martedì 24 febbraio 2015

Isis Libia e le luci accese

Tripoli- una Moschea
  ... oggi hanno attaccato i caldei in Siria, ieri sfilavano con peshmerga in gabbia e la bandiera nera sventolava sul Colosseo, prima di ieri decapitavano copti sulle spiagge libiche e facevano rogo del pilota giordano violando ogni legge coranica che vieta  persino la cremazione, figurarsi il rogo di un corpo vivo.
Tripoli- Banca centrale della Libia
Ancor prima di questo decapitazioni su decapitazioni, che sappiamo senza sangue, di giornalisti e affini, ancora indietro, la comparsa. E' dal nulla o quasi, che sono comparsi, in Siria, forse, sui confini, forse, in Libia, forse senza forse, comparsi allora, quando di loro non si parlava, quando non esistevano, quando l'assassinio del rais  di quella terra, consumatosi nello strazio d'una morte indegna di chiunque e d'ogni cosa, ha liberato ogni campo, permesso ogni abuso, ogni violazione, ogni diabolica creazione. Perché è lì che sono comparsi per la prima volta, comparsi senza apparire, quando tra gli shabab insorti e fatti insorgere, fu fatto prevalere un fondamentalismo senza patria e senza religione, protetto dalle bombe Nato. Poi, a questo infernale neonato fu indicata la Turchia da attraversare destinazione Siria, a creare l'Esercito Siriano Libero i cui "liberi soldati" si sarebbero dati a stragi di bambini e cannibalismi d'ogni sorta, d'ogni fattura, mentre le stelle della nota bandiera stellata, fingendo di stare a guardare, armavano i cannibali. Da lì focolai si sono sparsi tra Medio Oriente e nord Africa stranamente moltiplicandosi sotto  bombe Nato in apparente attacco, che, tra un morto vero e un morto finto, avrebbero concimano la loro proliferazione. Ora sono in Afghanistan, anche, sul confine pakistano, anche, sarebbe verso l'India l'indirizzo forse attraverso il Kashmir, ma non ci arriveranno e verso l'Europa sarebbe l'indirizzo, ma sono qui da tempo. Ora, alle decapitazioni, ai roghi, alle gabbie, si sono sommate le armi chimiche, ci sono sempre delle armi chimiche, nascono come funghi ovunque, queste apparterrebbero a quel 40% dell'arsenale libico rimasto intatto perché Gheddafi, per motivi di assassinio, non fece in tempo a distruggere. Il particolare è che nel 2014 l'OpWC, presenti Germania e Canada, dopo un sopralluogo allo scopo di distruggere questo 40% rimasto, dichiararono compiuta la missione. Si parla di distrazione degli esperti nel distruggere, ma noi conosciamo questa musica, ci riporta a Bragram, Afghanistan, ad una telefonata, una pagina, alle armi "perse" dall'esercito Usa, e "trovate " dall'Isis. Chissà perché sono tutti distratti, o forse no. 
E pensare, perché la storia va obiettivata comunque, che la Libia di Gheddafi ha attraversato 42 anni di pace, che quegli anni hanno visto infrastrutture d'ogni tipo, da quelle per l'acqua resa potabile, estratta dal Mediterraneo giacente nelle viscere del Sahara e portata ai villaggi, alle strade, alle scuole, dai pozzi petroliferi con contratti internazionali, proventi per la Libia di oltre il 90% e profitti in parte distribuiti alla popolazione, al riconoscere i diritti delle donne, dal lavoro che solo tra gli immigrati contava oltre due milioni di personale, all'autosufficienza alimentare del paese. Gheddafi, malgrado le pecche, stava guidando il paese dal passato verso il futuro, in questa difficile operazione, contenendo i contrasti tra le etnie lo aveva liberato dalle basi militari statunitensi e britanniche, aveva dato alla Libia l'indipendenza, portandolo ad essere Stato Sovrano. La Libia era un piccolo mondo prospero del nord Africa il cui rais voleva annullare il dollaro americano come moneta di scambio internazionale e servirsi dell'euro per poi coniarne una locale africana, forse. Ma ne abbiamo parlato in altre pagine. Così fino al 2011, al tradimento dell'Europa innanzi tutto, dell'Italia  a seguire, della Francia innanzi tutto, la cui bandiera bianca rossa e blu, aveva preso a mostrarsi sui balconi ancor prima che iniziasse quella che sarebbe stata una delle false manipolate provocate Primavere Arabe precedute, come ogni azione di menzogna, da disinformazione sul dittatore, la sua crudeltà, le inesistenti fosse comuni, eccetera eccetera, tutto reale non allora ma ora. E' nato lì l'embrione  dell'Isis, Isil o uomini del Daesh che dir si voglia, con prima tappa distruzione Damasco. Questa l'intenzione ancora in vita.
E noi prestiamo spazio a questo frutto della menzogna, ancora riempiamo colonne giornalistiche, pubblichiamo foto, proiettiamo immagini su questi mercenari d'occidente con frange criminali d'oriente, i cui capi a partire da Abu Bakr al-Baghdadi,  scarcerato, senza motivo apparente, da Camp Bucca in Iraq nel 2009, perché fosse capo di quell'embrione,  fino a molti moltissimi come lui tra i miliziani, arrestati prima, formati e addestrati poi, liberati e sguinzagliati ancor dopo perché facessero esattamente quel che hanno fatto, fanno e probabilmente faranno. Come a Parigi a Copenaghen.
Andrebbero spenti i riflettori su queste macchina da guerra, spenta la loro linfa vitale, che tale è per loro il divulgarsi dell'informazione, spente le luci, gran parte del loro motivo d'esistere, scenografie annesse, si spegnerebbe. Ma il nostro è un mondo recidivo, tenuto sotto scacco dalla menzogna a partire da quell'11 settembre del 2001, da quella linea di demarcazione più volte ricordata in queste pagine, quella ormai storica linea di demarcazione tra un prima e un dopo.
Marika Guerrini
foto dal web

domenica 15 febbraio 2015

Ucraina: quando decide la paura

... non è dato sapere ora se la situazione ucraina infiammerà l'Europa, non è dato sapere se la tregua firmata a Minsk verrà attesa, è dato sapere di una dichiarazione: " Aderiremo alle disposizioni del documento di Minsk, ma se l'accordo non verrà rispettato reagiremo", è dato sapere che le parole sono di Denis Pushilin, un filorusso, uno dei ribelli, un loro negoziatore. E' dato sapere che siamo nella tregua, nella possibilità. E' dato sapere, ma si preferirebbe sbagliare, che i soldati ucraini o chi per loro tra i tanti mercenari che hanno preso a popolare e popolano quella terra dai giorni della deposizione di Janukovyc, procureranno l'incidente sì che i ribelli rispondano e a loro venga addossata la colpa, come da tempo accade in quei luoghi. Ed è dato sapere di un documento, uno americano, uno stilato e approvato dal Senato degli States la scorsa primavera, depositato ch'era il 22 di maggio del 2014, in cui si dà per scontato e avvenuto tutto ciò che si è vissuto e si sta vivendo in questi giorni. E' questo che è dato sapere, e poiché l'ultimo elemento che ci è dato di sapere riguarda i pronostici-trama di quell'estremo occidente ubicato oltre oceano, abbiamo deciso di riportarlo, sì che chi non abbia avuto modo di conoscerlo potrà farlo. Ecco il documento articolato in tre punti e fedele all'originale:


1) Rafforzamento della Nato. 
Incrementare le forze Nato nei paesi Baltici e in Polonia incrementando il numero di soldati e la quantità degli armamenti nonché incrementare su tutta l'Europa orientale il sistema missilistico già presente, sistema contenuto nel "Ballistic Missile Defence" (Bmd);

2) Azione Deterrente. 
Washington deve agire sull'Ue per velocizzare l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione, non solo, ma gli Usa compiranno un'azione di condizionamento circa la Russia al G8 e alla Banca Mondiale ( ricordiamo) se la Federazione non agirà secondo i "canoni delle società democratiche", e ancora l'applicazione delle sanzioni non solo alla Russia in quanto Governo, ma a cittadini russi, a società e organizzazioni russe all'estero (Usa). Dulcis in fundo, e questo vanifica ogni dubbio sulle Ong americane e accoliti, se mai ci fosse stato, incrementare le Ong, "umanitarie" appunto, in realtà spesso covo di spie, sì che possano "migliorare la governance democratica nella Federazione Russa;

3) Difesa dell'Ucraina e degli Altri Paesi Euroasiatici.
 Rifornire di armi "su richiesta" i governi minacciati, riconoscere l'Ucraina, la Georgie e la Moldavia quali "Major Non-Nato Ally" ovvero maggiori alleati non facenti parte della Nato,  intanto, per allargare il supporto militare, stipulare accordi bilaterali con Serbia, Bosnia, Kosovo e Azerbaigian. Fare richiesta alla banca Mondiale e a quella Europea, affinché autorizzino gli Usa a partecipare allo sviluppo energetico in Ucraina, in Moldavia e in Georgia. Provvedere a finanziare l'emittente radiotelevisiva americana The Voice of America, affinché in lingua russa si rivolga ai paesi ex-sovietici e ai paesi baltici per diffondere "conoscenza" sui fatti di aggressione di cui sopra.

Il commento al documento è superfluo, così come sottolineare la criminalità avventuriera dei governi Usa, quel che non lo è invece è un attimo di riflessione sul sentimento profondo che muove gli States lungo la loro storia, sentimento che ultimamente, inteso ultimi anni, ha preso sempre più corpo, quasi a farsi materia e in spoglie di solida materia, si è espanso su gran parte del pianeta, ovunque gli States si siano recati e si rechino che sia per interessata "amicizia" o per guerra: la paura.
La paura fa ormai parte del DNA degli States e il motivo di essa si evidenzia da sé oltre l'apparenza delle cose: la materia, materia e paura si muovono all'unisono, da sempre, come a scaturire vicendevolmente l'una dall'altra. 
Gli Usa, dal sorgere della loro storia, quella che per esistere ha distrutto l'altrui, ha   disseminato sul continente infinite trails of tears, ha compiuto il più grande genocidio che si ricordi nelle persone dei nativi americani, quella che, con lo stesso spirito, s'è mossa e si muove all'occupazione di terre straniere, ché conquista non è mai stata né sarà, ovunque sia profitto, hanno consacrato la loro vita al dio danaro quindi alla materia più sofisticata, la materia che compra la materia. E' la loro storia, la loro filosofia di vita, imbastita di retorica spesso raffinata, imbastita di bei propositi, belle intenzioni, ed Hollywood con il suo mondo di falsa bellezza, in cui i suicidi da sempre si susseguono e moltiplicano, ne è emblema, così come lo sono le centinaia di suicidi tra i soldati, che, svuotati del loro essere più profondo, annullati quali individui, privati della dignità d'essere uomini, infarciti di belle parole sulla nazione, la democrazia, il soccorso ai popoli, vengono catapultati lì dove la materia si frantuma per annullarsi dinanzi alla miseria, al dolore, alla morte. Questo sono gli States, questo sanno fare. Ed è storicamente interessante notare come oggi, ora, al di là di ogni interesse di supremazia finanziaria, geopolitica, territoriale, al di là di ogni dominio, gli States si accaniscano nel desiderio di annientare la Russia spinti dalla sottile paura della non materia, perché questo la Russia sta loro contrapponendo.
La Russia degli ultimi tempi, ha scelto di non basare la propria forza sul potere economico, ha scelto valori più profondi che traspaiono anche dalla coesione del proprio popolo così come da certe decisioni sociali contro corrente ma attente al rispetto dell'infanzia, e così via. In questo suo tempo post sovietico, la lancetta dei valori, in Russia, lentamente ma costantemente, si è spostata dalla materia alla non materia, questo, in maniera inconsapevole ai più, è alla base dell'accanimento statunitense, alla base della loro paura, del loro non controllo. In realtà l'amministrazione a nome Obama s'è fatta emblema della parte più profonda della storia degli Stati Uniti perché ha esasperato ed esaspera le caratteristiche che hanno fatto di quella terra il paese della Materia con la M maiuscola. Persino il vecchio pensiero materialista sovietico impallidisce dinanzi alla portata di ciò che muove e si muove negli States, e si ravvisa, e sottolinea come e quanto gli States temano tutto ciò che non possono omologare a se stessi, quindi controllare. Ma controllare dal di fuori si può solo la materia, che sia con danaro, armi o menzogna, e la Russia di questi ultimi tempi è incontrollabile per gli States. Nell'ottica degli States quest'elemento che si sprigiona dalla Russia, è molto più pericoloso di qualunque altro pericolo possa venire da qualsiasi altro paese, perché sfugge al controllo della materia, al loro controllo e... li esaspera, esaspera in loro la paura. Questa la realtà di fondo, la sottile, invisibile verità di fondo che si sta vivendo.
Marika Guerrini
foto dal web
  

giovedì 5 febbraio 2015

il sibilo del serpente

"Mamba Verde" tra i più velenosi
del continente africano
... avevamo appena iniziato a stilare la pagina che sarà prossima, quando ci è stata segnalata un'opinione postata su facebook a proposito del terrorismo fondamentalista, detto islamico, in realtà ripudiato dall'Islam stesso e usato, nei suoi addizionati quando non procurati estremismi, dallo straniero.  Motivo questo, ma non solo, per cui la precedente stesura è stata interrotta e sostituita sì da tracciare alcune righe di commento alle opinioni, ché ritenerle idee supporrebbero la presenza di pensiero in realtà assente dalle parole postate sul network, di Magdi Allam. 
Ecco le parole di Allam: " I terroristi islamici dell'Isis hanno bruciato vivo rinchiuso in una gabbia il pilota giordano Muadh al Kassasbe, ventisettenne, catturato lo scorso 24 dicembre.", e fin qui la cronaca, poi: " Diciamo basta a questi criminali! E' una guerra spietata contro l'umanità e la nostra civiltà. E' ora di combattere: o sconfiggiamo questi mostri o finiremo tutti sgozzati, decapitati, arsi vivi, sterminati. Basta!". 
Come non fosse sufficiente, a distanza di qualche ora" Basta con questi mostri! Dobbiamo combattere e sconfiggere i terroristi islamici e sradicare l'ideologia dell'odio, della violenza e della morte insita nell'Islam, prescritta da Allah nel Corano e messa in atto da Maometto. Oggi è stato un giovane pilota giordano musulmano ad essere arso vivo rinchiuso in una gabbia. Sempre oggi gli stessi terroristi islamici dell'Isis hanno ucciso un omosessuale, lanciandolo dal settimo piano legato ad una sedia e poi lapidato dalla folla fino alla morte. Ebbene questa guerra del terrorismo islamico globalizzato riguarda tutti noi. E' ora di dire basta! " E qui Allam si è svelato.
Se questa fonte dispensatrice di puro odio, altro che "Cristiano", aggettivo sostantivato di cui si fregia l'autore, fosse stata fine a se stessa, non l'avremmo letta né presa in considerazione, come sempre abbiamo fatto, facciamo e faremo con le parole assenti di pensiero, perché incapaci, di quest'individuo, e ancor meno l'avremmo portata ad altrui conoscenza, dato che ci ha disturbato non poco il farlo, purtroppo però sulla pagina di queste parole dell'odio, sono migliaia (ad oggi circa 9000 se non più) le segnalazioni di consenso e migliaia i commenti in linea con le parole stesse che, tutte, inneggiano a stermini di massa, all'uso dell'atomica, a roghi di luoghi di culto quali le moschee, a scontri violenti e immediati nelle nostre vie con gli immigrati musulmani, tutte inneggiano, a volte bestemmiando, a razzismo, settarismo, inaudita violenza, oltre a mentire su contenuti sacri e rafforzare l'ignoranza già presente e dilagante circa molti contenuti storici. Eppure a questo incitano, come sottile sibilo di serpente questo sobillano le parole di quest'autore che ne ha fatto bandiera, chiamando a sé mucchi di gente, con la tipica violenza dell'apostata. Vendetta, altro che Cristianesimo. Ma poiché non vogliamo continuare, con questa pagina che non abbiamo amato tracciare, a prestare voce, pur se opposta, alla dilagante pazzia  che oscilla tra blasfemia e furia, che piace agli omuncoli da cui genera per scagliarsi su altri, ci fermiamo qui, lo facciamo però con un invito e un interrogativo. L'invito non è nuovo alle nostre pagine, è quello a studiare le immagini che ci vengono propinate, che vengono propinate al mondo, sempre, a studiare la messa in scena, individuarla, rendersi consapevoli della sua perfezione voluta, costruita perché l'efficacia sia massima, massimo sia l'impatto di violenza sulla gente, e il ritorno di odio, di costruito scontro di civiltà, lo sia altrettanto. E' un macabro gioco che si sta giocando. Mentre l'interrogativo: non è che l'Islam di cui parla Magdi Allam  altro non sia che l'Islam di Magdi Allam?
Marika Guerrini
foto da web