale, all'autosufficienza alimentare del paese. Gheddafi, malgrado le pecche, stava guidando il paese dal passato verso il futuro, in questa difficile operazione, contenendo i contrasti tra le etnie lo aveva liberato dalle basi militari statunitensi e britanniche, aveva dato alla Libia l'indipendenza, portandolo ad essere Stato Sovrano. La Libia era un piccolo mondo prospero del nord Africa il cui rais voleva annullare il dollaro americano come moneta di scambio internazionale e servirsi dell'euro per poi coniarne una locale africana, forse. Ma ne abbiamo parlato in altre pagine. Così fino al 2011, al tradimento dell'Europa innanzi tutto, dell'Italia a seguire, della Francia innanzi tutto, la cui bandiera bianca rossa e blu, aveva preso a mostrarsi sui balconi ancor prima che iniziasse quella che sarebbe stata una delle false manipolate provocate Primavere Arabe precedute, come ogni azione di menzogna, da disinformazione sul dittatore, la sua crudeltà, le inesistenti fosse comuni, eccetera eccetera, tutto reale non allora ma ora. E' nato lì l'embrione dell'Isis, Isil o uomini del Daesh che dir si voglia, con prima tappa distruzione Damasco. Questa l'intenzione ancora in vita.
E noi prestiamo spazio a questo frutto della menzogna, ancora riempiamo colonne giornalistiche, pubblichiamo foto, proiettiamo immagini su questi mercenari d'occidente con frange criminali d'oriente, i cui capi a partire da Abu Bakr al-Baghdadi, scarcerato, senza motivo apparente, da Camp Bucca in Iraq nel 2009, perché fosse capo di quell'embrione, fino a molti moltissimi come lui tra i miliziani, arrestati prima, formati e addestrati poi, liberati e sguinzagliati ancor dopo perché facessero esattamente quel che hanno fatto, fanno e probabilmente faranno. Come a Parigi a Copenaghen.
Andrebbero spenti i riflettori su queste macchina da guerra, spenta la loro linfa vitale, che tale è per loro il divulgarsi dell'informazione, spente le luci, gran parte del loro motivo d'esistere, scenografie annesse, si spegnerebbe. Ma il nostro è un mondo recidivo, tenuto sotto scacco dalla menzogna a partire da quell'11 settembre del 2001, da quella linea di demarcazione più volte ricordata in queste pagine, quella ormai storica linea di demarcazione tra un prima e un dopo.
Marika Guerrini
foto dal web