biya-o khosh be-khwan, Hafez!
Keb har nazm-é to afshand, Falak,
'aqd-é Sorayya-ra!
in traduzione
"...canti il tuo ghazal, spezzi le perle.
vieni e recita lieto, Hafez!
vieni e recita lieto, Hafez!
Che sul tuo poema, il cielo sparge
il vezzo infranto delle Pleiadi"
Hàféz (1320 circa-1389)
... parte finale di una delle odi tenute a memoria da A.S.Massoud. Versi di Hàféz, maestro del lirismo persiano. Maestro a cui avrebbero attinto, tra gli altri, poeti d'occidente quali Goethe e Ruckert. Maestro consacrato "Lingua dell'Invisibile" dalla tradizione d'oriente e d'occidente per la facoltà di rendere visibili immagini sottili, come frammenti del Divino che entrano nell'umano. Sublime facoltà. Maestro di cui è costume aprire a caso le pagine alla ricerca dell'oracolo. Maestro che l'amer-sahib Massoud amava particolarmente. Al cui proposito, parlando di poesia con un amico: quando ho tempo leggo Hafez perché i suoi ghazal sono i miei canti. Confidò, abbandonando il suo abituale riserbo. Era un giorno di cinque mesi prima di quel 9 di settembre del 2001 Correva la primavera L'ultima per l'amer-sahib.
Marika Guerrini
p.s.
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