sabato 4 agosto 2012

Siria, Europa e...

...un improvviso inatteso senso di sollievo aveva accompagnato la notizia  di tre navi da guerra russe che scivolavano verso Tartus, verso la Siria. Poi la smentita, ufficiale, di Mosca. Vera, falsa, non importa. Che si voglia tenere segreta un'azione, un'intenzione, non importa, importa il sollievo provato. Quel sollievo in altro momento impensabile, inopportuno, s'era fatto pensato, opportuno. s'era fatto ora, adesso, oggi. S'era fatto desiderio d'arresto d'un'escalation di violenza che continua ad ingannare popoli, mietere vittime innocenti, distruggere paesi, annientare la Storia. Antica ancor più. Desiderio d'arresto con qualunque mezzo, fosse anche bellico, questo il punto. E' questo che importa. Quest'estremo a cui si giunge per il perpetrarsi della menzogna, la sua esasperazione. E' questo che importa. Un estremo involontario, d'istinto, come d'animale ferito che non capisce perché non razionalizza il dolore, non se lo spiega, non sa. A questo lecito, illecito desiderio, ancor più insostenibile s'è fatta l'idea che  la menzogna, quella opportuna, creata a deviare pensieri di verità, quella rivelatasi nel crollo simbolico dell'economia mondiale, che va dalla distruzione dell'Afghanistan all'Iraq, che nutre la primavera araba, distrugge il punto di riferimento dell'intero continente africano:la Libia. Quella menzogna che s'affaccia carnefice ogni qualvolta immagini di video ci riportano distruzione, povertà, malattie, cortei di stracci a coprire esodi di popoli che tutto hanno perso tranne la dignità degli sguardi. Che s'affaccia carnefice in corpi senza vita, in attesa di sepoltura. Sacra sepoltura. Che s'affaccia tra letti d'ospedale, tra campi di papaveri moltiplicatisi sotto l'ala protettrice della Nato, vedi Afghanistan. Che s'affaccia in adolescenti occhi disperati, allucinati, che non conoscevano droga prima della menzogna, vedi Afghanistan, Pakistan, Uzbekistan e ancora. Ma a questo occiriente dedicherà altre pagine. 
La menzogna che sfacciata si mostra nell'obamiana "via libera".all'azione della Cia in Siria, buffonata con l'arroganza d'una minaccia come se il "via libera" non fosse stato firmato da mesi, da sempre, ovunque. Non fosse all'inizio. Ma anche questo occiriente riprenderà in altre pagine. Quel che ora, adesso, oggi, spera è che la menzogna non faccia della Siria una novella Libia. Sarebbe una dichiarazione di guerra alla Russia. E la Cina non resterebbe a guardare. E... ci fermiamo qui. E sarebbe guerra. Guerra non altrove, guerra qui. E l'Europa sarebbe campo da battaglia. Lo sarebbe, prima o poi lo sarebbe. E lo sarebbe come da vecchio copione ventilato da Reagan. Copione-ipotesi pubblicato negli anni della Guerra Fredda dal New York Times, allora. Lo sarebbe quest'Europa a cui nel '92 fu impedito di formare un proprio Corpo d'Armata, relativo a Francia e Germania, sì, certo, però libero dalla Nato l'Eurocorp. Ma gli States ordinarono il divieto e l'Eurocorp non fu. E la Nato mantenne la presa europea, ad impedirne crescita politica, militare, economica, innanzi tutto, da cui tutto. Come ora ancora. 
Sì, le sorti della Siria sono legate all'Europa. Lo sono molto più di quanto l'Europa supponga o voglia supporre. Si spera non sia troppo codarda per capirlo. 
Marika Guerrini

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