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| Locandina... * |
... c'era una volta, all'inizio dei tempi, una bellissima fanciulla di nome Yalda. I lunghi capelli neri come l'ebano le coprivano le spalle e la sua pelle era pallida come la luna. Yalda era la Regina della Notte, una Regina solitaria il cui compito era stendere sulla terra il mantello dell'oscurità. Ma Yalda nascondeva in sé un grande segreto, un segreto che mai a nessuno avrebbe potuto svelare: il suo immenso amore per Mithra, il Signore del Sole. Un amore impossibile che Yalda da un tempo senza tempo custodiva in sé pur se sempre quando lui giungeva lei doveva svanire e quando lei giungeva lui si era già tuffato nel tramonto e riposava al di là d'ogni orizzonte. Yalda e Mithra erano due amanti che s'inseguivano senza mai incontrarsi né potersi sfiorare. Ma Yalda malgrado il suo pallore suggerisse debolezza, non si arrendeva e in ogni nuovo giorno che nasceva sulla Terra cercava di fermare un minuto di più la sua presenza nello stesso cielo in cui lui sarebbe giunto, solo un breve minuto, ma in quel minuto Yalda allungava il suo mantello sì da poter scorgere un raggio della corona di luce del suo amato, anche solo un bagliore della sua luce. E mentre il tempo non tempo scorreva il desiderio di Yalda non si indeboliva, ma diveniva sempre più forte finché all'improvviso giunse la notte più fredda dell'anno, la notte più lunga, la notte più buia, la notte del Solstizio d'Inverno. Fu allora che Yalda raccolse tutto il suo coraggio, decise di non andar via, di non svanire, come da sempre era stata costretta a fare. Rimase lì, immobile in coraggiosa attesa nel freddo dell'inverno. Fu allora nel momento più buio, quando il mondo sembrava perso nell'oscurità, che quella notte si fece magia e, come per un miracolo d'amore, l'alba iniziò a sorgere mentre Yalda era ancora lì ferma nel cielo del mattino, in attesa di lui: per un brevissimo infinito istante la Regina della Notte e il Signore del Sole si guardarono negli occhi. E in quell'istante di infinito Amore il calore di Mithra sfiorò il gelo di Yalda. Il mondo non se ne accorse ma in quello stesso istante il pallore di Yalda si affievolì in tenue luce dorata. Un'invisibile luce che alitò calore sul gelo del mondo. Da allora, da quell'attimo di manifesto amore la luce del sole prese ad illuminare sempre un po' di più il buio del mantello di Yalda nell'allungarsi delle giornate per poi riprendere il ritmo fino all'abbreviarsi e al ripetersi dell'incontro.
Narra la leggenda che quell'attimo d'amore diede vita all'albero del melograno con le sue melagrane ricche di chicchi rossi color rubino. Per questo avvenimento cosmico la splendida pietra preziosa, il rubino, è simbolo d'amore. Lo è in Iran, antica Persia, lo è in India e in Afghanistan, antica terra indiana, e lo è in Turkmenistan e in Tajikistan così come in altri paesi dell'Asia Centrale. Ed è per onorare quell'amore oltre il Tempo e lo Spazio che, nei paesi legati alla leggenda di Yalda e Mithra, la notte del Solstizio d'Inverno si usa cibarsi dei chicchi rubino delle melagrane onorando quell'amore con musica, danza e poesia, e ricordando che quei succosi chicchi sono figli della luce che ha sconfitto l'oscurità.
Marika Guerrini
*locandina-invito alla celebrazione del Solstizio d Inverno
c/o Hotel Massimo d'Azeglio- Roma 21 dicembre 2025
