Aquila Chrysaetos*(1) |
Amritsar- il Tempio d'Oro |
...pagine sparse. Pensieri. Idee. Riflessioni. Pagine di scrittore. Fogli strappati a taccuini. Segnati a pennino. Ad inchiostro. Pagine digitate poi. Dopo. E parole scorreranno in esse... Pagine da condividere. Pagine oltre...
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“Si possono considerare quali cittadini coloro che iniziarono ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal padre del padre (Aristotele, Politica, libro III cap.1, lezione 1).
E’ la sapienza di Aristotele a parlare: per essere considerati a tutti gli effetti, cittadini di una Nazione, bisogna che gli ospiti abbiano maturato un forte amore verso il bene pubblico della Nazione ospitante, la qual cosa li rende integrati in essa a tutti gli effetti, aggirando in tal modo, o contenendo, il pericolo di un loro nuocere alla Nazione stessa. E’ questo quel che dice. Oggi qui, ora, malgrado resti valida l’aristotelica sentenza, il concetto espresso non è più sufficiente poiché in seguito ad accordi internazionali presi da precedenti governi partoriti di fatto da colpi di Stato, vedi quelli voluti da un altro Presidente, e risultati poi subdoli, si è andati ben oltre la possibilità di applicare l’aristotelica saggezza. Ben oltre si è giunti, ben oltre ci si trova.
Sull’onda di una pseudo democrazia dell’accoglienza si è permesso ad organizzazioni, che di umanitario hanno solo la facciata, di prendersi “cura” di gente che ha perso tutto, che si muove sull’inconsistente filo d’una speranza quasi sempre vana. Si è permesso, e si permette, a cittadini italiani di sfruttare le altrui disgrazie per il proprio tornaconto economico sotto forma di manovalanza d’ogni tipo e in ogni settore, producendo così un nuovo schiavismo. Si è permesso, e si permette, alla malavita nazionale ed internazionale di fornire “materiale” organico umano, per lo più di minori, ma non solo, allo scopo di soddisfare le nostre, ed altrui, richieste di trapianti di organi, per cui bambini, una volta approdati sui nostri lidi, spariscono come inghiottiti dal nulla. Si è permesso e si permette di fare sui migranti, gente inerme e spesso ignorante, sperimentazioni di farmaci, vaccini compresi, sì che cavie umane. Si è permesso e si permette alla malavita di incrementare giri di prostituzione di entrambe i sessi, anche in questo caso rivolto a giovani vite quando non giovanissime, a volte bambine, allo scopo di soddisfare le nostre aberrazioni di paese civile, le nostre affezioni morali lontane da ogni coscienza benché dai più giustificate.
A tal proposito questa pagina vuol raccontare un aneddoto. Gli occhi di chi scrive, tempo fa, all’inizio di ciò che si sarebbe poi trasformato in flusso migratorio, hanno visto esponenti della così detta Roma bene, aggirarsi alla ricerca di giovani immigrati rifugiati politici, di cui per rispetto in questa sede si omette la provenienza, adescati da figuri senza volto e senza nome, ché di uomini non si può parlare per non degradare l’essere umano. Quegli occhi hanno visto questi figuri aggirarsi tra i giovani al fine di soddisfare le proprie aberrazioni sessuali contro natura. Aggirarsi in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti anche di volontari rappresentanti associazioni umanitarie, oh, certo c'erano e ci sono tra esse, e tra loro in esse, delle eccezioni, ma eccezioni, appunto. Così le non eccezioni vedevano, sapevano, nessuno interveniva, parlava. Allo stupore degli occhi di chi scrive e alla seguente denuncia del caso, la risposta mai lasciava dubbio: purtroppo è così, sta a loro negarsi, parole come un mantra o meglio un cliché; sta a loro, loro chi, ragazzini disperati in un paese estraneo, sfuggiti alle bombe lanciate sulla loro terra con la nostra complicità, ragazzini alla ricerca d’una speranza, alla ricerca d’una vita, i cui occhi s’erano posati così tanta volte sulla morte da non saper più distinguere la stessa vita, da non poter o non saper più scegliere? Loro chi? Purtroppo è così, sta a loro negarsi! Queste le parole della civiltà in cui il purtroppo acuisce l'ipocrisia.
Si potrebbe continuare ad elencare gli innumerevoli contro da cui sono investiti la maggior parte dei così detti migranti in questa nostra “civile” mercificazione dell’umano.
Ben venga quindi la chiusura dei nostri valichi europei di frontiera, i porti italiani, ben venga il giro di vite, ma non basta. Eh, no, non basta Signor Ministro dell’Interno, non basta Signor Ministro della Difesa, non basta, è un provvedimento a metà, così facendo si colpisce la malattia, il dolore, non la causa. Si colpisce lo sfruttato, il perseguitato, l’ingannato, il violentato non chi sfrutta, perseguita, inganna, violenta. E tutto resterà non solo intatto, ma si espanderà a luoghi e tempi, porgerà il fianco al moltiplicarsi di nuove strategie ad un più raffinato, nascosto delinquere. Ed oltre.
Bisogna che l’Italia, contemporaneamente alla chiusura dei porti, oggi accordo con porti di altra nazione, dei valichi di frontiera europea, oggi trasferiti ad altri valichi, ponga fine al traffico d’armi, almeno al proprio, quello nazionale. Bisogna che l’Italia ponga fine alla partecipazione dei nostri militari sugli scenari di guerra. Sappiamo bene che le armi vanno al terrorismo internazionale, voluto e creato in occidente, a volte fomentato, solo a volte, il terrorismo da noi mantenuto e assurdamente protetto. Quello stesso terrorismo che, vedi Londra, Berlino, Parigi, Nizza, si fa boomerang, ma calcolato, voluto perché tutto appaia, tutto quadri agli occhi del mondo. Sappiamo bene quanto le nostre truppe siano al servizio dei poteri forti, dello straniero, delle strategie geopolitiche di supremazia in ogni settore, non certo della tanto decantata PACE e questo sovente malgrado e a dispetto del desiderio o della volontà delle stesse truppe.
Sì, certo, i soldati italiani sono quelli dal comportamento più sano, più umano rispetto ad altri, sui teatri di guerra, ma è questione di indole di popolo, tutto qui e non basta. L’Afghanistan* è stato evidente inizio dell’internazionale processo distruttivo ancora in corso, con i suoi morti per bombe o malattie da radiazioni, da uso di ordigni all’uranio impoverito vietate da leggi internazionali, con la depauperazione del territorio da risorse minerarie, con l’impoverimento del costume, della tradizione, con l’incremento straniero alla delinquenza locale, eccetera eccetera, s’è fatto emblema di tutto quel che accade. L’Afghanistan lo sa bene.
E lo sa bene la ex pacifica Siria di al-Assad che viveva serena la sua vita civile senza debiti con il Fondo Monetario Internazionale, senza che i Rothschild controllassero la sua Banca Centrale, che viveva con il divieto di formazione di Società Segrete, Massoneria compresa. La Siria che possiede gas e un piano per costruire oleodotti, eccetera eccetera ed ora continua eroicamente a resistere malgrado distruzioni d’ogni tipo, malgrado colpita anche da menzogne d'ogni tipo, Come non bastasse.
E lo sa bene l’Iraq con la menzogna sulle armi inesistenti che ha strappato a quel popolo, malgrado alcuni atteggiamenti dittatoriali, solo alcuni, dignità, ricchezza, civiltà con l’uccisione di Saddam Hussein, gettando alla mercé americana ogni sua risorsa, ogni sua vita.
E tutta l’Africa lo sa dal barbaro assassinio di Muammar Gheddafi voluto, comandato fatto eseguire su commissione da Francia, Gran Bretagna e Italia, quest'ultima benché recalcitrante dati i rapporti storici e privilegiati con la Libia. L’Africa che con la distruzione del Governo libico di Gheddafi ha visto sfumare la possibilità di liberarsi dal CFA (Comunità Francese Africa), la moneta, prima franco ora euro, artefice di distruzione dell’economia dei paesi africani, moneta la cui convertibilità è garantita dal Ministero del Tesoro francese, moneta che Gheddafi voleva abolire, liberando l’intero continente africano, arricchendolo, ma questo ed altro non si poteva permettere, quindi l'annientamento della Libia, l’assassinio, il caos, da qui anche il traffico di vite umane: molti " nostri" migranti.
L’Italia è stata e continua ad essere presente con i suoi uomini sui teatri di guerra. Lo fa tenendosi dentro ad un’Alleanza Atlantica che non ha più senso d’esistere checché ne dica la politica italiana complice della svendita di questo Paese. Lo fa ospitando il numero più alto in Europa di basi Nato in cui sostano, 50 ad Aviano e 20 a Ghedi, 70 testate nucleari, ma potrei sbagliare per difetto, comprese bombe termonucleari, la cui sola presenza sul nostro suolo, in caso di conflitto, si presterebbe ad essere motivo di attacco preventivo da parte del nemico così come di un apparente amico. L’Italia lo fa permettendo ai bombardieri americani, che siano droni o caccia, di involarsi dal proprio suolo, lo stesso che ripudia per Costituzione la guerra, permettendo la distruzione e partecipando, con uomini, basi, armi, permettendo a portaerei nucleari di solcare i nostri mari, di esercitarsi in essi.. E’ questo in sostanza, ma non solo, il silenzio dei nostri politici tutti, circa le armi. Sono questi i motivi di partecipazione ai teatri di guerra? Hanno nome Aviano, Ghedi, Licola, Sigonella? C'è questo tra le quinte, Signori Governanti? C'è questo ma non solo.
Quando, e se, finirà l’Italia d’essere serva, quando, e se, riprenderà la propria legittima Sovranità? La propria libertà? Questo potrebbe essere lo storico momento d'inversione di rotta. No, non basta chiudere i porti, i valichi ora diretti altrove, non basta chiedere o legittimamente pretendere dall’Europa la partecipazione all’accoglienza dei migranti, allo smistamento eccetera eccetera, non basta se tutto procede polverizzando terre, violando sovranità di Stato, costringendo popoli a mendicare aiuto, rifugio, pane quotidiano. A mendicare la dignità d’essere uomini. No, Signori Governanti, non basta, non vanno presi provvedimenti a metà, tanto meno si inizia dalla fine, innanzi tutto si agisce sulle cause, poi sugli effetti collaterali e non, altrimenti, o si è ingenui o menzogneri o ipocriti. Alla stregua dei precedenti altri che hanno portato il nostro Paese a perdere ogni Sovranità. A perdere ogni giorno la guerra da quello sventurato 1945. Solo con la ripresa della Sovranità, della libertà si potrà agire secondo la voce di Aristotele.
Ma, come spesso si trovano a dire le pagine di occiriente, il desiderio di libertà di cui sopra, oggi, ora, è pura utopia, desiderio di scrittore. Null’altro. "
Questa la passata pagina rivisitata di occiriente, ma è bastato tutto ciò? No, il peggioramento è talmente evidente da non potersi negare, la guerra pianificata, voluta, azionata tra Ucraina e Russia ne è prova lampante, così come lo è acconsentire, permettere senza alcun diniego, critica, azione di forza perché a mali estremi estremi rimedi, come canta il proverbio, il genocidio che Israele sta compiendo dei palestinesi, quest'orrenda diabolica distruzione d'un popolo inerme, mentre anche chi verbalmente condanna, quando e se lo fa, nel racconto manipola la realtà, oppure sta alla finestra a guardare migliaia di angeli-bambini volare in cielo. Risposta al terrorismo? No, menzogna!
E' così che al desiderio di libertà si somma, in quest'aggiornamento alla pagina datata di cui sopra, un forte desiderio di umanità, un'umanità dimenticata quando non rinnegata. Il desiderio di un ripristino di Umanità, accanto alla preghiera di pietà per coloro che la negano o la rinnegano o la distruggono. Signore perdona loro perché non sanno quel che fanno, recita un testo sacro al di là e al di sopra d'ogni credo.
Ma è giunto il tempo e la pagina chiede la chiosa, noi la lasciamo ai versi di Francesco Petrarca, al suo "Canzoniere" ai versi dedicati all'Italia afflitta da piaghe mortali, ricordando la sua preghiera al Signore del cielo: Rettor del cielo, io cheggio che la pietà che ti condusse in terra ti volga al tuo diletto almo paese, ricordando il monito ai governanti: voi cui Fortuna ha posto in mano il freno... poco vedete et parvi veder molto. Governanti, al suo tempo Prìncipi, che per personali interessi e vane illusioni, permettevano allo straniero e a soldati prezzolati e privi d'amore di calpestare il bel suolo italiano. Ora ecco le parole del poeta, alcuni versi da: Italia mia benché 'l parlar sia indarno. Ma come sopra erano parole di scrittore e null'altro, ora queste sono desiderio di poeta. Null'altro. Ascoltiamo:
... la medaglia ha sempre due volti. 11 settembre 2001:
"Un ristorante qui, a Trastevere, l'esterno di esso e tavoli rigorosamente vestiti di bianco, rigorosamente vuoti. Qualcuno viene fuori dal locale, va verso un tavolo.... poggia su quel tavolo una piccola radio portatile....E' accesa....Sono lì, sto passando a pochi centimetri...Dalla radio giunge un frastuono a più voci. Indistinto. Non si capisce. Il volume è piuttosto alto. Rallento. Distinguo rumori, sirene. una voce ansima, sovrasta i rumori, prova a farlo. Si scusa per il disagio, la cattiva ricezione. Non comprendo il motivo. Mi fermo. New York colpita, Twin Towers, paura, ecco. Parole scollegata in un contesto sconosciuto. Ancora non capisco. penso ad un racconto radiofonico. Di quelli che danno a volte sulla Rai. Sorrido. cammino. La voce c'è di nuovo, continua nell'affanno. Retrocedo di qualche passo. Affanno, voce, rumori, sirene, troppo realistico. Tutto troppo. Sospetto. Penso: reale. No, non è possibile. Ma ci credo. Subito. L'atmosfera è ferma. Intorno silenzio, alcuna voce che non sia della radio. la piazza mi si apre davanti. C'è un bar non distante, lo so, lo conosco. Vado verso il bar. Alcune persone all'interno, il capo verso l'alto: guardano. In alto su di una staffa a parete un televisore acceso. " A questo punto del libro giungono le immagini che accompagneranno i futuri pensieri:
"Una delle Torri Gemelle di New York ha un aereo in un fianco, si vede la coda. Fumo nero fuoriesce dallo stesso fianco. L'immagine va a ripetizione. Sembrano corpi umani. Mi guardo intorno. Immobile nella sua postazione il barman ha un bicchiere vuoto in una mano. Nell'altra una fetta di limone all'estremità di un coltello. Lo sguardo allo schermo. Ho certezza delle immagini: sono reali, è una diretta. E' accaduto. Le parole dell'inviato neppure le sento, solo le immagini. Nei pochi passi tra la radio e il bar ho pensato: se è vero quel che sospetto d'aver capito, ecco perché l'assassinio di Massoud l'altro ieri. E: è la stessa matrice. Lo schermo sta confermando i miei pensieri.... S'interrompe il replay, cambia il vociare, urla ancora in diretta, altra torre, altro aereo, altra facciata. Stessa dinamica. Ci guardiamo, il barman, le quattro o cinque persone, io. Nello scorrere dello sguardo scorgo due persone in più, alle mie spalle.... sono americani... si sente dalla lingua bisbigliata tra loro. Nessun altro parla, bisbiglia. Sono dell'Accademia Americana, forse, la sede romana di studi e ricerca sita sul colle che si alza da qui, da Trastevere.... Sguardi corrono tra noi. Muti. Poi il crollo, sul video in tempo reale. Le torri si sono afflosciate su se stesse. Hanno ceduto. il simbolo economico, della potenza, la modernità della nostra civiltà è crollato su se stesso.... Ed io non ho provato nulla. A quel crollo, quel vuoto, quel ground zero, come l'hanno chiamato, lo chiamano. Non ho provato nulla.... Alcun pensiero che non fosse silenzio. Poi sono uscita dal bar.... era stato un film. Come fosse un film. Ancora un film. Di quelli visti, rivisti, sui disastri, le sciagure, le catastrofi. Naturali o provocate, dagli uomini o dagli dei. Ce n'è una vasta gamma. Tutti hollywoodiani o di imitazione. E tutti finiscono con gli eroi, l'inno nazionale, la speranza che aleggia sulle macerie del giorno dopo. The day after... Questo il the end. Sempre, la fine....E' la fiaba americana, questa. malate fantasie, bisogno di dimostrare a se stessi la pionieristica capacità di sopravvivenza. Possibile tutto nel manuale dei boy scout." A questo punto, nel testo l'intuizione sul futuro:
" Ho pensato all'Afghanistan: andranno in Afghanistan. E ho visto.... E ho pianto....Un enorme ground zero. Molto, molto più grande del grande foro newyorkese. Un ground zero quotidiano, d'ogni alba, d'ogni tramonto.... Tanti ground zero disseminati lungo il tempo a venire, a breve. E lo spazio....Questo ho visto. Sarebbe stato. E' stato. Continua ad essere. E'. Cosa si sarebbe addotto al mondo, quale motivazione o menzogna, non avrebbe avuto alcuna importanza. Il mondo avrebbe creduto.... Quel giorno delle Twin Towers ho pregato. Forse. "
Gli attimi di racconto si fermano qui, questi volevamo ricordare, riprendere da uno dei libri di chi scrive. Oggi lunedì 11 settembre 2023.
Marika Guerrini
Nota
* Ahmad Shah Massoud, Ministro della Difesa Stato Islamico dell'Afghanistan, Governo Legittimo Rabbani-Massoud (1992-2001)
" In Afghanistan l'occidente ha violato tutti i diritti umani, civili, molti di quelli legislativi, è venuto meno alle dichiarazioni dell'ONU e, oltremodo, ha violato i doveri etici. Seguendo le regole del Grande Gioco, e non per le Twin Towers che siamo certi ne facessero parte, l'occidente, in questo caso Usa e Gran Bretagna, ha tenuto ben presente l'esperienza dell'Armata Rossa che, combattendo sul suolo, aveva dovuto cedere, quindi, preventivamente ha zittito il capo carismatico Massoud, ed ha evitato persino l'ultima lealtà di un combattimento al suolo iniziando con un "intervento chirurgico": bombardamento e invio di "aiuti umanitari". In realtà gli "aiuti umanitari" che venivano paracadutati, avevano, non a caso, gli stessi involucri di plastica gialla delle micidiali bombe a grappolo, il che impediva alla popolazione la distinzione. Sono saltati in aria migliaia di civili, più che altro bambini affamati che, scambiandoli per viveri, perché questo veniva annunciato dagli altoparlanti, si precipitavano a raccoglierli e, per sopravvivere, morivano... Anche i Taliban, in meno di un mese, da 25.000 unità furono ridotti a 10.000, caddero infatti sotto i bombardamenti... fiaccati, furono costretti alla resa...".
Questo è stato allora, a guida dell'Afghanistan era il Governo Legittimo Rabbani -Massoud nato da libere elezioni (1992-2001) dopo di allora, dall'ottobre del 2001 in poi, lo straniero, man mano, usando sempre la stessa strategia, ha rafforzato le truppe dei Taliban a proprio uso e consumo ancor più che nel primo momento destabilizzante il paese, 1996, luogo Kandahar.
Ma, restando alle Cluster Bombs, nome originario delle bombe a grappolo, di recente, per quel caso che non esiste, ho incontrato un giovane uomo afghano, al tempo bambino. E' stato un brevissimo incontro in un giorno di pioggia, come se il cielo non reggesse il dolore e si sciogliesse in pianto. Poi nulla, silenzio, non ho più visto il giovane uomo né so dove ora sia. Ma quel giorno ha raccontato cose che nessuno vuol sentire, ancor meno ricordare. Cose che neppure chi scrive, se pur avvezzo alle tragiche conseguenze di quella guerra, vorrebbe sentire, racconti le cui immagini non si vogliono ripercorrere, ancor meno narrare. Basti sapere che i segni di quegli ordigni sono sul corpo di Hussein, nome fittizio, come su migliaia di altri se pur diversi o simili. Sono lì, evidenti in un piede che non c'è più, un piede assente. Ma non allora, non nei primi anni di guerra, accadde la perdita, bensì tre anni fa, per esplosione di uno di quegli ordigni in un campo un tempo coltivato, ora misero e spoglio, fatto di ciuffi d'erba sparsi. Esplosione causata dall'inconsapevole scontro di un piede con un ciuffo d'erba apparentemente innocuo.
Le Cluster Bombs, infatti, non formando corpo unico, malgrado il lancio e l'impatto con il suolo, nello spargersi, possono restare inesplose anche per anni, dipende dalle condizioni del suolo, dalla vegetazione se più o meno fitta, e così via. Hussein, si è trovato a passare di lì tre anni fa e, all'improvviso: esplosione, indicibile dolore, perdita dei sensi. Ma la vita che si muove secondo saggezza, ha voluto tenere Hussein con sé e l'espandersi del boato, ha allertato dei passanti poi accorsi. L'eco però è rimasta, incisa, assordante, a ricordare.
Gli Stati Uniti, tranne che negli ultimi tempi della loro presenza in Afghanistan, non hanno mai smesso di usare le Cluster Bombs, così come altri ordigni di simile portata, anche dopo il 2008, malgrado la Convenzione di Oslo avesse stabilito (maggio 2008) il divieto assoluto non soltanto dell'uso, ma della produzione ed anche di un eventuale trasferimento. Più di centoventi paesi hanno nel tempo firmato e poi ratificato l'accordo, Italia inclusa. Non l'hanno mai fatto Stati Uniti, Russia, India, Brasile, Israele, Cina e Pakistan. Ed ora il robot tenuto a capo degli Stati Uniti, ha firmato, suo malgrado, dice, per il bene ucraino, dice, un permesso speciale di invio di bombe a grappolo all'Ucraina, alla mercé di quella teatrale comparsa, selezionata con cura e posta, come da copione, ad apparente guida del paese baltico. Assoluta pericolosa follia!
Per ora noi ci fermiamo qui. Si lascia alla riflessione del lettore la costruzione della trama e dell'ordito nell'elaborare i fatti lontani, vicini, attuali e contingenti. Trama e ordito come in un grande fiorato tappeto afghano.
Marika Guerrini
Note
* Marika Guerrini , Afghanistan passato e presente, -Storia- Jouvence - Milano 2014