martedì 22 ottobre 2024

Della guerra

 

 ...e sono qui immobile e le immagini vanno, si fermano, riprendono. E volti di bimbi, volti disperati, volti di dolore. E pianti. E silenzio. E la pioggia battente. E il cielo piange. Anche. E nella mente una ridda di pensieri che non vogliono essere pensati. S’affollano. E silenzio. Ancora. Diverso. E tu sempre immobile. Qui. Impotente. Novello Atlante sotto il peso dell’anima. Dell’universo mondo. Tutto. Quanto dolore! Ma nessun pianto può né sa piangerlo. E ti allontani. Con la mente, col cuore, con l’anima stessa mentre l’occhio, soltanto, resta, con distacco, a guardare. Oh, no, non freddezza ma più forte calore, più forte empatia, come fosse uno. E quando tutto tace in te, lo sguardo si porta dall’alto e scruta. E i pensieri tornano a pensare.

Menzogna circola sulla terra a coprire la tenebra che tende a soffocare l’Umanità. Menzogna circola con l’autorità della verità. La stessa. Potente. Ed è allora che volgi lo sguardo all’Universo. Quell’Universo più in alto del pianeta tutto. E preghi. E mentre i mantram armonizzano l’anima un antico suono in lingua originale vibra e lo segni su di un foglio nella sua forma: अहिंसा, a-hiṃsā,* questa la forma questo il suono, lì dove l’alfa privativo trasforma la violenza in non-violenza e tu, conoscendo quell’antica lingua, sai che vuol dire: non uccidere. E i pensieri pensano quanto oggi, ora, da tempo ormai, sia bestemmiata questa parola. Pensano quanto venga bestemmiata, ora, oggi, da tempo ormai, la terra che fu culla d’amore. Universale amore. Ed ecco tornare i bambini, migliaia di bambini, bambini ignari di quella vita non attraversata. Non c’è stato tempo. Non per loro. Il tempo è stato reciso. E t’accorgi d’aver perso il distacco. Quello conquistato attimi prima. E ripercorri l’interiore tragitto. E l’animo torna a placarsi. E i pensieri tornano con distacco a pensare. E vedi.

Vedi il flusso della moralità e dell’immoralità costituire l’effettivo contenuto della Storia dell’uomo. Vedi oggi, ora, la Storia aliena ai pensieri, ai sentimenti, alle azioni degli uomini, sotto il giogo di forze che si impossessano delle linee morali e delle linee architettoniche dell’esperienza umana. E ti chiedi perché. E la risposta è una: l’Umanità sta smarrendo, in parte ha smarrito, la via che la conduce al mondo da cui tutto origina, da cui origina la stessa vita. L’Umanità sta smarrendo, in parte ha smarrito, il collegamento con quell’elemento immateriale che domina la parte più alta d’ogni individuo, in alcune filosofie chiamato Sé Superiore, in altre Io Superiore, fulcro dell’origine divina d’ogni esistenza. Fulcro che porta insita la presenza della coscienza. L’Umanità oggi, ora, sta smarrendo, in parte ha smarrito, la via dell’autocoscienza, si dimena nella materialità e nella meccanicità. E queste si stanno facendo natura. A questo soggiace, dimenticando l’assunto che ha con se stessa e si muove a ritroso credendo di avanzare in quel cammino evolutivo che fu ben noto agli edificatori delle antiche Civiltà. Ed ecco riaffacciarsi la menzogna. Altro aspetto, diversa maschera, stesso intento: distruzione dell’essere umano. Quale sia lo strumento è solo variazione sul tema che non varia: la caduta dell’umano nell’animalità, in quel sub-umano che distrugge l’umano.

Oggi, ora, da tempo il mondo è pregno di impulsi esigenti la guerra, guerra d’ogni fattezza, guerra causata, in origine, da quel pensiero distorto, pregno di materialità, in tal modo dialetticamente opposto al reale contenuto degli eventi, alla verità che la maschera cela, ai suoi valori. Ma anche altro la maschera cela, stavolta cela a chi la indossa e non s’avvede che uccidendo l’altro uccide se stesso.

E torna l’antico in antica forma e suonoसत्याग्रह, Satyāgraha,* lì dove Satyā sta per Verità e graha sta per insistere. Insisti nella Verità. Questo il messaggio giunto da lontano in realtà vicino, senza spazio né tempo. Oltre. Ed ecco l’uomo chiamato da se stesso, dalla sua parte più profonda, dal suo elemento più alto e immateriale, a combattere non fuori da sé, bensì affrontare dentro di sé gli ostacoli quali dati interiori, perché quell’Insisti nella Verità doni i suoi frutti all’Umanità.

Marika Guerrini

Nota

** I termini presi dalla saggezza filosofica dell’antica India furono fulcro della lotta per la Libertà, di Mohāndās Karamchand Gāndhī, मोहनदास करमचन्द गांधी ( Portbandar nel Gujarat, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi 30 gennaio 1948), che sarebbe passato alla storia quale Mahatma महात्मा, Maha Ātman, Grande Anima che nella filosofia dell’India sta per Grande Sé.  

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento