lunedì 31 ottobre 2011

Hazara genocidio sulla scacchiera


Pakistan

                                                                                                                       
               A completamento del sit in internazionale del 01 ottobre 2011                                    
         Conferenza Stampa
Hazara: Desiderio-Diritto di un Popolo
Roma 09 novembre 2011 ore 12
Libreria Odradek 
Via dei Banchi Vecchi, 57 
    intervengono
        Aftab Mogul  -presidente dell’ Hazara Community –Italia
Hassan Rahimi – Secretary general
          Abdul Khaliq- Presidente dell’HDP (Hazara Democratic Party) in                                                         
                                                     diretta rete da Quetta-Pakistan                                 
                                                   presenta 
                                                          Marika Guerrini-scrittrice indologa storica dell’Afghanistan


 Sulla scacchiera afghano-pakistana si stanno tirando le sorti del futuro strategico di tre quarti del pianeta.
La guerra da tempo si manifesta in entrambi i paesi con la stessa violenza. L’azione bellica non si fermerà fin quando l’intera regione afghano –pakistana non verrà integrata nel sistema internazionale. 
confine lungo la Linea Durand
La Linea Durand, frontiera da sempre discussa e fonte di instabilità tra i due paesi, s’è fatta perno intorno a cui ruota l’odierno Grande Gioco in Asia Centrale.
L’area sulla Linea, altamente interessata dal Grande Gioco, s’allunga dalle pendici dell’Hindu Kush al Mare Arabico. Province coinvolte in azioni quotidiane in territorio afghano vanno dal Nuristan al Khyber fino a Kandahar e Hilmand; in territorio pakistano dal NWFP (Province di Frontiera del Nord Ovest)  al FA (Aree Tribali di cui il Waziristan) al Baluchistan.
Scacchisti in prima mossa: Usa Cina India; in seconda: Russia Iran.
Afghanistan e Pakistan sono la scacchiera più o meno interagente a seconda dei momenti e delle azioni. Nel  bailamme ludico, infatti, le azioni belliche si distinguono in diverse tipologie. E di diversa tipologia sono le armi usate. Militari, “civili”.
Nello stesso contesto della “guerra al terrore” che ha soggiogato l’Afghanistan e continua a soggiogarlo, il Pakistan accusato di cospirazione prima con al-Qaeda ora con la rete di Haqqani, viene attaccato quotidianamente. Nelle regioni di Nord-Ovest (NWFP e FA) con i droni Predator americani che falciano centinaia di civili inermi bambini compresi, e con strane periodiche presenze di patologie virali oltre agli attentati suicidi e non. Nella regione di Ovest e Sud Ovest ( Baluchistan) agli attentati suicidi e non contro bersagli spesso istituzionali o esponenti della politica e cultura locali, si aggiungono rivolte etno-religiose chiaramente fomentate che sfociano in eccidi di cui sono vittime, principalmente, gli Hazara.
In Baluchistan, la più grande Unità Federale pakistana (44% dell’intero territorio di Stato) che ha come capitale invernale Quetta, sul confine a pochi kilometri dall’afghana Kandahar, e capitale estiva Gwadar sul Mare Arabico, è presente una folta comunità di Hazara –sciiti- fuoriusciti in vari momenti dall’Afghanistan per motivi storico-politici. Comunità che per oltre due secoli ha convissuto con i Pashtun -sunniti-, senza alcun tipo di differenziazione da entrambe le parti, né problemi inerenti. Negli ultimi anni, elementi infiltratisi seminano contrasti ed odio, coinvolgendo le due etnie in scontri e sommosse che vanno ad alimentare anche il movimento Indipendentista Baluchi contrastante il controllo dell’intelligence pakistana di governo (ISI). I continui eccidi che si stanno trasformando in genocidio, rientrano così nella guerra silenziosa. E stragi come quelle dello scorso settembre ( Quetta, giorno 07, viene fatta esplodere un auto, 15 morti e 40 feriti, non rivendicata; giorno 19, morti 23 pellegrini sciiti di rientro dall’Iran a Quetta, rivendicata dal gruppo jihadista Lakhkar-e-Jhangvi) e come le innumerevoli precedenti e seguenti, non sono che apici di un susseguirsi di azioni omicide.
Afghanistan
Lo scacco matto è ambitissimo, la posta in gioco altissima. Secondo alcuni disegni di strategia bellica sulla regione, il Pakistan così come l’Afghanistan andrebbero smembrati per essere facilmente controllabili dall’interno anche in futuro e poter usufruire delle loro ingenti risorse di cui il Baluchistan è grande protagonista con le ricchezze del sottosuolo.
Inoltre tra i tanti motivi che lo rendono oggetto di contesa, il Pakistan ha lo sbocco sul mare, confina con l’Iran, fa da corridoio al petrolio dall’Iran alla Cina, ha stretti rapporti con quest’ultima, ospita un suo sbocco marittimo a Gwadar, già oggetto di desiderio delle multinazionali americane e saudite dagli anni ’80 in poi proprio per il trasporto di gas dal Caspio al Mare Arabico. E Gwadar a breve potrebbe trasformarsi anche in base navale cinese. A questo si aggiunge che il Pakistan ha in sospeso con l’India la questione del Kashmir, possiede armamenti atomici e riguardo alle risorse minerarie di cui sopra David Cameron ha chiesto di incrementarne gli scambi.
Il Baluchistan, nella grande partita di scacchi è la porta che fa da terminale di passaggio nord-sud per tutto il su accennato. Dal trasporto di petrolio ed ogni altro bene, direttamente in Cina lungo tutta la Linea Durand e il Gilgit-Baltistan, regione di confine nord pakistano cinese,
In questa babele una stima recente di Amnesty International riguardo al Baluchistan, riporta che dall’ottobre 2010 al maggio 2011, i baluchi sono stati vittime di 108 esecuzioni extragiudiziarie ed oltre 70 sparizioni. L’80% ha riguardato gli Hazara. Si può ben parlare di genocidio  che va ad integrare e rafforzare l’indebolimento del Governo Centrale pakistano favorendo l’innescarsi d’una guerra civile molto più che probabile. Esattamente quel che gioca a favore degli scacchisti.
Marika Guerrini




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