mercoledì 4 agosto 2021

La saggezza del gatto, Er e il subumano


...se, accingendoti a segnare riflessioni sulla condizione in cui sta versando l'Umanità, riflessioni circa la prigionia in cui si dibatte, circa le costrizioni fisiche e psichiche a cui il suo vivere viene sottoposto. Se, mentre ti accingi a sottolineare quanto e come lo spirito di menzogna regni sul tutto, quanto e come questo tutto ammanti d'altruismo azioni criminali, quanto e come lo stesso tutto investa ogni aspetto dello scibile, agisca instillando paura negli uomini, rendendoli schiavi della menzogna e di se stessi. E se, mentre ti accingi a segnare quanto sopra, a condividere i tuoi pensieri e cerchi le parole sì che siano chiare, sì che non ledano l'altrui libertà, accade che il gatto salti sulla libreria alle tue spalle, che si strofini sui libri provocandone la caduta, che uno di essi, uno consunto dall'uso, finisca sulla scrivania aperto e le parole della pagina mostrata rimandino ai pensieri che stavi formulando, alle parole che stavi cercando, altro non puoi fare che fermarti, zittire ogni pensiero, lasciare ogni parola, staccare la penna dal foglio. Fermarti. 
Fermarti perché tu al "caso" non credi, non credi alla sua esistenza, ritieni che ogni accadimento abbia un senso, che le coincidenze abbiano un senso, sottile, sì, spesso, spesso da interpretare, ma un senso, un loro perché. E ti fai da parte, lasci spazio al libro caduto, alla pagina aperta, ai pensieri tradotti in parole tracciate nel 1977 con incredibile attualità, tracciate da un italiano degno di incarnare le luminose forze di questa terra figlia d'un Risorgimento ormai remoto, parole di un uomo speciale che il mondo ha conosciuto con un nom de plume che in questa pagina  non verrà dichiarato. Il perché lo si lascia all'intuizione lì dove si manifesti, lo si deve al rispetto per quel silenzio che sai l'autore avrebbe voluto. E mentre pensi questo lo ringrazi dal cuore per aver donato al mondo i suoi pensieri, e ringrazi anche l'inconsapevole saggezza del gatto saltato per quel caso che non esiste, sulla libreria. E sgomberi la mente. E fai silenzio in te. E ti metti in ascolto. Poi inizi a segnare, a dare al mondo qualche stralcio dei suoi pensieri.
Il piano sul quale è slittata l'umanità di questo tempo non si può non chiamare sub-umano. Si tratta dell'evento più grave della storia umana... E' il principio del regno della follia umana, che non può non tendere alla propria organizzazione sociale, mediante il potere di un meccanicismo inumano, come sistema ferreo della ipocrisia, dotato di tutte le parvenze della moralità, della giustizia, della fraternità, persino della religiosità. Follia realizzabile mediante la facile persuasione degli sprovveduti o degli ingenui di tutta la Terra, ossia di coloro che costituiscono la quantità manovrabile, il numero, la piazza necessaria...L'angoscia e la paura cominciano ad attanagliare l'uomo, perché il pensiero umano è slittato nel Subumano. Perciò gli uomini cercano di rifugiarsi nel gregge, cioè di ritornare nel gregge, che si riforma come nuovo sistema di aggregazione tra gli uomini, aggruppamento meccanicistico, non libero...". 
Queste le sue parole a cui nulla, è palese, vi sia da aggiungere, ciò malgrado, nel ripercorrere i suoi pensieri, il ricordo mi ha riportato alla mente altre pagine, pagine di Platone nel suo Politéia, così, mentre il gatto fautore di questo momento, soddisfatto della missione compiuta, sonnecchia con aria sorniona acciambellato sulla poltrona, vi narro una pagina di Platone in cui tratta di Er, il guerriero panfilio. Ascoltate. 
Er, il guerriero panfilio creduto morto e posto sul rogo affinché, libero dal corpo, volasse nell'Universo, all'improvviso si ridestò e prese a svelare agli uomini i segreti dell'invisibile. Raccontò e raccontò, finché, ad certo punto, per bocca di un araldo, un anghelos, si rivolse alle anime umane : Questa è la parola della Vergine Lachesis, figlia di Necessità, o voi anime di un giorno! disse e continuò, ecco l'inizio di un nuovo ciclo che porta morte all'umana stirpe. Il demone non sceglierà voi, ma voi sceglierete il demone... la colpa è di chi sceglie, il Dio è innocente." 
Poi tacque. E mentre il suo tacere risuona in noi, ci si mostra come la sacra severità di Platone accompagni le parole del filosofo romano, come l'antico pensiero sposi il pensiero contemporaneo, come anche la sua chiarezza ci indichi il  senso dell'ascesa e della decadenza dei singoli, la cui responsabilità individuale provoca l'ascesa o la decadenza degli Stati.
Ed è con questa splendida tensione sulla tragicità nel mondo con cui Platone va a chiudere il suo Politéia  che occiriente  va a chiudere questa sua pagina. 

Marika Guerrini
 

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