Aquila Chrysaetos*(1) |
... nel mentre della riflessione su quell'indole che alberga dietro le quinte delle quinte, accennata nella seconda parte di questa pagina, una miriade di immagini si sono affacciate alla mente, a scorrere veloci una sull'altra, a confondersi, dato il numero esorbitante. Poi, il fermo immagine al suono di un flauto e un'antica melodia prende ad espandersi. Tutto dice: ascolta, guarda!
Anno 1890, Stati Uniti d'America, riserva indiana Pine Ridge
Reservation Sud Dakota, popolo Sioux Lakota.
C'è una danza in atto mentre la musica va, riconosci ilsuono per averlo udito da bambina dalla voce della madre di tua madre, è la musica della Ghost Dance. Una danza preghiera che invoca la libertà dallo straniero, l'uomo bianco. Intorno ai danzatori siedono, in cerchio, vecchi, donne e bambini, in silenzio, raccolti in se stessi, pregano. Ad un tratto, un soldato in giubba blu, si avvicina a colui che guida la preghiera danzata. La giubba blu intima l'interruzione, il sioux si rifiuta, i danzatori continuano a danzare e pregare. Parte un colpo d'arma da fuoco. Altre giubbe blu si associano agli spari. Ancora e ancora. L'uomo bianco sa che la Ghost Dance è preghiera, che i Nativi sono disarmati, ma continua a sparare. Ovunque. I Nativi fuggono, danzatori, donne, bambini, vecchi, cadono colpiti, alcuni si rialzano, altri si trascinano mentre urla fendono l'aria, non più il suono del flauto. La preghiera. Poi l'immagine si sposta. Scansando corpi caduti, alcune donne, madri con i loro piccoli, tra cui neonati allattati al seno malgrado la fuga, continuano a fuggire, nascondono i bambini in una chiesa cristiana lì, sulla via di fuga. Qualche istante e l'immagine focalizza i corpi di quelle madri, i bambini non si vedono, non ci sono, tranne i neonati, loro giacciono sul cuore delle loro madri. Una giubba blu sospetta il rifugio che nasconde i bambini. Si consulta con altre giubbe blu, si avvicinano alla chiesa, qualcuno tra loro dice ai bambini di uscire allo scoperto, non avere paura, non accadrà loro nulla, verranno condotti al Forte più vicino, pochi chilometri. I bambini escono dal luogo sacro, l'artiglieria in giubba blu riprende a sparare. Nessuno dei bambini si salverà. E ancora l'immagine scorre, ora riporta figure maschili nell'area del villaggio, si capisce essere coloni, smantellano tende e le sostituiscono con assi di legno per costruire case, le loro. Di seguito, sempre scorrendo, l'immagine si ferma sul Forte, lì una giubba blu sta riferendo al Comandante l'avvenuta azione militare, di pulizia, dice.
L'episodio della Ghost Dance sarebbe passato alla Storia con la dichiarazione: Sedata rivolta di trecento Sioux Lakota nella riserva Pine Ridge Reservation- Sud Dakota 1890. E ancora: Trenta medaglie elargite ai soldati artefici della gloriosa azione. Tacerà su numero ed età dei bambini, tra i tre e i nove anni dichiarerà poi, nel tempo, la stima condotta da alcuni Nativi. A ricordo.
Stai cercando di metabolizzare i pesanti stati d'animo prodotti dall'eccidio dei Sioux quando dal groviglio di immagini che continuano a scorrere, confondersi, sparire, mostrarsi, fuoriesce una figura, la riconosci subito, è del Mahatma Gandhi. Ti meravigli ma dura un istante la tua meraviglia poi supponi la terra in cui alberga l'immagine che sta per mostrarsi, è l'India, nel suo antico schiavismo britannico. E non ti sbagli.
Amritsar- il Tempio d'Oro |
13 aprile 1919, Amritsar -
अमृतसर
- Stato del Panjāb - पंजाब - India di Nord-OvestL'immagine si apre su di un giardino e sosta. C'è tanta gente, gente semplice, intere famiglie di agricoltori. Molti bambini. Come sempre. E' giorno di festa al Jalliyanvala Bagh. festa religiosa tra preghiere e canti in quella città a nome Amritsar, la citta del Tempio d'Oro, voluta dall'Imperatore Akbar nel 1577. La città Santa dei Sikh. il giardino è molto grande, protetto da muro di cinta con un unico ingresso. Un giardino sicuro, da venerare, da godere. E la festa è appena iniziata, con essa la preghiera.
Gioia, canti, invocazioni al divino vibrano nell'aria, poi, improvvisi colpi d'arma da fuoco annebbiano l'aria. Sovrastano gioia, canti, preghiera. Li annullano. Terrore pianto disperazione, si diffondono, s'allargano. Fucilieri in doppia fila schierati, ostruito l'ingresso, al comando del Generale R.E.H.Dryer, eseguono l'ordine: aprire il fuoco sulla folla. E il fuoco è stato aperto.
E' l'India colonizzata questa che ti si presenta. L'India dello straniero che ogni assembramento ha proibito: Evitare nazionalismi e rivolte, questo il decreto per legge inglese. Che sia assembramento di rivolta o religioso, pacifico, disarmato, non fa differenza. E' l'India resa schiava da barbari d'occidente. Questo ti si presenta. Oltre mille morti giacciono nell'immagine che affiora, Quattrocento alle prime raffiche, i restanti feriti, vengono lasciati lì, alcun soccorso ci sarà, per divieto inglese. Lasciati lì a morire.
Il Governatore del Panjab, Sir Michael O'Dwyer, appresa la notizia, approverà l'azione di Dryer. Lo farà anche il viceré Lord Chelmsford, solo che costui, in un secondo tempo, dichiarerà l'eccidio: errore di valutazione. Così riportandolo agli atti. Ma l'Inghilterra, a distanza di qualche giorno, avrebbe osannato e accolto da eroe Dryer, al suo rientro in patria. Tale azione definita: sedata rivolta per assembramento rivoltoso, sarebbe passata alla gloriosa Storia britannica. Alla nostra Storia.
Qui il silenzio è d'obbligo, il tuo silenzio, mentre le immagini continuano a scorre su eccidi, genocidi, impiccagioni, una sull'altra, a centinaia tra piccole e grandi, storicamente conosciute o celate ai più, ma sempre, sempre tutto consumato a scopo protettivo, a difesa di Civiltà. Così, nel tuo silenzio, l'indole di quell'estrema terra d'occidente chiamata America, ancor meglio Stati Uniti, figli anglofoni dell'anglofona Europa, svela sempre più il dietro le quinte delle quinte di se stessa.
Stai per spegnere, ogni immagine, annullare anche il silenzio, quando il ricordo di una frase di M.K.Gandhi, il Mahatma, la Grande Anima, letta tra le pagine della sua biografia: "La mia vita per la Libertà", ti torna in mente. E' un'intervista da lui rilasciata nel 1920, alla domanda del giornalista circa l'importanza dell'indipendenza dall'Inghilterra. Gandhi, tra le molte restrizioni e violenze d'ogni tipo, ricorda la strage di Amritsar e conclude: La nostra salvezza sta nelle nostre mani... noi partiamo per il deserto, perché la via che porta alla terra dove scorrono latte e miele, la terra di Canaan, lontana dalla terra della schiavitù, passa per il deserto e ci dobbiamo affidare alla guida di un Mosè e di un Aronne che ci conducano dalla menzogna alla Verità, dalle tenebre alla luce, dalla morte all'immortalità. E' a questo punto, alle sue parole, che si placa la rabbia in te, ed esci dall'apnea in cui eri entrata, e respiri e ricordi un'altra intervista, sempre del Mahatma, sempre da un suo libro, intervista rilasciata al tempo in cui era in atto la Seconda Guerra Mondiale e l'India era ancora colonia inglese e soldati indiani erano stati arruolati nell'esercito del Regno Unito. La situazione in Europa era drammatica. Il giornalista chiese a Gandhi: cosa pensa dell'Europa e della sua importanza per la Civiltà. Gandhi rispose: A mio avviso la sua unità sarebbe stata un'ottima idea. Queste le sue parole. India, anno 1941.
E tu, al ricordo pensi all'amore di quella Grande Anima per la sua terra, le sue genti. Pensi alla sua preghiera interrotta anch'essa. Pensi alla Libertà.
Marika Guerrini
Note
(1) Aquila Chrysaetos o Aquila Reale simbolo sacro dei nativi americani sin dal loro giungere nel nuovo continente attraverso Bering provenienti dall'Asia millenni or sono.
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