Istanbul, Aya Sophia chiesa-moschea-museo |
... " ... Sì, Oriana, le moschee dai nomi di sultani sono cattedrale ad Istanbul. Nella città del Corno d'Oro le moschee-cattedrali, le cattedrali-moschee sono templi. Costantinopoli, Bisanzio, Istanbul, che importa il nome, nelle forme delle sue architetture, in quell'incontro di linee rette e curve come in un diagramma gregoriano, nel gotico gesto delle mani congiunte, si respira l'essenza della bellezza. Sublime essenza, eccelsa, da noi perduta. Rinnegata. Ma se la fortuna o il destino consentono, si possono scorgere figure vestite di bianco, segnate di rosso. Li hanno chiamati cavalieri, i primi, quelli che la Chiesa d'occidente non aveva corrotto. Non ancora. La Chiesa blasfema.". Poi le pagine del libro* di cui stiamo riportando una composizione di stralci, volgono lo sguardo alla Storia distinguendo in essa la certa storia, ovvero la Storia secondo verità, spesso dimenticata o oltraggiata e l'altra, quella degli uomini, divulgata spesso menzognera e: " L'abbiamo detto, Oriana, la certa storia si svela se vuoi che sia, che si sveli. Se le viene permesso. Ha bisogno d'un pensiero originario che muova dalla sua essenza, perché possa essere. Pensiero libero dalla storia degli uomini. La nostra, la tua, la mia, nasce da una prostituzione di ideali. La certa storia no. Il segreto è nel custodire la certa storia." Poi le pagine, attraversano il tempo della giornalista, entrano nel suo libro più conosciuto, nella sua rabbia e nel suo orgoglio, pagine nate sui prodromi d'una guerra tuttora in corso, benché in altra guisa, in falsa sembianza, da quell'11 settembre del 2001. Pagine lette di getto, come la Fallaci le aveva scritte di getto, infine il the end e il tempo fino alla consapevolezza di quanto la menzogna storica possa essere distruttiva per l'Umanità. Infatti continua dicendo:
"Ho letto il tuo libro da lettore, lo faccio con i miei libri una volta terminati leggo entrando in varie tipologie di individui. E' il gioco del distacco, dell'obiettività, della diversità. Ho letto così anche il tuo. Ho letto senza colore né forma, politica o di razza, in culture diverse, diverse condizioni, religioni, L'ho letto da cristiano, musulmano, indù, ebreo, ateo. Di quell'ateismo dichiarato e per questo enfatizzato in credo. Condensato di paura a conoscersi. La fede più ferrea, il più fervido credo. Ho letto poi da scrittore. Ed ogni periodo, ogni frase, ogni virgola o punto ha parlato. E' allora che ho incontrato la possanza della mia rabbia alle tue menzogne, che ho incontrato l'incontenibilità del mio orgoglio. E li ho lasciati andare. E' stata forte molto la bufera degli stati dell'animo accavallatisi ad invadere i pensieri. E' in quest'assenza di pensiero che ho fatto un calcolo, immediato, semplice: migliaia di lettori, migliaia di immagini matrici di altrettante immagini a formare opinioni, credenze, pseudo pensieri, tutto questo scaturito dalle tue pagine a formare la storia. Storia lontana anni luce dalla certa storia, una sottospecie di storia a formare una sottospecie di uomini. E' stato dopo questo calcolo che ho visto i ragazzi. Quelli che in assoluto silenzio, spesso a dispetto dei loro docenti, ascoltano quando parlo d'oriente e d'occidente, della storia fluita dall'uno all'altro, delle lettere, del pensiero scientifico, filosofico, delle guerre, delle battaglie anche, delle sfide, della lealtà nella diversità, della conoscenza. Domande su domande a ricercare, conoscere comprendere. Quelli che lo fanno anche quando ci si incontra attraverso video, malgrado la funzione distanziante. Loro bevono le parole come i rosoni di Chartres bevono la luce. E sai che quel che uscirà con la tua voce sarà creduto, sai che stanno chiedendo al mondo che si mostri diverso da quello che sanno e che non sanno. Poi li ho visti con te. Infettati dalla tua rabbia e dal tuo orgoglio, gonfiarsi di delusione, paura, arroganza. Accade in automatico a quell'età. Ho guardato il mondo con i loro occhi dopo le tue parole. La storia formarsi dalla paura della vita, ho visto uomo contro uomo, ho visto. Non mi è piaciuto." A questo punto le pagine entrano nel vivo: " Vige una regola di addestramento tra i soldati di Israele, il nome è piombo fuso. Dice: Prima spara poi preoccupati. Meglio colpire un innocente che farsi colpire. Questo dice. Sono ragazzi anche loro. Anche loro hanno fatto domande. Hanno avuto risposte come le tue parole. Risposte contro. Ho paragonato i ragazzi dei racconti, del silenzio, della comprensione, quelli che bevono le parole per scegliere la vita, li ho paragonati a quelli colpiti dalle parole sì che proiettili, alla ricerca anche loro, ma colpiti dalle parole, cresciuti nella distorsione della storia, nella menzogna, nella paura. Cresciuti nell'ignoranza. Voluta. Procurata. Cresciuti contro. Non mi è piaciuto. E' stata la vista di questi ultimi, la gabbia che li serrava, a smascherare il mio silenzio. Complice, così mi sono percepita. Complice delle tue parole con il mio silenzio. Non mi sono piaciuta. "
Il libro prosegue nel suo narrare, molto altro accade, ma quel che importa nella pagina di occiriente che si va segnando, è accennare all'azione della conoscenza storica nel lasso di tempo in cui l'essere umano sboccia alla vita, periodo non a caso denominato Età Evolutiva, ma riprenderemo lo specifico argomento circa l'Età Evolutiva in altra pagina, ora ci limiteremo ad evidenziare che in quell'età, per innato impulso, ci si collega all'essenza profonda della Storia, vale a dire alla ricerca della Libertà, perché la Storia altro non è che il processo evolutivo dell'Umanità verso la Libertà, da non confondersi quest'ultima con l'espletarsi dell'istinto troppo spesso ritenuto libertà. Ecco il sottile, assoluto, possente, pur se inconsapevole, obiettivo all'apice della vita: la ricerca del proprio sé, del mondo e di sé nel mondo. L'età estremamente giovane sa questo, senza saperlo lo sa. L'essere umano porta quest'impulso nella sua interiorità, lo riconosce quando lo incontra fuori da sé e se ne rafforza, così come si indebolisce quando gli viene negato. In quel particolare periodo il tutto si esplica all'ennesima potenza, proprio per via della continua trasformazione in atto e ciò avviene che si sia cresciuti alla luce della verità storica o all'ombra della sua menzogna. La Storia segna il tragitto. La ricerca della Libertà anela alla verità, in assenza di verità e presenza di menzogna, l'agognata Libertà, proprio perché possente in quel periodo della vita, è ancor più soggetta al suo rovescio. Da qui la futura possibilità d'essere artefici del proprio destino o non esserlo. In assenza di questa possibilità agisce, metaforicamente parlando, il piombo fuso, che sia materico o immateriale non importa, ma che, alieno dal processo, non trova ostacolo alla distruzione dell'innato impulso alla Libertà.
Marika Guerrini
Nota * " Marika Guerrini, " Ti racconto l'America- Lettera a Oriana Fallaci", ed. Jouvence 2024