sabato 14 gennaio 2017

i colori della Russia e il grigio d'Europa sulle note di Dmitri Kisalev


 "... la bandiera rossa viene ammainata in silenzio, piegata e messa via. La bandiera era sparita. Ma dell'Unione Sovietica rimangono ancora molte cose, soprattutto, come sembra, cose non materiali. La cosa più importante, che non ha prezzo, per l'esperienza che regala all'umanità, è un enorme esperimento sociale che abbiamo fatto sulla nostra pelle. Il suo scopo era quello di creare il Paradiso in terra, in modo che tutti potessero essere felici. Ed è stato un grosso successo. Avremmo letteralmente spostate le montagne per creare una solida base al comunismo. Ancora oggi la nostra economia si basa su quelle fondamenta. E il nostro carattere ha ancora dei tratti sovietici a cui, tutto sommato, teniamo molto. Queste idee hanno anche giustificato i sacrifici fatti.
Un'idea che detta le regole di vita e il modo di pensare è sicuramente un'ideologia. Questo è permesso e quest'altro è proibito. Questo lo dobbiamo prendere in considerazione quello dobbiamo ignorarlo. Questo dobbiamo comunicarlo, quello no. E tutto questo viene imposto con il potere burocratico del partito e del governo. 
Come risultato ci eravamo cacciati talmente in un angolo, da dimenticarci quanti colori avesse il mondo e, alla fine, abbiamo messo da parte anche la realtà. L'Occidente così sviluppato e scintillante, era considerato decadente, mentre noi ci consideravamo i leaders.
Un forte argomento a nostro favore erano le indubbie vittorie tecnologiche, ad esempio la corsa allo spazio e l' energia nucleare.
Quando venne ammainata la bandiera rossa e il mondo si fece a colori, scoprimmo un modo nuovo e più luminoso di vedere il mondo.
Sto dicendo ora tutto questo per far capire che oggi l'esperienza dell'Unione Sovietica, che governava tramite l'ideologia per creare l'utopia, permette di capire fino in fondo la crisi dell'Unione Europea. Anche l'Unione Europea è un grande esperimento sociale, pianificato in modo da rendere tutti felici, e questo è il genere di esperimento che, sappiamo, richiede un'ideologia. Così come aveva fatto l'Unione Sovietica, ad un certo punto ha iniziato a mascherare i colori, la realtà, le risposte si sono conformate all'ideologia e il sistema ha perso la sua flessibilità. La macchinosa ideologia europea, che non è tanto diversa da quella dell'Unione Sovietica, è diventata fin troppo familiare. Vai, guarda, prova, sappi. Naturalmente ci sono anche delle differenze, ma le cose essenziali sono le stesse. E probabilmente questa somiglianza è più facile che la capiscano i Russi che gli Europei occidentali che sono nuovi a tutto ciò, in questo senso, ci siamo scambiati di posto con l'Occidente, non abbiamo paura delle opinioni diverse, della libertà di parola, mentre l'Unione Europea ne è terrorizzata, ( per essa) pensare e scrivere dovrebbe rimanere nei canoni del politicamente corretto.
L'Europarlamento, a sua volta, approva bizzarre soluzioni contro la propaganda russa. Noi siamo per la libertà del commercio mondiale e l'Occidente impone le sanzioni, le quote e chiude le unioni sindacali. Noi siamo per la libertà di spostamento e l'Unione Europea impone visti e sanzioni. Adesso siamo noi quelli che si oppongono all'esportazione delle rivoluzioni e dei colpi di Stato invece l'Unione Europea se ne stava in pace con se stessa mentre era complice del golpe in Ucraina.
Adesso siamo noi quelli contro i fanatici e gli ultras politici, mentre l'Occidente coccola quelli di Jabath al-Nusra. Ora siamo noi quelli che rispettano la Chiesa e le religioni tradizionali, mentre l'Unione Europea è per un altro, immorale esperimento. ora siamo noi quelli che pensano che la difesa vada attuata con regole civili, mentre l'Occidente spinge alla guerra, come se le armi e i budget militari mantenessero in piedi tutto il sistema. Non è così. Proprio come non lo era con l'Unione Sovietica. 
Ora siamo noi quelli che vedono tutte le sfumature del mondo, mentre l'Unione Europea ha un problema perché la Russia non rientra assolutamente nella sua visione del mondo asservita all'ideologia.
E ora che tutto questo non funzione più per l'Unione Europea, quando la realtà policroma viene ignorata proprio come lo era stata nelle ultime fasi dell'Unione Sovietica. E quando si dicono sempre più bugie, noi sappiamo in che direzione stiamo andando.
Sarebbe bello se l'esperienza sovietica potesse essere un monito, non soltanto per noi".

Parole di Dmitri Kisalev, parole recenti, rese note da Pandora Tv. Propaganda filorussa è quel che nell'immediato si è portati a pensare, così, all'inizio, poi no, sono parole di verità, di grande obiettività, parole ad esprimere pensieri lineari.
Quando fu, nel 1991 che le tre Repubbliche Sovietiche, Ucraina, Bielorussia e Russia, sancirono la fine ufficiale dell'Unione Sovietica, l'animo, il nostro, si senti come dissetato ad una fonte di acqua pura. Da sempre ci era stato chiaro il monocolore sovietico  a cui Kisalev si riferisce nel discorso di cui sopra. Da sempre avevamo vissuto, se pur solo con l'immaginazione, la diffusione della cultura sovietica materialista, formatrice della società, quindi di una grande fetta dell'umanità, come una cultura automatizzata, sistematizzata per essere propinata fuori da qualsivoglia attività conoscitiva di tipo individuale e, ancor più, volta alla trascendenza. Infatti, cancellando la distinzione dei valori e determinando un modello unico, viene a cadere anche ogni differenziazione etica, assente l'elemento etico, in questo modo i valori vengono stabiliti solo in base alla materia e di certo non in base a ciò che la supera.
Così facendo si rinuncia alla moralità anche da parte di chi sia più consapevole rispetto agli altri, cosa che, espandendosi, spiega poi la metodica decadenza delle etiche professionali e il dilagare della criminalità ad ogni livello e campo.
E' questo di cui abbiamo accusato il pensiero sovietico per più di settant'anni, è questo che ora sta vivendo, ma preferiamo dire attraversando per un auspicio alla transitorietà, l'Occidente, è questo errore che sta perpetrando l'Europa, di cui è responsabile molto più che il lembo estremo di questa parte del pianeta, per l'europea peculiarità storico-culturale che l'estremo Occidente non possiede se non per importazione, trasferito riflesso o emulazione.
Ma l'Europa ha abbandonato la "policromia" mentre la Russia, il suo popolo, se l'è conquistata  sulla propria "pelle". Tale il motivo-fulcro che sta portando l'Occidente al tramonto e la Russia all'aurora. La visione di Dmitri Kisalev, così come i suoi pensieri, vanno apprezzati in quanto oggettivi. C'è solo un punto su cui dissentiamo dal giornalista russo, dissenso non senza rammarico e apprezzamento per la correttezza di Kisalev, è il punto dell'ideologia. L'Occidente, a differenza dell'Unione Sovietica, e questo per chi scrive è incredibile ad affermarsi, ha perso persino l'ideologia che delle idee è uno smorto riflesso. L'Europa e l'Occidente al di qua della linea russa non ha altra ideologia che non sia quella del tallero, ovvero l'assoluta materia. E' questo un grande cruccio per chi ha occhi per vedere e orecchie per intendere. L'Europa, con la propria pseudo Unione asservita, è al massimo storico esprimente il pensiero materialista camuffato da Democrazia.  Lo dimostra la sua immoralità giunta al punto di dissacrare il sacro, per sacro intendendo anche valori quali dignità individuale, senso della famiglia, rispetto dell'infanzia e dell'adolescenza, ovvero il futuro, della loro struttura interiore che presuppone una trascendenza, del formarsi della loro coscienza. Ma questo cade sotto il nome "libertà" come nella teoria del gender, essendo invece violenza che altro non potrà generare che violenza. 
No, qui, ora, da noi, non c'è alcuna ideologia, qui il sacro in quanto "religioni tradizionali" non viene proibito, vietato come nell'allora Unione Sovietica, le chiese non vengono chiuse, qui il sacro di dissacra ogni giorno umanizzandolo, fingendo l'osservanza dell'elemento trascendente, in realtà dopo averlo livellato all'umano, soddisfacendo così le umane esigenze. Cosa ben peggiore che il divieto e persino la persecuzione, se non altro perché entrambi ne riconoscevano comunque, se pur negata, l'esistenza tanto da temerne  diffusione e affermazione. 
Cosa ancor peggiore in Occidente quest'assoluta assenza di policromia. Questa presenza di grigio. Lei, signor Kisalev dice: "Sarebbe bello se l'esperienza sovietica potesse essere un monito, non soltanto per noi". Sì, sarebbe bello!
Marika Guerrini

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