giovedì 19 marzo 2015

ai lettori: " Domanda" di Rabindranath Thakur

... occiriente si scusa con i suoi lettori sparsi sul pianeta, ma non si esprimerà sui fatti di Tunisi né sui precedenti fatti di Lahore, musei, chiese, jihadisti di vario genere, origine, matrice, le storie sono uguali a se stesse da tempo, il loro senso, lo scopo, l'obiettivo storico e sociale è anch'esso uguale a se stesso da tempo. Pagine e pagine abbiamo già scritto, persino questo abbiamo già scritto, le idee di occiriente di continuo si sono mosse, si muovono e si muoveranno in merito alla sostanza di accadimenti del tipo di cui sopra, di quelli di prima, di ancora prima e di quelli che purtroppo saranno. A partire dall'aprile del 2011, con i suoi, ad oggi, 213 articoli, occiriente, tranne qualche pagina di riposo dell'anima e della mente, ha segnalato l'escalation storica di questi tempi ancor più nelle regioni interessate a guerre indotte, rivoluzioni fomentate, rivolte costruite, attentati commissionati, tutto in mille modi diversi, ma in realtà nello stesso modo. Ha sempre segnalato il crearsi di miliziani, il loro formarsi e trasformarsi, i reclutamenti, le modalità, i perché a monte, i disegni strategici, le vigliaccherie, i volta faccia ed ora, sui fatti di Tunisi come di Lahore, non vuole esprimersi proprio perché l'ha già fatto decine e decine e decine di volte, basta cambiare data, località e qualche particolare di poco conto, rispetto alla sostanza significante e significativa dei fatti, ed ecco che quella pagina, aperta anche a caso, ci parla dei fatti recenti. Così ha deciso che questa pagina debba essere solo un semplice contatto con i lettori, lettori a cui ogni nostra riga è indirizzata, dedicata, per cui i lettori che dalla nascita di occiriente, l'hanno sempre visto in prima linea,  stavolta non lo vedranno né in prima linea né nella retrovia. 
In luogo delle solite parole, pur con allusione, ascoltiamo il lipika(1) che ci racconta R. Thakur (Tagore) e pensiamo la sua, in vari modi, diffusa attualità in terre la cui atmosfera non è dissimile da quella del piccolo racconto, il cui titolo è "Domanda":
"Il padre era tornato dalla cremazione. Il figlio, di sette anni, nudo, con un talismano al collo  era solo davanti alla finestra che s'apriva sulla stradina. Non sapeva a cosa pensare. Il sole del mattino era apparso sopra la cima dell'odoroso albero di nima (2), accanto alla casa di fronte. Un venditore di manghi ancora acerbi passò lungo la via, lanciò il suo richiamo e s'allontanò.
Il padre sollevò il bambino, lo prese tra le braccia, il piccolo chiese: Dov'è la mamma? Il padre alzò il capo verso il cielo e disse: In paradiso.
Giunse la notte. Prostrato dal dolore, il padre s'agitava nel sonno, continuamente. Sulla porta la fioca luce della lampada, sulla parete il sonno di una coppia di lucertole, di fronte la terrazza aperta. Il bambino uscì nella notte e rimase incantato. Intorno le case con le luci spente, parevano soldati che dormissero in piedi a guardia di una città infernale.
Il piccolo, nudo, guardava il cielo e nella sua mente smarrita s'affacciò una domanda: Dove sarà mai la strada del paradiso?
Il cielo non rispose, il profumo dell'albero di nima s'era fatto più intenso, le stelle scintillavano, lacrime nella notte silenziosa".
Marika Guerrini

(1)  lipika in bengali, lingua del poeta, significa, piccolo scritto;
(2) nima è l'albero del lillà dai fiori viola scuro.

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