lunedì 23 settembre 2013

lettera aperta

... "Eccola la prossima guerra che ci attende, si avvicina, già incombe..." questo l'esordio dell'articolo di Quirico su La Stampa ( 21 settembre 2013), poi i protagonisti: " ...da una parte l'Occidente, noi, dall'altra l'Islam radicale" e, di questo, fornisce i motivi: "determinato a risvegliare i secoli di dominazione, a ricostruire ... la terra del vero dio", nei puntini sospensivi dice: " con i soldi dell'Arabia Saudita e del Qatar, grande invincibile". Qualche riga oltre, accennando all'Andalusia, Spagna, quale prossimo teatro bellico: " è terra nostra e la riprenderemo", riportando le parole degli "uomini di al-Qaeda". Ancora qualche riga e, riferendosi all'occidente: " saldamente deciso a seguire il mito di un Islam moderato, educato, che esiste solo nei libri (e nelle bugie)". Bravo. Il reporter Domenico Quirico ha capito tutto.
Noi siamo pronti, e l'abbiamo già fatto, a comprendere, accogliere, intenerirci, persino, dinanzi alla sua vicenda umana, il dramma del sequestro, le torture e tutto quel che è stato. Siamo pronti a condividere, se pur virtualmente, il suo bagaglio di paure vissute allo stremo. Siamo pronti a seguire con interesse il suo racconto. Non siamo pronti alla generalizzazione di situazioni, azioni, condizioni estreme, procurata da gente voluta costruita estrema, gente da noi definita da tempo e non a caso, feccia umana, a questo non siamo pronti, tanto meno permettiamo che si sparga veleno su di un intero mondo per una generalizzazione. Su di un mondo che, è evidente, Quirico non conosce se non superficialmente, malgrado tutto. Se così non fosse, altra sarebbe stata anche la sua azione iniziale, quella del seguire i ribelli da lui ritenuti amici, per trovarsi  ad essere venduto dai presunti amici ai loro amici, che tali proprio non erano così come i primi. Errore ideologico quello del reporter, errore storico nonché antropologico. Ora, di contro, questo suo articolo, quasi una lettera, è un pericoloso atteggiamento fallaciano a istigare, se pur involontariamente, avversione alimentando ignoranza. Il reporter ha perso di vista che le parole dette, ancor più scritte, vanno soppesate, vagliate, misurate, vanno attese, ancor più se, in certo senso protagoniste, toccano la storia in momenti di grande fragilità, di pericolosità, allora hanno il dovere di misurare la traiettoria, onde evitare il formarsi di errate opinioni, devianti pensieri.
Ora, oggi, parole denigratorie, o peggio, di accusa all'Islam che," moderato, educato" non esiste se non nei libri e nelle bugie, sono estremamente gravi, ora, oggi che i nostri figli stanno crescendo con i figli dell'Islam e genti da quelle terre si rifugiano nelle nostre in cerca d'aiuto. Sono parole, queste, che non  alimentano solo l'ignoranza, ma formano strati di paura. E paura genera paura che a sua volta impedisce al pensiero di muoversi libero, il passo è poi breve per il giudizio unilaterale, parziale e può farsi escalation verso l'incomprensione, la discriminazione, su su fino alla xenofobia, al razzismo. Non sarebbe stato più corretto mettere da parte se stessi, i personali pur se comprensibili moti dell'animo e distinguere le frange estremiste islamiche dall'Islam? Quelle frange, e Quirico dovrebbe saperlo, che sono forme estreme ed estremizzate, cellule tenute impazzite. Al-Qaeda è una sigla dietro cui nascondere reali motivi di guerre e guerriglie. E torniamo all'ignoranza. 
Tutti questi seguaci che al-Qaeda incontra nei vari paesi d'azione, se si conoscesse l'Islam, si capirebbe che sono fittizi. L'unione per una "ricostruzione di una terra del vero dio" è una balla enorme. Elemento distintivo dell'Islam è il suo spirito nomade, ha sempre assunto sfaccettature diverse asseconda dei popoli che man mano andava conquistando. Spirito ancora vigente. Le diversità non sono solo nelle varie confessioni e derivati, ad esempio sciiti, sunniti, salafiti, wahabiti, etc., l'Islam dei paesi arabi (Arabia Saudita, Qatar, Yemen etc.)  è diverso da quello iracheno che è diverso da quello afghano, che è diverso da quello pakistano, o indiano o egiziano e ancora e ancora per non parlare dei paesi subsahariani. Questo al profano non salta agli occhi, ma è importante in ambito interno, per loro,  questo è un dato primario per barcamenarsi nell'attuale mare di totale confusione e violenza, per distinguere la menzogna dalla verità, entrambe nella realtà. 
Che l'occidente abbia molto, troppo, da restituire ad alcuni di quei popoli,  non v'è dubbio, che i conflitti civili abbiano possibilità di espansione, è possibile, ma non il debito occidentale può essere motivo bellico nei confronti dell'Europa. La feccia umana, che ha tenuto il reporter sotto sequestro, o chi a loro comando, a nostro avviso, per certi versi si è presa gioco anche del sequestrato. E poi smettiamola di attribuire  a quel credo  il ruolo di fulcro collante, le frange estremiste islamiche sono tenute unite da precisi accordi economici internazionali e persino politici. Una sorta di esercito a sé stante agglomerato per... , unificato sotto la sigla al-Qaeda, la Base, con  l'Islam quale comoda facciata. 
Il fatto è che le parole vanno pensate o, taciute.
Marika Guerrini    

Nessun commento:

Posta un commento