lunedì 26 febbraio 2018

"Oltre le mura di Baghdad" recensione-testimonianza



... ieri, ho ricevuto una nuova recensione sul mio "Oltre le mura di Baghdad", scorrerla e decidere di renderne partecipi i lettori di occiriente, è stato un tutt'uno. Renderne partecipi i lettori tutti, compresi coloro che per caso si trovano ad aprire le sue pagine, motivo: il contenuto.

La recensione, infatti, oltre che recensire il libro, si fa ulteriore testimonianza, se mai ve ne fosse bisogno, delle nostre guerre, distruzioni, del nostro "problema immigrati", del nostro, italiano, aderire a modalità invasive che non dovrebbero appartenerci perché ripudiate dalla e nella Costituzione Italiana, così come gli armamenti di un certo tipo e a certi scopi. Si potrebbe continuare, ma sintetizziamo con: si fa testimone di questi nostri tempi. Ascoltiamo quindi le parole di Humeyra Gucuk (1) autrice della recensione, che ufficialmente e pubblicamente ringraziamo.
 
“Due i personaggi portanti del romanzo: Richard, giornalista americano e Ahmad, giovane interprete iracheno.
Al giornalista manca il suo passato, lontano, é perduto, ritorna a Baghdad per incontrarlo, rivederlo, odorarlo, ma non è piú la stessa cosa.
Il giovane Ahmad, aveva uno scopo come tutti i giovani, ma lui era diverso, in realtà Ahmad aveva un sogno, il sogno: vivere meglio. Ma il suo “vivere meglio” cos’era, cos’è, per gli Occidentali?
Per comprendere questo bisogna conoscere l’Oriente, bisogna sentire l’Oriente, forse, in verità, basta chiamarsi Ahmad. Questo spiegherebbe tutto, spiegherebbe il loro essere ospitali, coraggiosi, leali, giusti. Spiegherebbe anche l’aver un sogno intoccabile, irrinunciabile, il sogno di emigrare senza sapere dove, con la speranza d’essere piú felici. Ma quale felicitá? E allora si sogna di essere dentro al sogno, e a quale sogno se non quello americano? E perché l’America? Perché é lontana? Perché intoccabile? Perché  irragiungibile? E allora la speranza. Ma la speranza qualche volta si fa distruttrice. Povero Ahmad!
Il giornalista, rivissuto il suo passato attraverso il presente, cercherà un porto, come nave nell’oceano in tempesta. Lo troverà in Italia, a Roma. Qui continuerà a rivivere pezzi della sua vita, qui gli si mostreranno pezzi che mancavano, che non combaciavano con le guerre create dai Paesi imperialisti, guerre che non permettevano a nessuno in Medio-Oriente, così come nell’Asia più lontana, d’avere speranza.
La lealtá non ha importanza per questi Paesi e neppure la saggezza. Il coraggio si, ma solo se a loro vantaggio.
“Oltre le mura di Baghdad” con il suo Ahmad, mi hanno fatto rivivere la mia vita lavorativa con i profughi che venivano da me, nel mio ufficio quando, abbandonata la loro terra, aspettavano di poter attraversare l’oceano con l’incognita speranza d’una vita. Speranza che dava loro la vita, ma che, a gran parte di loro, faceva perdere la vita.
Era il 2003 quando arrivarono in Turchia, per sfuggire agli invasori, iracheni disperati e delusi. Quando iniziarono ad arrivare, giá tanti di loro erano dati per dispersi o morti. “Oltre le Mura di Baghdad”, questo libro, è stato un flashback per me. Mi ha fatto ricordare i volti tristi, disperati, ma anche furiosi, di quella gente che aveva perso tutto. 
Ricordo ancora una famiglia giunta da Baghdad ad Istanbul nel mio ufficio. Appena seduti davanti a me, il capofamiglia, non molto giovane, cominciò a tremare dal nervosismo, le lacrime volevano liberarsi ma lui non permetteva loro di scorrere, da capofamiglia, non doveva, e non voleva, mostrare la sua debolezza a sua moglie ed ai suoi figli. Doveva dar loro coraggio.
Feci uscire moglie e figli dalla stanza. I bambini li feci accompagnare nella sala dei giochi, la moglie nella sala delle signore che praticavano manifatture, così si sarebbero distratti un po', anche se questo non avrebbe mai sostituito il loro immenso dolore.
Cosí rimasi nella stanza da sola con quel signore di Baghdad. Fu allora che quel signore permise alle sue lacrime di sgorgare dagli occhi come un torrente, giú, verso il cuore, lì dov’era nascosto il dolore. Dolore di lasciare la propria Patria, ma anche rabbia verso gli invasori che avevano distrutto Baghdad, che stavano distruggendo l’Iraq.
Il mio colloquio-intervista durò piú di tre ore, alla fine, il signore di Baghdad aveva liberato tutti i suoi pensieri. Mi aveva raccontato degli eventi accaduti a Baghdad, della sua bella casa col giardino, di sua madre vedova che viveva con loro ed ora, purtroppo, non c’era piú.
Mentre lui raccontava la sua vita a Baghdad, anch’io ero li, come Ahmad, come il giornalista nel libro di Marika Guerrini. Sì, sono stata lì anche leggendo Oltre le mura di Baghdad” e come allora ho vissuto la vita della gente in quella cittá con le sue vie, le piazze, il fiume che la divide a metá.
 Allora, nel 2003, al termine di quel colloquio-intervista, quando domandai al signore di Baghdad: perché vuole immigrare in America? La sua risposta fu: per invaderla.

Marika Guerrini

nota
(1) HUMEYRA GUCǕKcenni Bio

Lettere e Lingua Araba e Persiana, Psicologia sociale e Lingua Italiana, Università di Istanbul. Dipartimento Università del Cairo.
Membro dell’ICMC ( ramificazione Onu). Si è occupata dei profughi dall’Est Europa, Africa, Medio Oriente (guerra Iran-Iraq).
Interprete in Turchia dei profughi afghani, iraniani e della Bosnia.
A Ginevra partecipa seminario sull’immigrazione mondiale.
In Croazia e Germania partecipa a seminari per i profughi, in Giordania per i profughi dell’Iraq.
Nel 2013 dopo trent’anni di lavoro con i profughi in veste, poi, di Capo reparto dell’Ufficio profughi, si iscrive a corsi speciali di lingua ottomana.
Oggi membro dell’Archivio Ottomano per le ricerche di antichi manoscritti, iscrizioni su pietre tombali, etc.



venerdì 2 febbraio 2018

Jalalabad e l'intervista immaginaria 3 - commenti/comments

.... Occiriente può rendere noto solo alcuni commenti tra quelli giunti per iscritto su “Jalalabad e l’intervista immaginaria", tra essi qualcuno anche in traduzione italiana, i commenti telefonici invece restano segnati solo nell'etere e nel cuore. Grazie!

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Lui era mio nonno. Un uomo moderno , sconfitto da coloro che non volevano in alcun modo il suo approccio moderno. Aveva una visione strategica e vedeva lontano. Da allora il paese è tornato indietro. Aveva tolto il velo , la bigamia e spinto le donne a studiare mandandole anche in Europa.

Elisabetta                                       Domenica, Gennaio 28, h 09,42

Grazie Elisabetta per il tuo apporto.
Marika G.



Well done. Congratulations  on your wonderful inside knowledge on the King e della storia dell’Afghanistan. Bravo                 

Emin                                        - Tuesday, January 30, 2018 5:54 PM-

Thank you so much!

Marika G.
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I was deeply touched when I read the interview. Everything was fully true. May God protect Afghanistan!
Thank you.

Simin                                          - Tuesday, January 30, 2018 7:23 PM-

Yes, God protect Afghanistan! Thank you with all my heart!

Marika G.

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 commento in lingua Dari                    Martedì, Gennaio 30, 2018  h.18,30

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Carissima Marika, hai fatto un prezioso lavoro letto e apprezzato da molti.

Omer Dogan                                    Martedì, Gennaio 30, 2018 h 19

Grazie Omer, grazie delle tue parole.


Marika G.

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An excellent imaginary interview with reformist Amanullah Kan, one of the best friends of Ataturk. Thank you Dear Marika Guerrini...

Ulgen                                                Wednesday, January 31, 2018- 2PM


Thank you very much, Mr.Ulgen

MarikaG.

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If only the  British hadn't interfered. If only he had ruled for another ten years, Afghanistan would be a much different country now.

Filiz                                                     Wednesday, January 31, 2018 - 2,55PM

Yes, that's right, but sometimes the story is diverted and we just have to watch it pass!
Thank you.

Marika G.

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Figura molto importante per L'Indipendenza dell' Afghanistan, un Leader, un eroe nazionale afghano che ha cercato di modernizzare il suo paese e salvare dall'Impero Britannico, Caro bisnonno sarebbe stato bello conoscerti ma come dice un altro leader di un'altra nazione "Non è necessario vedere la mia faccia, se capite e percepite le mie idee ed i miei sentimenti sarà sufficiente". 

Nedim                                                    Mercoledì, Gennaio 31, 2018 - 21,30

Grazie Nedim del tuo bel commento, è proprio così, la cosa importante, quella che si fissa nella mente e nel cuore, che si fa conoscenza e, a volte, saggezza, è la percezione e la comprensione della idee e dei sentimenti. Ancora grazie e un caro saluto.

Marika G.

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I believe that the current terrorism in Afgh, is strongly rooted in foreign invasions and cannot be analyzed without it's time impact, started by the Great Britain and followed by Soviet Union and the interbational community (USA) Amanullah, the great King was the one who managed to mobilize Afghans against foreign invasion of the Great Britain under a wholistic and collettive interests, incontrarily to is grandfather, Abdulrahman Khan, who thought that he could unite Afghans by implementing force, fear and killings which was provoked and planned by Britain.

Hello Marika Guerrini, I didn't  have the honor to be introduced to you yet directly but I heard good reviews from you and that you're interested in Afghanistan studies as well as loving Afghans. I read your "imaginary interview" about our beloved King Amanullah Khan professionally translated by Humeyra jan. I adored it. Humeyra jan told me that you would be glad to read words from Afghans. I came up with some comments on your article, thought might be a help, from another angle. Hope to see you in person soon. Cordially

Kaveh  Ahangar                          Thursday, February 1, 2018 - 5PM

in traduzione

"Credo che l'attuale terrorismo in Afghanistan, sia fortemente radicato nelle invasioni straniere e non possa essere analizzato senza il suo impatto temporale, iniziato dalla Gran Bretagna e seguito dall'Unione Sovietica e dalla comunità interazionale (USA) Amanullah, il grande Re è stato colui che riuscì a mobilitare gli afghani contro l'invasione straniera della Gran Bretagna sotto gli interessi olistici e collettivi, incidentalmente verso il nonno, Abdulrahman Khan, che pensava di poter unire gli afghani attuando la forza, la paura e le uccisioni che era stata provocata e pianificata dalla Gran Bretagna.
Ciao Marika Guerrini, non ho avuto l'onore di presentarti direttamente ma ho avuto buone recensioni da te e che ti interessano gli studi in Afghanistan e anche gli afgani. Ho letto la tua "intervista immaginaria" sul nostro amato re Amanullah Khan tradotto professionalmente da Humeyra Jan. L'ho adorato. Humeyra Jan mi ha detto che saresti felice di leggere le parole degli afghani. Ho trovato alcuni commenti sul tuo articolo, il pensiero potrebbe essere di aiuto, da un altro punto di vista. Spero di vederti di persona presto. Cordialmente"

Many thanks for your participation. I fully share your historical analysis. And yes, it's true, I am very happy that they are Afghans writing about this interview. I have always loved Afghanistan and its people, since I met him in books at the University and then I lived there. See you soon.

Marika G.


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First of all, I would like to thank you, Miss Marika Guerrini, for penning such an inspiring piece. I would also like to thank you, Humeyra Gucuk-jan, for translating and introducing me to Miss Guerrini’s work. I am touched very deeply by the words exchanged in this article, especially now as I look at my beautiful home country of Afghanistan in its current state; it is clear that the country is in need of the kind of great leader King Amanullah Khan was.

 A leader who genuinely did not rule or compose himself under self-important intentions, but rather in favor of the comfort and prosperity of his country and people, King Amanullah Khan made strides and revolutionized the way that the country’s leadership would work so diligently for the well-being of its people. Both in rest and in waking, his thoughts were constantly engrossed in how he could better develop, nurture, and bring prosperity to his people and his country.

 In his mere 10 years of leadership he was able to accomplish for the progression of Afghanistan what those before, or even after, could not in 100 years. He was a King who would not allow discrimination or prejudice to sway his thinking or his outlook on others. He was a King who would drive his countrymen through a leadership built on honesty, compassion, and diligence. Unfortunately, he was a leader before his time and the people back then didn’t understand his kindheartedness and passion. Now, they are wishing someone like him were here to direct them once again to the sweet freedom and prosperity they were able to just have a taste of whilst under his rule.

 Colonization is a monster whom King Amanullah Khan lead an army against to wound and bring down. This monster, in the form of the British Empire, would bear the scars of its defeat by the Afghan people as a reminder and as the foundation upon which it would build its cravings for revenge against the country. As a result, to this day the Afghan people are still paying the price for standing up for themselves and their independence. These other powers were, and are still, fearful of what the Afghan people and leadership are capable of. They did everything they possibly could to get rid of King Amanullah Khan and his regime, and are continuing to fight to oppress the country of Afghanistan today.

I too, Miss Guerrini, dream at times that I am sitting with His Excellency and I am asking him for guidance – How could our dear country ever come out of the state of trouble it’s in right now? What can the people of Afghanistan do? But then I remember the answer His Excellency already gave: the biggest asset of this country is its youth. If the children of Afghanistan are brought up under the same ideals – educated without prejudice or discrimination, but with love, compassion, honesty, and diligence, they will build this country up once again. With this, I am hopeful and optimistic that peace, prosperity, and freedom will once again be restored.

Wali Abdul Wali, Grandson of Muhammad Wali Khan, Regent to King Amanullah

                                                           Friday, February 02, 2018- 10:49AM
                                                          
in traduzione

"Prima di tutto, vorrei ringraziarvi, signorina Marika Guerrini, per aver scritto un pezzo così stimolante. Vorrei anche ringraziarvi, Humeyra Gucuk-jan, per avermi tradotto e presentato il lavoro di Miss Guerrini. Sono profondamente toccato dalle parole scambiate in questo articolo, specialmente ora che guardo al mio splendido paese di origine afgano nel suo stato attuale; è chiaro che il paese ha bisogno del tipo di grande leader che era il re Amanullah Khan.


Un leader che sinceramente non ha governato o si è autoproclamato con intenzioni auto-importanti, ma piuttosto a favore del benessere e della prosperità del suo paese e della sua gente, il re Amanullah Khan ha fatto passi da gigante e ha rivoluzionato il modo in cui la leadership del paese avrebbe lavorato così diligentemente per il benessere della sua gente. Sia nel riposo che nella veglia, i suoi pensieri erano costantemente assorti nel modo in cui poteva meglio sviluppare, nutrire e portare prosperità alla sua gente e al suo paese.

Nei suoi soli 10 anni di leadership è stato in grado di realizzare per la progressione dell'Afghanistan ciò che quelli prima, o anche dopo, non potevano fare in 100 anni. Era un re che non permetteva che discriminazione o pregiudizio influenzassero il suo modo di pensare o il suo modo di vedere gli altri. Era un re che guidava i suoi compatrioti attraverso una leadership costruita sull'onestà, la compassione e la diligenza. Sfortunatamente, era un leader prima del suo tempo e la gente allora non capiva la sua gentilezza e la sua passione. Ora, desiderano che qualcuno come lui sia qui per dirigerli ancora una volta verso la dolce libertà e prosperità di cui hanno avuto il gusto mentre erano sotto il suo dominio.

La colonizzazione è un mostro che il re Amanullah Khan guida contro un esercito per ferire e abbattere. Questo mostro, nella forma dell'Impero Britannico, avrebbe portato le cicatrici della sua sconfitta da parte del popolo afgano come promemoria e come base su cui avrebbe costruito le sue voglie di vendetta contro il paese. Di conseguenza, fino ad oggi il popolo afghano continua a pagare il prezzo per difendersi e per la propria indipendenza. Questi altri poteri erano, e sono ancora, timorosi di ciò di cui sono capaci il popolo e la leadership afghani. Hanno fatto tutto il possibile per sbarazzarsi del re Amanullah Khan e del suo regime, e stanno continuando a combattere per opprimere il paese dell'Afghanistan oggi.

Anch'io, signorina Guerrini, sogno a volte che sono seduto con Sua Eccellenza e gli sto chiedendo una guida: come potrebbe mai il nostro caro paese uscire dallo stato di difficoltà in cui si trova adesso? Cosa può fare il popolo dell'Afghanistan? Ma poi ricordo la risposta che Sua Eccellenza ha già dato: il più grande vantaggio di questo paese è la sua giovinezza. Se i bambini dell'Afghanistan sono educati agli stessi ideali - educati senza pregiudizi o discriminazioni, ma con amore, compassione, onestà e diligenza, costruiranno di nuovo questo paese. Con ciò, sono fiducioso e ottimista che la pace, la prosperità e la libertà saranno nuovamente ripristinate".


It is wonderful to see how the right thoughts have no boundaries, so that they can be shared and unite the peoples. Thank you, Mr. Waly

Marika G.


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Sanal çok güzel bir söyleşi, çok da üzücü ve dünyada oynanan oyunların tekrarlandığının göstergesi. Teşekkürler."

İnci Tarzi.                         Thursday, February, 08, 2018 - 08:44AM

in traduzione

" Intervista virtuale molto bella e molto triste, è la dimostrazione della ripetizione di giochi giocati in tutto il mondo".

Thanks for your participation!

Marika G.

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  "tercüme ettiğin için bu değerli söyleşiyi sana teşekkür etmek istedim yazı çok derin ve anlamlı".

     Yasemin Tarzi.                  Thursday, February 08, 2018 - 08:57AM
              
 in traduzione

"Volevo ringraziare per questa preziosa conversazione e ringraziare chi ha tradotto quest’articolo così profondo e significativo".

I thank you for your interest. Thank you also from translator.

Marika G.

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"Çok güzel bir yazı olmuş"

   Muazzez Ateşdağlı       Thursday, February 08, 2018 - 09:05AM
      
 in traduzione
"E’ un bellissimo articolo".

Thanks!

Marika G.
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“Göndermiş olduğunuz metni keyifle okudum. Oldukça enteresan. Yollamanızdan da ayrıca honoré oldum.  Dedeniz çok muhterem bir zattı. Bizzat tanışan akrabalarımdan onun hakkında methiyeler duyduğum gibi, gene onlardan Atatürk'ten bizzat işittikleri çok olumlu yorumları da dinledim. Keşke bugün Afganistan'ın, hatta Türkiye'nin başında onun kıraatında, açık görüşlü, vakur birisi olsa... “

Hüseyin Hulki Birol            Friday, February 09, 2018 - 10AM

in traduzione

"Ho letto il testo che mi avete spedito con gran piacere, era molto interessante, sono stato anche molto onorato  di riceverlo. Vostro nonno era una persona molto rispettabile. Ho sentito molti apprezzamenti su di Lui  dai miei parenti e so che anche Ataturk pensava a Lui positivamente. Sarebbe bello se oggi l'Afghanistan e la Turchia avessero un Leader come Lui, un intellettuale dalla mentalità aperta".

Thank you for your cooperation, also from the translator.

Marika G.

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continua...