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Così, mentre Israele dichiara "difensivo" l'attacco contro convogli mobili, a suo avviso diretti in Libano carichi di missili iraniani per gli Hezbollah, convogli che, dinanzi all'evidenza delle immagini, vengono dichiarati poi, sempre da Israele, siti depositi fissi di missili con stessa provenienza e per identico utilizzo, Usa e Regno Unito continuano ad insinuare sospetti circa l'uso del sarin su civili siriani da parte delle truppe governative, uso di quel gas nervino venti volte più letale del cianuro il cui contatto con una sola goccia può uccidere un essere umano.
Eppure stavolta qualcosa è accaduto, qualcosa di insolito, una dichiarazione che, benché con clausola di ulteriore indagine se pur già per risultato di indagine, attribuisce l'uso del sarin ai ribelli. E' Carla del Ponte a fare la dichiarazione, è un magistrato svizzero, ex procuratore del Tribunale Penale per la ex Jugoslavia, ora membro della Commissione Internazionale e Indipendente d'Inchiesta dell'Onu, costituitasi per la Siria e i Diritti Umani ch'era l'agosto del 2011. Dichiarazione non estranea ad occiriente che l'afferma da mesi in molte sue pagine sulla tragica situazione siriana, dichiarazione che sta creando non poco imbarazzo lì dove c'è chi agisce sobillando, alimentando, ribellioni e guerre civili. E questo ci fa riflettere. Non vorremmo fosse un'ulteriore verità dichiarata per essere opportunamente smentita con tanto di prove addotte, non vorremmo fosse fatta passare come una prima affrettata ipotesi, non vorremmo che il tiro fosse riportato all'accusa delle forze governative siriane. Riportato alla menzogna. Ma tutto è aperto, tutto e il suo contrario.
Ora, nel tempo di questa pagina, la Siria, nella persona del presidente Assad e nella sua compagine governativa, non ha risposto all'attacco, mostrando di saper resistere alla provocazione in nome d'uno Stato che continua a dichiarare al mondo la propria inviolabile Sovranità. Malgrado tutto.
Ora, al tempo di questa pagina, una calma apparente aleggia sulle alture del Golan, su quella sottile linea di congiunzione e distinzione che si dipana tra Siria, Libano, Israele, pur se truppe e carri armati si sono moltiplicati e batterie di missili sono pronte all'azione. Ma per ora tutto tace. Per ora.
Marika Guerrini
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