...abbiamo assistito, visto, riflettuto, pensato...forse. Le fontane si scioglievano in acqua così come lacrime dagli occhi dei presenti nel Ground Zero. I presidenti commemoravano e il vecchio sindaco e tutti in nome di un dio misericordioso con il popolo degli States. E bambini e bandiere e divise d'ogni tipo d'ogni foggia. E volti d'ogni razza d'ogni colore. Erano tutti lì a piangere. E noi ci siamo chiesti, ancora chiesti, per quell'incredulità che comunque ci spinge a cercare risposta. Che lo fa sempre. Ci siamo chiesti perché. Come sia possibile guardare negli occhi migliaia di persone, vedere le loro lacrime, respirare il loro dolore, accondiscendere ad esso, incrinare la voce, addolcire lo sguardo nel sorriso del buon padre senza che nulla trapeli sulla verità. Ci siamo chiesti se ci siano delle coscienze nei vari Bush, Obama, Giuliani & company. Ci siamo chiesti se ci fosse una voce, un barlume di voce, un infinitesimale bisbiglio che ricordasse loro: tu c'eri, tu sapevi. Ci siamo chiesti cosa alberghi in loro, in tutti coloro che sapevano, sanno. Ci siamo chiesti a che punto sia giunto il subumano. Quanto potere abbia in quella terra. E non solo. E abbiamo provato pietà. Un sentimento di pietà ci ha colti di sorpresa per tutta quella gente assiepata, addolorata, fiduciosa all'ascolto delle parole dei capi. Quella gente dimentica. E tenerezza abbiamo provato e quasi un desiderio d'abbraccio, di consolazione. Come una pacca sulle spalle ad ognuno di loro a dire: non preoccuparti popolo, non soffrire, finirà, questo finirà. Vedrai. Crescerai anche tu. Ti sveglierai anche tu. Uscirai dalla tua adolescenza.
Marika Guerrini
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