Scrivere
Lettera aperta
Scrivere è intuizione, osservazione, percezione, sensazione.
Scrivere è chiarezza, sobrietà, armonia,
musica. Scrivere è guardare il mondo con distacco senza zittire la
passione, senza che l'interesse immediato prevalga sulla visione dei valori. Il
distacco dello scrivere è pulizia morale, è far corrispondere le proprie
pulsioni ad un ideale, più ideali.
Scrivere porta lontano. Lontano da tutto e da tutti, dagli
affetti, persino. Quando una storia urge in noi per il desiderio d'essere
scritta, quando urla la sua richiesta di venire alla luce, chi scrive si fa strumento al pari del foglio bianco, della penna, è allora che lui, il libro che sarà, con le pagine che verranno, diventa "lui". Non più cosa, non più oggetto
ancora inesistente, ma "lui". E non puoi parlare di "lui", non puoi
permettere che la minima altrui intrusione, il minimo altrui parere si intrometta tra
voi due, "lui" e te, perché questo potrebbe intaccarlo, deviarne il corso, persino distruggerlo, annullarlo, e tu
senti di doverlo proteggere perché si è affidato a te, ha scelto te per rendersi
visibile al mondo. E' come il primo amore, ogni storia da scrivere, ogni libro è il primo amore, fragile e forte, nascosto e manifesto. Per questo la scrittura rende selvatici nel tempo della stesura, perché protegge lo scritto. Scrivere è solitudine. Anche.
Scrivere è libertà, anche, una incomparabile libertà che può librarsi oltre ogni dimensione che sia spazio o tempo, o sia l'infinito.
Scrivere è libertà, anche, una incomparabile libertà che può librarsi oltre ogni dimensione che sia spazio o tempo, o sia l'infinito.
Ma, venendo al Corso "Scrivere", non prometto che esso possa far di voi degli
scrittori, questo non sta a me né a voi, sta al talento, alla sua presenza , più, meno, ma prometto che entrerete in confidenza
sottile con lo scrivere, le parti del discorso, vi renderete conto che il loro uso non è solo strutturale, benché importante sia e ad ampio raggio, ma significante. Vi prometto che entrerete in comunione con il senso nascosto
della scrittura, della struttura, i suoi perché, l'azione sull'anima che spesso dall'anima parte. Allora potrà accadere di scoprire lo scrittore che è in voi, qualora ci sia. In tal caso sarebbe la consapevolezza di questa presenza a fare da guida perché lo stile si formi, si armonizzi ai contenuti, i contenuti alla sobrietà e così via. L'armonia dello scritto, la sua musica prenderebbero a comporsi da sé.
Ma qualora questo non fosse, qualora il talento non fosse
presente, la comunione con lo scrivere, il suo senso sottile, avrebbe comunque
un'azione corroborante, gratificante, armonizzante, in tal caso le più semplici
espressioni scritte acquisirebbero un valore diverso, un diverso sapore, sapore sorto
dalla capacità di osservazione che si è raffinata portandosi oltre l'apparenza
delle cose del mondo. Incontro al mondo con obiettività e consapevolezza. Saper comporre uno scritto, anche fosse un biglietto di
auguri, consapevoli dell'azione sull'animo umano che scaturisce dalla scelta dei termini, dalle nascoste funzioni delle parti del
discorso, della punteggiatura, del ritmo, fa sì che si giunga
all'altro come vogliamo sia. Scrivere è quindi saper
comunicare, comprendere, accogliere, conoscere e, innanzi tutto, conoscersi.
Sì, scrivere è libertà. Un'incomparabile libertà.
M.G.
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