…non c’e’ nulla di nuovo nel massacro di Ghouta, li’, ad oriente di Damasco.
Il massacro del 21 agosto. Quello le cui immagini hanno viaggiato da occidente
ad oriente con sospetta celerita’, chiarezza, dovizia di particolari. Immagini
bambine come spesso, sempre in queste nostre sporche guerre. Immagini a
bombardare gli animi. Nulla c’e’ che non fosse possibile prevedere, nulla che
l’osservazione della strategia regionale, oltre, non avesse evidenziato,
segnalato quale certezza di futura, prima, imminente poi, realizzazione. Che
non abbia vaticinato da quella “linea rossa” tracciata da Obama, il cui
attraversamento avrebbe portato ad un intervento militare in Siria. E l’ora x,
perfettamente cronometrata, puntuale starebbe per scattare.
Che gli States siano da sempre la
patria della finzione cinematografica lo si sa, che i suoi presidenti, tranne
rare vecchie eccezioni, siano stati ottimi protagonisti, lo si sa, che Obama
sia il capo comico protagonista dalle grandi possibilita’, lo si dimentica troppo
spesso. Il perche’ e’ nella sua intelligenza, nella sua astuzia pregna di sentimento
spontaneo, nel suo elegante aspetto da dream
realizzato. Eh, si’, le cose sono state elaborate per bene, in puro storico
inconfondibile stile da britannica
discendenza. Quindi, si demarca una “linea rossa”, si lavora perche’ si
attraversi, poi, in viaggio sul Ground Force One, ci si sgomenta, ci si
addolora, si pongono scrupoli umanitari, dubbi civili, quesiti morali, poi
ancora, costretti “dall’altrui barbarie”, probabilmente si da’ il via all’intervento
bellico in nome degli alti valori americani di liberta’. E si procede nell’imbarbarimento dei popoli. Ma i popoli non sono barbari e sono ancor piu' esasperati da arroganza, prepotenza, violenza e diranno basta. Agiranno basta. Gli States, nella loro ignoranza, stanno giocando col fuoco, questa volta. "...ci saranno dure conseguenze se gli Usa oltrepasseranno la linea rossa" e ancora " chi aggiunge benzina sul fuoco non sfuggira' alla vendetta del popolo" cosi' Massoud Jazayeri dall'Iran, ora, poco fa.
Alcun dubbio ci sfiora sulla
realta’ della finzione americana circa gli autori della strage. Dove inizi e finisca, cosa inglobi e cosa non, e’
questione di poco conto, quel che importa e’ non esser soli a pensarlo, non
questa volta, non ora, non a questo proposito, esperti ci accompagnano, esperti
in armi non convenzionali e loro azioni ed effetti. Ci accompagnano i dubbi,
piu’ che fondati, di persone quali Ake Sellstrom, guida degli Ispettori Onu,
Jean Pascal Zanders, dell’Istituto dell’Ue per la Sicurezza, John Hart, capo
del Chemical and Biological Security Project all’Istituto Internazionale per la
Pace di Stoccolma, Paula Vanninen, dell’Istituto finlandese per la convenzione
delle armi chimiche, Gwyn Winfiled anche lui esperto in materia, e potremmo
continuare, tutti in un’unica denuncia:
1)
I corpi non presentano azioni di sintomi
da gas nervino o fac-simile;
2) I soccorritori non indossano alcuna
protezione, cosa da escludere in presenza di serin o fac-simile.
Si’, e’ il
solito deja’ vu del solito casus belli al fine di giustificare un
intervento architettato prossimo. Possibile.
Ma quale assurda
idiozia avrebbe potuto obnubilare la mente di al-Assad, il suo Governo, si’ da
procurare una simile atrocita’ in un momento di ascesa bellica sui ribelli
nonche’ in presenza degli ispettori dell’Onu sul territorio? E quale
altrettanta idiozia potrebbe indurci a credere a quest’ennesima messa in scena?
I depositi di armi
chimiche disseminate sul territorio siriano dai Servizi israeliani con
complicita’ dei ribelli, da noi segnalati in precedenti pagine, vanno
ricordati. La trama internazionale anch’essa gia’ segnalata, va ricordata. L’ambasciatore siriano Bashar Jafari e la sua
dichiarazione all’Onu sul ritrovamento di alcuni depositi e il loro potenziale
distruttivo, va ricordato. E va ricordato che da tempo, quegli uomini
assoldati, chiamati ribelli e agglomeratisi in Esercito Libero, vengono
addestrati da istruttori giordani, israeliani e statunitensi a questo tipo di
operazioni. E va ricordato che commando di questa plebe, a pochi giorni
dall’azione di cui accusano l’esercito regolare, si sono mossi verso Damasco. E
va ricordato che i ribelli, al momento opportuno, possono usufruire di aerei e missili israeliani. E va ricordato il vicino Libano e i raid isreliani
con i loro 45 morti e 500 feriti. E va ricordato che le due azioni sono collegate.
E va ricordato...e ci fermiamo qui.
Il Mediterraneo,
la sua costa sud, e’ in fiamme, questo va ricordato. Anche. Soprattutto. Da noi
Europa. Noi Europa che perseveriamo in un servile alleato opportunismo mentre
sarebbe opportuno liberarsi dal giogo anglo-americano, raddrizzare la Francia con le sue stupide manie colonialiste, riprendere il ruolo
storico che ci spetterebbe se ne avessimo consapevolezza. Coraggio. Si potrebbe
dire.
Sarebbe
opportuno interrompere i veli umanitari di cui i governi dell'estremo occidente si rivestono,
mettere allo scoperto le loro finalita’ esclusivamente economiche, miranti ad
un dominio mondiale univocamente diretto a detrimento delle forze vitali dei
popoli, ivi compresi i popoli europei.
Popoli, non governanti di, non tutti. Consapevolezze, queste, che vanno
coltivate.
Si’, l’escalation
medio orientale-nord africana, non e’ questione islamica, e’ questione nostra.
Marika Guerrini